FEDEZ – Paranoia Airlines Tour 2019
Il giovane rapper torna in tour per presentare il primo album in solitaria dopo la fine del sodalizio con J-Ax; un one-man show che investe molto sulla tecnologia e sul comparto visivo.
di Giovanni Seltralia e Alfio Morelli
Il 2018 per Fedez è stato l’anno del grande show di San Siro, gran finale di un percorso a due che tra concerti, un album pluripremiato e momenti di gossip aveva probabilmente terminato la sua forza propulsiva. Il primo passo per ritrovare una dimensione personale è stato la scrittura di un nuovo disco da solista, pubblicato a inizio 2019; il secondo passo è il Paranoia Airlines Tour che abbiamo intercettato presso l’Unipol Arena di Bologna.
Come a sottolineare il recupero dell’indipendenza artistica, lo show prevede l’esibizione dell’artista senza l’ausilio di una band dal vivo; le sonorità curate dal celebre produttore pop Michele Canova sono state remixate e distribuite nelle sequenze come tappeto per la voce del frontman. Il grande palco non risulta comunque vuoto: l’illuminotecnica, gli effetti speciali e gli splendidi contributi video hanno accompagnato tutta l’esibizione.
Abbiamo come sempre intervistato i protagonisti della giornata: Giorgio Ioan, produzione; Davide Linzi, Fonico FoH; Maurizio “Mao” Marcolini, Fonico di palco; Francesco Gottardo, Operatore sequenze; Andrea Arlotti, Lighting operator; Filippo Scortichini – Laser/special effects programmer e operator; Nicholas Di Fonzo, D3 programming e operator; Fabrizio Moggio, Operatore BlackTrax; Mirco Lenaz, Responsabile tecnico per STS Communication; Gianluca Contaldi – Automazioni.
I service coinvolti sono Mister X per audio e luci; STS Communication per il video; Rig Me Up per le automazioni; Super FX per gli effetti speciali; Italstage per palcoscenico e generatori. La produzione è di Vivo Concerti, mentre Lemonandpepper ha organizzato e coordinato il progetto.
La produzione. Da sx: Fabio Michelotti, Lucia Carraro, Giorgio Ioan.
Giorgio Ioan - Produzione
“Fedez ha fatto una scelta coraggiosa – spiega Giorgio – decidendo per uno spettacolo diverso, senza musicisti sul palco ma incentrato sul visual. Allora ci siamo inventati la soluzione di questo schermo trasparente, una sorta di cubo che si apre e da cui l’artista entra o esce in base al momento. