Seminario a Trieste
La sicurezza nel montaggio e smontaggio dei palchi per lo spettacolo.
Giovedì 13.12.12, un anno e un giorno dopo il tragico incidente del PalaTrieste durante l’allestimento del palco di Jovanotti, si è svolto a Trieste il Seminario Nazionale “La sicurezza nel montaggio e smontaggio dei palchi per lo spettacolo”.
L’organizzazione è stata curata da Valentino Patussi e Renzo Simoni della A.S.S.1 Triestina.
Obiettivo: dare conoscenza e passare alle azioni concrete di prevenzione.
Numerosi gli interventi dal palco.
Presenza fondamentale quella dei genitori di Francesco Pinna, il lavoratore morto nel crollo di Trieste, con il messaggio “perchè una cosa simile non accada più”.
L’ingegner Michele Candreva del Ministero del Lavoro e coordinatore del Gruppo Nazionale che sta lavorando a normative specifiche per il settore ha introdotto quanto sarebbe stato poi sviscerato: “Dobbiamo fare sistema, tutti insieme. Lavorare in scienza e coscienza”. Il dato che salta più all’occhio è il rapporto tra investimento in sicurezza e resa: “Per ogni euro speso in sicurezza, si ha un guadagno di 2,20 euro”. Le parole chiave del suo intervento sono state “riordino e riorganizzazione della normativa”.
La parola è passata ai lavoratori, presenza focale del convegno, che a vario titolo hanno partecipato al gruppo “Legalità e Sicurezza nello Spettacolo” creato all’indomani della tragedia.
Tommaso Davolio (head rigger) e Michele Maglich (rigger Irata 3° liv.) hanno spiegato cosa significa essere rigger, come funziona il montaggio di un palco e posto l’attenzione sulle tante lacune del settore: “Per essere rigger è sufficiente il corso noto come ‘corso funi’; non esiste una formazione specifica e spesso siamo noi stessi ad organizzarci con corsi di perfezionamento. In Italia non si apprende uno standard tecnico; si impara lavorando e per ‘tradizione orale’. Serve invece condividere ed internazionalizzare”.
Enrico Massaro, in qualità di RLS di Doc Servizi, ha tracciato una linea ben precisa: “Non siamo lavoratori improvvisati: siamo preparati e molto spesso siamo noi a dover risolvere i problemi che si presentano durante l’allestimento. Abbiamo responsabilità di fronte alle quali non possiamo tirarci indietro”. E aggiunge: “... vogliamo poter premere il pulsante rosso in caso di pericolo. Non possiamo rischiare la vita perché qualcuno vuole risparmiare”.
L’intervento dell’ingegner Vittorio Bozzetto, che ha curato il “disallestimento” del palco crollato, non si discosta dal tema. Lui, che si dichiara “muratore” perchè viene dall’edilizia, si è stupito dall’incredibile perizia dei professionisti dello spettacolo che lo hanno coadiuvato nello smontaggio. Un “formicaio” di persone che sapeva perfettamente cosa fare, in una sorta di disordine organizzato. Più di ogni altro, ha centrato il tema principale: “Dobbiamo stabilire chi fa cosa e soprattutto chi lo può fare in base a quale certificazione!”.
Sono intervenuti poi l’ingegner Franco Curtarello, Silvia Fonda della DTL di Trieste, Luigi Cortis e Vincenzo Spera (Assomusica).
Andrea Lapel e Simon Crocco dell’A.S.S.1 Triestina, ispettori intervenuti al PalaTrieste il 12 dicembre 2011, hanno fornito una chiara visione del mondo dello spettacolo: un sistema molto preparato tecnicamente ma impreparato su gestione della sicurezza e diritti e doveri dei lavoratori.
La tavola rotonda conclusiva è stata introdotta da Chiara Chiappa di Legacoop; nel suo intervento ha spiegato l’importanza del ruolo delle cooperative di settore e di quanto sia fondamentale portare a termine il CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) per cooperative di spettacolo al quale si sta già lavorando: “Questo contratto porterà un riordino importante del settore e un’effettiva comunione d’intenti nell’operare in legalità e sicurezza”.
La discussione si è poi accesa attorno a uno dei problemi principali che caratterizzano il settore: il difficile rapporto tra committenti e lavoratori.
Al termine gli obiettivi sono stati centrati. Ciò che serve oggi al mondo dello spettacolo è una nuova cultura con regole precise e adeguate al settore: non è più possibile gestire produzioni sempre più imponenti e tecnologicamente differenti con regole e consuetudini obsolete. Ciascuno deve sapere qual è il suo ruolo e per farlo deve avere una formazione tecnica specifica. Non è più possibile pensare che per diventare rigger, tecnico luci o fonico si inizi semplicemente “scaricando i camion”. Ci vuole formazione, ci vuole conoscenza, ci vuole una filiera di appalti chiara, conosciuta e riconosciuta. È necessario organizzare e pianificare le produzioni con tempi adeguati perché la prevenzione si fa in fase di progettazione e non di realizzazione.
La chiusura dei lavori è stata affidata al Procuratore Capo della Repubblica per Trieste dott. Michele Dalla Costa che ha specificato quanto sia importante che le parti inizino un confronto proficuo per concordare procedure comuni e fare sistema. Prima di tutto è necessario capire che la sicurezza è un diritto imprescindibile.
Appuntamento all’anno prossimo per un secondo convegno di settore.