Frigo Studio – Intervista a Davide Ferrario

Fresco dell'uscita del suo primo EP Lullabies per l'etichetta di San Francisco Manjumasi, Davide Ferrario racconta il Frigo Studio, il suo ambiente di lavoro in cui vince la creatività.

Frigo Studio – Intervista a Davide Ferrario

di Alfio Morelli e Giovanni Seltralia

In un’epoca di studi piccoli e medi sempre più protagonisti e innovativi, è ormai facile trovare figure miste di musicisti e tecnici dalle grandi potenzialità.
In queste realtà concentrate, nascono produttori che raccolgono “in poco spazio” l’energia e le competenze per curare progetti musicali interessanti, innovativi; e soprattutto, si tratta di figure che seguono la catena produttiva dalla composizione fino al mix e al master, spesso a livelli di qualità internazionale. È il caso di produttori di musica pop, rap, elettronica: basti pensare a Dardust e Charlie Charles, che hanno prodotto il singolo vincitore di Sanremo, o a Takagi & Ketra con il loro tormentone Amore e Capoeira.

Nell’ambito, forse più di nicchia ma altrettanto interessante, della musica elettronica, si sta facendo notare con un nuovo EP Davide Ferrario, uno dei proprietari del Frigo Studio di Milano e già musicista per Battiato, Pezzali, per il tour di Max Nek Renga.
Lo abbiamo incontrato nella sede dello studio in viale Piceno, Milano, per farci raccontare la sua nuova avventura discografica sotto l’etichetta californiana Manjumasi e i segreti tecnici del suo setup.

“Il Frigo Studio è uno studio di registrazione che nasce da due entità, io da una parte e i miei due soci Francesco Ferrari e Francesco Cego dall’altra. Io mi occupo di produzione musicale, sia per me stesso sia per conto terzi, così che ho potuto lavorare con Pezzali, con Syria, eccetera. Di base nasco come chitarrista, ma sono diventato polistrumentista.

“I miei soci prevalentemente si occupano di speakeraggi, audiolibri, post-produzione, jingle: tutto ciò che richiede competenze e abilità nell’ambito del sound design, e infatti un socio è arrangiatore e l’altro un tecnico del suono.

“È di fatto uno studio con due regie e una sala di ripresa cablata con entrambe. Nella mia regia lo spirito che ho cercato di portare avanti è quello di usare prevalentemente macchine analogiche, soprattutto synth. Quando produco tendo a non usare plugin, o almeno non come sorgente sonora dato che per il processing invece non se ne può più fare a meno. Per entrare nel sistema ho una scheda audio, la Antelope Orion HD. Le sorgenti sonore sono esclusivamente analogiche.

“La piattaforma su cui lavoro è Ableton, il software preferito da chi fa elettronica; di fatto prevalentemente queste due regie sono delle “production room”, non sono pensate per registrare una band intera dal vivo. Pop ed elettronica non richiedono gli spazi di uno studio che fa rock.”

In questo studio nasce anche la tua ultima produzione.

L’esigenza artistica, la voglia di sperimentare è sempre forte. In particolare, dopo tanti anni di lavoro come turnista, o comunque per altri artisti, volevo vedere “se ero ancora capace”. Mi sono cimentato allora in questo mondo piuttosto di nicchia, minimale, che è la Deep House: avendo a disposizione un bel po’ di macchine avevo la possibilità di giocare con manopoline, tasti, eccetera, e a quel punto viene subito voglia di registrare qualcosa.
L’idea cardine è poi il pianoforte: piccoli accordi, piccole parti che poi si sono evolute e si sono incontrate con le altre sonorità.

Ci mostri alcune delle macchine?

Intanto bisogna partire con l’eredità di famiglia: un Minimoog Model D originale del 1972. Questo suono è sempre presente in quello che faccio, per la sua unicità e riconoscibilità. Altra macchina molto presente anche il synth Dave Smith Instruments OB6, uno degli ultimi che hanno fatto, con una pasta e una potenza sonora importante. Poi un vecchio Polysix della Korg, un Elektron Analog Keys, che mi ha venduto “Pinaxa” Pischetola. Mosca bianca è questa macchina digitale, la SID Station ormai fuori produzione, con all’interno il vecchio chip sonoro del Commodore 64, con tutti i difetti che aveva: tre polifonie, fruscio di fondo importante, un sacco di errori che quando suoni comportano risultati strani; è interessante proprio per questo! Infine una drum machine Oberheim DX, che tuttavia non ho usato su questo EP date le sonorità eccessivamente anni Ottanta.

Quindi anche nell’elettronica non si butta via niente.

A me piace tenere tutto, perché mi piace anche lo sbaglio, anche incollare cose di diversa origine. Però dipende dal genere che fai, nel pop la ricerca è in direzione sempre della pulizia sonora; nella sperimentazione è un altro paio di maniche.

Hai portato anche dal vivo il tuoi nuovi brani?

