Gianni Morandi - Stasera gioco in casa - Una vita di Canzoni

Il Teatro Duse di Bologna si trasforma nel salotto di uno degli artisti più amati del Bel Paese: Gianni torna a Bologna con una lunga serie di concerti, finora tutti sold out.

Gianni Morandi - Stasera gioco in casa - Una vita di Canzoni

di Alfio Morelli e Giovanni Seltralia

L’undici di gennaio un padrone di casa molto speciale ha accolto noi e il resto del suo pubblico al Duse di Bologna: Gianni Morandi si è esibito per la prima volta proprio in questo teatro, nel 1964, e oggi torna nella stessa venue per ripercorrere una carriera sfolgorante.

Lo show si divide tra momenti di musica dal vivo in acustico e momenti di condivisione più personale, in cui l’artista racconta gli aneddoti e i momenti più significativi del suo percorso; la volontà è quella di rinsaldare il rapporto con il pubblico, e insieme valorizzare il legame con la città che l’ha visto nascere artisticamente. Pochi fronzoli sul palco: una scenografia minimale accompagna un paio di musicisti e qualche ospite insieme al padrone di casa.

La produzione stanziale porta con sé alcuni aspetti dello spettacolo “in cartellone”, in primo luogo per la periodicità degli spettacoli, generalmente il giovedì sera o nel fine settimana; in secondo luogo, per la gestione diretta da parte di Mormora Music senza bisogno di un’agenzia esterna. Quest’ultima è una pratica che richiama il modus operandi di quelle compagnie teatrali che, negli anni Sessanta, gestivano in casa tutte le fasi dalla pre-produzione al ticketing.

Molto interessante anche la scelta dell’impianto K-array: il sottilissimo KH7 si riconferma una scelta adatta alla realtà teatrale e, soprattutto, ai repertori “quasi” acustici che, più dell’impatto, cercano il coinvolgimento del pubblico.

Abbiamo dunque intervistato i personaggi chiave della produzione, a partire dalla società dell’artista fino al direttore del Teatro Duse, e naturalmente gli amici del service Agorà, partner tecnico dell’operazione.

Luca “Buono” Gnudi - Direttore di produzione

“La produzione – spiega Luca – nasce per conto di Mormora Music. La volontà era quella di creare un’atmosfera molto intima, per questo lo show è stato svuotato di tutto ciò che c’era intorno, pur tenendo dei punti fissi: Agorà come fornitore storico, Saverio Marconi come regista, eccetera. La regia è minimalista, spoglia, ha pochi oggetti di scena e pochi movimenti, ma serve proprio a enfatizzare i diversi momenti storici della vita di Gianni. Si è cercato di ottimizzare la produzione facendola nostra, con persone locali, gestita da noi direttamente.

“Sul palco non ci sono nemmeno i monitor: non ci sono distrazioni, tutto è concentrato sull’artista. È uno spettacolo sempre aperto, con una scaletta in evoluzione; ci piace pensare che siamo un gruppo di amici che si trova insieme, Capodanno compreso.

“Le date sono state annunciate man mano che il teatro si riempiva e c’era bisogno di annunciarne delle altre; ora siamo a ventinove date annunciate, ma non è finita.”

Poi avete trovato la sera del giovedì sempre libera…

Il Direttore del teatro ha voluto fortemente questa operazione insieme, e ci ha tenuto appositamente delle serate aperte nella programmazione. C’è un pubblico che arriva da tante regioni, anche se il progetto è così fortemente incentrato su Bologna, su casa sua. La gente è entusiasta, il pubblico è pazzesco.

Chi sono i musicisti sul palco?

Sono due, Alessandro Magri ed Elia Garutti, pianoforte e chitarra. Gianni poi suona la chitarra, canta, manda qualche sequenza, insomma è trasversale; la cosa bella è che non si tratta solo di un concerto, ma di un recital: l’artista si racconta, ricorda le canzoni storiche e la sua carriera. Infine, tutte le sere abbiamo delle ragazze che partecipano al duetto originariamente di Amii Stewart.

Quando è partito il tour?

