Eros Ramazzotti World Tour 2015

Eros Ramazzotti torna in tour con una produzione più snella, di taglio televisivo, ma che strizza l’occhio al rock.

Eros RamazzottiÈ del tutto superfluo ricordare che Ramazzotti è uno dei pochi artisti pop italiani che ha saputo affermarsi in ambito internazionale: Europa, America e perfino Australia sono continenti in cui il cantante romano non fatica a riunire folte platee.
Il nuovo disco di Eros, Perfetto, nasce a distanza di due anni dal precedente e sta ottenendo discreti risultati, anche se non ci pare possa restare come pietra miliare nella sua storia musicale.
Nuovo disco, ergo nuovo tour, partito da Rimini dopo l’allestimento nel palasport della medesima città romagnola, il 105 Stadium.
Per noi di particolare interesse il team creativo che ha curato lo spettacolo, un po’ al di fuori dei soliti noti che frequentano i piani alti della musica live italiana.
In questo caso, infatti, lo show è stato affidato a Luca Tommassini, noto ballerino, coreografo, regista e direttore artistico di fama internazionale, che a dire il vero non è affatto nuovo ai concerti live, avendo già collaborato a tour di Elisa e Mengoni. Luca ha però scelto quest’anno di avvalersi del team creativo da lui stesso formato per la trasmissione televisiva X-Factor, della quale è direttore artistico e coreografo.
Prodotto dalla Trident Management di Maurizio Salvadori, il tour è come sempre di respiro internazionale, con concerti anche in luoghi dell’Est Europa piuttosto insoliti. A gestire l’organizzazione è Lemonandpepper, con la trinità Carmassi-Ioan-Copelli presente al gran completo, mentre le aziende fornitrici sono fra quelle al più alto tasso di affidabilità per uomini e mezzi, quindi Agorà per audio e luci, STS per i video ed E.R. Productions per i laser.
Abbiamo assistito con molta curiosità al concerto di Rimini, anche se sappiamo che un tour al debutto ha certo ampi margini di miglioramento, come è fisiologico che sia. Ma il succo è già chiaro.
Si tratta di un palco meno sontuoso rispetto ai tour precedenti, elemento tutt’altro che negativo se si pensa che questa produzione dovrà girare per l’Europa portandosi tutto al seguito. Tolta la forma del palco a cuneo, con la punta verso il pubblico, la scenografia è quasi completamente affidata all’elemento video, sia con il bel fondale LED curvo, sia con delle videoproiezioni frontali effettuate su dei tulle motorizzati posti al centro del palco, sistema che offre anche la possibilità di giocare su effetti 3D i quali, a dire il vero, si sarebbero forse potuti sfruttare maggiormente. Gran lavoro sui video, dunque, ma soprattutto molto spazio ad Eros, che può concentrarsi sul canto e sull’interpretazione delle sue canzoni. Ottima la band, con musicisti veramente di altissimo livello, comprese le due coriste Monica e Roberta, i quali hanno nelle loro corde lo stile per dare nella versione live una sverniciata più rock ai brani di Ramazzotti.
Bello il disegno luci del lighting designer Marcello Iazzetti, quanto meno di impostazione differente rispetto a quelli a cui siamo abituati, con un taglio a volte più teatrale ma senza risparmiare momenti intensi, ad esempio con i laser, e sempre estremamente attento e coordinato al program video.
Sull’audio che dire? Nonostante lo schieramento di una squadra non da Serie A, ma da Coppa dei Campioni, il debutto non ci ha entusiasmato; e questo ci ha sorpreso un po’, perché quando si mettono insieme un sistema K1 diretto da Orlando Ghini e Andrea Corsellini alla console, si sarebbe portati a scrivere una recensione positiva quasi in automatico. Invece qualche problema lo abbiamo notato, e, nonostante con impeccabile professionismo gli addetti ai lavori non abbiano fatto menzione a particolari difficoltà, ci è bastato completare il giro di interviste e guardare l’allestimento per capire che forse quello che risultava di (a dir poco) difficile gestione era la sonorizzazione del palco (con 30 – leggi trenta – KARA). E, non a caso, non parliamo di monitoraggio ma di sonorizzazione.
Fatto sta che abbiamo avuto modo di tornare ad ascoltare lo show a Milano, in una delle tre serate al Mediolanum Forum, ed abbiamo sentito davvero tutta un’altra musica: evidentemente si è trovato il modo per gestire e moderare l’SPL sul palco, elemento che, per inappellabili ragioni di fisica, rimane sempre fondamentale per un buon mix.
In conclusione lo show di Eros è uno spettacolo buono, non eccezionale ma decisamente buono, che senza dubbio vale i soldi del biglietto e riempie gli occhi degli spettatori. Forse il punto debole è la scaletta, che concede ampio spazio ai molti brani del nuovo album, poco metabolizzati dal grande pubblico e, di per sé, non particolarmente esaltanti come brani live “aizzafolla”.
D’altra parte ogni artista si rispecchia nei propri lavori più recenti ed è normale che inviti il suo pubblico a seguirlo sullo stesso suo percorso.

