Intervista a Josef 
Valchar - CEO Robe

MIR 2019 è stata l'occasione per farsi raccontare la storia di Robe direttamente dal CEO Josef Valchar.

Intervista a Josef 
Valchar - CEO Robe

Josef Valchar (dx), insieme a Marco Bartolini, titolare del distributore italiano, RM Multimedia.


Quest’anno ricorre il 25° anniversario della fondazione della casa costruttrice Robe. Durante l’edizione 2019 della fiera MiR di Rimini – nel luogo dove il marchio è stato lanciato – ci siamo seduti con il CEO e socio fondatore di Robe, Josef Valchar, per parlare brevemente di passato, presente e futuro dell’azienda. 

Rimini è, in un certo senso, “da dove è partito tutto” per Robe, no?

Sono stato a Rimini per la prima volta nel ‘93, prima della nascita di Robe. Poi, nel febbraio del ‘94, io e il mio socio Ladislav Petrek abbiamo costituito la società. Venimmo a Rimini da lì per ogni edizione, perché negli anni Novanta era “La Fiera”. Nel ‘94 eravamo qui con i nostri clienti OEM… business che ha mantenuto l’azienda per otto anni. Poi nel 2002, abbiamo lanciato Robe come marchio, proponendo il brand a una rete di distribuzione diretta. Quel lancio si è svolto qui, alla fiera di Rimini.

Prevedevi, all’epoca, di essere qui a Rimini diciassette anni dopo, con una quota di mercato così alta? 

Non lo vedevamo così. Volevamo sviluppare luci che potessimo vendere con profitto. Una cosa importante è stata gestire e far crescere l’azienda senza mai fare debiti. Infatti, durante la crisi di mercato del 2008 e 2009, anche se il nostro fatturato è calato del 45%, per quei due anni siamo riusciti a tenere il bilancio in attivo. Nella storia di Robe, non abbiamo mai avuto un anno in perdita.

Quali prodotti sono stati pietre miliari per Robe? 

Ce ne sono stati molti. Durante i tempi della produzione OEM, eravamo riconosciuti per l’elevata qualità e affidabilità. Abbiamo portato questa attenzione alla qualità nel nostro modello di business diretto e in due anni siamo passati dal 100% OEM al 100% di distribuzione diretta.
Il primo grande traguardo è stato il lancio di Spot e Wash 250 nel 1999, che ci ha portato a una crescita notevole. Li abbiamo effettivamente lanciati contemporaneamente a Martin ed è stata una grande sorpresa sul mercato. Nessuno poteva dire che si trattava di una copia, visto che siamo arrivati contemporaneamente con un leader di mercato.
Poi, nel 2003 e nel 2004, i ColorSpot e ColorWash 1200 ci hanno introdotto con il nostro marchio nella categoria più alta e nel 2007 abbiamo proseguito con i 700 Spot e Wash.
Un’importante pietra miliare poi è stato il LEDWash600 nel 2010, seguito dall’intera gamma LEDWash. Poi c’è stato Pointe, nel 2013, e il primo BMFL nel 2014.

Abbiamo rinnovato la gamma LEDWash dopo cinque o sei anni, presentando Spiider e Tarrantula. Infine, MegaPointe è diventato il prodotto di maggior successo commerciale nella storia di Robe, con vendite più veloci e numeri maggiori rispetto anche a Pointe. La risposta del mercato e il feedback dei clienti hanno superato le aspettative di tutti, comprese le mie. Dal punto di vista del costruttore è un prodotto da sogno.

Perché ora un proiettore LED a specchio mobile?

Per quanto riguarda SilverScan, da un paio d’anni stavamo pensando a uno scanner. E per caso è stato pronto in tempo per il nostro 25° anniversario, quello d’argento, da cui il nome. È molto piacevole offrire qualcosa di diverso che non segua necessariamente le principali forze trainanti del mercato di oggi, che non cerchi qualcosa di sempre più grande e più luminoso – e più pesante e più costoso. Finora abbiamo avuto un riscontro positivo, ma non si è ancora visto come questo si concretizzerà in vendite. Forse darà vita a nuove idee e applicazioni per gli scanner, o forse sarà solo il nostro prodotto edizione limitata per il 25° anniversario! 

