Event Safety Alliance

Dopo solo qualche mese d’esistenza, questa alleanza di aziende e professionisti già si fa sentire.

event safetydi Douglas Cole

Event Safety Alliance si è formata più che altro in risposta alla tragedia di Indianapolis l’estate scorsa, quando un’improvvisa tempesta ha causato il crollo della struttura sul pubblico prima di un concerto outdoor, con la morte di sette persone e 58 feriti.

La tragedia
Nonostante il numero elevato d’incidenti durante quella stessa estate – la maggior parte dei quali provocati dal maltempo – quest’incidente ha avuto l’impatto maggiore sul tema della sicurezza di eventi e concerti. L’evento in Indiana infatti è stato notevole per le dimensioni della struttura crollata e, purtroppo, per il numero di persone coinvolte, perché, a differenza del crollo di un palco all’Ottawa Blues Festival poche settimane prima, il tetto è crollato verso il pubblico.
Azzardo a dire che il grande impatto che quest’incidente ha avuto sull’opinione pubblica – cioè, fuori dall’industria dello spettacolo – è dovuto più che altro alla nostra società sempre più voyeuristica, per la quale gli eventi non sono reali finché non si vedono in TV o su YouTube; e in questo caso qualche membro del pubblico è riuscito a filmare il disastro dall’inizio alla fine con una certa qualità ed una mano relativamente ferma. Questo filmato amatoriale dell’evento ha fatto il giro del mondo, e milioni di professionisti e potenziali acquirenti di biglietti hanno potuto guardare la violenta realizzazione di quello stesso pensierino che viene almeno una volta a tutti quelli che lavorano nell’ambiente o frequentano eventi simili: “E se questo coso enorme cadesse?”.


L’incidente in Indiana è stato il fulgido esempio di due dei problemi che perseguitano il mondo dei concerti e i festival, e non parliamo di fenomeni meteorologici pericolosi… parliamo di strutture non a norma (gli investigatori puntano sull’inadeguatezza della zavorra e dei cavi d’ancoraggio) e del nebuloso organigramma nella gestione dell’evento; quest’ultimo evidenziato dalle pressioni che esistono sui vari responsabili quando arriva una situazione che potrebbe provocare la cancellazione di un concerto. Non serve entrare nei dettagli di quest’ultimo problema, che comunque vengono riportati diversamente da varie testate e vari testimoni e saranno oggetto di contenzioso in tribunale. È sufficiente dire che, nonostante le discrepanze nelle varie testimonianze delle persone coinvolte – che comprendono persone che rappresentavano la venue (la State Fair Commission, un’organizzazione che risponde allo stato), un capitano della polizia dello Stato d’Indiana e rappresentanti dell’artista – tutti riportano cose che lasciano molto perplessi. Per primo: gli organizzatori ed i responsabili sul posto avevano accesso ad informazioni meteorologiche molto dettagliate e sapevano che il tempo in arrivo era potenzialmente pericoloso, ma moltissimo tempo è stato perso prima di arrivare alla decisione di cancellare il concerto, perché nessuno voleva prendersene la responsabilità (decisione presa troppo tardi e mai annunciata al pubblico); secondo, e probabilmente la cosa più assurda: la band headliner è stata consultata per decidere l’annullamento del concerto. Per quanto riguarda quest’ultimo fatto, non merita neanche considerazione quale possa essere stata la risposta dell’artista… basta apprezzare che, nonostante la presenza di un capitano della polizia statale e commissari statali responsabili per un evento su proprietà pubblica, per una decisione sulla sicurezza degli spettatori siano stati consultati due cantanti country. You’ve got to be fucking kidding me.

L’alleanza
Alla luce dei fatti venuti fuori su questo disastro, diversi professionisti si sono uniti con l’unico obbiettivo di fare in modo che questo tipo di tragedia non succeda più. Negli Stati Uniti, da diversi anni, in gennaio, si radunano a Scottsdale, Arizona, professionisti ed aziende coinvolti nel mondo del touring. Questo convegno, ideato e organizzato dalla rivista Tour Guide/Mobile Production Monthly, si chiama “Tour Link”. È un evento simile all’ILMC in Inghilterra, ma non si concentra sugli aspetti di management e promotion, bensì puramente su quelli legati alla produzione ed al touring. Perciò i 600 o 700 partecipanti includono ogni aspetto del touring, dai service ai fornitori di pullman, dai noleggiatori d’aerei ai direttori di produzione agli albergatori. Durante questo convegno, tra una gara di golf e l’altra, ci sono tantissime discussioni a tema. Durante lo scorso gennaio, Jim Digby (direttore di produzione con esperienza trentennale ed attuale dir. prod. per Linkin Park) ha presieduto la tavola rotonda sulla sicurezza e sulle strutture. Ha presentato una nuova organizzazione creatasi molto velocemente durante gli ultimi mesi del 2011 per dar voce al settore ed affrontare gli eventi sfortunati della precedente stagione. I membri fondatori del nuovo “Event Safety Alliance” sono Digby, Ken Barber e Dave Lester di Clair Global, Keith Bohn di Tomcat USA, John Brown di Brown United Staging, James Chippendale e Roger Sandau di Doodson Insurance Brokerage, Steve MacFadyen di Pollstar, Stuart Ross di Red Light Management, Karl Ruling di PLASA, Mary Lou Figley di Stageco, ing. Tim Franklin specialista in strutture, e i direttori di produzione Lyle Centola, Benny Collins, Charlie Hernandez, Hadden Hippsley e Ron Stern.