L’approfondimento tecnico lo abbiamo chiesto ai professionisti al lavoro.

Luca Tommassini – Show designer

“Lo spettacolo – racconta Luca – nasce da un mio rapporto di amicizia con Eros, consolidato professionalmente in occasione di una sua presenza come ospite ad X-Factor: ci siamo molto piaciuti, così abbiamo parlato dell’ultimo tour, decidendo di lavorare insieme. Abbiamo cominciato a pensarci nove mesi fa, praticamente un parto! Io ho creato una squadra con alcuni professionisti che lavorano con me a X-Factor, programma che è un vero laboratorio creativo. Ho coinvolto anche degli artisti giovani, conosciuti tramite Istagram e Facebook, perché abbiamo voluto dare uno spazio anche a questi ragazzi bravissimi.
“Ho voluto coinvolgere molto Eros – precisa Luca – anche nell’aspetto creativo, così è nato uno spettacolo molto denso, in cui lui si mette molto in gioco: balla, si è fatto riprendere sott’acqua… perché nell’arco di tutto questo tempo ho avuto modo di pensare ogni dettaglio. C’è insomma anche uno spettacolo visivo molto importante.
Lo spettacolo è essenziale, ma per certi versi diventa barocco, come ad esempio in alcuni effetti visivi, per una certa stratificazione tecnica coi i LED ed i video proiettori.
“La disposizione della band è molto inglese, ai lati, con un enorme spazio centrale, ed Eros può fare davvero il cantante; non ci sono scenografie, tutto avviene virtualmente, per immagini, davvero molto varie: parole, disegni, scritte, video… tanti stili diversi.
Diciamo che ogni canzone è uno spunto per creare un mondo.
“Con Eros – spiega Luca – bisogna inoltre tener presente che è impossibile basarsi su un’unica scaletta, perché in ogni paese in cui va ha dei pezzi diversi da mettere in evidenza, le hit cambiano, quindi è necessaria una certa elasticità.
“Un altro elemento dello show è il bianco e nero, non usato come colore retrò ma come idea di eleganza italiana, perché Eros è un po’ il simbolo di questo nel mondo, come uno stilista.
“Inoltre – continua Tommassini – ho tenuto conto che lui è davvero un grande mattatore sul palco, lì si esalta ed esalta il suo essere artista, così ho voluto fare uno show che privilegiasse questo elemento; anche se poi i suoi movimenti sul palco sono tutti liberi e giocosi: lui è sempre stato diretto da registi stranieri, forse per la prima volta è diretto da qualcuno che conosce la sua storia da sempre, che capisce a fondo le sue canzoni, così ho cominciato a giocare con lui per tirar fuori il suo aspetto giocoso e divertito.
“Un Eros senza maschere: ad esempio quando deve salutare il pubblico da dietro i teli non sa mai quale dei sei teli gli alzerò!
“Noi riusciamo ad illuminarlo e seguirlo con le camere ovunque, sul palco, quindi è tutto improvvisato e lui ha la massima libertà, proprio per lasciar libero il suo spirito d’artista sulla scena.
“I miei principali collaboratori – aggiunge Luca – sono Daniela Bellini, la mia ombra, che mi aiuta moltissimo, Marcello Iazzetti come direttore della fotografia, il quale viene dal teatro ed ha uno stile molto diverso dal solito che ha portato ricchezza in X-Factor ed anche in questo show, poi tre grafici ed uno stylist, Andrea Mara; in questo campo non ho voluto legare Eros ad uno stilista, l’ho lasciato libero di mettersi qualsiasi cosa, ma senza giacca e cravatta, ho cercato il vero Eros; Luigi Maresca è poi lo scenografo, molto giovane e molto bravo.
“Se dovessi riassumere il concept dello show – conclude Tommassini – direi che non c’è, se non ‘musica e visioni’ e il voler dare il più Eros possibile al pubblico: cercando di tirar fuori il Ramazzotti più genuino e musicista, che suona e canta. Il palco è forse uno dei più piccoli che Eros abbia mai avuto, nonostante questo credo e spero che siano proprio l’esaltazione e la centralità dell’Eros artista a dare grandi emozioni al pubblico”.

