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Fiorella Mannoia - Personale Tour
Il 15 maggio, presso il Teatro EuropAuditorium di Bologna, abbiamo assistito allo show adrenalinico di un’artista tra le più amate di sempre.
di Alfio Morelli e Giovanni Seltralia
Prosegue con grande successo il tour di Fiorella Mannoia, che la vede protagonista sui palchi dei maggiori teatri italiani e di alcune delle più suggestive location estive della Penisola per presentare dal vivo i brani tratti da Personale insieme ai suoi maggiori successi.
Ad accompagnarla sul palco, musicisti di grande caratura guidati dal percussionista e direttore musicale Carlo Di Francesco: Diego Corradin alla batteria; Claudio Storniolo al pianoforte e alle tastiere; Luca Visigalli al basso, Max Rosati e Alessandro “Doc” De Crescenzo alle chitarre.
Da parte nostra, partecipiamo sempre con grande piacere agli show di Fiorella. Le sue lunghe tournée, la tanta voglia di cantare e di rapportarsi col suo pubblico, la rendono una delle cantanti più apprezzate anche dagli addetti ai lavori come noi. In particolare, questa volta abbiamo trovato un concerto delicato ma con momenti in cui la band suona davvero forte e con energia. La scenografia è dominata dal tema “fotografico”, con un grande obiettivo nel mezzo della scena a simboleggiare l’ultima passione in cui l’artista si è cimentata: le fotografie scattate da Fiorella si alternano sul telo da proiezione al centro di questo “occhio”, in concomitanza con i pezzi dell’ultimo album, a cui sono indissolubilmente legate. Dunque, la ricerca artistica supera la musica e include potentemente anche l’aspetto visivo.
La produzione è curata dall’etichetta discografica indipendente di Fiorella, Oyà, mentre il tour è distribuito a livello nazionale da Friends&Partners.
Le aziende tecniche coinvolte sono Agorà per quanto riguarda il service audio, luci e strutture, e Tekset per quanto riguarda le scenografie.
Marco Dacomo - Direttore di produzione
“Io lavoro con Fiorella dal 2012 – comincia Marco – e il tour è sempre lungo e piuttosto impegnativo: si tratta di una produzione importante con due bilici belli pieni, tanto che in alcuni teatri dobbiamo ridimensionarla per ragioni di spazio; anche il calendario è davvero fitto, con molti back-to-back.
“L’idea del palco nasce da Fiorella stessa e dal suo amore recente per la fotografia. Lavorando a quattro mani con Francesco De Cave, designer del palco e del progetto luci, è venuta dunque fuori questa idea dell’occhio che vuole richiamare l’obiettivo di una macchina fotografica. La particolarità è che al suo centro vengono proiettate le foto di Fiorella direttamente con dei gobos customizzati”.
Dalle prove in poi, come vi siete mossi?
Prove e allestimento si sono svolti a San Benedetto, al PalaRiviera, che è piuttosto grande e adatto a questo genere di spettacoli. Da lì, siamo partiti come produzione io, Lilia Quaranta come assistente e Giuseppe Sainato come tour manager, oltre alla crew di Agorà per audio, luci e rigging, in tutto una quindicina di persone. Dopo la parte teatrale continueremo anche in estiva, ma con la formula della mezza produzione. Con Francesco stiamo ragionando su quali special portare al seguito in quella situazione. Infine, ad ottobre si ripartirà in venue indoor da Torino: si tratta sempre di teatri simili a questo, intorno alle duemila persone di capienza.
Marco Dal Lago - Fonico di sala
“Seguo Fiorella come fonico da tredici anni. Per questa tournée, con Adriano Brocca, il fonico di palco, abbiamo scelto Avid come console: ci siamo indirizzati verso il modello S6L, del quale posso dirmi molto contento, perché suona molto bene e ha tante funzionalità incredibili. Dimostra una grande profondità sonora: credo che rispetto ai vecchi Venue che aveva Agorà, qui si sia passati a una qualità superiore, e non solo per i 96 kHz: i pre, i convertitori, le dinamiche, tutto contribuisce a migliorare la sonorità. Sul palco abbiamo scelto di usare la stessa macchina, con due splitter separati che ci rendono indipendenti, ma con la possibilità di usare una macchina come spare dell’altra.
