Vasco Rossi - Live Kom 015
Vasco ritorna a calcare i palcoscenici dei principali stadi italiani, questa volta con un vero tour di 14 concerti in otto città.
di Giancarlo Messina
Da quando ha superato i suoi problemi di salute, guardare ed ascoltare Vasco sul palco è davvero un piacere. La voce è piena e con un’ottima emissione, e la band che lo accompagna di grande impatto.
Per il terzo anno ritorna negli stadi, ma questa volta con un vero tour in otto città italiane, quindi con gli annessi problemi legati ad un’enorme produzione itinerante.
Dopo le prove a Castellaneta, in provincia di Taranto, e l’allestimento dello show a Bari, la carovana ha attraversato dalla Sicilia al Piemonte l’intero Stivale.
Come sempre parliamo di uno show di altissimo livello, dal palco alle luci, passando per l’audio e i vari special: motorizzazioni, laser di nuova generazione, geyser di CO2 ed ovviamente video.
Per dare qualche numero, parliamo di 18 bilici in viaggio per la sola produzione, a cui sono da aggiungerne altri 14 per il ferro – senza contare il doppio palco – ed altri due per i gruppi elettrogeni… insomma una carovana che non passa inosservata per le strade italiane. Un tour del genere impiega fisse fra le 100 e le 120 persone – basti pensare solo ai camionisti – e richiede al local, fra in ed out, almeno 300 chiamate. Stiamo parlando di economie importanti, a cui ovviamente deve aggiungersi l’enorme indotto dovuto alle migliaia di persone che si spostano, e spendono, per assistere ai concerti.
La squadra tecnica al lavoro è quella a cui siamo abituati: produzione Live Nation, ideazione Giò Forma, realizzazione scenica, luci e movimentazioni di Botw, video di Event Management, audio della svizzera Audio Rent, solo per citare i punti nevralgici dello show. Anche i professionisti al lavoro sono secondo copione: Guido Elmi produttore artistico, Andrea Corsellini al mixer di sala, Deddi Servadei sul palco capitanato da Diego Spagnoli, Giovanni Pinna alla console luci, Swan per la regia video live.
Abbiamo assistito alla seconda data allo stadio di Bologna, una serata non troppo fortunata a causa delle condizioni atmosferiche non ideali, ma a volte un bell’acquazzone estivo serve ad aumentare il pathos fra il pubblico.
Lo spettacolo è molto bello, il palco maestoso: largo 50 metri da punta a punta, con una scena vera e propria di 26 metri ed una clearance di 19 metri. Luci ovunque, come ci spiegherà Pinna. Il palco è caratterizzato da sagome in profilato d’alluminio che contengono dei LED video, ma ancora più dai pod quadrati sospesi al soffitto che, motorizzati, compongono forme di grande impatto che variano la scena, utilizzati con maestria da Pinna. L’aspetto visual dell’intero concerto è molto potente ed avvolgente e riesce a coinvolgere ed emozionare il pubblico almeno quanto la musica. Personalmente, ma qui siamo nel soggettivo, a me piaceva di più il palco del precedente tour, in cui le luci, più vicine ai musicisti, rendevano forse maggiormente. Ma stiamo parlando di dettagli: è uno spettacolo di altissimo livello; forse non troppo nuovo, concettualmente: si sarebbe potuto osare un po’ di più.
Per quanto riguarda l’audio, facciamo fatica ad esprimerci, perché abbiamo beccato una serata con un forte vento che soffiava dal pubblico verso il palco, facendo scomparire buona parte delle alte frequenze. Solo in un attimo di pausa del vento – che mi riporta in mente il flash dantesco “mentre che ‘l vento, come fa, ci tace” – possiamo ascoltare quello che avrebbe dovuto essere il suono diffuso dal PA Clair i5: bellissimo! Tanto che, scherzando, chiedo ad Andrea Corsellini se abbia alzato il volume! Andrea mi spiegherà, saggiamente, che è sbagliato cercare di combattere il vento aumentando le alte frequenze, perché tutto tornerebbe sul palco rendendo difficilissima la vita ai musicisti.
Unico spunto di perplessità è per l’enorme PA i5 Clair, un modello che inizia davvero a segnare il passo rispetto ai più moderni line-array, creando non pochi problemi per dimensioni e peso e quindi trasporto e sospensione. Risultato sonoro a parte, ma anche lì ci sarebbe da discutere, si vocifera che presto dovremmo vedere in tour straniero un nuovo modello della casa americana.