Giorgio Ioan – Lemonandpepper

“La produzione è Trident – spiega Giorgio – ovviamente in accordo col management Radiorama. Il tour è diviso in due parti, la prima fino a novembre, la seconda ripartirà a febbraio. Faremo date in Italia e in Europa, anche in posti mai esplorati, ovviamente grazie ai contatti dell’agenzia con i vari local promoter.
“Noi di Lemonandpepper curiamo l’organizzazione logistica del tour. Il palco è un rolling stage della All Access Staging che arriva dall’Inghilterra, un palco storico che poi tutti hanno copiato. Noi noleggiamo solo la struttura in alluminio, senza personale, che viene poi montata da manodopera italiana. Il rolling stage ci consente di lavorare contemporaneamente con il backline e con il rigging, perché con 80 motori sarebbe piuttosto difficile gestire tutto in giornata. Infatti, entrare ed uscire in giornata è ormai indispensabile non solo per una questione di costi, ma soprattutto perché le strutture sono spesso impegnate ed è molto difficile averle per più giorni. Si esce in circa quattro ore dalla fine dello show, e con gli sleeper si può riposare tranquillamente mentre si viaggia, perché c’è sempre una notte in mezzo.
“Il palco – continua Giorgio – ha forma di trapezio, con una parte più bassa in cui vengono incastrati monitor, proiettori ed altro, bordato da un LED che va a coprire tutto, disegnato dal team di Luca Tommassini.
“Una caratteristica particolare della scenografia sono i sei rulli motorizzati posti a circa metà palco, creati da Vincenzo Mazzilli, realizzati con truss di alluminio 40 x 40 aperte sotto, con un mesh sul quale proiettiamo dalla sala frontalmente con quattro proiettori, mentre in fondo al palco abbiamo uno schermo LED, così le due immagini possono interagire.
“È una produzione corposa ma agile, con nove bilici di materiale che riusciamo a gestire piuttosto bene.
“Il nostro team in particolare è composto da me, Barbara Losavio, Marco Silvaggi, Carmassi è lo stage manager mentre Copelli è il production manager; Emiliano Bitti è l’head rigger con Gabriele Dacunti. Il service è Agorà, con il solito personale molto qualificato. Abbiamo 20 laser della E.R. Productions che con i loro molteplici raggi creano degli effetti piuttosto particolari.
“Finiremo la prima parte il 7 novembre a Torino – conclude Giorgio – mentre la seconda parte comincerà in Spagna a metà febbraio per concludersi a fine aprile; nel mezzo, per noi di Lemonandpepper, ci sarà il tour di Lorenzo nei palasport”.