Cosa c’è da fare?
Il programma iniziale dell’ESA come presentato a gennaio era abbastanza chiaro e piuttosto metodico. Nonostante lo scopo enorme dell’obbiettivo – “far sì che nessuno perda più la vita per incidenti durante eventi d’intrattenimento dal vivo” – questi professionisti hanno iniziato subito a promuovere l’idea che gli standard ed i suggerimenti già esistenti (come lo standard ANSI E.121 2006 sulle strutture temporanee, di cui Bohn fu uno degli autori) vengano applicati. Visto che nessuno di questi standard o raccomandazioni è effettivamente legge e che le legislazioni applicabili sono diverse da uno stato all’altro degli USA, l’alleanza ha cominciato a premere su questo discorso lì dove hanno più influenza: con le agenzie ed i management degli artisti. Enfatizzando il fatto che, come nel caso dell’incidente in Indiana, nei casi civili per incidenti di questo genere l’artista e la sua organizzazione vengono spesso giustamente o ingiustamente chiamati in causa dalle vittime, hanno consigliato che venga inserito direttamente nei contratti o nei rider tecnici una appendice “Structural Safety” che cita direttamente le normative o gli standard industriali a cui devono essere conformati i palchi delle loro performance. Inoltre consigliano di aggiungere al contratto una clausola che permette alla produzione in tour di poter visualizzare ed approvare il piano di sicurezza ed il piano d’emergenza per l’evento. Questa tattica sta già producendo alcuni risultati, soprattutto con gruppi particolarmente “road warrior” come i Phish, e gruppi che stanno lanciando tournée in venue esterne, come i Linkin Park, che hanno subito aggiunto questi obblighi nei loro contratti. Questo chiaramente mette pressione sui promoter locali e, conseguentemente, sui fornitori e venue per ottimizzare le pratiche di sicurezza.


event safetyI Linkin Park, per la loro tournée attuale, sono anche andati oltre, ingaggiando direttamente un servizio di meteorologi per la durata del tour.
Un altro obbiettivo immediato dell’ESA è la creazione di un sito che servirà come deposito per la documentazione relativa ad ogni aspetto della sicurezza negli eventi: dall’acqua potabile alla sicurezza elettrica, dalle strutture ai servizi sanitari. Questo sito esiste già e, pian piano, nuovi membri contribuiscono con nuovi documenti che sono soggetti anche al review dei membri. Il sito inoltre fornisce notizie costanti sull’argomento dell’event safety.
Un terzo obbiettivo del gruppo è l’adozione o creazione di un documento che stabilisca le linee guida per la sicurezza, in modo da fornire almeno un po’ di auto-regolamentazione all’industria del touring statunitense. Questo tipo di guida esiste in Germania, in Australia e nel Regno Unito, ma non è mai esistita negli Stati Uniti.

Dopo quattro mesi, e quasi contemporaneamente al passaggio di una nuova legislazione riguardante le strutture temporanee nell’Indiana, una molto cresciuta Event Safety Alliance si è riunita proprio ad Indianapolis insieme a due società d’ingegneria ingaggiate dallo Stato per indagare sulle cause del tragico crollo. Alla riunione hanno partecipato anche dei legislatori ed il governatore dell’Indiana, Mitch Daniels, che manterrà un contatto ufficiale con il gruppo per consulenze su un’ulteriore legislazione. Durante questa riunione, ESA ha votato unanimemente di adottare immediatamente il documento inglese HSE Event Safety Guide (conosciuto come “La guida viola” per via del colore della copertina – che in effetti in Italia non è proprio adatto!), e di produrre entro la fine dell’estate una versione specifica per l’uso negli Stati Uniti.

Questa guida, edita originalmente dall’Health and Safety Executive britannico, è un volume di 200 pagine, pensato come una specie di checklist per organizzatori e produttori d’eventi. Fa riferimento a vari altri standard per quanto riguarda le normative tecniche, ma copre ogni aspetto della produzione. La scelta di questa guida è chiaramente una misura tappabuchi, basata più che altro sulla velocità con cui può essere implementata, ma questa scelta è anche indicativa dell’approccio fin adesso scelto dall’Event Safety Alliance: mettere in funzione molto rapidamente una struttura autorevole in grado di proporre uno standard di base. Sembra che quest’approccio sia efficace, considerando gli obbiettivi raggiunti ed il peso della voce di quest’organizzazione dopo solo sei mesi d’esistenza. Come dice Digby: “L’unica scelta sicuramente sbagliata è non fare niente. Se l’industria non inizia ad auto-regolamentarsi, sicuramente lo faranno i legislatori… e certamente lo faranno male”.
Event Safety Alliance ha lo scopo di diventare un’organizzazione internazionale, ma per il momento si è mossa nel teatro operativo in cui è nata, quello che conoscono meglio i fondatori. Ed in Italia?
Per informazioni su ESA si può visitare www.eventsafetyalliance.org.