Aspettando il 2022 - Cosa ci aspetta nel nuovo anno?
È arrivato il momento di fare un bilancio su quello che è successo e quello che ci aspetta nel futuro prossimo.
di Alfio Morelli
Ormai è storia: tra l’8 e il 9 marzo 2020 scatta il lockdown. Tutti a casa senza uscire, tutte le attività chiuse, l’Italia si ferma per colpa di un essere microscopico. Poi a metà giugno, per dare un po’ d’ossigeno agli operatori turistici, si riaprono le attività ludiche e si comincia con qualche concerto all’aperto. Questa situazione prosegue fino alla metà di ottobre, ma con il freddo la seconda ondata dei contagi ritorna e aumenta giorno dopo giorno. A febbraio del 2021 arriva lo zio Draghi con una serie di DPCM: chiusi bar, ristoranti e moltissime attività, ritorno alla DAD per le scuole. Una situazione difficile che dura fino a dopo Pasqua, ma che in qualche modo serve ad assicurare una stagione estiva con una parvenza di normalità, annunciata in anticipo il 21 giugno.
Il nostro settore ha saputo adeguarsi alla situazione, organizzando, anche se in condizioni molto differenti, centinaia di concerti all’aperto. Molti titolari di service ci hanno confessato di non aver lavorato così tanto da parecchio tempo, anche se con budget alleggeriti e personale dimezzato; però, come si dice, piuttosto che niente è meglio piuttosto.
E poi c’è la questione ristori. Come sono andati nel nostro settore? Ai liberi professionisti sono andati qualche centinaio di euro, qualcosina in più alle cooperative meglio strutturate, alle società di servizi, ai service. Ma tutto a macchia di leopardo: c’è chi ha avuto qualcosa e chi non ha avuto niente. D’altra parte è difficile andare a chiedere un ristoro quando si hanno delle dichiarazioni dei redditi molto leggere.
E gli artisti? A parole tutti hanno sostenuto il settore, ma solo qualcuno pare abbia messo realmente le mani in tasca o si sia adoperato per fare in modo che il proprio entourage avesse modo di sopravvivere. Dalla maggior parte, però… notizie non pervenute, sebbene qualcuno avesse già ricevuto congrui anticipi sui tour saltati.
In tutta questa confusione sembra che qualcuno sia andato meglio: stiamo parlando delle agenzie di spettacolo. Nell’ambiente si dice che per loro qualche milione sia stato trovato, che sommato agli oltre due milioni dai biglietti venduti e incassati in questi due anni fanno una cifretta utile a tamponare qualche buco. In mancanza di dati ufficiali, tutte queste notizie di cui parlo sono frutto di confidenze e voci che girano nell’ambiente e probabilmente ci sarà anche qualche inesattezza: se qualcuno ha qualcosa da ridire o da correggere sono pronto a dare spazio a tutti.
Ritornando alle figure tecniche e al personale specializzato, in questi due anni di pandemia molte figure che lavoravano nel settore dello spettacolo hanno dovuto correre ai ripari e ripiegare su altri impieghi, magari meno gratificanti ma più sicuri, che hanno garantito loro un sostentamento per le famiglie. Anche se al momento non ce ne rendiamo conto, nella prossima stagione ci sarà il problema enorme di rimpiazzare queste persone, perché se un facchino si può sostituire facilmente, per un PA man, un fonico, un operatore luci o video ci vorrà parecchio tempo. Lo dobbiamo riconoscere: in Italia si sono formati in questi anni fior fiore di professionisti che non hanno niente da invidiare a quelli stranieri. Basti pensare ai lavori internazionali di assoluto prestigio che le aziende italiane si sono aggiudicate, dall’Expo di Milano del 2015 alle Olimpiadi di Rio del 2016 o l’Expo di Dubai del 2021, solo per citarne alcuni. C’è da sperare che la nuova generazione di millennial, nativa digitale, abbia più facilità nell’acquisire il mestiere. Sembra che alcune grandi strutture stiano già pensando di aprire delle selezioni e dei corsi di specializzazione per prepararsi alla prossima stagione che si prevede molto impegnativa sotto il profilo lavorativo.