A dire il vero un’altra perplessità ce l’abbiamo: tre tour molto simili, senza grosse promozioni mediatiche, con qualche colpo di tosse al botteghino rispetto al solito. Forse è tempo anche per Vasco di pianificare qualche strategia di mercato più mirata.
Lasciamo i dettagli alla viva voce degli addetti ai lavori, concedendo più spazio all’aspetto visual, in cui si registrano le maggiori novità tecniche.
Riccardo Genovese — Direttore di produzione
“Abbiamo cominciato – dice Riccardo – con un Vasco pieno di entusiasmo già dalle prove a Castellaneta: palestra, sauna, massaggi e tutto quanto di più salutistico ci sia; insomma, un artista molto in forma e attento ad ogni minimo particolare. Poi siamo passati all’allestimento tecnico a Bari, lavorando alla produzione, sempre insieme a Danilo Zuffi, e stiamo parlando di una carovana di 34 bilici piuttosto importante! Fra in e out uno stadio ci serve per 10 giorni: non è poco, sia economicamente sia per la difficoltà di trovare la disponibilità della struttura.
“Grazie al doppio palco riusciamo a fare lo show in due città alla settimana, più o meno, quindi siamo sempre in movimento tutti quanti.
“Le chiamate? 122 facchini allo smontaggio, 25 al mattino dopo, mentre al montaggio un po’ meno: in totale, fra in e out, servono 300 persone”.
Giovanni Pinna — Lighting designer
“Il palco nasce da un’idea di Giò Forma – spiega Giovanni – poi con un lavoro a cinque mani siamo arrivati alla soluzione finale. Siamo partiti dall’idea di nascondere il più possibile, o perlomeno mimetizzare, tutte le tecnologie luci e video utilizzate, sempre tenendo conto delle esigenze di un tour: spettacolarità, sicurezza, trasportabilità e, non per ultimo, economie. Italstage ha fornito le strutture ed il palco, Botw le luci e le scenografie, Luca Guidolin ha curato tutti gli appendimenti, che non sono pochi, perché parliamo di circa 180 motori, con oltre 70 tonnellate di materiale appese al tetto; io, in particolare, ho progettato tutta la parte spettacolare dello show. Per esigenze della produzione, tutto il materiale doveva essere montato e reso operativo in 36 ore al massimo, cosa resa possibile anche grazie alla struttura innovativa ideata da Italstage, una sorta di ground support diviso in tre con uno sbalzo di otto metri, che ha permesso di non utilizzare strutture in posizione avanzata che in qualche modo avrebbero impedito al pubblico la visione completa del palco. È stato scelto di usare una struttura color alluminio per contenere e camuffare tutte le tecnologie, dando così anche un’immagine nuova ad un palco rock.
“Appesi al tetto ci sono anche otto pod quadrati, realizzati con truss di 3,80 cm per lato, ciascuno dei quali contiene 27 pezzi, tra testemobili, laser, strobo e ACL. Il perimetro inferiore di ciascun pod è poi ricoperto da una striscia di video LED composta da 24 moduli di PixelLED F37. Questi pod sono movimentati da un sistema CyberHoist che mi permette di giocare con la volumetria del palco. Dietro la scenografia abbiamo collocato uno schermo LED sul quale mandiamo sia video sia grafiche. Il video, fornito da Event Management, è diviso in due gestioni: una parte dedicata al live, gestita da una regia con delle telecamere, ed una parte dedicata a grafiche e contributi; ovviamente i due mondi possono interagire fra loro”.
Novità tecniche
“La sorpresa più grande – dice Giovanni – arriva dal nuovo Robe BMFL: non ho mai usato un faro che emettesse così tanta luce, veramente impressionante. Altra new entry è il D37 ProLights, un bel testamobile a LED molto potente ed affidabile. Abbiamo poi dei nuovi pannelli Acme, un grosso costruttore cinese che me ne ha mandati alcuni da provare, cosa che ho fatto con molta soddisfazione. Poi uso con molta soddisfazione gli Sharpy Wash 330 Clay Paky, tanto che mi sono permesso di lasciare a casa i miei amati VL5 Vari*Lite”.
Nuovi laser
“Per questo tour – spiega Giovanni – ER Productions, casa inglese che produce laser, mi ha proposto alcune novità che non mi sono lasciato scappare. Prima di tutto LaserBlade, una barra con 10 LED, molto simile a quella che avevo usato in precedenza con laser RGB ma con una potenza tripla e un bianco veramente stupefacente, senza la minima spuria di colori. Mi hanno anche fornito altri due modelli di laser montati su delle teste mobili: 16 teste mobili con un singolo laser RGB e altre sei teste mobili con un laser di 3,5 W: un vero spettacolo”.
