Elisa On Tour 2016

Elisa è tornata a calcare le scene con un concerto che segna un notevole cambiamento nel suo modo di proporsi al pubblico: palazzetti italiani sold-out e un assaggio di UK.

di Giancarlo Messina

Quando pensiamo ad Elisa, ci viene ancora in mente una giovane realtà della nostra musica leggera: impressione alquanto errata e datata, a dire il vero, perché parliamo di un’artista che ha pubblicato il suo primo album ben 20 anni fa (Pipes and Flowers – 1997), attraversando questo lungo periodo con ben otto album, fino al più recente ON uscito proprio nel 2016. Insomma... anche Elisa, classe ‘77, entrerà negli “anta” fra poco, e occorre decisamente parlare di un’artista di grande e consolidato spessore.

Ne abbiamo sempre seguito da vicino la carriera, l’abbiamo intervistata e premiata col nostro primo “Best Show”, e certamente continuiamo ad apprezzarne l’evoluzione artistica, non solo inevitabile, ma perfino vitale per un’artista di questo calibro.

Il nuovo tour, prodotto da F&P, segue l’omonimo disco di ottimo successo, e mette in scena un concerto che si differenzia dai precedenti soprattutto per il modo di porsi dell’artista, molto più dinamico e disinvolto... più rock... un po’ come il nuovo disco.

Cambi di rilievo anche nel team di produzione, con Hugo Tempesta alla console audio di sala e Igor Ronchese e Mauro Simionato a progettare il palco e lo show, con le luci di Francesco De Cave.

Abbiamo visto lo show a Bologna il 22 novembre all’Unipol Arena, insieme ad un pubblico numeroso ed entusiasta. Possiamo dire che lo show, intendendo con questo termine il palco e le trovate scenografiche, è questa volta meno protagonista del solito, ma accompagna con eleganza ed energia la “nuova” verve dell’artista, unico vero centro dell’attenzione. I momenti e le atmosfere musicali sono davvero piuttosto eterogenei: rock e pop in tutte le sfumature si mischiano ai richiami più intimi, con una scaletta oltremodo composita che attraversa tutti i venti anni di carriera di Elisa.

Molto è affidato al video, con movimentazioni e videoproiezioni che quasi cesellano i tulle giocando con i LED in trasparenza, mentre le ottime luci seguono e sottolineano, alternando energia ed eleganza, le atmosfere dei brani. 

L’audio è ottimo, cosa, come sempre, non affatto scontata, perché mixare i brani complicatissimi di Elisa non è mai stato facile, così come rendere omogenee sonorità nuove e vecchie.

In conclusione, uno show entusiasmante per i fan che hanno apprezzato questa Elisa post-TV.

Ecco le informazioni tecniche sulla produzione direttamente dagli addetti ai lavori.

Giulio Koelliker  Direttore di Produzione

“Sì – racconta Giulio – c’è qualche novità. Il nuovo fonico, in effetti, non è per noi così ‘nuovo’, perché la scorsa estate avevamo già fatto diverse date con Hugo Tempesta: l’artista, ed anche noi, ci siamo trovati molto bene con Hugo, così abbiamo scelto di continuare con lui.

“Per quanto riguarda il palco e le luci – continua Giulio – abbiamo optato per un palco più piccolo, molto improntato sulle proiezioni, perché nel passato Elisa ha già proposto di tutto. La direzione artistica è stata affidata a Mauro Simionato, che segue come art director anche i video. Come lighting designer è stato individuato Francesco De Cave, che ha svolto un egregio lavoro di cui siamo molto soddisfatti. 

“È certamente uno show diverso da quelli precedenti, ed ha ricevuto il plauso della stampa: i pezzi e la scaletta sono molto particolari, così come il modo di stare sul palco di Elisa. Il concept di fondo è quello del cerchio, la ‘O’ di ON, che si riflette un po’ dappertutto sulle forme della struttura. 

Agorà – aggiunge Giulio – fornisce audio e luci, STS il video, la regia video e le camere sono di TeleMauri, la scenografia di Tekset.