Usi soprattutto plugin interni?
Sì, mi appoggio ad alcuni plugin precisi, anche se non troppi: per esempio, uso il compressore Arousor su basso e rullante; per la catena sulla voce, parto da un multibanda McDSP, poi passo a un eq dinamico Sonnox, a un de-esser Sonnox, e a un eq ancora Sonnox con il preset che emula lo storico Massenburg GML 8200. Quest’ultimo serve per dare “un po’ di fresco”, e torna molto utile per compensare la scelta del microfono: si tratta infatti di un corpo Shure Axient con capsula dinamica sE Electronic V7, scelto dal produttore di Fiorella che chiedeva un po’ di “birra”. È un dinamico supercardioide, con pochissimi rientri e molta potenza, con cui Fiorella si trova benissimo.
Il sistema regge l’uso intensivo di plugin?
Io porto sempre i miei multieffetti Universal Audio, e per questo ho scelto l’Apollo x16, che ha due processori in più del predecessore: mi fanno comodo quando devo aprire tante sessioni del Lexicon 480, che è abbastanza pesante. Mi ritrovo così con otto macchine stereo in una sola unità rack. Poi ho lavorato sul suono di una voce radiofonica nel brano Carillon, che faccio con un plug-in McDSP, insieme ad altri effetti del banco.
Hai fatto altre scelte interessanti?
Abbiamo scelto di usare dei Telefunken su cassa e rullante, nel dettaglio un M82 sulla cassa più un subkick con cui gioco molto nel mixaggio; ho inoltre dei Telefunken M81 sui tre rullanti, dei Beyerdynamic sui tom, degli Audio-Technica sugli over, altri Beyer sulle percussioni e due Schoeps sugli OH delle percussioni. Il percussionista Carlo di Francesco è anche arrangiatore di Fiorella, e partecipa molto dal punto di vista sonoro. Siamo tornati ad avere anche due chitarristi, e dunque gli arrangiamenti sono piuttosto chitarristici.
Per quanto riguarda il monitoraggio abbiamo scelto di non avere monitor a terra e di tenere tutto in-ear. Non abbiamo nemmeno amplificatori di chitarra, solo emulatori. Poi due tastiere, un pianoforte, un Hammond con Leslie vero e microfonato. Ci sono un paio di voci di appoggio nelle sequenze, insieme a qualche arco e poco altro: la birra vera viene dai musicisti. Tutto molto suonato, tanta “umanità”.
Riccardo Dondi - PA Man
“In questo tour assisto Marco e controllo tutto il sistema audio. Io nasco come fonico, ma ho accettato questa prima sfida con Agorà: affronto il sistema L-Acoustics con piacere, dopo anni in casa d&b audiotechnik. L’impianto ci sta dando soddisfazioni, mi ci trovo bene: anche vagando nei teatri più diversi, al netto di una taratura più attenta, è sempre molto preciso. Preferisco perdere qualche minuto in più nella progettazione, se poi una volta montato mi torna tutto”.
Com’è la tua giornata lavorativa da PA man in questa tournée?
Arrivo in teatro la mattina, prendo le quote del teatro – se già non le ho avute – e riporto tutte le misure in Soundvision, il software di progettazione di L-acoustics. Decido allora quanti sistemi utilizzare, dove posizionarli e varie altre impostazioni necessarie (i gradi, le curvature, eccetera). Poi si monta tutto e, nel pomeriggio, inizia l’allineamento; infine con Marco facciamo il tuning di fino basato sul mix che ha preparato. Durante la serata, invece, assisto più che altro alla regia: nei teatri, con l’arrivo del pubblico, cambia davvero tanto e due orecchie in più possono servire.
Quali sono gli strumenti di cui ti servi?
Qui ho due laptop, uno dei quali dotato del software Rational Acoustics Smaart con cui tenere d’occhio l’impianto; sull’altro invece gira il software di controllo dei due Galileo, uno spare dell’altro, che uso come matrici, e il software proprietario LA Network Manager, con cui controllo eq dell’impianto, delay, eccetera. Uno dei due computer è remotato con un’antenna wi-fi Ubiquiti, così posso muovermi durante la taratura.