La squadra
“Operativamente, io gestisco le luci e i laser piccoli, Marco Piva le grafiche video, Teo e Lorenzo le movimentazioni e un tecnico della ER gestisce i laser da 3 W che girano con il Pangolin, la piattaforma per il controllo dei laser”.
Marco Piva – operatore catalyst
“Sono stati montati uno schermo centrale e otto fasce verticali ai lati – ci dice Marco – su cui possiamo mandare immagini full screen o singole. Per la gestione degli schermi sul palco e di quelli montati sui pod usiamo due consolle grandMA2 Light, una main e una spare, e due Catalyst v.5 che girano su un nuovo Mac Pro, uno main ed uno spare.
“Il primo lavoro sul video è stato la creazione delle maschere per pod e schermi principali, poi abbiamo scelto o creato le immagini cercando la miglior resa scenica.
Andrea Corsellini — sound engineer
“Il sistema è cloccato esternamente con Antilope Audio – dice Andrea – poi abbiamo un Millennia, con otto canali di preamplificazione e convertitore AES/EBU, usato sulla voce di Vasco ma anche su OH, rullante, charleston e chitarra acustica. Gli stessi canali sono però splittati alla fonte e vanno anche direttamente sul box DiGiCo come spare.
“La catena della voce di Vasco parte da un KSM9, entra appunto in uno splitter passivo, dal quale un feed va in SD Rack ed un altro nel preamplificatore Millennia, il cui livello è stato regolato durante le prove. Entra poi nel banco dove, in insert, c’è un Manley che dà la prima compressione; a valle del punto di insert, all’interno del banco viene eseguita una piccola correzione con un multibanda per togliere le s e l’effetto prossimità; infine il segnale va nell’EQ Massenburg.
“Quest’anno niente plug-in: ho preferito avere tutto a portata di mano, perché la band è composta da musicisti istintivi ed umorali: soprattutto il Gallo, le chitarre e Vasco preferisco averli subito sottomano.
“Come effetti esterni uso un 480 Lexicon su Vasco, ma appena quel tanto per cui la voce sembra senza riverbero ma in effetti ce l’ha; altri riverberi sono il TC6000 e lo Yamaha SPX 2000.
“Abbiamo lavorato molto sui suoni triggerati dai pad della batteria – continua Andrea – infatti per ogni pezzo ho sia il suono analogico che quello triggerato, usati in proporzione 60% triggerato, 40% vero.
“Professionalmente la cosa più interessante è la sinergia che ho conquistato in otto anni di lavoro con Guido Elmi: lui si occupa dell’esecuzione della band, mentre a me affida sempre più la traduzione dei suoni all’esterno, una responsabilità che prima non avevo; così non si tratta più di un lavoro da mero esecutore, ma c’è una responsabilità in alcune scelte che impegna molte energie mentali, ma che dà anche soddisfazione.
“I due cluster centrali dedicati alla sola voce aiutano molto, anche adesso che Vasco ha un’ottima emissione, soprattutto sui tanti brani in ottava bassa. Questi cluster, al contrario di quelli dedicati alla band, sono completamente flat, preferisco infatti provvedere io ad equalizzare direttamente dal Massenburg.
Tommaso Cossovich — systems engineer per Audio Rent
(Genitori italiani, nato in Venezuela, vive in Inghilterra, cognome slavo: manifesto vivente della multiculturalità!).
“L’impianto è un Clair i5 – spiega Tommaso – con un line array interno di diciotto casse, dedicato solo a Vasco, ed un altro esterno dedicato alla band ed esteso nelle basse frequenze con gli i5B: sedici casse doppie.
“Per terra ho venti sub con doppio 18” per ogni lato, in configurazione cardioide end-fired, mentre per i side uso dodici i5 con estensione i5B. I delay sono invece realizzati con sistemi IDL, disegnati specificatamente per rinforzare i5.
I finali sono Lab.Gruppen PLM 20000 e tutto il sistema è sincronizzato con Dolby Lake; abbiamo il segnale in AES\EBU, ma anche in analogico, come spare. Come front-fill usiamo invece le ottime Clair CO08: tre esterne e quattro stack doppi interni.
Deddi Servadei — Monitor engineer
“Mi sono ormai digitalizzato con una DiGiCo SD7 – confessa Deddi – configurata a mio piacimento, tanto da non sentire operativamente la mancanza di un banco analogico. Il suono analogico invece rimane per me più “ciccio” e “godurioso”, ma alla fine bisogna adeguarsi ai tempi, anche perché sul palco sono tutti in cuffia.