“Il palco conta circa 160 proiettori, non tantissimi ma di qualità molto alta, scelti con grande oculatezza per il particolare disegno luci dello show.

“La produzione esecutiva è di Orazio Caratozzolo per F&P Group, mentre la mia squadra di produzione annovera, oltre me, Matteo Chichiarelli e Gioia D’Onofrio, con Piero Chiaria che ci aiuta nei back to back.

“A tal proposito bisogna dire che il palco di Italstage è molto veloce da installare – richiede circa tre ore – e ciò rende le date consecutive un po’ meno complicate.

“Il tour consta di 17 date – conclude Giulio – con tre doppie: a Roma, Milano e Padova. Si chiuderà il 7 dicembre; poi, a febbraio, andremo all’estero per un piccolo giro nei club nel Regno Unito, solo con band e backline”.

Francesco De Cave Lighting designer

“Tutto il palco e la scenografia sono pensati partendo dal logo del disco – spiega Francesco – quindi tutto concentrico e circolare, cosa che a me piace molto.

“La scenografia – continua Francesco – è di Igor Ronchese e Mauro Simionato, il quale ha curato anche la parte artistica, cioè la regia dello show e i contributi video. Io sono intervenuto su alcune decisioni legate alla parte fotografica, ma svolgo soprattutto il ruolo di lighting designer. Gestisco in parte anche l’aspetto video che condivido con TeleMauri di Maurizio Maggi, con Marino Cecada che cura le riprese live: piloto i video proiettori frontali ed i relativi contributi quando viene giù il sipario usato come schermo per le proiezioni.

“La scenografia prevede tre cerchi con altrettanti videoLED retrostanti, coperti da un telo forato di tulle trasparente che mi permette di illuminarli quando il video è spento. Sul fronte palco c’è poi un sipario di 18 metri, usato in cinque o sei brani, sul quale proiettiamo immagini live o contributi, mentre in trasparenza si vedono comunque gli artisti sul palco. Un effetto suggestivo.

Le movimentazioni avvengono tramite motori da 11 metri di catena, per mezzo dei quali scendono le 10 lettere che ripetono cinque volte il nome del disco, ON. Sul loro perimetro c’è un video LED dinamico che io gestisco tramite il mapping della console Hog4, così come la movimentazione. Durante la parte acustica facciamo anche delle proiezioni all’interno della ‘O’ tramite i videoproiettori frontali. Gestendo io la movimentazione e la proiezione, tramite il Catalyst di Carlo Barbero, riesco a posizionare perfettamente il contributo in HD dove voglio, facendo un po’ da tracking vivente: è come fare il focus dei motorizzati, quindi rimetto a posto quella scena prima dell’inizio del brano.

“Non ho nessuna luce alogena – spiega Francesco – anche le strobo sono a LED; uso delle barre LED AIR6PIX ProLights, con movimento in rotazione e rivoluzione a sei LED mappabili, VL4000 BeamWash e Spot, Robe Spiider e DTS EVO che uso come beam oltre che come spot. Non ci sono beam veri e propri, l’effetto beam è creato con altri proiettori.

“Il disegno per la musica di Elisa mi ha fatto scoprire una vena rock che non sapevo di avere, nella quale ho comunque cercato di mettere un po’ di eleganza, perché non c’è niente di troppo saturo o sconvolgente; le luci sono dolci o teatrali quando occorre, per poi arrivare a degli effetti per me non usuali a cui mi sono dedicato con entusiasmo.

“Ho chiesto esplicitamente di poter lavorare con Carlo Barbero – aggiunge Francesco – perché sappiamo bene come gestire queste situazioni piuttosto delicate: infatti movimentazioni e video sono tutti in time code, come gran parte delle luci”.

Carlo Barbero – Responsabile video

“Abbiamo due media server Catalyst V5 – spiega Carlo – uno main ed uno spare, con due MacPro di ultima generazione con cui gestisco i due videoproiettori in sala che lavorano sul sipario frontale. Il materiale di regia è di Agorà, mentre proiettori e LED sono di STS.