Il primo di novembre, con un po’ di allestimento prima. Le date erano state annunciate subito fino a Capodanno, poi man mano sono state aggiunge quelle di gennaio, in cui lo show sarà anche nei weekend.

Montiamo la mattina dalle nove e, grazie alla disponibilità del teatro e di Agorà, abbiamo passato i cablaggi come fossimo stanziali e lasciamo dei precablaggi, l’impianto pre-montato, eccetera. Il K-array, che ora è in tour solo con noi e con Vinicio Capossela, è settato da un progetto di Davide Grilli: questo teatro ha le sue difficoltà, con due gallerie molto profonde, la platea a vasca… quindi servivano delle accortezze. Iniziando alle nove, comunque, alle quattro siamo pronti.

In quanti siete?

Siamo cinque persone di produzione, più me, Luigi Zanoni per Mormora e i musicisti. Abbiamo fonico di palco, di sala, un responsabile di Agorà, un PA Man sempre presente. Tutta la produzione è gestita internamente, compreso il ticketing portato avanti tra Teatro Duse e Mormora: si sta tornando un po’ indietro agli anni Sessanta, con le compagnie teatrali che si gestivano in casa. 

Da sx: Luca Gnudi, Luigi Zannoni, rappresentante della compagnia, Gabriele Scrima, direttore del Teatro Duse.

Luigi Zannoni - Rappresentante della compagnia

Gabriele Scrima - Direttore Teatro Duse

“Io sono il rappresentante formale e operativo della compagnia che produce lo spettacolo – comincia Luigi. Tutto nasce dalla voglia di Gianni di rimanere nella città, di avere un rapporto primario, anche se non esclusivo, con il pubblico. A ogni replica vedo come all’abbraccio del pubblico lui restituisce in pieno questo sentimento. L’idea è davvero quella di ospitare degli amici a casa propria: è una dimensione, quella del conduttore, del padrone di casa, che si è vista non solo nella musica ma anche in tante trasmissioni televisive.

“Gianni è un professionista che ha grande rispetto per il proprio lavoro, che porta avanti con impegno. Negli anni ha continuato a maturare le sue capacità, anche se la percezione è che la voce sia ancora giovane e al livello di qualche anno fa!”

Come è nata la collaborazione col teatro?

La volontà – continua Luigi – è stata proprio quella di cercare l’ospitalità di un teatro importante, con cui accordarsi per essere inseriti in una programmazione già esistente. Il pubblico sta continuando ad arrivare e l’investimento ha funzionato in tutto e per tutto: lo spettacolo coinvolge ad alto livello, e per ora siamo già oltre i venticinquemila biglietti, e ovviamente mancano ancora moltissime date. Il lavoro sta andando bene e anche le energie mentali, con questa modalità stanziale, vengono risparmiate.

Per il Teatro Duse – continua il direttore Gabriele – è una grande soddisfazione: andiamo avanti da tre mesi, siamo alla diciottesima replica e al diciottesimo sold-out; due anime si sono incontrate: quella di un artista come Gianni, e quella di un teatro come il Duse. Quando c’è piacere a lavorare insieme, i frutti si vedono per forza: molti spettatori escono felici e ritornano una seconda volta, e non ritrovano mai lo stesso identico spettacolo, ogni sera c’è qualcosa di diverso. Noi raccogliamo inoltre il gradimento del pubblico mediante delle tessere che distribuiamo a inizio spettacolo, che alla fine vanno poste nell’urna del sì o del no: questo serve a decidere cosa ricalendarizzare. Qui, inutile dirlo, è uno show che produce cento per cento del gradimento!

Andrete avanti anche in estate, sotto altre forme?

Posso rispondere in due modi opposti – riprende Luigi – dato che da una parte l’artista e la produzione vorrebbero sempre continuare a oltranza di fronte a uno show così fortunato; dall’altro esistono esperimenti che trovano un senso proprio nel fatto che prima o poi finiscono. Questo per dire che pur se la probabilità di proseguire è alta, questo è un progetto così radicato che si dovranno studiare nuove forme, forse addirittura in contraddizione con questa: insomma, vedremo man mano, per ora non ci sono piani operativi.

