WiSH Outdoor Italia 2016
Dopo essere sbarcato in Messico, il franchise del festival EDM olandese ha aperto da quest'estate anche in Italia.
di Douglas Cole
Ci sono stati tentativi nel passato – alcuni più e alcuni meno riusciti – di proporre dei festival estivi di musica elettronica in Italia, ma già da un decennio il mercato europeo dei grandi festival EDM (electronic dance music) è fortemente pilotato dagli olandesi e dai belgi, con eventi come Tommorowland, Sensation, Awakenings, Dour Festival, Pukkelpop, Dekmantel, Mysteryland e WiSH, ma con una bella concorrenza dall’Est e dai Balcani con Untold Festival, Outlook, Balaton Sound, Hideout Festival, Ultra Europe e altri. Alcuni degli organizzatori olandesi, come abbiamo già visto con Sensation, sono riusciti a portare i loro show in giro per il mondo con eventi indoor e outdoor, praticamente in tournée o con una specie di franchising, collaborando con promoter di diversi paesi e prestando la loro competenza alla creazione di versioni internazionali dei propri festival. Il fenomeno del franchising è ora sbarcato in Italia con la proposta, a settembre, del WiSH Outdoor Festival a Firenze.
WiSH Outdoor, il festival originale, è un evento consolidato che si svolge nella parte sud dei Paesi bassi. Quest’anno ha celebrato la sua decima edizione con tre giorni di musica, all’inizio di luglio, con un sold-out di oltre 60.000 persone. Già dal 2015, gli organizzatori sono riusciti a stabilire a Monterey, proprio dall’altra parte del mondo, il festival WiSH Outdoor Mexico, vendendo quest’anno 26.000 biglietti. La nuova avventura italiana si è realizzata grazie alla collaborazione tra WiSH e WEC – World Entertainment Company – il gruppo che comprende BAGS Entertainment, con sedi a Modena e a Milano.
Così nasce WiSH Outdoor Italia, la cui prima edizione si è svolta il 10 settembre all’Ippodromo del Visarno, nel Parco delle Cascine – proprio una breve camminata dal centro storico di Firenze. Dopo esserci stupiti ogni anno per le foto che arrivano degli allestimenti di questi festival – in particolare le fantasiose scenografie – non potevamo perderne lo sbarco in Italia. Così indossiamo capellino, occhiali da sole, scarpe comode, repellente per le zanzare – e tappi nelle orecchie – e ci rechiamo all’ippodromo.
Arriviamo a festival già avviato – gli orari vanno da mezzogiorno a mezzanotte – e, nonostante la festosità generale dell’ambiente, cerchiamo subito un po’ di ombra sotto una delle due tendo-teche all’estremità del campo opposto al palco principale. Anche da queste erompe della musica strapotente. Il frontale del palco principale è di 60 metri, con una complessa scenografia di campanili, cupole, torrette ed archi, tutto rappresentativo dell’immaginario collettivo di uno skyline italiano. Al centro c’è un’enorme testa di leone con criniera, la cui mandibola si apre e chiude con una lentezza quasi impercettibile. Questo segue uno schema che abbiamo visto nelle foto delle edizioni olandesi (tettucci da favole nordiche) e messicane (un toro circondato da case in mattoni di paglia e argilla e totem). Display video sono integrati in gran parte della scenografia e la visibilità è notevole, anche sotto il sole battente del primo pomeriggio.
Dopo il sopralluogo generale, ci spostiamo verso gli uffici della produzione, collocati un paio di centinaia di metri dietro il palco, nelle scuderie dell’ippodromo, più precisamente proprio nelle stalle, meticolosamente svuotate e ripulite.
L’organizzazione italiana
Innanzitutto facciamo due chiacchiere con Daniele Spadaro, uno dei componenti della squadra di comunicazione.
“Si tratta di una produzione italo-olandese – spiega Daniele – che possiede una società che cura la produzione della scenografia, cosa molto funzionale in un’ottica di economia di scala, considerato che tutto il materiale viene creato nuovo per ogni singolo evento.