Già: cosa ci riserverà la prossima stagione? Qualche settimana fa sono stato invitato a Napoli, in Piazza Plebiscito, dove una grossa azienda di trasporti, che lavora prevalentemente con le attrezzature per lo spettacolo, ha presentato i suoi primi cinque nuovi truck dei dodici che acquisterà, e ciò significa che ha in previsione di fare tanta strada nella prossima estate, un segnale decisamente positivo.
A tal proposito, un’altra considerazione da non sottovalutare riguarda l’approvvigionamento dei materiali tecnologici. Sembra infatti che la crisi di produzione di componenti elettronici e l’aumento del volume e del costo dei trasporti comporterà non pochi ritardi nelle consegne. Chi insomma ha scelto di fare nuovi acquisti in previsione futura farà meglio a essere sollecito nell’opzionare l’acquisto per non ritrovarsi sfornito al momento del bisogno. È notizia di questi giorni che il MIR, la fiera dedicata alle tecnologie per l’intrattenimento, si terrà a Rimini nel mese di marzo 2022: spero sia l’occasione giusta per incontrarci con la voglia di raccontarci tutte le cose che abbiamo in programma per la stagione estiva.
Il nodo centrale: la capienza delle venue
In questi ultimi giorni tutti stiamo correndo dietro a informazioni o interpretazioni sulla legge che regola gli spettacoli dal vivo, la quale prevede notevoli differenze in base alla tipologia di venue, live club, teatro, palasport o stadi. Naturalmente stiamo parlando di location posizionate in territori qualificati come zona bianca, altrimenti le regole cambiano completamente. Abbiamo fatto una serie di telefonate ai diretti interessati, cioè a coloro che organizzano le produzioni, ai gestori di palasport teatri e live club, per avere una panoramica di opinioni degli addetti ai lavori. Dobbiamo dire che le interpretazioni della legge sono in alcuni casi piuttosto discordi anche fra gli stessi operatori! Insomma, come si dice in questi casi, “poche idee ma ben confuse”.
Ragioniamo su quanto scritto su Twitter dal ministro della Cultura Dario Franceschini al termine del Cdm: “Dall’11 ottobre cinema teatri e concerti al chiuso e all’aperto tornano al 100% della capienza, ovviamente con mascherina e green pass. Negli stadi e nei palasport per la musica stesse regole dello sport”. Ciò dovrebbe significare che se un concerto viene organizzato in uno stadio l’agibilità è del 75% della capienza totale del luogo. Mentre, prendiamo ad esempio la nuova RCF Arena di Reggio Emilia, potrebbe avere la capienza del 100% in piedi e senza distanziamento, naturalmente con green pass e mascherina. Ma se lo stesso concerto viene organizzato al chiuso, ad esempio in un palasport, scattano le regole dello sport, quindi capienza al 60% della struttura, sempre con green pass e mascherina, ma in questo caso non è specificato se in piedi o seduti. Per i live club sembra, e dico sembra, che la capienza sia stata portata al 100% in piedi. Anche per quanto riguarda i cinema e i teatri c’è un distinguo: queste strutture per avere capienza al 100% devono avere un impianto con ricircolo d’aria che rispetti le ultime normative. Qui purtroppo nasceranno diversi problemi in parecchie strutture: spesso i concerti si fanno in magnifici teatri all’italiana, costruiti e progettati qualche secolo addietro, e forse non tutti hanno un impianto per il ricircolo d’aria di ultima generazione, quindi immagino che siano esclusi dalla lista delle venue autorizzate.
Le interviste che leggete di seguito sono state fatte nella prima settimana di novembre, quindi tutto quello è stato detto si riferisce a quel periodo, cosa importante da sottolineare vista la fluidità della situazione!