“Per allineare e tarare i proiettori – continua Carlo – uso un metodo particolare: faccio installare i proiettori uno sull’altro e poi curo la sovrapposizione delle immagini direttamente dal Catalyst; questo mi permette di essere più veloce rispetto all’uso del software di taratura Panasonic.

“Sul palco, invece, abbiamo tre schermi LED Acronn da 9 mm, posti dietro i cerchi, pilotati da TeleMauri che ha la regia live dietro il palco; questo perché il live è molto animato da effetti in tempo reale, quindi abbiamo preferito far gestire questi schermi direttamente dalla medesima regia. Tutto il segnale degli schermi rientra in un 1920 x 1080 px mascherato.

“Una volta che parte lo show è tutto automatizzato ed io devo controllare che fili liscio; il grosso del lavoro è quindi nell’installazione.

“I segnali sono tutti in digitale: usciamo su due fibre dalla matrice dei Catalyst ed andiamo ai proiettori, invece il segnale che preleviamo dalla regia live, vista la breve distanza da percorrere, è su un semplice cavo DVI. 

“Una delle difficoltà maggiori tra una venue all’altra è il posizionamento dei cerchi a causa del montaggio sincrono con il reparto luci, di conseguenza dobbiamo sempre lavorare un po’ per allineare struttura LED e fari insieme a Francesco

“Un plauso va ai miei colleghi – aggiunge Carlo – tecnici video di STS: Mirko Lenaz, Giorgio Bruzzese, Luca Zanutto che sono davvero bravissimi, e abbiamo creato una squadra molto affiatata”.

Cristiano MonoscalcoTekset

“Usiamo la tecnologia Kinesys  – dice Cristiano – per la movimentazione dei cerchi, affiancata alla tecnologia pixel mapping; abbiamo dovuto customizzare questi elementi scenografici con la ‘Black&White’, una plastica usata in scenografia per nascondere quanto necessario.

“Con Tekset abbiamo cercato un motore efficace che però non costasse troppo e che quindi ci permettesse di fare un progetto con 30 motori senza un budget spropositato.

“Qui il progetto scenografico di Ronchese nasce dal logo ON del nuovo album di Elisa, tutto è quindi customizzato e fatto ad hoc.

“Dentro la ‘O’ c’è del tulle su cui è possibile effettuare le proiezioni, ed i motori a controllo numerico sono abbastanza precisi per movimentare la scenografia, consentendo la precisione necessaria per il pixel mapping.

“La ‘O’ ha tre motori, fra cui anche un tiro posteriore che consente di far scomparire l’oggetto scenografico quando non è più necessario.

“Ci sono poi i tre cerchi con flex-neon a perimetro – continua Cristiano – ed il bordo palco illuminato che serve sia all’effetto luminoso sia alla sicurezza degli artisti.

“Altro elemento è il sipario, che funge anche da superficie di proiezione: non semplicissimo da smontare e installare, specie nei back-to-back, con un sistema piuttosto complesso di carrucole e corde.

“Infine – conclude Cristiano – c’è il tulle davanti ai LED che rende tutto molto più soffice: ci si proietta sopra e contemporaneamente traspare l’immagine del LED retrostante, ma con una patina più sfumata e meno ‘tecnologica’ dell’immagine”.

Hugo Tempesta – Sound Engineer

“Sono al primo tour con Elisa – racconta Hugo – ed ho impostato il lavoro in modo da essere molto flessibile nel cercare le sonorità particolari che la contraddistinguono.

Col banco faccio automazioni e mix di base, poi lavoro molto con l’automazione sui plug-in in insert sul banco, seguendo le richieste dell’artista, molto attenta e competente; anche perché il suo ultimo album ha caratteristiche sonore piuttosto diverse dalle precedenti produzioni, con molti trigger... il rullante cambia spesso suono... ma avevo comunque bisogno di rendere equilibrato l’intero show, che ovviamente comprende anche brani meno recenti.