“La scaletta dei DJ viene decisa insieme – continua Daniele – e si tratta di decisioni che tengono conto di molti fattori: il mercato, quello che chiedono i fan italiani, il piacere dei DJ nel suonare ad un festival del genere, ecc. Sempre artisticamente parlando, la musica prevalentemente suonata è l’EDM, electronic dance music, termine coniato dagli americani per raggruppare all’interno di un nuovo concetto la musica da discoteca e portarla allo stesso livello della musica rock, cosa che sono riusciti a fare benissimo. Gli artisti vengono scelti anche sulla base delle classifiche stilate dalla rivista DJ MAG, che ogni anno compila una lista dei migliori DJ del mondo. Abbiamo, ad esempio, Steve Aoki, vero e proprio showman che propone uno spettacolo incredibile, Zedd, che ha vinto persino dei Grammy Award, Ummet Ozcan e tanti italiani di livello come EDX e Merk & Kremont. Nulla da dire: la line-up è ottima.
“In tutto il mondo i festival di musica elettronica radunano decine di migliaia di persone e i DJ sono le rockstar del terzo millennio. Un trend mondiale che, negli anni scorsi, è stato seguito all’estero anche da molti italiani, quindi era giunto il momento di portare queste realtà anche in Italia. Questo è un festival mondiale, che in Olanda fa 60.000 persone, con i migliori DJ.
Una cosa che mi colpisce è il vostro modo di fare comunicazione, che io ritengo abbastanza diverso dallo standard.
Di sicuro facciamo largo uso dei social, ma c’è anche la comunicazione istituzionale di cui mi occupo io, i media di settore e generalisti. Non avrai visto cartelloni in giro perché è un tipo di comunicazione che ritengo personalmente superata, molto più efficace l’andare a colpire Facebook, nei gruppi e community.
Massimo Fregnani – Promoter
“In questa occasione – ci dice Massimo – io lavoro per WEC, World Entertainment Company, che è la fusione tra una vecchia agenzia di musica classica, una biglietteria scatenata com’è quella di Best Union, guidata da Montebugnoli, che ormai ha conquistato da Orlando a Singapore, e la mia follia che ha voluto portare anche sul mercato italiano la musica elettronica, perché sono convinto che nel futuro l’Italia tornerà ad essere importante in questo ambito. Del resto, siamo stati noi a spedire i primi DJ all’estero vent’anni fa, poi ci siamo un po’ arenati e ci siamo fatti sorpassare dagli olandesi, ma sono convinto che la nostra melodia e la nostra creatività abbiano ancora molto da dire in tutto il mondo.
Vent’anni fa tu lavoravi nel live pop/rock italiano, da Pino Daniele a Gianna Nannini; come mai questo viaggio nell’elettronica?
Perché sono convinto che sia il futuro. Considera che in America l’EDM ha già il 35% del mercato; in Italia non ancora, ma i brani di DJ come Guetta o Avicii sono ormai da tempo nelle nostre classifiche musicali e sono conosciuti da tutti, non solo dagli interessati al genere.
Adesso ti occupi solo di queste cose?
No, mi occupo ancora di family entertainment. Quando è nata mia figlia, decisi di prendermi un anno sabbatico per stare con la famiglia e fui invitato da David Zard a Parigi a vedere Notre Dame de Paris; da lì rimasi folgorato e partii con lui per un’avventura che è durata fino al 2005, quindici anni, durante i quali abbiamo fatto il Cirque du Soleil, La Tosca e tutto quello che era il family entertainment più importante in Europa. Poi abbiamo preso strade diverse: io perseguo ancora il filone circo, infatti ho in Italia il Cirque du Soleil sotto il tendone, che porterò ad aprile 2017 a Roma.
Per quanto riguarda la musica elettronica, questo è stato un esperimento fortemente voluto da tutti. Chiaramente il progetto deve essere giudicato nell’arco di tre anni, perché se guardassimo il bilancio solo di quest’anno il mio direttore di banca sarebbe molto preoccupato, ma sono convinto, nel giro di tre anni, di portare questo appuntamento al livello di quelli europei. In Italia, purtroppo, abbiamo un problema: tutto è un festival, dalla festa della birra alla Festa dell’Unità, per cui far capire alla gente cosa intendiamo noi per festival può non essere da subito facile. È per questo che sono andato a prendere il brand Sensation: per avere già una credibilità artistica che possa dare un segnale preciso.
Come funziona – hai comprato l’evento o sei in partecipazione con loro?
Nel caso particolare di WiSH, siccome gli olandesi tenevano molto al mercato europeo, abbiamo fatto e faremo una società insieme che riguarderà sia l’aspetto artistico sia quello economico – spese di produzione, ecc. Tieni presente che la line-up che è qui oggi è una line-up da oltre 420.000 euro, quindi impegnativa, senza contare le bizzarrie che ogni DJ chiede.
