Federico “Deddi” Servadei - Fonico di palco
Ascoltiamo le voci dei protagonisti del nuovo tour dei Negramaro: l'Unplugged European Tour 2022.
Una band come i Negramaro merita sempre un ascolto live. Per questo non ci siamo fatti sfuggire la data bolognese del loro tour europeo, presso l’EuropAuditorium. Ascoltiamo le voci dei protagonisti di questo tour, a partire da "Deddi" Servadei.
Nel mio set-up mi rifaccio agli standard ormai tradizionali del nostro lavoro. Con il DiGiCo Quantum 338 controllo poco meno di un centinaio di canali. La parte più impegnativa sono le percussioni, con una batteria tradizionale, una Staccato – tipo quella che usava Stefano D’Orazio con i Pooh, un cajon e altre percussioni di vario genere. Uso molta effettistica sugli strumenti, gli artisti sono molto esigenti sotto questo punto di vista.
Ma il lavoro sugli effetti non compete al fonico di sala?
Normalmente si, ma i Negramaro, e specialmente Giuliano, vogliono sentire quello che realmente viene trasmesso in sala, con tutti i dettagli e le sfumature. Per gli ascolti, io lavoro soprattutto con gli in-ear monitor, più l’aggiunta di due stage monitor Clair Brothers 12AM come floor, come paracadute per il cantante. Il batterista usa invece un suo mixerino, che riceve i miei stem e che poi si può gestire. Se non bastasse, ho pure messo uno shaker al suo seggiolino.
Come e quando viene organizzato il set up del palco?
Io sono l’interfaccia tra la band e il service che fornisce le apparecchiature, dato che in linea di massima conosco le esigenze di tutti. Il management di solito mi manda una lista di richieste tecniche musicali, io le sviluppo e faccio una richiesta al service della lista del materiale. Può succedere che il service non abbia un modello o un prodotto, o che il costo di quel materiale sia fuori budget. Allora cerco l’alternativa migliore. Fortunatamente con Agorà c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Parlando di lavoro, che previsioni fai per il futuro?
Penso che il peggio ce lo siamo lasciato alle spalle. Vedo un futuro denso di lavoro. Purtroppo delle figure molto importanti hanno lasciato il settore, rimpiazzarli non sarà facile e ci vorrà un po’ di tempo.
Per questo mi auguro che nuove figure vogliano entrare in questo mondo: oggi i ragazzi hanno la possibilità di frequentare delle strutture che gli danno le basi per svolgere questo lavoro. Poi, ai giovani voglio dire che non basta uscire da un istituto o un corso: una volta concluso il percorso didattico, bisogna per forza fare un po’ di gavetta, sporcarsi le mani per conoscere il materiale, fare cavi e saldare spinotti, passare un po’ di tempo in magazzino, e poi piano piano si comincerà con le mansioni più umili, affiancando qualcuno, che giorno dopo giorno ti insegni le mille sfaccettature della professione.