Clay Paky A.Leda B‑Eye
Sono stato punto da un’Ape...
di Alfio Morelli
La scoperta di questo nuovo faro si può paragonare alla puntura di un’ape: hai una scossa improvvisa e sei fortemente impressionato dall’impatto che può avere una cosa che, fino a quel momento, poteva sembrare così banale. Ancora una volta Clay Paky ha fatto centro.
Visto sulla carta, potrebbe anche passare inosservato il nuovo prodotto di un costruttore prolifico come Clay Paky, tra l’altro anche “solo” una variante nuova di un modello preesistente. Certo la tecnologia dei proiettori a LED è in rapida evoluzione e le idee di un wash a LED con sistema di zoom fino ad un fascio stretto e quella delle lenti frontali che si illuminano per effetti di precisione in controluce sono già state viste in quest’ultimo paio di anni. Poiché Clay Paky aveva aspettato relativamente a lungo per entrare nel mercato dei proiettori LED, parecchie persone nell’industria avevano avuto l’idea (ora ripensata, spero) che l’azienda stesse giocando a rincorrere in questo campo.
La serie A.Leda, presentata nel 2011, si è invece rivelata subito non solo al passo dei leader nel mercato, ma anche dotata di diverse innovazioni. Adesso è diventato chiaro che la squadra di ricerca e sviluppo di Clay Paky, fresca dall’aver lanciato negli ultimi anni niente meno che una nuova categoria di proiettore, con Sharpy, ha diretto la sua attenzione ai proiettori a LED.
A.Leda B‑Eye è stato presentato in anteprima al Plasa di Londra, dove subito il K20 B‑Eye ha preso un premio per l’innovazione. Clay Paky, con questo B‑Eye (gioco di parole che, letto ad alta voce, in inglese significa occhio d’ape), ha preso spunto proprio dall’occhio composto di un insetto, che è diviso in tanti piccoli ricettori, ognuno con una lente separata. L’assemblaggio di questa lente frontale è molto complesso: le lenti individuali per le sorgenti sono organizzate in anelli e le lenti di ogni anello hanno una forma poligonale diversa ed asimmetrica (a parte la lente centrale esagonale), chiaramente appositamente studiata per rifrangere la luce nel modo giusto secondo la posizione nello schieramento.
Effettivamente, i modelli B‑Eye sono due: K20 B‑Eye e K10 B‑Eye, basati, rispettivamente su i proiettori A.Leda K20, con 37 LED da 15 W ognuno, e K10 con 19. Il modello K10 B‑Eye è già un prodotto innovativo in sé: combinato con l’indirizzamento dei LED individuali e con i macro degli effetti (già ereditati dal modello wash standard), l’aggiunta della lente frontale fornisce sia un fascio distinto per ogni sorgente sia un effetto “eye candy” in controluce.
Il modello K20 B‑Eye, invece, incorpora una caratteristica che, oltre ad essere un proiettore wash potente, lo rende, nella nostra opinione, l’effetto nuovo più interessante dell’ultimo periodo. Oltre al movimento in asse che fornisce lo zoom del wash e assiste nella creazione dell’effetto multi-beam, l’assemblaggio di lenti frontali offre una rotazione rispetto alle sorgenti luminose. Combinato con le forme particolari delle lenti, questo movimento restituisce degli effetti bellissimi ed utili nonostante il punto di vista dell’osservatore: visto fuori asse a mezz’aria crea dei fasci danzanti che sembrano attorcigliarsi l’uno all’altro; visto in controluce crea un effetto caleidoscopico ad oggi senza paragoni; e visto proiettato sembra un gobo i cui quadratini si muovono tutti indipendentemente.
Non pensiamo che questo proiettore sia il punto d’arrivo... anzi, lo riteniamo un primo passo per una nuova ricerca e sviluppo dei proiettori a LED. Vedremo dei LED sempre più potenti e, con il tempo, probabilmente arriveranno a dominare le luci per l’intrattenimento. Quindi la sfida tra i costruttori resta sicuramente nello scoprire nuovi modi di vedere i proiettori a sorgenti multiple come un vantaggio da sfruttare in modo creativo. Questo B‑Eye ci mostra in anteprima una nuova strada.
Ma, come ha detto Martin Mull (o Elvis Costello o Frank Zappa o Laurie Anderson), “Scrivere della musica e come ballare dell’architettura”, perciò la parola stampata non è il mezzo giusto per descrivere le capacità di questo proiettore: si deve vedere.
Immagino che con queste novità i lighting designer abbiano da leccarsi i baffi, perché si aprono dei nuovi orizzonti per le scenografie luminose. Saremo curiosi di vedere di che cosa saranno capaci di regalarci prossimamente sui palchi ed in televisione.
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contatti: Clay Paky