“L’apporto in sequenza di campioni primari è stato molto limitato ai suoni non riproducibili sul palco e buona parte del lavoro è realizzata con gli strumenti dal vivo.

È stato comunque necessario un gran lavoro in pre-produzione per equilibrare tutte le automazioni ed i suoni sul palco.

“Uso un multirack SoundGrid – continua Hugo – gestito dai server Waves, con il mio MacMini come Host, tramite MGB: esco in MADI ed entro in MADI, mentre converto da MADI all’AES50 del Midas (ogni cavo di rete porta 24 canali IN/OUT, io ne prendo tre – 72 canali), tramite i network bridge KT DN9650. Tutto il flusso della console rimane sempre a 96 kHz: anche i plug-in in questo modo io li vedo come un rack esterno in insert. Posso insertare tutti i canali del multirack e assegnarli su canali singoli o sugli stem della console. Ovviamente il processing lo fanno i server, così la console è libera da questa incombenza; con l’altro stream della MGB effettuo il recording dei 64 canali che mi arrivano dallo stage, per archivio e per il virtual soundcheck.

“Tutto è controllato via MIDI, programmato chorus per chorus. 

“Le prove sono durate solo sei giorni – dice Hugo – a Cervignano, dove abbiamo preparato molti brani; il grosso vantaggio è stato che la pre-produzione effettuata dai musicisti e da Elisa ha dato subito una direzione ben precisa al lavoro da compiere. Il direttore musicale è Nucci, che gestisce anche lo start/stop delle sequenze.

“I pre sono tutti Midas e, trattandosi dei DL431, storici pre dell’XL8, non saprei cosa chiedere di meglio. Qui ho le ProX con il nuovo aggiornamento, con DSP Neutron sul palco e connessione in doppia fibra ridondante. Il DSP Neutron equivale, dal punto di vista della capacità di elaborazione, a una decina di DSP della vecchia Pro9, quindi la potenza di calcolo è aumentata tantissimo: si possono gestire fino a tre rack interni di effettistica e dinamica, con i nuovi algoritmi di elevata qualità che sono stati introdotti. Tutti gli algoritmi lavorano moltissimo sull’allineamento in fase al sample, e questo fa sì che la resa finale nella somma dia un risultato di altissima qualità. Io avverto questa ‘colla’, questa compattezza del sound e quindi uso questo sistema molto volentieri. Richiede un po’ di tempo nell’impostazione, ma poi lavorando non a layer ma a population group, quindi con vasche custom per snapshot, ho in ogni momento tutto quello che mi serve avere sotto controllo in pochi fader, con un singolo click, mentre il canale della voce è bloccato in ‘Area B’ per tutto il concerto. Alla fine, con le console di fascia alta, si possono comunque ottenere risultati di qualità, eventualmente utilizzando metodi differenti.

“Ho comunque anche delle outboard: il System6000 TC, che uso forse per l’ultima volta, e il Manley ELOP che prediligo per la sua velocità di intervento primario, perché ce l’ho in cascata subito dopo il preamplificatore; mi serve per portare subito in faccia il microfono, che poi lavoro con l’eq. dinamica interna, su una sola banda. Poi tutte le voci, con i vari microfoni, vanno in un gruppo sul quale ho insertato un rack ‘lead-vocals’, con cui effettuo la correzione finale tramite un ulteriore controllo di dinamica multibanda, un Waves C6. Altra outboard: il Distressor su basso e rullante, per le sonorità più crunch richieste dal produttore.

“Ovviamente l’archetto, che Elisa ha scelto di usare, ha una gestione diversa dal microfono palmare. Sul primo uso una capsula Crown CM311 AE, un condensatore a doppia capsula in modalità diferoide (differoid, ovvero differential cardioid, ndr), cioè la doppia capsula lavora sulla cancellazione posteriore totale, ed avendo una capsula molto ampia ha un’ottima resa sulla gamma medio-bassa, impossibile con altri microfoni ad archetto; questo mi serviva soprattutto su pezzi molto rock in cui Elisa suona e vuole le mani libere. Il palmare, invece, usa la capsula  del Sennheiser 5200 che io adoro, la MD5235, proprio quella originale della serie.

