Yamaha TFRack - Mixer digitale con interfaccia Tio1608D
Abbiamo esplorato le funzionalità del nuovo mixer digitale dedicato alle installazioni.
di Giancarlo Messina
Coglie anche voi un fremito di vaga felicità quando vi accingete a scartare un nuovo acquisto? Già le immagini del cartone esalano un’ilare brezza... poi il taglierino incide il nastro adesivo e, finalmente, l’oggetto del desiderio... anzi no: prima, di solito, c’è il cellophane che lo avvolge. Poi si toglie il polistirolo sagomato che protegge il nostro oggetto come un bambino nella culla... et voila! Eccolo lì! Che gioia! Deve essere un retaggio dei giochi impacchettati che ci regalavano da bambini... perché, in fondo, sempre di giocattoloni si tratta.
In questo caso abbiamo scartato per voi il nuovo mixer digitale Yamaha TFRack, testato insieme all’interfaccia Tio1608 ed alla scheda NY64D, necessaria per la gestione del protocollo Dante.
La memoria dello scrivente va indietro di... 18 anni (non si accettano commenti, grazie) quando ebbe il piacere di conoscere ed intervistare il signor Itaru Kudo, ingegnere progettista della console Yamaha PM1D, il primo modello di fascia alta dell’azienda giapponese (l’ultimo al lavoro l’abbiamo visto nel teatro della Costa Concordia... ma non ricordo che fosse un prodotto IP69).
Ciò per dire che Yamaha ha una grandissima esperienza nelle console digitali, che davvero offrono ormai assoluta affidabilità, qualità sonora e praticità di utilizzo.
Il nostro TF-Rack altro non è che una console della serie TF senza la superficie di controllo. Anche il software, aggiornato alla release 3.0, è il medesimo e introduce dei preset per alcuni fra i più comuni microfoni e strumenti musicali.
Ovviamente la scomparsa dei fader e dei pulsanti fisici sui canali indica che questa console è pensata per tutte quelle situazioni in cui sia più importante ottimizzare lo spazio che mixare una band dal vivo. Quindi è una macchina che offre grandissima flessibilità e qualità nelle installazioni: dai luoghi di culto ai teatri, dalle sale convegno ai club e chi più ne ha più ne metta.
Sia chiaro che comunque è possibile gestire con una certa tranquillità anche un evento live o il monitoraggio su un palco, perché TFRack può essere controllato da remoto con un computer o con un tablet, utilizzando gli appositi software Yamaha, con cui molti professionisti hanno ormai una certa confidenza e che, per altro, sono di facile comprensione anche per i neofiti: TF Editor, TF StageMixer, MonitorMix; chi volesse farne pratica può scaricarli a titolo gratuito e giocarci un po’ anche senza possedere la console. Per completare la panoramica sul software, aggiungiamo che dentro la confezione del mixer si trova in bundle anche Nuendo Live della Steinberg, utilizzabile su piattaforme Mac e PC.
Noi abbiamo installato sul nostro i-Pad TF StageMixer: bisogna specificare che il tablet si collega al mixer non direttamente ma tramite rete, quindi è necessario che TFRack sia collegato via cavo alla stessa rete cui è collegato il WiFi del tablet. Fatto ciò, il riconoscimento della macchina è immediato e si può subito cominciare a lavorare in modo operativo senza altri indugi.
Ma qualora non si voglia utilizzare un device di controllo esterno, il mixer offre una certa autonomia. È infatti dotato di monitor touchscreen da sette pollici con controllo multitouch, nonché di vari pulsanti e manopole che consentono di navigare fra i vari parametri ed apportare tutte le modifiche necessarie.
Prima di dare una panoramica dell’operatività del software e dei controlli, vediamo le potenzialità del mixer.
TFRack opera con una frequenza di campionamento di 48 kHz e dispone di 16 ingressi microfonici più uno stereo di linea e 40 canali di mixaggio con elaborazione completa (32 mono + 2 stereo + 2 return), 8 gruppi DCA, 8 aux mono, 6 aux stereo, un bus stereo ed un bus sub, oltre a 16 uscite analogiche.
Il DSP a bordo consente l’uso di otto effetti equivalenti ai processori Yamaha SPX – due dei quali accessibili globalmente e altri sei dedicati agli aux stereo (eventualmente reindirizzabili verso il main bus) – più 10 EQ grafici. Gli aux monofonici e le uscite main dispongono degli stessi EQ parametrici già disponibili sugli ingressi, più un equalizzatore grafico Flex12 a 31 bande.
Da segnalare l’adozione dei preamplificatori DPre e della funzione Gain Finder, ovviamente pensata per dare una mano ai meno esperti nell’impostare il livello ottimale di guadagno su ogni canale: dobbiamo dire che funziona anche piuttosto bene, e in alcune situazioni può tornare utile a chiunque per velocizzare il lavoro. Per le regolazioni fini poi ovviamente c’è tempo.