Marcello Iazzetti – Lighting designer

“Mi sono dedicato negli ultimi anni alla televisione – racconta Marcello – ultimamente come direttore della fotografia e lighting designer per il programma X-Factor. Qui collaboro con Luca Tommassini e lui mi ha voluto nel suo team di lavoro per questo tour di Ramazzotti.
“Tutto lo show ricerca la semplicità e la teatralità – spiega Marcello – delle soluzioni più rigorose, anche con molto bianco e nero. Ovviamente le luci si sono dovute relazionare con la grande presenza del video, cercando non di combatterlo ma di valorizzarlo, d’altra parte anche il disegno stesso del palco mira a valorizzare il fondale e la tridimensionalità. Ovviamente ho seguito con le luci le immagini del video, cosa non sempre facile, perché spesso i video non erano in sincrono con la musica ma avevano un loro ritmo, quindi ho fatto, insieme a Marco De Nardi, due programmazioni diverse, una seguendo il tempo musicale ed un’altra seguendo il video.
“Il progetto che io ho fatto – aggiunge Marcello – è interamente condiviso con Marco, il quale, essendo più tecnico di me, potrà illustrarti meglio anche il parco luci. Certamente posso dirti che abbiamo scelto non solo dei profile Clay Paky, ma anche questi nuovi DTS EVO che ci sono piaciuti molto, poi Sharpy, A.leda K-20 B∙•Eye, insomma materiale molto luminoso.
“Un plauso sincero – conclude Marcello – va senza meno al personale di Agorà: dei grandi professionisti e delle gran belle persone”.

Marco “MADE” De Nardi – Programmazione luci

“Visto che c’era questa componente video da seguire – spiega Made – abbiamo pensato di programmare tutto lo spettacolo in time code, anche se con qualche intervento manuale lasciato all’operatore, Nicola Tallino. Alcune canzoni sono interamente in time code, altre sono più manuali, con chaser dedicati ad ogni brano, anche se non inseriti nel time code.
“Abbiamo fatto tutto il progetto in Wysiwyg, cosa che ci ha aiutato molto: nella mia esperienza trovo che sia eccezionale, basta correggere i puntamenti e le posizioni e lo spettacolo è già fatto, partire da zero sarebbe un disastro e richiederebbe molto più tempo.
“Il clock arriva dal tastierista e viene gestito da una grandMA2, con spare, con un sistema misto ArtNet e MA-Net: se per caso fallisse un NPU potremmo passare sul banco secondario.
“Per le luci – continua Made – abbiamo fatto tre giorni di prove, ma molti di più in programmazione, anche perché la scaletta ha subito diverse variazioni, come normale, e noi dobbiamo ovviamente adeguarci.
“Anche io desidero sottolineare la professionalità e la disponibilità del personale del service Agorà che consente di lavorare al meglio ed ottenere ottimi risultati”.

