Clay Paky Spheriscan – Proiettore a specchio mobile: rinasce lo scanner
Due nuovi proiettori Clay Paky hanno debuttato nel 2015, entrambi basati su una nuova lampada Osram da 1400 W: la prima versione, spot, della nuova serie Scenius ed un altro prodotto piuttosto inaspettato chiamato Spheriscan
di Douglas Cole
La casa costruttrice bergamasca è stata l’ultimo bastione, tra i marchi più blasonati, dello scanner di elevata potenza. Nel catalogo generale 2016 dell’azienda, infatti, per la prima volta in 28 anni mancava una versione del Golden Scan. Quest’ultimo ha fatto la storia dei proiettori intelligenti, utilizzando dei motori passo-passo anziché i servomotori per il movimento, aprendo nuove frontiere per quanto riguarda la precisione del controllo. Ma la fine del venerabile Golden Scan non segnava per Clay Paky la fine dello scanner. Anzi, annunciava un ripensamento generale delle possibilità che offre oggi lo specchio mobile come sistema di illuminazione motorizzato... così Golden Scan e Stage Scan passano il testimone a Spheriscan.
La sorgente
Spheriscan utilizza la nuova lampada Osram Lok-It 1400-PS, la stessa sulla quale si basa la serie Scenius. Questa notevole lampada è in grado di emettere un flusso luminoso di 120.000 lm totali a piena potenza, con una temperatura colore di 6000 K e con una resa in colore di CRI 95. Spheriscan sfrutta questa lampada a 1200 W e, tramite un sistema ottico dotato di zoom da 13° a 34° (un’apertura mai vista in un proiettore a specchio mobile) e una lente frontale di diametro 80 mm, consente un flusso luminoso complessivo di 20.000 lm dal proiettore. Questo flusso si traduce in un fascio che, allo zoom minimo, può erogare un illuminamento di oltre 23.000 lx su un campo di diametro 1,4 m a 5 metri di distanza – più del doppio rispetto al Golden Scan 4 alla stessa apertura.
Un dimmer a 16 bit controlla l’intensità ed è impostabile con curve lineare o ad emulazione di tungsteno.
Lo specchio mobile
A parte l’efficienza, la vera innovazione di Spheriscan è il sistema di specchio mobile che Clay Paky introduce in quest’unità. Dove ogni scanner precedente utilizza un cappuccio paraluce sul quale viene montato lo specchio mobile, sistema variato poco dal primo accessorio per i proiettori ERS o per proiettori di gobo, Spheriscan ha una cupola trasparente, un po’ come il globo sulle vecchie macchine della polizia, per dire. Il sistema di movimentazione dello specchio è installato nello stesso modo di quello di uno scanner classico. Ora, però, il movimento in pan dello specchio non ha limiti né ostacoli e può coprire 360°. Solo un piccolissimo canalino per i conduttori di controllo ed alimentazione dei motori è presente sulla superficie interna della cupola, ma questo è lontano dal piano focale ed ininfluente sul fascio luminoso. Sfruttando questa configurazione, Clay Paky ha anche previsto un sistema di motore per il pan con rotazione infinita.
Chiaramente, il vantaggio principale che rimane allo scanner, rispetto ad un testamobile, è la velocità del movimento. Qui, Spheriscan veramente primeggia: girando su se stesso liberamente, in pan lo specchio arriva anche a 250 rpm (più di 4 giri al secondo). In tilt, invece, lo specchio può attraversare un arco di 60°, sempre più di quattro volte al secondo. Queste velocità già eccedono di gran lunga quelle delle precedenti massime evoluzioni degli scanner ed è, per dire, circa sette volte più veloce di uno Sharpy. Nonostante ciò, il proiettore è caratterizzato anche da un controllo molto preciso a 16 bit e di un controllo lineare di velocità di movimento che consente movimenti fluidi estremamente lenti – anche a due rivoluzioni l’ora. Il movimento in pan a 16 bit è, ovviamente, su due canali DMX, con un terzo canale dedicato solo all’effetto di rotazione, consentendo di differenziare i movimenti di puntamento dalla rotazione per effetto.