Mi pare di capire che siano oltre le rock star...
Tieni presente che il mercato americano li ha viziati molto. Quando, l’anno scorso, avrei voluto chiamare Avicii per la serata conclusiva del Sensation, il mio concorrente per la stessa sera a Las Vegas gli ha messo sul tavolo un milione e duecentomila dollari cash per quattro week-end. Oppure le NERVO, che avevano dato l’adesione qui a Firenze, faranno invece quattro settimane in Asia, agli Ultra di Singapore, Tokio e Saigon e prendono la bellezza di 300.000 euro. Del resto, confrontata con il mercato globale, l’Italia è piccola. E poi c’è da dire che all’estero, ad esempio in Germania, pagare 90 Euro per il biglietto di un festival è normale; in Italia chiedere 50 Euro è già difficile.
Come mai Firenze?
Abbiamo preso in considerazione tante location, ma questa, in mezzo alla città, in un’area bellissima, molto capiente, in un crocevia dell’Italia, è stata la più convincente. Diciamo che la città, dal punto di vista mentale e burocratico, non è stata molto aperta, ma credo che un festival del genere aiuti a ringiovanire l’immagine di questa splendida città anche agli occhi dei giovani europei.
Ronnie Santegoeds – Produttore tecnico per 4Light
Per il palco principale, tutta la gestione tecnica è a carico di 4Light, società olandese che si occupa anche della produzione dell’edizione nei Paesi Bassi. Per avere dei dettagli sulle tecnologie usate e sull’allestimento parliamo con Ronnie Santegoeds, produttore tecnico per 4Light.
“Per questo evento – ci dice Ronnie – ci stiamo occupando di audio, luci, video e rigging. Noi ci occupiamo solo del palco principale... le tende sono gestite tecnicamente una da Sound and Light Technology, un fornitore locale della zona degli organizzatori di WiSH, e l’altra da un fornitore locale”.
Siete specializzati proprio nella produzione dei festival?
La nostra azienda è attiva in tre mercati, principalmente: facciamo gli allestimenti per questi tipi di evento, i festival; poi lavoriamo in touring con il mercato dei DJ olandesi come Armin e Afrojack; inoltre lavoriamo nel mercato degli eventi corporate. Infatti, domani devo tornare presto in Olanda perché abbiamo un grande evento corporate.
Ci piace il mercato degli eventi corporate perché con i festival si possono fare cose molto belle, ma su un evento corporate le economie e il tempo permettono di andare altri tre o quattro passi avanti nei dettagli. Ci piace la combinazione di questi tre mercati... nonostante la differenza dei clienti, gli obbiettivi e i metodi sono simili e possiamo lavorare con lo stesso personale.
Chi sono i fornitori o service coinvolti?
In questo caso, stiamo facendo un dry hire per il promoter. Abbiamo accettato offerte dai fornitori locali ma anche in Olanda. Alla fine, abbiamo deciso di noleggiare in Olanda e spedire tutto qui su cinque camion. Abbiamo noleggiato il materiale e messo insieme la squadra di freelancer per la produzione.
Per quanto riguarda il noleggio del materiale, in Olanda lavoriamo con Rent-All e in Belgio lavoriamo con Phlippo. In questo caso, stiamo usando materiale da Rent-All, a parte il video, che viene da PixelScreen, in Belgio.
Tutta la struttura arriva dall’Olanda, da Coreworks, che ha mandato una squadra di quattro persone a cui sono stati aggiunti dodici skaff locali per l’allestimento. Solo la zavorra è stata fornita localmente, da Italstage, perché ovviamente non ha senso spedire cemento dall’Olanda.
La scenografia è progettata da WiSH, che ha il proprio costruttore di scenografia che si chiama StageKings. La scenografia è prodotta in Olanda ed è stata spedita in treno fin qui. Effettivamente è veloce e conveniente: si carica un container ad un deposito ferroviario per poi ri-scaricarlo localmente e metterlo su un camion fino alla venue.