Con le sorgenti a LED state ottenendo prestazioni di resa cromatica che sfidano le lampade in modo serio; quanta vita prevedi ancora per la lampada a scarica nello spettacolo?

Per quanto riguarda i proiettori beam – Pointe, Megapointe – un LED non può ancora sostituire la lampada. Sorgenti laser, forse, ma ci sono alcune questioni che devono ancora essere risolte in termini di normative di sicurezza. I LED bianchi, però, stanno raggiungendo flussi luminosi che fino a pochi anni fa non erano nemmeno immaginabili.

Avete lavorato molto sui proiettori a ottica singola con LED policromatici, mentre la maggior parte degli altri costruttori utilizza LED bianchi per le stesse tipologie. Intendete iniziare a utilizzare questo tipo di sorgente?

Stiamo ovviamente continuando lo sviluppo policromatico, e infatti abbiamo appena completato la gamma T1. Questi proiettori, tuttavia, sono ottimi per il teatro e la TV e, malgrado le loro eccellenti resa e gamma cromatica, semplicemente non hanno la potenza del bianco adatta per venue di grandi dimensioni come gli stadi. Ma anche le sorgenti a LED bianchi, per quanto siano in grado di produrre il flusso necessario per la maggior parte delle applicazioni touring, non sono ancora pronte per le più grandi applicazioni negli stadi o simili, anche se ci sono alcuni produttori che dichiarano numeri superiori del 30% o 40% rispetto alla realtà.
I LED producono un campo molto uniforme, che è un pregio, mentre nelle applicazioni a lunga gittata e nei beam a mezz’aria, un hotspot 3:1 può fare la differenza tra ottenere un fascio visibile nell’aria per 100 m, come un BMFL, e uno visibile nell’aria per 40 m, con la stessa potenza. Per questo motivo, le lampade a scarica ad alta potenza non sono ancora facilmente sostituibili con i LED. Gli apparecchi presenti oggi sul mercato con sorgenti a LED che pretendono di competere con la classe BMFL sono più grandi e più pesanti di BMFL, utilizzano sorgenti di almeno 1000 W e hanno, ovviamente, una miscelazione cromatica sottrattiva. Inoltre, il costo della sorgente è il 30% di quello dell’intero proiettore. Con i LED pilotati a corrente molto alta, è inevitabile che dopo un certo periodo di tempo la temperatura di colore della sorgente inizi a variare, così come il flusso, anche con la migliore gestione termica. Quindi, dov’è il vantaggio?

Tuttavia è solo questione di tempo prima che i LED bianchi sostituiscano le lampade a scarica e, a settembre, lanceremo un proiettore che ne sfrutta appieno le proprietà, con soluzioni nuove e innovative per ovviare agli svantaggi. Sarà molto diverso da qualsiasi altra cosa oggi presente sul mercato. 

Cosa ci puoi dire dei prossimi 25 anni di Robe?

Spero di essere ancora presente per il giubileo d’oro di Robe, ma a 77 anni di età non so se sarò ancora nel settore. Il mercato sta cambiando, come tutta la situazione globale. C’è molta pressione dalla Cina: stanno copiando tutto – prodotti buoni, prodotti sbagliati, tutto – e sono molto affamati di business e molto veloci sul mercato.
Cerchiamo di rispondere a questo con la ricerca, progettando nuovi prodotti e mettendo in gioco nuove idee. Proprio di recente abbiamo presentato domanda per il nostro 105° brevetto, dei quali circa 50 sono già stati confermati. Quindi, per ogni prodotto cerchiamo di includere almeno un paio di pezzi di tecnologia brevettata. Ad esempio in MegaPointe ci sono sei brevetti.

Come va il mercato italiano? 

È fantastico. Personalmente ho trascorso molto tempo in Italia da quando abbiamo lanciato il marchio, ma anche prima, dato che avevamo clienti OEM qui già nel 1999. Quando lanciammo il marchio Robe, stabilimmo qui la distribuzione fin dall’inizio. Per i primi cinque anni abbiamo avuto un altro distributore, poi abbiamo cambiato e abbiamo iniziato a lavorare con Marco ed Ermanno (rispettivamente Bartolini e Tontini – ndr). Dopo dodici anni non potremmo essere più felici: credo che siano davvero i numeri uno in Italia. 

contatti: Robe