Con Nuendo Live, ed ovviamente un PC, si possono registrare via USB fino a 34 canali. È anche possibile la registrazione e riproduzione di due tracce con un semplice dispositivo di memoria USB o un iPad.
Ovviamente la scheda D-NY64 apre tutto un altro mondo, perché consente di inserire la macchina in una rete Dante, con 64 canali in ingresso e 64 canali in uscita.
I controlli hardware sul pannello sono ergonomicamente ben posizionati e accessibili, certo a patto di non avere installato la macchina in fondo al rack a 10 centimetri da terra! Sotto il touch-screen troviamo tre tasti molto importanti: la stellina a sinistra porta alla library con i preset a cui abbiamo già accennato, il tasto centrale “Home” porta alla schermata principale con i fader dei canali, mentre il tasto a destra “Menu” dà accesso ai comandi disponibili nella sezione visualizzata, come, ad esempio, la possibilità di copiare i preset dei canali.
Nella sezione destra troviamo subito 4 tasti denominati “Fader Bank” che, ovviamente, agiscono sulla visualizzazione rapida dei vari gruppi di fader sul monitor: “Input” porta ai canali di ingresso, “Group” agli otto DCA e “Output” ai canali in uscita; il tasto “Custom” porta invece ai canali assegnati dall’utente al suo banco fader personalizzato.
Sotto di questo è posta la manopola “Touch and Turn” che agisce sul parametro selezionato con un tocco sul monitor; il mixer dispone anche della funzione “1knob” che consente di regolare contemporaneamente più parametri dell’eq. o del compressore, modalità attivabile o disattivabile dalle relative schermate. Accanto a questa manopola c’è anche un tasto “Shift” che fornisce funzioni aggiuntive in alcune schermate.
Seguono due gruppi di controllo molto utili, costituiti da sei pulsanti e quattro manopole. Tali controlli immediati possono essere assegnati alla funzione o al parametro desiderato dall’utente nella finestra “Setup”, in modo molto rapido ed intuitivo. Di default le manopole sono assegnate, da sinistra a destra, ai controlli di gain, eq, gate e compressore, mentre i pulsanti al recall delle scene.
I due tasti della sezione “mute” silenziano l’audio sui canali inseriti in un gruppo di disattivazione oppure l’audio del modulo FX. Ovviamente è possibile togliere dal gruppo i canali che non si vogliono silenziare, anche al volo attivando la funzione “mute safe” disponibile sulla schermata del singolo canale.
Poco da dire sull’uscita cuffie e relativo volume, così come sul tasto “tap”, se non che tale pulsante lampeggia al tempo impostato ma si può spegnere, per fortuna, dal menu Setup>Preference>Others; il rimanente tasto “Cue Clear” disattiva ovviamente il cue in tutti i canali e si illumina quando è in funzione.
Presenti sul pannello anche due porte USB destinate a iPad o altro dispositivo e ad una memoria USB. Attenzione: queste porte non hanno niente a che vedere con il controllo del mixer, ma servono solo per importare o esportare un segnale audio stereo o eseguire una lettura/scrittura dei dati. Sembrerebbe una banalità, invece in molte occasioni questa possibilità può tornare utilissima per mandare agilmente musica di sottofondo dal proprio dispositivo mobile o registrare l’uscita del mixer e salvarla come file audio (WAV).
Riteniamo ozioso spiegare pedissequamente le connessioni sul pannello posteriore che ciascuno dei nostri lettori può subito intuire dalla foto. Solo da segnalare che qui troviamo la porta USB giusta per collegare un computer trasformando il mixer in una vera interfaccia audio capace di gestire fino a 34 canali I/O a 48 kHz.
Completiamo l’esplorazione del sistema installando la scheda NY64D e collegando il Tio1608D. Occorrono soltanto un cacciavite e un cavo di rete ed il gioco è fatto, perché il sistema si auto-configura ed è subito operativo!
Diamo un’occhiata al pannello: sull’ingresso di ogni singolo canale un piccolo LED segnala l’eventuale attivazione dell’alimentazione phantom a +48 V, mentre, a destra, altri due LED mostrano lo stato di ingresso e uscita dei jack analogici, illuminandosi di verde o di rosso. Lo switch “Unit ID” deve essere utilizzato per identificare la macchina quando si usano contemporaneamente più unità e deve essere coerente con lo switch posto sul retro che ha la stessa funzione. Usando noi una sola unità, abbiamo lasciato tutto in modalità automatica (Quick Config – ON) prendendo subito pieno possesso delle funzionalità, come il controllo dei pre-amplificatori integrati.
Insomma TF-Rack è davvero una gran bella macchina, che ha alle spalle tutta l’esperienza della casa giapponese nello sviluppo delle console digitali, per di più ad un costo davvero molto accessibile. La immaginiamo perfetta per quella tipologia di venue a cui abbiamo già accennato, a cui può assicurare grande flessibilità e massima affidabilità.
Unico cruccio: adesso ci tocca rimettere tutto nelle scatole!
Contatti: Yamaha Music Europe GmbH - Branch Italy
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