L’unico fornitore con una squadra propria è PixelScreen, che ha quattro persone. Io ho un system engineer per il video nella mia squadra e abbiamo portato con noi i rigger, i luciai e dei ragazzi per l’audio. Quando lavoriamo con dei fornitori locali arriviamo in cinque, un capo squadra per ogni settore, ma in questo caso ci conveniva a livello di costi mandare il materiale da Olanda e Belgio e portare giù una crew nostra. Abbiamo una piccola squadra di produzione nostra, per tutti i settori, che allarghiamo con dei freelancer secondo la situazione.
Cosa ci puoi dire del materiale che avete qui, per esempio l’audio?
Nell’azienda io mi occupo di rigging, lighting e video, ma per l’audio faccio solo il lavoro di base – quante casse e dove vanno – mentre Rudy Bouwens si occupa di tutta la preproduzione audio, della simulazione e del sound design. Generalmente usiamo L-Acoustics, ma lavoriamo anche con d&b o Adamson. Possiamo lavorare con altri impianti ma, particolarmente nella scena DJ, questi sono i marchi specificati.
Qui, abbiamo quattro array di 12 K2 con quattro K1SB in cima per tenere il suono un po’ più “maturo” in platea, poi i sub a terra sono otto stack di quattro SB28 ognuno. Per i front-fill ci sono otto array di KARA sopra gli stack di sub.
Essendo un festival con dei DJ, tutto l’audio è gestito tramite una piccola console Yamaha CL3 e una CL1 come spare... in fondo gli unici ingressi al RIO che abbiamo sono due postazioni da DJ e due timecode player Hyperdeck. Ci piacciano molto queste piccole console Yamaha.
C’è un importante uso di video nella scenografia, anche...
Sì, abbiamo 1040 moduli 50 x 50 cm di PixelScreen PLED205Q. È un nuovo display con passo da 10 mm, black-face, con luminanza massima da 6000 nit. È curvabile in orizzontale e pesa solo 8 kg per ogni modulo. Per il trasporto è fantastico, perché in un singolo bilico entrano 1040 moduli più cablaggio e rigging. A livello di risoluzione non è il massimo, ma è un prodotto eccezionale per il touring o per allestimenti lontani da casa... particolarmente grazie alla luminanza molto elevata, che sotto questo sole italiano ci voleva proprio.
Chi ha creato il disegno luci e video?
Il disegno visivo è il mio. In 4Light ci occupiamo della produzione a 360°: facciamo disegno, programmazione e produzione. Io, più che altro, mi occupo di produzione, ma in casa abbiamo uno studio di progettazione e uno studio di programmazione.
Quali proiettori principali state usando?
Per gobo e profile usiamo il MAC Quantum Profile, che mi piace perché è un profile di potenza media non troppo pesante; inoltre ha dei bei colori e un fascio abbastanza uniforme. Poi abbiamo 53 Sharpy per i beam, mentre abbiamo seguito la forma della scenografia con dei MAC 101.
Ci sono 210 blinder Showtec da 650 W attaccati direttamente alla scenografia, mentre per gli strobo abbiamo una quarantina di Atomic 3000 – vecchia scuola, allo xeno.
Per il controluce sui DJ, abbiamo dei nuovi Martin Rush MH6, un wash a LED molto compatto.
Per gobos e l’illuminazione frontale del palco, ma anche per il leone nella scenografia, abbiamo messo 12 MAC Viper Performance sulla piattaforma VIP, dietro la regia.
Per illuminare il pubblico abbiamo anche 16 Sharpy Wash 330 sopra le tribune, ai lati della platea. Usiamo spesso questo proiettore per questa funzione: mi piace il fascio morbido che fa e, per un motorizzato così piccolo, ha una potenza paragonabile ai proiettori di stazza media. Un Viper Wash sarebbe forse meglio, a livello di bellezza, ma sono troppo ingombranti e pesanti per l’applicazione.
Per proteggere i proiettori usiamo dei tettucci anti-pioggia e delle cupole rigide AirDome progettate direttamente da Rentall. Anche i tettucci aperti hanno ventilazione forzata in ingresso e in uscita e protezione incorporata. Solo con questi si possono usare dei proiettori come i Viper Profile, che veramente si riscaldano molto sotto il sole del Bel Paese!
Per il controllo?
Stiamo controllando tutto da una singola console grandMA2 Full Size, con una Light come spare.