“Il PA main – conclude Hugo – è a circa 2,60 metri dietro la linea del fronte palco, così da non dover ‘sbananare’ troppo. Le aperture ci permettono di stare comunque tranquilli, non ci sono problemi perché è tutto molto pulito.

Luca Nobilini – PA Engineer

“Il PA – ci dice Luca – è lo standard indoor di Agorà, quindi L-Acoustics K1 per il main e K2 per il down e i side, extra side di RCF TTL55-A e ARCS, poi 8XT incastonate sul palco per un rinforzino alle primissime file. La 8XT è una cassa davvero perfetta per il front-fill, un full-range che suona benissimo.

“I sub SB28 sono disposti nel classico L+R+C per esigenze scenografiche. Il tutto è gestito da un Lake usato come matrice: main e spare, con divisione fra main, side, sub e front. Da sala a palco la comunicazione è in analogico; inoltre i Lake sul palco, oltre che da matrice, servono anche da switch analogico/digitale: adesso siamo in analogico, ma potremmo cambiare tranquillamente, cosa che forse faremo prossimamente”. 

 

PERSONALE E AZIENDE

Band

 

Chitarra

Andrea Rigonat

Tastiere

Cristian Rigano

Batteria

Victor Indrizzo

Basso

Curt Schneider

Cori

Sharlotte Gibson

 

Jessica Childress

Produzione

F&P Group Srl

Produttore esecutivo

Orazio Caratozzolo

Direttore di produzione

Giulio Koelliker

Tour Coordinator

Gioia D’Onofrio

Site Coordinator

Matteo Chichiarelli

Coordinamento Load in/out

Piero Chiaria

Direzione Artistica

Mauro Simionato

Show Designer

Igor Ronchese

Light Designer

Francesco De Cave

Regia Video

Marino Cecada

Fonico Foh

Hugo Tempesta

Fonico Palco

Luca Morson

 

Riccardo Carioti

Camerini

Lorena Nolli

 

Erika Boni

Elisa Personal Assistant

Luca Guerra

Elisa Driver

Luca Patuelli

Band Personal Assistant

Luigi Vertaglio

Audio e Luci

Agorà srl

PA System engineer

Luca Nobilini

PA Man

Alfredo Coppola

 

Pierfrancesco Gallenca

Backliner

Alessio Guerrieri

 

Fabio Fontana

 

Raffaele Marchetti

Head Rigger

Filippo Lattanzi

Tecnici Luci

Marco Carancini

 

Alex Pozzi

 

Valentino Resta

 

Pietro Petronelli Tecnico Luci

 

Marco D’Alleo Tecnico Luci

Video

STS Communication

Responsabile Video

Carlo Barbero

Tecnici Video

Mirko Lenaz

 

Luca Zanutto

 

Giorgio Bruzzese

Regia Video e Camere

TeleMauri 

 

Matteo Maddalena 

 

Andrea Cavalli 

 

Michelangelo Panzica

 

Ivan Favale

Scenografia

Tekset

Capo squadra 

Marco Barracu

Winch Light System Integrator

Cristiano Monoscalco

Macchinista

Fabrizio Cardinale

Macchinista 

Gianluca Pugliese

Palco e generatore

Italstage Srl

 

Giovanni Fiorentino

 

Nando De Marco

 

Alexandru Apetroaie

 

Toader Ciornei

 

Marian Florescu

Catering

Maccaroni Bros

 

Lorenzo Santorsola

 

Francesca De Falco

 

 

Autisti

Loreto Margani

 

Andrei Iulian Neagu

 

Toni Afilani

 

Vidoje Raonic

 

Sava Radisavjevich

 

Patrizio Bertozzi

Merchandising

Oltre Il Merchandising

 

Antonio Martinelli

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