Orazio Caratozzolo – Executive Production Manager presso F&P Group
“Anche noi – dice Orazio – se ci riferiamo al periodo attuale, abbiamo delle informazioni un po’ approssimate, perché esiste una direttiva centrale che si presta a delle interpretazioni da parte delle prefetture locali. Così a Milano possiamo trovare delle interpretazioni diverse da quelle che si trovano a Napoli. Ad esempio il 28 ottobre a Torino, al Teatro della Concordia, c’è stato un concerto con capienza di 2000 persone tutte in piedi, (www.open.online/2021/10/29/covid-19-concerto-eugenio-video) e sembra che anche a Milano sia in vigore la stessa regola, fino a prova contraria. Al momento ci atteniamo alle linee guida secondo cui: negli stadi all’aperto la capienza è del 75%, mentre nei palazzetti dello sport al chiuso la capienza scende al 60%; in teatri e cinema la capienza è al 100%, come nei live club sia il 100% in piedi. Sempre in tutti i casi con mascherina e green pass. Questa situazione dovrebbe valere finché è in vigore lo stato d’emergenza, al momento con scadenza il 31/12, ma potrebbe essere prorogato fino al mese di marzo. Insomma: come tutti, ogni mattina ascoltiamo la radio e leggiamo i giornali aspettando che qualcosa cambi”.
Gualtiero Sabatini – Amministratore delegato di Unipol Arena - Bologna
“In questo momento – spiega Gualtiero – siamo molto arrabbiati sia con chi ha scritto questa norma, sia con chi la interpreta. Infatti è scritta malissimo e interpretata peggio. Hanno dato la notizia che avrebbero aperto ai concerti al 100%, ma nella realtà dei fatti non è per tutti cosi. Hanno concesso la capienza piena ai live club e ai teatri, ma non alle strutture come la nostra, una delle più grandi d’Italia, che pur essendo nata per lo sport, negli ultimi anni ha sviluppato il suo core business sui concerti. Ogni anno, in situazione normale, organizziamo decine di concerti portando a Bologna centinaia di miglia di persone, con una ricaduta non indifferente sulle attività cittadine: hotel, ristoranti e bar. Il 30 e 31 ottobre abbiamo invece dovuto annullare due show, perché avevamo letto attentamente il DDL sulle capienze per gli spettacoli del 10 ottobre ed avevamo interpretato che la capienza era concessa al 60%, quindi, avendo un palasport abbastanza grande, questa percentuale ci dava un margine sufficiente. Ma la commissione ci ha contestato questa interpretazione: ha sostenuto che la nostra capienza, essendo una venue adibita allo sport, era di 8000 persone, riferita alle sedute sulle gradinate che, calcolate al 60%, diventava di 4800 persone, perché il parterre, che durante i concerti tiene 10.000 persone, non si poteva conteggiare perché adibito a campo da basket. Così abbiamo dovuto annullare gli spettacoli e rimborsare i biglietti”.
Per il futuro quali sono i programmi dell’Unipol Arena?
Per tutto il 2021 non abbiamo in programma spettacoli musicali, mentre per il 2022 abbiamo per il momento programmato una ventina di show. Il primo in cartellone e quello dei Gazzelle, il 15 gennaio, sperando che per quella data si sia chiarito o sbloccato qualcosa.
Paolo De Blasi – Voce ufficiale dell’Associazione Assomusica
“Sulla legge specifica delle capienze per gli spettacoli dal vivo – dice Paolo – non esiste una linea guida chiara e precisa. Innanzi tutto bisogna specificare che i luoghi deputati agli spettacoli, quindi discoteche, live club, cinema e teatri, hanno regole diverse dai luoghi deputati allo sport, come stadi e palazzetti. I primi possono avere una capienza del 100%, mentre i secondi possono avere una capienza ridotta al 60% al chiuso, esempio i palazzi dello sport, che sale al 75% se lo spazio è all’aperto, quindi lo stadio.
“Il decreto riporta che, parlando di zona gialla, nei luoghi deputati allo spettacolo, si devono tenere i distanziamenti e si può accedere solo con il green pass; noi interpretiamo che in un teatro o in un cinema dobbiamo assegnare i posti con distanziamento e richiedere all’ingresso il green pass. Quando il decreto si riferisce invece alla zona bianca, parla solo di green pass e non parla più di distanziamento, quindi noi interpretiamo che nella zona bianca la capienza sia del 100% e non è più previsto il distanziamento. Su questo punto abbiamo avuto molti confronti con il Ministero della Cultura, che verbalmente ci conferma quello che noi stiamo interpretando, ma che non ci ha mai rilasciato ufficialmente niente di scritto. Ma per organizzare uno spettacolo bisogna passare anche tramite le Prefetture, che dipendono del Ministero degli Interni, le quali danno un’altra interpretazione, più restrittiva, delle regole. Il Ministero dell’Interno dice: siccome nella zona bianca non viene citato o specificato che le persone possono stare in piedi senza distanziamento, valgono le regole della zona gialla”.