Stiamo usando il nuovo sistema fibra ottica Fiber Fox, con i nuovi ELC Gigabit switch. Sugli switch ELC abbiamo impostato delle VLAN, così siamo in grado di mandare Art‑Net all’uscita, con streaming in ACN, e possiamo anche mandare il segnale audio del rack RIO sulla stessa fibra. C’è un singolo anello in fibra, con un secondo come backup. Non mi piace molto mettere degli apparecchi di rete in punti poco accessibili, perciò il tutto viene smistato nel singolo punto dei dimmer al palco. Come multicore per i dati stiamo usando LK37, così ci sono 12 linee che escono dagli splitter, che sono nello stesso rack dei nodi per la rete.
Anche il video è legato alla rete delle grandMA?
No, abbiamo un sistema per VJ che è completamente indipendente dal sistema MA per le luci. Il nostro VJ e creatore di contributi residente ha messo a posto il pixel-mapping dalle 9:00 di sera fino all’1:00 e poi abbiamo dovuto fare la programmazione per le luci e le prove di rete. Poi, fino alle 3:00 c’erano i momenti per il programming dei vari VJ e LJ degli artisti.
Ogni artista porta la propria squadra completa?
I DJ più “grandi” portano un VJ, un LJ o entrambi, più un direttore di palco. Alcuni dei grandi DJ olandesi, tipo Armin o Afrojack, portano un fonico quando facciamo le tournée con loro, ma gli artisti che sono venuti per questo festival, no.
Quali informazioni vengono fornite in anticipo agli artisti per prepararsi alla partecipazione al festival?
Forniamo in anticipo tutte le informazioni: pixel mapping, patch list per le luci, plot eccetera. Il tour manager per l’artista generalmente ci richiede, al momento in cui riceve l’advance sheet, qualsiasi processore o altro aggiuntivo – un MaxxBCL, un server Waves, ecc – e ci organizziamo prima. Insieme a quel materiale, mandiamo anche un programming file per il timecode.
Poi arrivano qui e hanno un turno ciascuno con gli impianti per mettere a punto il programming. Generalmente sono abbastanza preparati, ma delle volte, quando alcuni dei DJ sono nel mezzo di un tour di festival, molto viene fatto all’ultimo minuto sul posto. Infatti, quando facciamo i festival di più giorni, portiamo un nostro studio portatile Wysiwyg, in modo che le squadre degli artisti possano lavorare per adattare ulteriore materiale.
Quando siete arrivati sul posto?
Io ed un collega siamo arrivati domenica scorsa, ma l’allestimento della struttura e della scenografia era già avviato dal primo settembre, il giovedì precedente. Quando sono arrivato io, la struttura in Layher e le prime coperture della scenografia erano già allestite.
Il lunedì abbiamo cominciato con il rigging, martedì con gli schermi LED e le luci, poi il load-in dell’audio è stato mercoledì.
Lo Show
Sul palco principale si sono esibiti alcuni grandi nomi tra i DJ internazionali: Dimitri Vegas & Like Mike, Zedd e Steve Aoki, insieme ad altri noti come Ummet Ozcan e Jay Hardway, mentre, in totale, hanno partecipato più di 50 artisti, tra il palco principale ed i due palchi sotto le tende.
Il programma prometteva “un’ampia varietà di musica, tra cui house, electro, hardstyle e techno” e, purtroppo, non avendo la conoscenza necessaria per distinguere le nuance di questi vari stili, li dobbiamo prendere sulla parola. Ma, anche nella nostra ignoranza di questo ramo della musica elettronica, con alcuni artisti era possibile veramente riconoscere un repertorio di sonorità più studiato e una qualità di produzione più elevata. Con poche eccezioni, questi sono riusciti a richiamare il pubblico dalle tende della RedBull e mantenerlo davanti al palco più a lungo di altri. È incoraggiante vedere che, anche in questo genere, la qualità conta, non solo il carisma.
Il suono variava a seconda dell’artista sul palco; un fatto interessante perché il fonico FoH è rimasto sempre lo stesso: si vede anche qui che la qualità del materiale è il fattore più determinante, anche se il vento, che si è calmato con il tramontare del sole, era sicuramente più influente nel pomeriggio. La configurazione dell’impianto, con i quattro array di K2, interni ed esterni, offriva una copertura della platea abbastanza uniforme, mentre la gittata era giusta per arrivare appena oltre la zona VIP, dietro la regia, dove ancora non aveva da temere niente dall’emissione dei notevoli impianti posti sotto le due tende.