Andrea Corsellini – FoH engineer

“Questo si può definire un concerto pop-rock – ci dice Andrea – perché dal vivo il sound di Eros è sempre più aggressivo rispetto ai dischi, con una band che annovera musicisti eccezionali.
“La direzione musicale è di Claudio Guidetti, il quale è il produttore del nuovo disco, e Luca Scarpa che ha ri-arrangiato molti brani. Con entrambi mi trovo molto bene e c’è sempre da imparare. Ad esempio Guidetti, appassionato di sound inglese, mi ha dato una dritta eccezionale sui TG1 Limiter, serie Abbey Road, che io uso sui chitarristi: mi ha detto di non usarli mai linkati in stereo, ma in dual mono; mi sembrava una cosa assurda, invece davvero il suono cambia in maniera incredibile!
“Nonostante l’outboard esterno – continua Andrea – ho finito tutte le risorse della DiGiCo SD7, di cui uso chorus, shifter, delay ed exciter; fuori ho TC6000 con lo stesso algoritmo usato in studio, sul pianoforte di Luca, sul sassofono, tom e voce; il Lexicon 480 sulle voci delle coriste e rullante e poi ho uno Yamaha SPX2000 come reverse sul rullante; per il basso uso il Distressor, inoltre sulla linea del basso e sull’ampli del basso ho un compressore Electrobasil, costruito ad Arezzo, con la circuitazione del mitico 1176 Urei ma con componentistica migliore; poi sulla batteria i classici SPL Transient Designer.
“La catena della voce di Eros – dice Andrea – comincia con un microfono Shure Beta 58 e preamplificatore 4081 Neve, ed entra in console. Un primo insert avviene con compressore Neve 33609J, con compressioni molto veloci, usato come limiter e compressore, per ingabbiare i picchi, poi il segnale entra nel GML e rientra nel banco; qui c’è una sezione di equalizzazione per le correzioni ambientali eseguite dinamicamente, che quindi agisce non sempre ma in base al segnale che arriva; in seguito il segnale entra in un compressore multibanda interno che dà una prima schiacciata, funge da de-esser e toglie l’effetto prossimità: Eros canta in molte tonalità, quindi cambia anche la parte alta da comprimere, così devo usare un ulteriore de-esser; il tutto è assegnato ad un bus di uscita in cui, in insert, c’è il MaxxBass. Così, più spingo il canale della voce più segnale mando e più comprimo.
“Tutti questi outboard, ovviamente, sono più pratici del Soundgrid e la chiavetta, e visto che la produzione si porterà dietro tutto sono felice di portarmi dietro la mia regia”.

Orlando Ghini – PA engineer

“In Europa – spiega Orlando – ci porteremo dietro tutto il PA. A disposizione ho 15 K1, e quattro K2 come main, 14 K2 di side e 14 KARA extra side, poi 36 sub SB28 posti ad arco fisico sotto il palco, nonostante qualche barriera architettonica che non dà però grossi problemi.
“Uso ARCS e due dV-DOSC come in-fill. Il sistema è quello solito con L-Acoustics LA Network, migliorato moltissimo, Galileo e SIM3; per tutto l’impianto uso 11 mandate che poi distribuisco sui vari sistemi e cluster.
“Aspetto di sentire come suona questo palazzetto, perché durante le prove è ovviamente vuoto ed il risultato è molto diverso da quello che sarà questa sera... è il bello della diretta”.

Luca Morson – Monitor engineer

“Eros usa una cuffia sola – spiega Luca – muovendosi di continuo, quindi è difficile trovare un equilibrio; così non rimane che coprire bene il palco con dei sistemi tradizionali. Sul palco abbiamo qualcosa come 30 KARA! Sono tre casse per ogni stack, con tre stack a stage left e tre stack a stage right, oltre a 6+6 come side, oltre a K1SB messi sotto. Insomma, più che un monitoraggio, una diffusione su tutto il palco.
“Inoltre – continua Luca – abbiamo due console, cosa abbastanza strana, perché all’SD7 con cui prima gestivamo tutto, abbiamo aggiunto un secondo banco, gestito sempre da me, un SD10; la cosa diventa in realtà piuttosto complessa, perché per dare il giusto rilievo a tutti i punti che Eros vuole sentire, ho programmato e salvato tutto in SMPTE sull’SD7 e poi richiamo le snapshot dalla SD10. Così, in realtà io lavoro sulla SD10 dedicata ad Eros, perché la sua esigenza è quella di essere seguito di continuo. Infatti, nei tour di Eros ci sono sempre stati due fonici, invece quest’anno la produzione ha scelto di far fare tutto a un fonico, in teoria su una sola console, diventate poi due!”