Questo rende la situazione davvero confusa!
Precisamente, in questi ultimi giorni abbiamo visto che a Milano, alla discoteca Fabrique, hanno organizzato un concerto con capienza piena e tutti in piedi, e la stessa cosa è successa a Torino al teatro della Concordia. Ci stiamo continuamente confrontando con il Ministero della Cultura per cercare di far aggiungere al Decreto la parola “in piedi”, che chiarirebbe sotto molti aspetti l’interpretazione e ci darebbe la possibilità di ricominciare a lavorare sui calendari futuri.
Queste comunque sono regole in teoria valide solo fino alla fine dell’anno?
Questo Decreto avrebbe dovuto avere una sua nuova emanazione entro il mese di novembre, la quale ci avrebbe dato la possibilità di lavorare con più tranquillità per le feste natalizie e per Capodanno, liberandoci da tutte le restrizioni e dandoci il via libera per quanto riguarda le capienze in tutte le situazioni, sia al chiuso sia all’aperto. Ma visto l’orientamento di questi ultimi giorni, pur rimanendo ottimista, ho paura che ci possa essere uno slittamento.
Riccardo Genovese – Live Nation Italia
“In agenzia – dice Riccardo – fortunatamente non abbiamo solo artisti da grandi venue, ma ci occupiamo artisti che prevedono piccole produzioni e che si esibiscono nei club e nei teatri. Così in questi momenti strani non siamo mai stati con le mani in mano. Ma certo sono i grandi eventi quello in cui siamo specializzati. Stiamo ad esempio lavorando alla data di Vasco a Trento, con una produzione nuova e molto impegnativa già per conto suo, alla quale si aggiungono le difficoltà dovute alle normative che cambiano di continuo.
“Tutti stiamo lavorando intensamente per organizzare la stagione 2022, in cui occorre gestire le nuove produzioni ma anche tutte quelle date che sono rimaste annunciate, quindi con biglietti venduti, ma mai fatte. Oltre al tour di Vasco, partirà il nuovo tour dei Negramaro, poi a seguire le due date a Milano e Roma di Marco Mengoni, il tour di Cremonini, i festival di Milano e Firenze… tutte produzioni che stiamo programmando con l’incertezza e lo stress del momento. A tutto ciò si aggiungono le date italiane degli artisti stranieri!
“E come se la situazione non fosse già stressante, ad aggravarla si aggiunge anche il calo di vendita dei biglietti, quindi puoi immaginare il grado di tensione che si respira nel nostro ambiente”.
Che lettura gli date a questo calo di vendita dei biglietti?
Lo trovo abbastanza naturale e prevedibile, non ci dobbiamo preoccupare più di tanto. L’appassionato di musica che ha già sul comodino due o tre biglietti di concerti che sono stati rimandati o peggio annullati, non investe certo altri soldi per acquistare nuovi biglietti per date che potrebbero essere rimandate. Però non mi preoccupo di questa situazione momentanea, sono abbastanza certo che quando la situazione si sarà normalizzata la vendita dei biglietti tornerà alla normalità, anzi: sappiamo già che dovremo perfino raddoppiare qualche data.
Come vi state preparando a queste nuove regole sulla capienza?
La situazione a nostro avviso, anche se molto confusa, va affrontata con le regole attuali, ed essere pronti alle variazioni del momento. Sappiamo che nei live club e teatri al chiuso la capienza è al 100% e nei palasport è al 60%, queste sono al momento le regole del gioco. Domani, se cambierà qualcosa, ci adatteremo alla nuova situazione.
Quindi tu vedi il bicchiere mezzo pieno?
Assolutamente sì, sono un ottimista di natura, non riesco a immaginare un mondo senza la musica e i grandi eventi.