dBTechnologies Vio L212 - Diffusore amplificato per line array
Vio L212 è il primo impianto dBTechnologies pensato per soddisfare le esigenze dei tour di fascia alta, senza compromessi.
di Michele Viola
Dopo Vio L210 e Vio L208, che sono stati i primi sistemi line-array dBTechnologies con il box in legno e che hanno contribuito a formare una percezione diversa del marchio, il costruttore emiliano presenta oggi il fratello maggiore.
Vio L212
Vio è un modulo line-array a tre vie, auto-amplificato, contenente due woofer da 12” con bobina da 3” a radiazione frontale diretta simmetrica, a destra e a sinistra del box; più all’interno di trova la sezione dedicata alle frequenze medio-alte che comprende quattro midrange da 6,5” con bobina da 2” e magnete al neodimio, caricati a tromba; le frequenze alte, infine, sono affidate ad una coppia di driver a compressione con uscita da 1,4” e bobina da 3”, anch’essi con magnete al neodimio, montati su due guide d’onda separate che confluiscono in una tromba conformata per generare un fronte d’onda cilindrico.
Dal punto di vista acustico, la configurazione della parte dedicata alla gamma media consente di ottimizzare l’efficienza della banda vocale, ottimizzandone l’headroom senza lavorare troppo con i filtri. dBTechnologies ha sviluppato un notevole lavoro di ottimizzazione ottenendo una risposta in frequenza omogenea sia in asse che ai limiti della copertura nominale.
L’elettronica
La sezione di amplificazione a bordo è composta da due moduli Digipro G4, di nuova generazione, con alimentazione a bordo dotata di PFC, ciascuno capace di erogare una potenza equivalente continua di 1600 W.
Gli ingressi di segnale sono opto-isolati, e la separazione elettrica che così si ottiene contribuisce a ridurre le possibilità di generazione – e di propagazione a valle – dei disturbi elettrici.
La sezione di alimentazione è in grado di funzionare con tensioni in ingresso da 100 V a 240 V – dBTechnologies si rivolge ad un mercato davvero internazionale, quindi i loro prodotti devono poter funzionare dal Giappone, agli Stati Uniti, all’India a tutti i paesi con diverse specifiche di alimentazione, compresi i luoghi soggetti a forniture eventualmente instabili. Questi amplificatori sono stati progettati per tollerare picchi di tensione in ingresso fino a 380 V, che può essere un evento relativamente comune, come nel caso in cui, per un errore di cablaggio, arrivi la tensione concatenata alle prese monofase; in questi casi l’amplificatore DigiPro G4 va semplicemente in protezione, preservandosi da ogni danno.
La scelta di integrare l’amplificazione nel diffusore, forse inusuale rispetto ad altri sistemi di livello elevato, è la conseguenza di una precisa scelta progettuale di dBTechnologies. In particolare, tale scelta permette di integrare un controllo particolarmente puntuale rispetto all’amplificazione esterna. Un canale di un amplificatore (esterno) di un impianto passivo pilota tipicamente due o tre o anche quattro diffusori, mentre in un impianto come Vio un canale di amplificatore, e il relativo canale DSP, pilotano una singola via all’interno di un diffusore. L’elettronica interna a Vio L212, ad esempio, è in grado di analizzare l’impedenza del carico sia in tempo reale, sia attraverso un apposito test che si può eseguire premendo un pulsante sul pannello dell’amplificatore o anche da remoto tramite il software di gestione. Quindi, per ogni componente, è possibile verificare se l’impedenza è troppo alta o troppo bassa. Ogni cassa, inoltre, ha un inclinometro a bordo, cosicché è possibile verificare la correttezza dei puntamenti anche da remoto, una volta sollevato il cluster.
Il DSP utilizzato all’interno dei sistemi Vio L212 è attualmente il più potente tra quelli utilizzati nei prodotti dBTechnologies, e offre sufficiente potenza di calcolo per consentire di utilizzare dei filtri FIR, che sono filtri digitali a fase lineare. La coerenza di fase, sia nei filtri di cross-over sia nei filtri di correzione applicati dai preset, contribuisce ovviamente a produrre una risposta acustica complessiva di ottima qualità.
I preset a bordo consentono di compensare il coupling e l’attenuazione delle alte frequenze. Componendo un array, man mano che si aggiungono diffusori si incrementa la risposta nelle frequenze medio-basse, e di conseguenza occorre attenuare tale banda applicando un filtro di correzione appropriato. Per quanto riguarda le alte frequenze, la correzione deve contrastare l’assorbimento atmosferico, che agisce soprattutto in alta frequenza e dipende dalla gittata prevista per il diffusore a cui si applica.
