Amek e Negramaro: La rivincita dell’outboard
Negli ultimi grandi tour italiani di alto livello, abbiamo visto la tendenza dei fonici ad utilizzare il più possibile le risorse interne alle console, soprattutto grazie al SoundGrid che permette l’utilizzo dei plug della Waves e non solo.
Certo una scelta dettata dalla qualità ormai eccellente raggiunta dalle risorse digitali, ma anche per una questione di praticità, da non sottovalutare in tour lunghi e magari internazionali.
Ci ha fatto piacere notare come nella regia di Amek Ferrari, sound engineer italiano della vecchia scuola ma dalla grande apertura tecno-mentale, fosse presente una folta schiera di outboard analogiche piuttosto interessanti. Così, curiosi come scimmiette, siamo andati a farci spiegare di cosa si trattasse, anche perché sappiamo che la DiGiCo SD7 che Amek ha sotto le mani per il tour dei Negramaro, è dotata di Soundgrid e plug-in Waves, che proprio il fonico emiliano è stato fra i primi ad usare con profitto.
Ognuno si rilassa come gli pare: c’è chi va al mare, chi a pesca, chi legge, chi ozia… Amek per rilassarsi… salda!
“Con la console digitale – ci spiega – uso già da tempo un sommatore analogico, ed infatti qui ho il Fat Bustard, al quale invio dal banco cinque gruppi stereo in analogico; oltre alla somma analogica, che dà certamente più dinamica, apprezzo ed uso molto il parametro ‘Attitude’ con cui aggiungo distorsione armonica, ed il risultato mi soddisfa molto, perché era il sound che cercavo.
“Poi uso il Culture Vulture sulla voce: un canale per una voce massacrata e iper-distorta, l’altro canale per una distorsione più soft, ovviamente riallineata al canale pulito che comunque passa dentro un Avalon, di cui uso la compressione con attacchi velocissimi.
“Ho poi i Transient Designer di SPL su cassa, rullante e sui quattro tom, oltra al Distressor sul basso”.
Ma Amek, non contento di usare già queste macchine allo stato dell’arte, ha scelto di osare e sperimentare di più, dedicandosi alla ricerca e all’assemblaggio di outboard artigianali.
“Proprio per inseguire le distorsioni armoniche su cui lavoro da anni – ci spiega – ho iniziato a costruirmi delle outboard, un po’ per curiosità un po’ per passione, e per rilassarmi ho iniziato a saldare un po’ di roba. Sono partito da dei moduli della serie 500 API (lo chassis ovviamente è standard e comprato già fatto) dentro i quali si possono montare fino a dieci moduli di varie marche.
“L’idea arriva da alcuni ragazzi francesi che ho conosciuto, i quali partono dal preamplificatore API che poi sviluppano in varie direzioni. Loro mi mandano la componentistica che poi io assemblo a mio piacimento, cambiando ad esempio i trasformatori in ingresso e uscita.
“Sono nati questi due pre microfonici che si possono usare anche in insert, in linea.
“Poi ho un modulo pre al germanio (Amek 05) realizzato da un ragazzo palermitano: me ne ha mandato uno dentro il quale si possono installare diversi diodi al germanio che generano sfumature di colore molto particolari, ma in effetti adesso non lo sto usando.
“Amek 08 è invece un clone dell’1176 Urei – continua Amek – ma con una modifica: il pulsante ‘distorsione’! I modulini 9 e 10 arrivano da un progetto di un tipo di Philadelphia: dentro al modulo della 500 API c’è una motherboard che può ospitare fino a tre schede, ognuna con un colore diverso, e infatti adesso molti costruttori producono le schede apposta per questi moduli. Il suono si seleziona mediante dei pulsanti che cambiano davvero colore al LED. Questi li uso in insert sul rullante, sopra e sotto; ho un trasformatore della Cinemag, per usare la sua distorsione, a cui si aggiunge la distorsione degli integrati C-MOS: funziona! Insomma mi diverto ad ascoltare il risultato delle varie schede e scegliere quello che si avvicina di più al suono che ho in testa.
“Amek 11 e 12 sono pre microfonici valvolari che montano due valvole – prosegue – con trasformatori Lundahl in ingresso e Cinemag in uscita, hanno anche l’ingresso DI; questa è la macchina che mi ha dato più risultati pratici, perché grazie ad essa sono riuscito a far suonare in DI il bassista, eliminando testata e cassa dal palco! Ho casualmente lasciato questo pre in sala prove, Ermanno incuriosito ci ha giocato un po’ e mi ha telefonato subito dicendomi ‘Questo è mio!’. Infatti ha eliminato tutto: arriva direttamente dal basso splittato su due canali, uno megadistorto, l’altro pulito, e da qui il segnale va nel canale del mixer con una equalizzazione praticamente flat! I due canali poi li mando nel Distressor per la compressione finale. Lui ne ha due sul palco, ed io ne ho due spare qui in regia. L’ho provato anche su cassa e rullante ed il risultato è bellissimo: sfrutta la compressione naturale della valvola ed ha tre stadi di gain, molto simile al progetto originale Neve.
“Un’altra macchina fantastica è questo Stereo Tape Simulator – dice entusiasta Amek – realizzata dagli stessi ragazzi francesi, che simula in maniera impressionante il nastro analogico: hanno preso una testina e qualcos’altro che non so, perché è saldato ed incapsulato; come sfumatura di suono è possibile scegliere le velocità del nastro, 30 pollici, 15 o 7,5. La uso in insert sul gruppo della batteria: abbiamo provato col batterista con e senza questa macchina, risultato: mai più senza!
“Insomma si tratta di macchine che aggiungono colore e soprattutto personalità al suono: se ascoltiamo i dischi anni ‘70-’80, ci accorgiamo che suonano ancora molto bene, proprio perché si sfruttavano le distorsioni armoniche dei banchi analogici e del nastro, che davano quel qualcosa in più: non a caso i produttori di plug-in cercano al massimo di emulare le macchine analogiche, grafica compresa!
“Per quanto si siano fatti passi enormi – conclude Amek – io credo che ci sia ancora distanza fra l’emulazione digitale ed il sound delle macchine analogiche, alcuni parametri sono emulati ottimamente, ma in altri sento una certa legnosità, anche se, volendo, sulla mia SD7 ho disponibile il SoundGrid con tutti i Waves…
“Parliamoci chiaro – conlcude saggiamente Amek – ovviamente siamo nel campo della ‘pugnettistica’, ma all’orecchio non si comanda!”.
Però, a sera, quando ascoltiamo il concerto all’Arena della Regina di Cattolica, sentiamo che il sound live dei Negramaro è… il sound live dei Negramaro, con una propria spiccata personalità ed un carattere che certo provengono anche dal grande lavoro del loro sound engineer.
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