Lo show visivo era molto bello, anche se forse un po’ ripetitivo, cosa che si può perdonare ad uno show che dura 12 ore con le stesse luci, schermi ed effetti. In confronto ad uno show dal vivo, dove un effetto speciale esce una o forse due volte, la giornata è stata un bombardamento costante di coriandoli, streamer, CO2, fiammate e pirotecnici, tanto che, alle 21:00, l’erba della platea era diventata invisibile sotto la nevicata di carta. I video di alcuni dei DJ non riflettevano molta creatività, mentre i contributi degli intervalli, creati dalla produzione ospitante, erano molto belli e studiati. Un’eccezione notevole è stata il set di Zedd, il cui VJ sembrava veramente avere una marcia in più.
L’illuminazione della scenografia era ben fatta, con un gran numero di punti luce che seguivano l’architettura della scena. Il “centrotavola” della scenografia, la testa del leone, ha cominciato ad essere usato veramente quando è tramontato il sole: oltre a dominare alcune scene, quando veniva illuminata a colori, sembrava prendere vita con gli effetti stroboscopici dei Viper sui diversi angoli.
Divertente.
PERSONALE E AZIENDE |
|
Produttore per WiSH |
Robin Janssens |
Produttore tecnico/pre-prod |
Ronnie Santegoeds |
Preprod. Audio/fonico FoH |
Rudy Bouwens |
Op. luci residente |
Jordy van Straten |
Op. video residente |
Jorge Maas |
|
|
Produzione |
4Light |
Scenografia |
StageKings |
Materiale audio/luci |
Rent-All |
Schermi video |
PixelScreen |
Palco/struttura |
Coreworks |
Extra staging |
Italstage |
MATERIALE AUDIO |
|
Main PA |
|
48 |
L-Acoustics K2 (4 x 12) |
16 |
L-Acoustics K1-SB (4 x 4) |
Subs |
|
32 |
L-Acoustics SB28 (8 x 4) |
Frontfill |
|
24 |
L-Acoustics KARA (8 x 3 sopra gli SB28) |
DJ Monitoring |
|
4 |
L-Acoustics SB18 (2 per lato) |
6 |
L-Acoustics KARA (3 per lato) |
Wedges |
|
4 |
L-Acoustics 115xt HiQ |
Regia FoH |
|
1 |
Yamaha CL3 |
1 |
Rio-3224 |
1 |
Yamaha CL1 (spare) |
2 |
Avalon VT 737SP |
2 |
Lake LM44 |
1 |
Waves MaXXBCL |
Palco |
|
2 |
Shure SM58 + Switch in Booth |
2 |
Shure UR4D ricevitore doppio |
4 |
Shure UR2 trasmettitore con capsula SM58 |
DJ Booth |
|
1 |
DJM 900 Nexus |
4 |
CDJ 2000 Nexus |
Comunicazioni |
|
10 |
ASL Beltpack + ASL DT109 Headset |
4 |
Beacon |
8 |
Radio Kenwood |
|
Shoutbox |
MATERIALE LUCI |
|
34 |
Martin Professional Quantum Profile |
11 |
Martin Professional MAC Aura |
53 |
Clay Paky Sharpy |
56 |
Martin Professional MAC 101 |
41 |
Martin Professional Atomic 3000 |
210 |
Showtec Single Lite Blinder 650 W |
17 |
Showtec Sunstrip Active |
4 |
Arri 650 W Fresnell - L202 |
12 |
Martin Professional Viper Performance |
38 |
Expolite Tourled LED PAR |
4 |
MDG 3000 Hazer + AF1 Fan |
4 |
Martin Professional Pro 2000 Smoke |
Controllo |
|
1 |
MA Lighting grandMA2 Fullsize Software Version 3.2.2.3 |
1 |
MA Lighting grandMA2 Light Software Version 3.2.2.3 |
MATERIALE VIDEO |
|
Schermo |
|
1040 |
Moduli 50 cm x 50 cm PixelScreen PLED205Q 6000 nit/10 mm pitch |
Segnale |
|
2 |
DVI 1920x1080 @ 60 Hz |
Controllo |
|
1 |
Edirol V800HD Mixer |
1 |
Black Magic Hyperdeck Studio Pro HD Timecode Player |
2 |
Folsom Imagepro II |
2 |
Signal DVI Fiber Stage/FoH |
Camere |
|
2 |
Sony Robo Cam + Remote |
1 |
Grass Valley Indigo Mixer + Preview |
2 |
HD-SDI Stage/FoH |
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