Allen & Heath SQ7 – Console audio digitale 48 canali - 96 kHz
In distribuzione la nuova ammiraglia della serie SQ.
di Giancarlo Messina
Quando, come spesso accade, dei brand storici vengono riuniti sotto un’unica grande ala, forse si perde un po’ di quel romanticismo dei bei tempi andati, quando la passione, prima del grande business, portava i costruttori a lavorare di lima sul singolo componente, nei loro laboratori seminterrati (almeno così ci piace immaginarli), creando prodotti quasi artigianali e di grande fascino, ciascuno con il proprio timbro peculiare, con la propria personalità.
Ma i tempi sono cambiati, anzi, sono stati stravolti dalla tecnologia digitale che abbiamo visto erompere senza possibilità di ritorno (anche) nel mondo delle console audio, e con essa sono cambiati il mercato e l’industria: oggi servono ben altre competenze per creare prodotti all’avanguardia, molto più complesse, ma anche ben altri componenti, ai quali è strettamente legato il rendimento di una console, che, alla fine, è un computer dedicato al mixaggio il quale deve sgomitare su un mercato mondiale piuttosto saturo di bit.
Con buona pace del romanticismo di cui sopra, uno degli effetti di questo nuovo stato di cose è l’incredibile miglioramento dei prodotti di fascia entry level, grazie al quale è possibile disporre di funzioni e di qualità con budget un tempo impensabili. Perché quando un grande gruppo progetta e acquista per le console top di gamma, presto o tardi (a volte molto presto!) i risultati vengono spalmati anche sui modelli e sui brand proposti a un mercato meno ricco ma ovviamente più ampio, e questo, nella legge dei grandi numeri, a volte vuol dire grandi soddisfazioni, per il produttore ma anche per il consumatore.
Sono queste le riflessioni che ci sono venute in mente quando Allen & Heath ha cominciato a distribuire, nell’ottobre del 2018, la console SQ7, prodotto di punta della gamma SQ, già presente con i modelli più piccoli SQ5 ed SQ6.
Stiamo parlando infatti di prodotti mirati ad una fascia di prezzo più che abbordabile, che potremmo definire entry level per il settore professionale, ma che presentano caratteristiche un tempo impensabili in questa fascia di mercato e che possono davvero tornare utili ai service in tantissime occasioni, anche in grandi allestimenti.
Questo grazie soprattutto al cuore pulsante della serie SQ, cioè il processore FPGA, davvero un’eccezione per questa tipologia di prodotti, visto che è lo stesso impiegato nelle serie di livello superiore, come la dLive, e dalla stessa DiGiCo, facente parte ormai della stessa famiglia.
Insomma si tratta di un mixer in grado di portare ad un diffuso livello di accessibilità una tecnologia prima riservata a prodotti molto più costosi.
Ma cominciamo descrivendo le caratteristiche salienti di questa SQ7 che aggiunge fader fisici e preamplificatori rispetto alle sorelle minori. Infatti mentre SQ5 ed SQ6 hanno rispettivamente onboard 16 preamplificatori con 17 fader e 24 preamplificatori con 25 fader, la nuova arrivata offre ben 32 preamplificatori incorporati e 33 fader.
La console dispone infatti di 37 ingressi analogici, a cui sono abbinati 18 output, sempre analogici. Ma ovviamente il mondo dei canali disponibili si espande considerando le possibilità digitali, grazie alla gestione di diversi protocolli, da Dante al coltellino svizzero della casa SLink.
Se utilizzando degli stage rack, SQ7 è in grado di gestire fino a 48 ingressi su 24 uscite, installando le schede aggiuntive, da inserire nell’apposito slot, si entra nel mondo Dante (con 64 x 64 canali a 96 kHz), Waves Soundgrid o, appunto, SLink, a 96 o 48 kHz.
Iniziate a capire quindi perché abbiamo parlato di prestazioni elevate per questa fascia di prodotto, ma non è tutto: le console della serie SQ, infatti, non solo sono in grado di lavorare fino a 96 kHz e 24 bit, assicurando una qualità ai più alti livelli, ma hanno anche una latenza davvero ridotta (inferiore a 0,7 ms).
La superficie di controllo è ben realizzata, con i suoi 32+1 fader assegnabili liberamente su sei layer, ai quali si aggiungono un monitor touchscreen da 7”, posto al centro, 16 tasti (SoftKey) assegnabili a varie funzioni e otto manopole (SoftRotary), anche queste assegnabili a diversi compiti, grazie a cui è possibile customizzare la superficie di controllo.
Particolarmente interessante è il protocollo proprietario SLink, di cui la console è dotata nativamente, perché consente di interfacciarsi non solo con un’altra SQ, ma anche con qualsiasi altra console della serie superiore dLive e, con opportune regolazioni di clock, anche con la serie più economica QU, consentendo in tutti i casi uno split digitale pratico per configurazioni sala/palco. Alla porta SLink è possibile connettere uno o più stage rack, della serie DX a 96 kHz ma anche, in alternativa, uno stage rack nato per la serie QU/GLD (vedi AR2412 o AB 168 a 48 kHz). La console è in grado di riconoscere il tipo di segnale in ingresso (e quindi all’occorrenza anche il protocollo GigaAce di dLive a 96 kHz) e di settarsi automaticamente alla frequenza di campionamento necessaria per un perfetto ed immediato funzionamento “plug&play”.
Inoltre, nello slot di espansione disponibile è possibile inserire un’ulteriore scheda SLink, e la macchina diventa addirittura in grado di gestire anche mondi differenti con stage rack di tipo differente e clock diversi!
Sarebbe utopico, ancorché inutile, illustrare le mille funzionalità di questa SQ7, che poi sono in buona parte quelle all’insegna della flessibilità e della praticità d’uso che caratterizzano le moderne console digitali professionali: chi fosse interessato non deve ormai far altro che una banale ricerca sul Web per scoprire ogni piega di software e hardware.
Quello che invece non si troverà così facilmente, e che farà sgranare gli occhi dallo stupore al lettore, ve lo diciamo noi.
Tenetevi saldi: il listino, e dico “il listino”, recita che occorrono… 2.699 euro per la SQ5, 3.499 euro per la SQ6 e 4.499 euro per la SQ7!
Forse adesso si comprenderà ancora meglio la nostra introduzione!
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