“Abbiamo parecchi canali rispetto al solito, soprattutto perché c’è una sorta di set acustico e perché la batteria è doppia, con suoni che arrivano dai trigger dalla centralina Roland (con back-up) e dai normali microfoni; così arriviamo ad una settantina di canali, rispetto ai 42 che usavamo prima.
“Non ho outboard per niente: se banco digitale deve essere, digitale sia!
“Per il monitoraggio i musicisti usano cuffie Phonaton; in particolare i tastieristi ed il batterista hanno anche un sistema Aviom 16 canali con cui possono regolare meglio i loro ascolti. Non mancano due robusti side con delle S4 a randello, quattro 12AM per il capo e alcuni monitor CM-22 che fanno paura: tutta la roba Clair è finalata con Lab.Gruppen PLM 20000, anche i monitor! Presumo coi dovuti limiter! CM-22 è davvero impressionante: è il monitor per i sordi!
“I backliner sono Michele Brienza, allevato da me e Diego a calci in culo (fisicamente) che cura Stef, Frankie e Clara; Nicola Trapassi per la batteria; Davide Alebardi reparto tastiere e Cucchia; poi c’è una new entry, Francesco Riversi, che si occupa del Gallo e di Vincenzino, con cui lavora durante l’anno.
“Diego Spagnoli invece è sempre il generale del palco, noi siamo alle sue direttive: lui segue il Komandante e ci coordina: anche se ormai sappiamo tutti cosa dobbiamo fare, la sua è una presenza che dà sicurezza a tutti.
“Da segnalare: sempre grandi problemi con le radio frequenze, perché gli spazi liberi cambiano di continuo e mettono in grande difficoltà. Urge davvero una normativa specifica”.
Work-box di Audio Rent
Al service svizzero Audio-Rent lo chiamano “Work-Box”, e sarebbe stato perfetto per la nostra vecchia rubrica “I necessori: gli accessori necessari”. Si tratta di un mobile flight, i cui cassetti sono pieni di tutti quegli accessori indispensabili che normalmente in Italia ogni fonico si porta dietro. Ne viene fornito uno per ogni regia.
L’assistente alla regia di sala, il sempre simpatico e gentile Klaus Hausherr, ci apre i cassetti per farci vedere qualche dettaglio del contenuto: fusibili di tutti i generi, lampadine, scopettone, tappi per le orecchie, tester di linea per i cavi, telecomandi dei lettori CD; poi un cassetto strapieno di nastri adesivi di ogni colore, sei rotoli gaffa-tape di ogni colore, cuffie, intercom e addirittura un computer “da guerra”, il mitico e costosissimo TOUGHBOOK di Panasonic, quello che può stare sotto l’acqua e sopra il quale si può passare con l’auto! Poi un microfono di misura Audix, un’interfaccia audio Edirol, scomparti per le tastiere… Insomma la cassettiera dei sogni di ogni fonico live!
Personale e aziende
Production | Live Nation Italia Srl |
Promoter | Roberto De Luca |
COO | Antonella Lodi |
Production director | Danilo Zuffi |
Tour accountant | Laura Palestri |
Tour manager | Pamela Allvin |
Production manager | Riccardo Genovese |
IT manager | Daniele Galizio |
Production assistant | Giusina Ferrise |
Site coordinator | Fabio Colasanti |
Production assistants | Matteo Gaudimundo |
Francesca Arruzzo | |
Piero Chiaria | |
Site coordinator | Gianluca Ganapini |
Security rep. | Gianpaolo Agosta |
Security | Matteo Norrito |
Interns | Elisabetta Vassallo |
Cristina Cavicchia | |
Lighting designer | Giovanni Pinna |
Catalyst operator | Marco Piva |
Sound engineer | Andrea Corsellini |
Monitor eng. | Federico “Deddy” Servadei |
FoH assistant | Klaus Hausherr |
Carpenters | Damiano Pellegrino |
Samuel Masili | |
Dressing room ass. | Marco Godzilla Mortarino |
Band assistant | Joel Crema |
Gtr/bass backliner | Francesco Riversi |
Bass/key backliner | Michele Brienza |
