Spazio Tondelli

Un luogo per la cultura e lo spettacolo al centro di Riccione.

di Alfio Morelli

Abbiamo spesso parlato della mancanza di un circuito di club o locali idonei ad ospitare concerti e spettacoli di piccole e medie dimensioni, che spesso rappresentano il cuore pulsante del nostro mondo, una palestra per tanti giovani... una sorta di antidoto a base di veri applausi, veri fischi e vero sudore al furoreggiare dei talent.

Spazi in cui magari sia anche l’ente pubblico a svolgere il suo vero ruolo in questo campo, quello cioè di sostenere ed incentivare la cultura teatrale e musicale, offrendo molteplici e variegate opportunità ai cittadini.

È quello che il Comune di Riccione ha creato con lo Spazio Tondelli, struttura che si affaccia nel centralissimo Viale Ceccarini.

Un contenitore di arti varie, dalle molteplici attività, sostenuto economicamente dallo stesso Comune ed in grado di ospitare circa 300 spettatori.

Abbiamo fatto un salto una domenica pomeriggio, cogliendo l’occasione per assistere al concerto di una vecchia gloria degli anni Ottanta: il cantante Garbo, che i meno giovani ricorderanno cer

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Gabriele Tommasini, responsabile tecnico.

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Alberto Bonardi, fonico di Garbo.

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Simone Bruscia (4° da dx), con il gruppo di lavoro dello Spazio Tondelli.

tamente.

Entrati in teatro, ci facciamo spiegare meglio le caratteristiche dello Spazio Tondelli – fino al 2015 chiamato “Teatro del Mare” – da Simone Bruscia, direttore artistico del progetto La bella stagione, titolo del cartellone teatrale dello Spazio riccionese. 

“Il progetto fa leva sull’operatività dei giovani riccionesi – ci spiega Simone – infatti per la cura dei locali collaboriamo con l’organizzazione giovanile Il Tassello Mancante; fra operatori di sala, biglietteria e aspetti  logistici ci sono circa una ventina di persone che si alternano nel lavoro.

“Io e Antonella Bacchini – prosegue – siamo dipendenti di Riccione Teatro, mentre l’associazione fornisce il proprio personale, oltre a collaboratori esterni. Qui facciamo teatro – dalla prosa alla sperimentazione, teatro per ragazzi, collaboriamo con le scuole con dei matinée – e facciamo anche molti concerti.

“Siamo molto attenti anche all’aspetto tecnico – ci tiene a precisare – perché questo spazio diventa speciale se tutto funziona alla perfezione, così quando facciamo musica abbiamo anche service di supporto, come Alterecho, per garantire sempre uno spettacolo di livello elevato. Noi abbiamo già una buona dotazione tecnica, ma per i concerti vogliamo sempre il massimo e per questo preferiamo rivolgerci a dei professionisti in grado di impreziosire ulteriormente l’evento.

“La nostra sala è di circa 300 posti – anche se al primo colpo d’occhio può sembrare più piccola. In verità è uno spazio speciale che possiamo adattare ad ogni spettacolo rendendolo unico. A novembre, ad esempio, abbiamo fatto un omaggio a Muhammad Ali con un giornalista sportivo: abbiamo tolto le sedie in platea e montato un vero ring, da dove il giornalista ha potuto raccontare la storia del grande pugile. Insomma una soluzione di grande effetto. Anche grazie a noi, Riccione sta riscoprendo il teatro: infatti non abbiamo voluto un pubblico fidelizzato con un abbonamento, che venisse a vedere tutto quanto gli si proponesse in cartellone, abbiamo preferito un pubblico interessato sempre alla singola proposta, anche perché abbiamo spettacoli sempre molto vari.

“La nostra sfida – continua – è anche quella di portare la musica da assaporare all’interno di un progetto artistico e culturale; cosa possibile grazie all’impegno economico del Comune. Nel futuro mi piacerebbe investire sempre di più sulle proposte musicali, anche perché c’è una bella acustica e i posti in cui fare musica si vanno sempre più diradando. Già in marzo-aprile avremo due concerti in esclusiva: un collettivo romano rifarà tutta la scaletta di Transformer di Lou Reed, e chiuderemo con Vincenzo Vasi ed altri artisti che metteranno in scena un omaggio ai Genesis”.

Approfondiamo gli aspetti tecnici con il tecnico residente Gabriele Tommasini.

“Quando ho cominciato a lavorare qui – ci spiega – ho trovato un impianto già esistente, che quest’anno abbiamo integrato con un nuovo mixer digitale, un Soundcraft Si Compact 24. Abbiamo quattro satelliti e due sub JBL con tre finali, oltre a quattro monitor passivi EV con i rispettivi due finali di potenza. Come luci abbiamo sedici PC da 1 kW, classici teatrali, tre sagomatori, quattro par e alcuni parled che usiamo per il colore, soprattutto durante le esibizioni di danza. Abbiamo anche un videoproiettore di buona qualità, con uno schermo 4 x 5 metri che scende a metà palco e che è utile in molte occasioni. Per i concerti, ci appoggiamo al service Alterecho, di Rimini, installando anche, a volte, un cablaggio digitale tra sala e palco ed integrando la nostra fornitura con DI box e microfoni.

“Ovviamente io cerco di curare al meglio ogni tipo di spettacolo passi da qui – conclude Gabriele – studiando di volta in volta la scelta migliore fra il materiale disponibile e quello necessario. Stasera farò il fonico per la prima band e da supporto per la band di Garbo”.

A proposito del concerto serale, scambiamo due chiacchiere con il fonico di Garbo, Alberto Bonardi

Alberto è un fonico free lance dal 1991. Inizialmente ha lavorato al Metropolis Studio di Milano; in seguito, dal ‘93, ha lavorato nello studio privato di Eros Ramazzotti, nella sua villa a Nord di Milano (adesso smantellato). Ha poi proseguito il suo impegno professionale presso lo studio Officine Meccaniche di Mauro Pagani, mentre ultimamente lavora molto per la televisione, specie con Sky Sport, mixando effetti e commento e gestendo anche alcuni aspetti della parte video; per Sky Italia si occupa invece di voice-over, specie dei doppiaggi ai programmi in inglese. Nel live lavora con alcuni artisti quali Nina Zilli, Paola e Chiara e Garbo.

“In questi spettacoli portiamo solo il backline – ci spiega – mentre il restante materiale è fornito dal service locale. Sul palco ho batteria, basso, chitarra, tastiere e due voci, quindi non è un concerto particolarmente complicato. Ovviamente inviamo sempre una scheda tecnica in anticipo, cercando di concordare il minimo indispensabile e dare sempre il meglio con quello che abbiamo. Suoniamo soprattutto in club o teatri, luoghi in cui devo stare attento più che altro all’equalizzazione dell’impianto; a tal fine cerco di ottimizzare il poco tempo a disposizione, ascolto dei miei CD di riferimento e cerco di capire se l’impianto è regolato bene o se occorrono modifiche. Se l’impianto suona bene di solito riesco a fare un buon lavoro per l’artista e la band”. 

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