Marco Bazzano – STS Communications

“Il display LED usato – spiega Marco – è un Acron da 9 mm, ampio 18 metri per 8, curvo, grazie ad un sistema di piastre ad hoc; abbiamo due fasce, una superiore ed una inferiore di 24 metri x 50 cm con lo stesso modello di LED. Poi, ci sono quattro proiettori in FoH, dei Panasonic 21K, due main e due spare.
“Tutto il sistema di messa in onda è gestito da Pandoras Box, sei server per main e backup attivo; anche il sistema dei gobbi è gestito tramite pandora, tutto in SMPTE.
“Usiamo due telecamere sottopalco su ruote – aggiunge Marco – per poterci muovere facilmente, una frontale con ottica 60x ed una di servizio che ci serve per vedere cosa accade sul palco. Inoltre abbiamo due camere remotate Panasonic HD sul palco ed una camera fissa sulla batteria, che è sempre un buono stacco. La regia che utilizziamo è FullHD.
“Anche il controllo degli schermi motorizzati sui quali proiettiamo è gestito da noi, tramite Pandora, con un protocollo ArtNet convertito in DMX”.

Eros Ramazzotti

 

Band
Piano & keyboards Luca Scarpa
Keyboards Giovanni Boscariol
Guitars Phil Palmer
Giorgio Secco
Drums Thomas Pridgen
Bass Paolo Costa
Sax Joe Leader
Percussion Christian Pescosta
Backing vocals Monica Hill
Roberta Montanari
Credits
Management Radiorama
Tour production & agency Trident Music
Project design & show direction Luca Tommassini
Musical direction Claudio Guidetti
Luca Scarpa
Video content Eddy Angelelli
Lighting design Marcello Iazzetti
Lighting programmer Marco De Nardi
Set design Luigi Maresca
Production organization Lemonandpepper
Record company Universal Music
Press office Goigest
Legal advisor Antonella Rizzi
Vendors
Audio & lighting Agorà
Video & projection STS Communication
Lasers ER Productions
Rolling stage All Access Staging
Set construction Projecto 2012
Catering Giromangiando
Trucks Rockroad
Busses Coach Service
Cars BMW Italia
Hotel coordination Hirondelle Groups & Mice
Merchandising Rockdream
Touring staff
Artist personal asst. Max Tommasini
Artist security Alex Tatic
Tour manager Alice Giovenzana
Tour coordinator Lucia Pantalone
Production director Giorgio Ioan
Production manager Stefano Copelli
Stage manager Fabio Carmassi
Production asst. Barbara Losavio
Load out coord. Marco Silvaggi
Band assistant Fabio Michelotti
Artist dressing room Lorena Nolli
Band dressing room Serena Gargano
FoH sound engineer Andrea Corsellini
System engineer Orlando Ghini
Monitors engineer Luca Morson
Backline technician Fabio Oliva
Massimo Flego
Alessandro Carli Ballola
Michele Brienza
P.A. technicians Emanuele Adriani
Massimo Luna
Lighting operator Nicola Manuel Tallino
Dimmers Ivan Russo
Lighting technicians Alessandro Saralli
Nicola Visentini
Roberto Torbidoni
Francesco Mingoia
Video crew chief Marco Bazzano
Video technicians Roberto Catrambone
Fabio Piccinin
Andrea De Vincenzis
Mario Lotti
Matteo Canuti
Carmine Lonetti
Andrea Miotto
Massimiliano Giovine
Simone Borri
Laser technician Micheal O’Driscoll
Head rigger Emiliano Bitti
Rigger Gabriele D’Acunti
Set carpenters Leonardo Bellini
Davide Altobelli
Rolling stage op Stefano Piacentini
Federico Borroni
Artist chef Massimiliano Cuzzupoli
Catering chief Marco Tiberia
Caterers Maurizio Gambino
Mauro Ferrante
Merchandising Arianna Colferai
Band bus driver Konrad Hoecker
Crew bus drivers Andreas Wache
Jana Mujovic
Simon Kinnard
Truck driver chief Antonio Celli
Truck drivers Gianmario Folin
Tony Afilani
Loreto Margani
Ippolito Domenico
Duilio Pirazzi
Donato Palangio
Alessio Bianchetti
Iulian Andrei Neagu

 

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLA GALLERIA FOTOGRAFICA
gall icon

Vuoi vedere altre foto e rimanere aggiornato sugli ultimi concerti? CLICCA QUI!

vuoi restare sempre aggiornato sulle novità di settore? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Clicca qui per accedere alla galleria fotografica
(31 Foto)