Sì, in due belle serate: una al Fabrique, in apertura degli Infected Mushrooms, un duo trance israeliano piuttosto rinomato, con un set di circa un’oretta; poi una seconda al Mare Culturale Urbano, una bella realtà fuori dal centro, verso San Siro, con tutta un’altra attitudine. Il mio intento è proseguire nei club, insieme all’agenzia Icaro Concerti.
Dal vivo si è presentata la vera difficoltà: portare tutte le macchine non era fattibile. Allora mi sono inventato questo set, con l’obiettivo di non portare nemmeno un PC – che non sopporto per la mancanza di empatia che crea con il pubblico: ho quindi preso un mixer Pioneer DJM-900; ho portato una drum machine analogica capace anche di mandare dei sample, che fa suonare le sequenze MIDI mandate da Akai MPC, di cui poi suono anche i vari pad; poi ho due tracce di sequenze audio dal player Cymatic Audio LP16, che vanno insieme alle altre due al mixer. Posso gestire separatamente per ognuno EQ, effetti, effetti send/return del Korg Kaoss Pad.
La sfida è stata sincronizzare MPC e LP16, dato che quest’ultimo non è fornito di uscite clock: mi sono attrezzato con questo scatolino, il BomeBox, che può ricevere e mandare in play dei file MIDI; io mando delle note in MIDI e lui le traduce in segnali di MIDI start e Control Change, così faccio partire insieme le macchine anche se non sono sincronizzate.
Infine, anche se rimane fuori sync, c’è un ultimo synth, il Teenage Engineering OP-1 che mando in play a orecchio, mettendo i BPM giusti.

Cosa ti ha portato a un genere come la deep house?

È un genere molto minimale. Partendo dal pianoforte c’è comunque una dose di armonia che è raro trovare in quel genere, ma io da musicista non riesco a escludere quel lato creativo. Come non riesco a non suonare dal vivo: in questo ambito sono comunque un neofita, vengo dal ruolo di turnista.

Cosa ti ha spinto a cimentarti in questo progetto?

La prima cosa da dire, è che di elettronica sono sempre stato un grande fruitore, anche se poi ho campato col pop e il rock, tra Battiato e Pezzali; dopo tanti anni di ascolto, in cui si interiorizzano idee e mondi sonori, ho deciso di farmi coraggio e cimentarmi in questo ambito. L’ho fatto senza pensare a che fine avrebbero fatto quei pezzi, senza pretese. Quando tuttavia mi sono trovato in mano due tracce buone, che poi sono tra quelle uscite, nel giro di un paio di settimane ho pensato di mandarle a questi ragazzi di San Francisco, che hanno un’etichetta vicina al genere che mi piace: non avevo contatti prima di mandare i pezzi, ero solo un appassionato della loro musica. E invece mi hanno risposto, e hanno deciso di far uscire tutto: oltre alla soddisfazione, questo mi ha dato la forza per impegnare parte del mio tempo a questo progetto. Il disco viene prodotto qui ed esce attraverso l’etichetta Manjumasi.

Così esce Lullabies?

Precisamente, alla fine ho scelto il titolo “Ninnananne”. È un disco dance, ma le sonorità sono morbide e avvolgenti: per questo ho valorizzato il contrasto generato da questo titolo.


Contatti: Frigo Studio

DATI TECNICI:

Acoustic insulation and treatment 

Floating floor on elastomers

Wall and roof insulation made with rockwool, drywall and Greenglue rw 56dB

Soundproof doors rw 44dB

Acoustic treatment made by GIK acoustics UK

Daw 

1x Apple iMac 4.2 Ghz Intel core i7 Ram 32 Gb

1x MacBookPro 2016

2x MacBookPro 2014 (for editing)

Logic Pro X

Ableton Live

RME Fireface 800

Native Instruments Maschine

Ableton Push

2x Apogee Rosetta 800

Outboard 

2xEmpirical Labs Mike-E

Tree Audio The Branch

Burl B32 Vancouver

Chandler Ltd. Zener Limiter

Focusrite Octopre Mk II

Api 3214

Microphones 

2x AKG 414 B-XL II

2x AKG D112

AKG C2000B

Beyerdynamic M160

Beyerdynamic M201

2x

Beyerdynamic M420

Miktek CV4

Avantone CV12

Oktava mk-012 matched pair

Sennheiser e906

Sennheiser e602

Sennheiser e845

Sennheiser MD441

2x Sennheiser MD421

3x Shure SM57

3x Shure SM58

2x Shure SM7B

Shure 520 DX Green Bullet

Royer Labs R101

Yamaha Subkick

DI Radial JDI

DI Radial J48

Monitors 

Dynaudio BM 6A

Yamaha HS 50

Tannoy Reveal

Guitars 

1994 Fender Stratocaster USA

Gibson SG Standard USA

Noah Classic

Noah Paraffina

Epiphone Casino Lennon

Epiphone Dot

Martin Gpca4

Gibson Songwriter

Seagull 12 strings

Basses 

2014 Fender Jazz

Rickenbacker 4001

Synthesizers and keyboards 

Roland Juno 106

Roland JP 8000

Dave Smith Prophet '08

Korg Polysix

Moog Little Phatty

Oberheim DX

Teenage Engineering Op1

Elektron Sid Station

Vermona ET3 Organ

Upright piano 

Petrof

Amplifiers 

Fender Custom Vibrolux Reverb

Fender Deluxe 85

Marshall JTM45 Reissue Bluesbreaker



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