SSL SiX - Il desktop mixer di qualità

Solid State Logic è uno di quei marchi mitologici il cui nome è associato a console da studio di altissima fascia, rinomate per il meraviglioso suono.

SSL SiX - Il desktop mixer di qualità

di Giancarlo Messina

In tempi cambiano, il grande studio batte la fiacca e il live avanza… ed ecco la SSL L550 che, al momento, occupa un posto di rilievo nella categoria più alta delle console digitali utilizzate nei concerti, distinguendosi, ovviamente, proprio per la qualità sonora e dinamica.

Ma nuovi mercati si aprono all’orizzonte e si affermano sempre più, come quello delle piccole console “desktop”, una volta poco più che giocattoli, oggi indispensabili e usatissime anche in contesti professionali per streaming, podcast, postproduzione, karaoke ed ovviamente home studio, o acquistate da semplici utenti non professionali per connettere le tante periferiche casalinghe allo stesso impianto audio.

In questa fascia è infatti possibile trovare una miriade di modelli di ogni marchio e di ogni prezzo, digitali o analogici, dai 40 euro in su. Inutile dire che spesso, anche se poi non è così scontato, il prezzo va a braccetto con la qualità: pur in presenza di tante opzioni e possibilità, spesso ci si trova di fronte a stadi di preamplificazione disarmanti, equalizzatori approssimativi, dinamiche risibili, rumori, ronzii, canali sbilanciati… insomma quanto di peggio ci si possa augurare di avere in un mixer. Nel migliore dei casi si trovano prodotti più che dignitosi che svolgono il loro compito senza infamia e senza lode. 

È in questo segmento che SSL ha voluto piazzare una significativa bandierina con questo SiX, un desktop mixer che mira a fornire agli utilizzatori più esigenti uno strumento di ottima qualità.

Diciamo subito che si tratta di una console totalmente analogica, quindi niente ingressi o uscite digitali, niente USB, niente Bluetooth… aspetti che in effetti sono spesso comodissimi in mille situazioni. In compenso parliamo di un analogico che porta a garanzia di se stesso il pesantissimo marchio SSL. E non è poco.

I canali microfonici disponibili su XLR sono due, dotati di pre Superanalogue SSL, che certamente darà risultati migliori di buona parte della concorrenza, con un’escursione di ben 66 dB di gain. Questi due canali sono dotati di phantom power, filtro passa alto a 75 Hz e di un ingresso di linea separato, utilizzabile anche per strumenti che richiedono un’alta impedenza come chitarre o bassi. Su questi due canali, gli ingegneri di Oxford hanno pensato di piazzare l’indispensabile per ottenere un buon suono con facilità, nella fattispecie un compressore con rapporto fisso 4:1 e soglia regolabile, una sezione EQ a due bande, switchabili singolarmente tra Shelf e Bell, con una frequenza di riferimento diversa per ogni tipo ma fissa, nonché un bel fader da 100 mm. Insomma una sorta di plug&play eufonico per situazioni che richiedono pochi voli pindarici ma ottima qualità generale. 

Troviamo poi altri due canali di ingresso stereo dotati di trim –10/+20 e di balance control, il che significa che se sono usati in mono, il panning del canale viene automaticamente posizionato al centro; anche questi comandati da due fader da 100 mm. A questi ingressi se ne aggiungono altri due stereo esterni, con controllo del volume, assegnabili al mixbus.

Interessante la sezione di main output, sulla quale è disponibile un “G Series Bus Compressor”, che la SSL definisce “ispirato” al progetto originale della mitica SL4000G (del 1989), ma con ratio, attack e release fissi. Insomma un’altra soluzione semplificata che però punta a dare all’utente il celebre sound SSL.

Non mancano ovviamente le features che un’esperienza di progettazione come quella della casa inglese non poteva trascurare, dedicate al routing, al monitoraggio e al talkback, che conferiscono al SiX un’impostazione professionale non comune.

Descritte le caratteristiche generali del mixer, riteniamo lapalissiano illustrare le funzioni pomellino per pomellino, d’altra parte facilmente deducibili dal sito del costruttore o del distributore italiano.

È forse più interessante fare qualche riflessione sul peso che un marchio del genere porta con sé nel momento in cui decide di entrare in un segmento economico.

Il prezzo di acquisto del SiX dovrebbe aggirarsi sui 1400-1500 euro, decisamente molto al di sopra della media, se si pensa che un Tascam con 16 ingressi microfonici costa meno di mille euro ed un Midas DM16, anche questo con 16 ingressi microfonici, costa… 250 euro (a proposito di marchi prestigiosi che entrano nella fascia più economica!). È quindi ovvio che, con SiX, SSL non vuole sfruttare il fascino del marchio e non vuole rinunciare alla qualità nemmeno in questo segmento di mercato, puntando tutto su chi apprezza l’essenzialità ma non rinuncia ad un grande suono e a caratteristiche realmente professionali.

D’altra parte sappiamo che se andiamo ad acquistare una sola strip di canale di una SSL da studio di fascia alta spendiamo parecchie migliaia di euro (solo il Bus Compressor MkII della serie 500 costa circa 2500 euro!), ma è ovvio che nessuno pensa di portarsi a casa un pezzo di una SL4000G. 

Appare però chiaro che gli sforzi degli ingegneri di Oxford sono stati mirati a creare con SiX un prodotto che conservi il sound che ha reso celebre Solid State Logic ma ad un costo che, sebbene non basso, resti comunque proponibile nella fascia di mercato relativa e accessibile al vasto pubblico di utenti più esigenti.

contatti: Midiware


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