Quale configurazione ha l’impianto?
Qui a Bologna ho dodici sistemi Kara montati per ogni lato, più otto sub SB28 ad arco; completo con otto Axiom Edge come frontfill, che mi aiutano ad abbassare l’immagine sonora delle prime file. Il Kara con i suoi 110° di apertura già risponde bene su queste distanze tra proscenio e prima fila, ma un aiuto non fa male.
Daniele De Santis - Operatore luci
“Fiorella ha dato come spunto a Francesco De Cave di portare in scena la fotografia. Il palco le permette di mostrare alcune sue fotografie, attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Questo ‘occhio’ è composto da un arco superiore, un cerchio al centro e due ali laterali; tutta la struttura è contornata da LED RGB per disegnarne i contorni. In tutte le scene possiamo giocare su questa somiglianza sia a un occhio, sia a un obiettivo: le foto di Fiorella vengono proiettate sul telo attraverso dei gobo, prodotti e montati apposta su dei Vari-Lite VL4000. Noi abbiamo mandato ai produttori i file in alta risoluzione, abbiamo mandato il modello del proiettore su cui i gobo devono essere montati, e loro hanno fatto il resto: la qualità è alta, sembra di vedere un videoproiettore; con la differenza che su un VL4000 puoi mettere a fuoco, zoomare, ruotare, muovere. Tutta la scenografia è stata ideata da Francesco e realizzata da Tekset: tutto è customizzato, comprese le ali disegnate apposta con snodi particolari per poter essere montate e smontate in ogni teatro”.
Quali sono gli altri corpi illuminanti?
Intorno al cerchio ci sono dodici Robe Spiider, che scenograficamente funzionano molto bene come controluce su Fiorella. Poi altri quattro e quattro ai lati delle ali. Intorno all’arco superiore e inferiore ci sono quattordici ProLights AIR6PIX, che richiamano invece delle “ciglia”. Sono interessanti perché permettono di ruotare i sei LED anche in due direzioni diverse, dando un senso di apertura con due fasci distinti. Infine abbiamo dei DTS Evo e dei Martin MAC Aura. Francesco si è superato questa volta: ha creato uno spettacolo da palazzetto, portato però in teatro.
Per quanto riguarda l’illuminazione su Fiorella, di base abbiamo dei sagomatori ETC Source Four Zoom 25° - 50°, e dove non possiamo montare questi ultimi usiamo dei VL4000 dedicati solo a lei. Infine, abbiamo un seguipersona Lycian da 1500 W. Abbiamo impiegato molto tempo a fare la taratura tra seguipersona, sagomatori e Vari-Lite, per evitare il cambio di luce quando l’artista si muove sul palco, ma il risultato sembra buono.
Cosa usi per il controllo?
Uso una High End Systems Hog 4, che ormai è un must di Francesco, con due processori DP8K per gestire 140 punti luce, su dodici universi. Per quanto riguarda la squadra luci, siamo in quattro: io, Andrea Basta come rigger, Francesco Soriano ai dimmer e Nicola Visentini come elettricista.
Band | ||
Carlo Di Francesco | ||
Alessandro De Crescenzo | ||
Diego Corradin | ||
Luca Visigalli | ||
Claudio Storniolo | ||
Massimiliano Rosati | ||
Produzione | ||
Production manager | Marco Dacomo | |
Tour manager / Personal artista | Giuseppe Sainato | |
Ass. camerini | Lilia Quaranta | |
Fonico F.o.H | Marco Dal Lago | |
Light. Des | Francesco De Cave | |
Staff Tecnico | ||
Resp. set | Gianluca Corti | |
Fonico monitor | Adriano Brocca | |
Backliners | Biagio Fumai | |
Fabio Gagliotta | ||
F.o.H ass./PA man | Riccardo Dondi | |
Rigger | Andrea Basta | |
Tech luci | Nicola Visentini | |
Dimmer | Francesco Suriano | |
Operatore luci | Daniele De Santis | |
Driver bilico 1 | Benito Aresti | |
Driver bilico 2 | Duillio Pirazzi |