Una serie di funzioni piuttosto raffinate, inserite all’interno del diffusore, riguarda il riconoscimento della posizione all’interno dell’array. Prima di tutto, è possibile far lampeggiare da remoto, via software, un LED sul pannello frontale di un diffusore per identificare un determinato diffusore all’interno di un array. Inoltre, all’interno di ciascun box è stata inserita una coppia di sensori NFC, ovvero Near Field Communication: si tratta di sensori passivi, un master ed uno slave, gli stessi che sono utilizzati all’interno degli smartphone, che permettono a ciascun diffusore di comunicare con quelli adiacenti, sopra e sotto. All’atto del collegamento, tra i diffusori dell’array avviene automaticamente uno scambio di informazioni grazie al quale è possibile ricostruire esattamente la posizione di ciascun particolare diffusore all’interno del cluster. Questo è fondamentale non solo per l’identificazione ma anche per attivare correttamente i preset per la compensazione delle alte frequenze, o per il coupling.
La comunicazione con il PC dedicato al controllo remoto può avvenire tramite il protocollo proprietario RDNET, ma è anche possibile sostituire la scheda di comunicazione per inserire una scheda Dante. Tramite Dante, possono viaggiare su un unico cavo – o su due cavi, volendo considerare anche il trasporto di sicurezza per ridondanza – il segnale audio digitale e i dati di controllo. C’è poi un ingresso analogico che rimane disponibile, volendo, come ulteriore backup.
Il controllo remoto è realizzato tramite il recente software Aurora Net, che è anche retro-compatibile con i vecchi prodotti.
Il pannello posteriore presenta un controllo rotativo per il filtro passa-alti, utile per tagliare dai satelliti la banda che va ai subwoofer. Poi ci sono il controllo per la compensazione dell’assorbimento in alta frequenza e il controllo per la compensazione dell’effetto in banda medio-bassa dovuto al coupling, di cui abbiamo scritto sopra.
Tutto quello che è possibile controllare dal pannello in locale è controllabile anche da remoto, anzi da remoto sono disponibili molte più opzioni.
È anche disponibile uno user preset – sia in locale, sia da remoto tramite software – che permette di salvare e richiamare una configurazione custom decisa dall’utente.
Il subwoofer S218
Per quanto riguarda la parte bassa dello spettro audio, è stato sviluppato anche un nuovo modello di sub.
Il primo subwoofer della serie è Vio S318, con una configurazione particolare composta di tre woofer da 18” in un cabinet relativamente compatto. L’idea alla base era quella di disporre una grande superficie radiante, riuscendo così a produrre una notevole pressione sonora in uno spazio ristretto e a scendere in frequenza pur senza utilizzare un grande volume d’aria risonante.
Il nuovo subwoofer Vio S218 contiene solo due woofer nello stesso cabinet, insieme a due finali DigiPro G4 da 1600 W ciascuno. È stato quindi alleggerito il cabinet e, accoppiando correttamente il notevole volume all’interno con il reflex e i due altoparlanti, dBTechnologies è riuscita ad ottenere un subwoofer capace di scendere notevolmente in frequenza e contemporaneamente di emettere un elevato SPL.
Vio S218 nasce per essere appoggiato a terra. Un apposito pulsante sul retro è stato inserito per facilitare la costruzione di configurazioni cardioidi. Anche in questo caso ci sono i sensori NFC a bordo per il riconoscimento automatico della posizione nello stack. Come nei satelliti, c’è la possibilità di eliminare il controllo via RDNET per lasciare solo Dante, che trasporta il flusso audio insieme ai dati di controllo su un unico cavo di rete.
Tutti i modelli della serie Vio sono acusticamente compatibili, sia come risposta in fase che come configurazione meccanica.
Sono disponibili frame per adattare L212 e L210 nello stesso cluster, ad esempio per i downfill. Inoltre tutti i modelli montano lo stesso modello di driver e particolare attenzione è stata posta nell’accoppiamento corretto delle guide d’onda e nella compatibilità dell’emissione acustica in cluster misti.
Un altro punto di forza di questo impianto è la meccanica: tutti gli angoli sono impostabili da terra, con l’impianto sul carrello dedicato; quando poi viene sollevato, i moduli si bloccano sugli angoli stabiliti.
Tutta la verniciatura è in poliurea, che è un materiale plastico in grado di migliorare la resistenza alle abrasioni e agli agenti atmosferici, inoltre i moduli top hanno integrato un raincover in gomma.
Un impianto senza compromessi, con prestazioni e dati tecnici in linea con la fascia di mercato a cui si propone, prodotto da un’azienda con una grande esperienza nell’ottimizzazione dei propri prodotti e che ha il completo controllo sulle proprie linee di produzione. Sicuramente saprà ritagliarsi a buon titolo il proprio spazio di mercato.
contatti: AEB Industriale srl - dBTechnologies