Drum backliner | Nicola Trapassi |
Backliner | Davide Alebardi |
Stage mgmt. & dressing rooms | Attivi & Creativi Sas |
Stage manager | Diego Spagnoli |
Dressing room ass. | Giovanna Caprioli |
Audio | Audio-Rent Clair-Brothers Ag |
Senior engineer | Thomas Spring |
FoH system engineer | Tommaso Cossovich |
Head of audio | Lars Schlaepfer |
Monitor system engineer | Roger Niederberger |
Driver/audiotech | Roland Heuberger |
PA/stage audiotechs | Hannes Dander |
Michal Valent | |
Lighting | BOTW Srl |
Responsabile progetto | Roberto Grassi |
Responsabile in tour | Fabrizio Moggio |
Dimmerista | Daniele Giuliano |
Dimmerista | Giovanni Olivetta |
Tecnici luci | Corrado Vella |
Giovanni Perez Alcantara | |
Cristiano Cenci | |
Pietro Cesario | |
Nicolino Caccamo | |
Alessandro Manfredi | |
Yuri Corso | |
Lighting riggers | Alessandro Scialanca |
Lorenzo Pollidori | |
Macchinisti | Gianluca Bianchini |
Fabio Massimo D'antoni | |
Matteo Giauro | |
Alessandro Tarconi | |
Video | Event Management Srl |
Responsabile progetto | Daniele Parazzoli |
Tecnici LED display | Willy Cedeno |
Salvatore Ieraci | |
Teodoro Mancari | |
Francesco Diaco | |
Domenico Diaco | |
Yari Micoli | |
Lorenzo Petrini | |
Tecnico video | Nicola Monterisi |
Video rigger | Carlo Barberis |
Regia video | Asa Audiovisivi Srl |
Tech rep. | Luca Morelli |
Camera control | Leopoldo Righi |
Camera operator rep. | Umberto Romagnoli |
Camera operators | Barbara Fantini |
Stefania De Sisti | |
Danilo Monte | |
Valerio Barbati | |
Alberto Cerchierini | |
Video direction | Swan Film Europe |
Video director | Swan |
Tour riggers | Techne |
Head rigger | Luca Guidolin |
Catering | Giromangiando Srl |
Catering rep | Paolo Di Carlo |
Caterers | Maurizio Gambino |
Mauro Ferrante | |
Fabio Volante | |
Stage | Italstage Company Srl |
Stage tech. rep | Antonio Lambiase |
Stage techs | Alexandru Apetroaie |
Baran Ionut | |
Felciuc Curita | |
Vincenzo Russo | |
Gheorghiu Mihai | |
Andrea Grosso | |
Gennaro Cirillo | |
EPS Italia srl | Truckway |
Rep. | Luca Tosolini |
Supervisors | Valentino De Monte |
Massimo Gallo | |
Florin Podina | |
Giovanni Cianciaruso | |
Ahmet Catic | |
Enrico Ongaro | |
Pasquale Montesano | |
Cameron Foxwell | |
Laser | ER Productions |
Crew chief | Ross Marshall |
Laser rigger | Jamie Horwood |
Trucking | Redtyre Snc |
Truck rep. | Gianni Visconti |
Drivers | Daniele Greco |
Carlo Spiga | |
Alberto Mucciarelli | |
Sergio Scala | |
Emanuele Fragaria | |
Paolo De Carolis | |
Domenico Leopardi | |
Pasquale Antenucci | |
Claudio Ferroni | |
Massimiliano Risi | |
Giovanni Cordisco | |
Sava Radisavlievic | |
Giovanni Nobile | |
Fabrizio Golisano | |
Antonio Mazzei | |
Claudo Racchini | |
Battista Buttari | |
Salvatore Scala | |
Simone Mattei | |
Valerio Visconti | |
Generators | Energy Rental Srl |
Generator op. | Roberto Dusi |
Vincenzo Mineo | |
Bruno Barbone | |
Hans Van Buel | |
Scaffolders | BL Crew |
Scaffolder crew boss | Gábor Földi |
Scaffolder crew boss | Imre Molnár |
Scaffolders | Ferenc Bezzeg |
Imre Császy | |
Balázs Földes | |
István Gábor Gali | |
Péter Jankó | |
Péter Juhász | |
Ádám Kénosi | |
Róbert Rédlinger | |
Győző Szaniszló | |
Krisztián Vakály | |
János Baranyi | |
Attila Császy | |
Gyula Molnár | |
Tamás Zoltán Gaál | |
Martin Olivér Kleyer | |
Bence Gyula Lakner | |
Dalibor Szelley | |
Zoltán Pál | |
András Sárkozi | |
Lajos Tóth | |
Adam Ujlaki | |
Köver István | |
Special effects | Parente Fireworks |
Tech rep. | Andrea Barion |
Techs | Matteo Tasso |
Mickael Ravagnani |
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