Davide Grilli - PA Manager
I professionisti dell'autoritratto di Renato Zero al Mandela Forum di Firenze.
Da sx: Emiliano Di Marco, PA man e Davide Grilli, PA manager.
Con sei date a Firenze e altre otto a Roma, Renato ha scaldato i cuori dei suoi fan con un autoritratto d'artista, una super band da undici elementi, dieci coristi e un’orchestra virtuale; siamo andati a Firenze per intervistare i professionisti coinvolti.
Davide, raccontaci lo sviluppo e la progettazione del PA in un palasport un po’ particolare come il Mandela.
Il sistema PA è un remake del vecchio tour di Renato Zero, svoltosi nel 2023 e progettato da Daniele Tramontani, con il quale mi sono confrontato per la ripartenza. Al Mandela abbiamo due facce della stessa medaglia: la faccia buona consiste nell’acustica curata dall’architetto Carbone, che ritengo tra le migliori disponibili; quella cattiva sta nell’asimmetria delle tribune. Su un lato c’è una bella tribuna tradizionale e capiente, nel lato opposto abbiamo una tribuna meno profonda, fatta a balconcino. Conseguentemente a questa asimmetria, anche se il sistema montato è quasi lo stesso, dobbiamo adottare delle tarature leggermente diverse: sulla parte della tribuna grande il cluster principale è composto da 10 L-Acoustics K1 più 4 L-Acoustics K2, con l’aggiunta di un primo side composto da 6 K2 più 6 Kara; dato che lo show è pensato per una visuale a 180° in linea con la band, è stato aggiunto un extraside composto da 12 L-Acoustics dV-DOSC. A completare il sistema ho mantenuto 6 sub L-Acoustics KS28 in configurazione cardioide appesi, mentre ho posizionato a terra altri 6 L-Acoustics SB28 in configurazione cardioide per ogni lato, più altri quattro al centro, in supporto dei frontfill.
Per quanto riguarda il lato opposto, quello sinistro, per servire le tribune a balconcino, il sistema principale è lo stesso tranne che per gli extraside, dove ho lasciati sospesi solo sei dV-DOSC per il balconcino, e ne ho appoggiati altri quattro sopra i sub a terra, per il balconcino in basso.
Mi hanno spoilerato che tu e Maurizio avete fatto degli esperimenti insieme.
Con Maurizio si è creato un rapporto molto bello e produttivo, perché a entrambi piace il nostro lavoro e spesso ci capita di sperimentare soluzioni diverse, come in questo caso, per cercare di migliorare il risultato finale. Venendo a noi, come risaputo sono un amante del processore Lake, e quindi me ne sono portati dietro un po’ per gestire i collegamenti tra regia, palco e PA System. Io esco dal mixer di Maurizio con tre tipologie di segnali, uno analogico, uno AES/EBU a 48 kHz e un AES/EBU a 96 kHz dal local outboard con scheda Quantum. Tramite il mio rack posso gestire e suddividere i segnali mandandoli singolarmente su ogni lato del palco. Visto che abbiamo avuto il tempo per fare i nostri esperimenti, abbiamo fatto delle comparazioni, pilotando il PA con i vari segnali: indubbiamente il 96 kHz ha una presenza e una trasparenza senza confronti, e quindi lo abbiamo scelto per portare il segnale al Lake. All’interno i Lake comunicano in Dante, e poi da lì partiamo con un segnale AES 96 kHz e uno analogico, li portiamo entrambi singolarmente per ogni lato del palco, e abbiamo così la possibilità di fare una vera comparazione. A stupirci maggiormente è stato il segnale analogico, che ci ha restituito una headroom e una profondità sui bassi più incisiva. Insomma, un segnale analogico da rivalutare. Noi continueremo con gli esperimenti, poi quando troveremo delle soluzioni interessanti vi aggiorneremo.