Diversi artisti stanno scegliendo l’autogestione, senza agenzia. È un caso o è una tendenza per il futuro?

Noi della compagnia nasciamo come una società di produzione; coproduzioni ne abbiamo fatte raramente e sempre con delle motivazioni forti. Insomma, per noi non è una novità; siamo sempre stati liberi, e Gianni ha un solo contratto di esclusiva ancora attivo, a livello di produttori fonografici, e nient’altro: questa è una fortuna che non tutti possono permettersi. Lui poi, a livello umano, mantiene molti rapporti anche con aziende tra loro concorrenti – penso al mondo televisivo – e nessuno si scandalizza.

In chiusura non posso fare altro che ringraziare i tecnici coinvolti, le aziende che ci hanno supportato, e il teatro per l’ospitalità incredibile che ci ha riservato.

Mimmo L’Abbate - Operatore luci

“Per Agorà – dice Mimmo – ci alterniamo alla console io e Andrea Coppini. Il disegno luci è nato su questo spazio aperto che il regista ha voluto improntare per lo spettacolo, basato su molti fari alogeni che, americane a vista comprese, servono anche da scenografia; sono usati come controluce in aggiunta a una base di motorizzati Claypaky Alpha Wash 700, a tre Alpha Beam a terra e ai nuovi DTS Synergy 5.”

Il disegno è minimale?

Le scenografie sono ridotte al minimo, ma questo è il bello: funziona bene per il tipo di performance. Lo show è diviso in tre blocchi: un primo tempo teatrale, un inizio di secondo tempo più intimo dove dei teli formano un salotto di casa, a suo modo intenso dal punto di vista delle luci, e poi una fine di secondo tempo molto live e con un uso più largo dei motorizzati. Lo spettacolo non è aperto in assoluto, ma è spesso soggetto a cambiamenti: ci sono ospiti diversi ogni sera, oppure canzoni diverse in serate speciali come il Capodanno.

Penso che un buon prodotto si possa ottenere anche “sottraendo”, quindi senza video LED, senza caterve di motorizzati, senza americane dritte: qui c’è poco, ma ben valorizzato, volutamente asimmetrico.

Niente time-code?

Decisamente no, è molto manuale: spesso andiamo da un pezzo all’altro, improvvisiamo. Per noi è uno spettacolo divertente: non ci annoiamo, la squadra è affiatata, e soprattutto con l’artista c’è un buon rapporto.

In regia ho una console grandMA2 Ultra-Light, che viaggia in MA Net fino in cabina, dove ci sono due NSP, di cui uno spare; da lì, parte la distribuzione in DMX su tutto il palco.

Qualche altra macchina?

Siamo piuttosto standard, qualche sagomatore, qualche PAR… La cosa bella di questo spettacolo è che andiamo da un faro come il PAR56 fino al nuovissimo Synergy 5: come il percorso dell’artista attraversa gli anni, così le tecnologie vanno dall’analogico al motorizzato a LED.

 Da sx: Stefano De Maio, fonico FoH e Edoardo Michelori, 
PA Manager.

Stefano De Maio - Fonico FoH

“Abbiamo deciso di avere un set up molto minimale – spiega Stefano – dato che pur essendo sempre nello stesso teatro, bisogna montare e smontare ogni volta per far spazio alla programmazione normale. Si vede sia nell’impianto leggero, sia nel mixer Avid S3L particolarmente compatto che mi porto dietro e posso montarmi in pochi minuti da solo. Il materiale è buono ma la scelta è stata quella di essere rapidi, da qui anche la DiGiCo SD11 sul palco.

“Per quanto riguarda il monitoraggio noi avevamo portato in-ear monitor, wedge e quant’altro; invece Gianni ha voluto seguire in tutto e per tutto il concetto di concerto acustico, con due side e basta: abbiamo messo due K-array, mentre il resto torna dalla sala. Quindi, se muovo di mezzo dB, lui se ne accorge addirittura dal palco!