Colori ed effetti
Questa capacità di offrire movimenti così veloci da sembrare stroboscopiche da un punto fisso e, allo stesso tempo, di fornire movimenti precisi e fluidi rendono già veramente interessante questo proiettore, ma il prodotto presenta effettivamente molte altre caratteristiche notevoli. Spheriscan è dotato di una serie di effetti e funzioni di cui si potrebbe fregiare un testamobile di livello elevato. Innanzitutto, include un sistema di miscelazione colori CMY, più una ruota con sette colori speciali.
Uno shutter consente effetti stroboscopici fino a 12 flash/s ed effetti di pulsazione. Un iris lineare a 16 lame consente di ridurre il fascio luminoso e anch’esso è preprogrammato con effetti di pulsazione a velocità variabile.
Per le proiezioni, Spheriscan incorpora due ruote gobo, una con otto gobo fissi ed un’altra con sei gobo con rotazione indicizzabile a 16 bit; entrambe le ruote offrono l’effetto gobo shake. A proposito delle proiezioni, anche il controllo della messa a fuoco è a 16 bit. Questo scanner incorpora un prisma ad otto facce, anch’esso rotante ed indicizzabile e, a completare la dotazione di effetti, include un diffusore frost variabile.
Come piccola chicca, Clay Paky ha aggiunto dei LED RGB in cima alla cupola trasparente, sfruttando al massimo uno spazio altrimenti sprecato. Il motivo per questa aggiunta diventa più ovvio quando si considera la nuova innovativa possibilità di montaggio che il costruttore ha concepito per questo proiettore.
Caratteristiche fisiche
Fisicamente, Spheriscan è progettato per essere installato in orizzontale o in verticale con una tradizionale forcella ad orientamento variabile attraverso ±45°. Oltre queste possibilità, il costruttore ha aggiunto due caratteristiche importanti che, chissà, potrebbero indurre un ritorno dello scanner verso le produzioni dal vivo, anziché relegare anche questo prodotto al ruolo nelle discoteche od installazioni fisse dove gli scanner oggigiorno trovano più spesso impiego. La prima di queste caratteristiche è la coppia di maniglie opzionali che servono anche da flangia per il montaggio del proiettore ad incasso nella superficie di palchi o pedane. In questa configurazione, solo la cupola con lo specchio mobile spunta sopra la superficie. Si immaginino degli Spheriscan installati in posizioni strategiche nelle scenografie oppure allestiti in file lungo i bordi di una passerella. Qui l’utilità dei LED RGB diventa più evidente... anche quando il proiettore principale non viene impiegato per illuminazione, effetti o fasci, rimane utilizzabile un punto luce a colore variabile.
La seconda caratteristica che adatta questo proiettore ad allestimenti per il live è la costruzione con grado di protezione IP54, cioè è protetto contro la polvere e contro gli spruzzi d’acqua. Oltre a questo, le parti che si sono dimostrate da sempre le più delicate in uno scanner – l’assemblaggio dello specchio e i motori – sono racchiusi e sigillati all’interno della cupola protettiva. Questo semplice fatto è già un grosso vantaggio nella capacità di sopravvivenza rispetto ad ogni precedente scanner.
Spheriscan è anche disponibile in versione “Spherilight”, senza l’assemblaggio cupola/specchio, per applicazioni di cambiacolore o proiezione architetturale, con una semplice protezione (sempre IP54) a sostituire la cupola. Sostituendo la cupola in dotazione con questa copertura opzionale, ogni Spheriscan è retro-convertibile per questo tipo di applicazione.
Spheriscan pesa 35 kg e ha un assorbimento massimo di 1600 VA. Si controlla in DMX512 o ArtNet con 29 canali in modalità standard e con 33 in modalità vettoriale (Spherilight: 21/24 canali).
Contatti: Clay Paky
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