“Morandi non avrebbe voluto nemmeno le due casse davanti come front, ma lì rischiavamo di inficiare l’ascolto delle prime file e lo abbiamo convinto a cambiare idea. La cosa più difficile da risolvere è che questo teatro suona parecchio, soprattutto in certi punti: dato che gli strumenti sono perlopiù acustici, dalla voce al piano alle chitarre, bisogna trovare la fase giusta con l’impianto; pensa che lo stesso Gianni, quando inizia a cantare a piena voce, si sente fino alla dodicesima fila senza bisogno di impianto, e bisogna allinearlo. Abbiamo trovato il sistema PA adatto per arrivare anche in balconata senza dover usare una quantità di facchini ogni volta; nella seconda galleria suona addirittura più che in platea.”

Quindi niente plug in esterni?

No, tutto interno, uso solo la console. Gianni ha l’archetto e il DPA 4088 per avere le mani libere, anche se viene da anni e anni di microfono canonico, che peraltro sa usare perfettamente: all’inizio ha dovuto abituarsi alla nuova sensazione, ma Gianni è uno dei pochi professionisti rimasti con un’esperienza tale che la qualità rimane sempre alta, e può cantare sempre da paura per due ore e mezza anche tre volte a settimana. Per gli ospiti uso gli Shure Beta58, il pianoforte è in linea, le chitarre sono radio; sulla voce ho giusto un multibanda, EQ, de-esser e poco altro. In un concerto quasi acustico ogni elemento in più è un disturbo.

Uno dei due sub, con appoggiati sul palco i frontfill modello Kayman-KY102.

Edoardo Michelori  - PA Manager

“L’impianto K-array – ci spiega Edoardo – è composto da otto KH7, quattro per parte, completato da sei Kayman-KY102 appoggiate sul palco, per le prima file, e da due subwoofer KS7 da 21”, uno per lato: gli amplificatori per i frontfill sono i KA40. La gestione del sistema è realizzata con due Meyer Sound Galaxy 408, uno main e uno spare.

Davide Grilli ha scelto una configurazione di questo tipo per coprire un’ampiezza verticale piuttosto importante: per raggiungere i posti in alto e in basso serviva un buon numero di casse, un line array lungo; così le casse più in alto servono la seconda e la terza galleria in alto, con una potenza elevata, poi si scende alle casse che coprono la platea, scalate in potenza secondo gli algoritmi. Il secondo motivo per la scelta di questo tipo di impianto è ovviamente la comodità: il K-array permette di smontare una sola cassa e di tirare tutto su in battuta, in modo che non si veda più niente.

“Sul palco – conclude Edoardo – fanno da side due sistemini K-array Kayman con sub, le stesse casse usate per il frontfill. Sul palco c’è Federico Galazzo, come fonico di palco, che ha ovviamente molto meno lavoro rispetto ad altre situazioni!” 


Produzione

Mormora Music


Luigi Zannoni


Paolo Bongiorni

Direttore di Produzione

Luca “Buono” Gnudi

Venue

Teatro Duse

Presidente

Walter Mramor

Direttore del teatro

Gabriele Scrima

Direzione di sala

Anissa Sala

Regia

Saverio Marconi

Band


Artista

Gianni Morandi

Pianoforte e basi

Alessandro Magri

Chitarra, armonica

Elia Garutti

Disegno Luci

Virginio Levrio


Andrea Coppini

Scenografo

Gabriele Moreschi

Assistenti artista

Cinzia Basile


Ketty Antonacci

Fornitura audio/luci

Agorà

Coordinamento generale

Wolfango de Amicis


Maurizio Fetoni

Responsabile service in teatro

Davis Laurino

Operatori luci

Andrea Coppini


Mimmo L’Abbate

Fonico FoH

Stefano De Maio

Fonico di palco

Federico Galazzo

Progetto audio

Davide Grilli

PA Man

Edoardo Michelori

Backliner operatore teleprompt

Francesco Grasso

Tecnici del teatro


Direzione tecnica

Carlo Leali


Matteo Culurgioni


Marco De Barba


Graziano Gambarelli

Segui-persona

Damiamo Diquattro

Fornitura backline

Music In


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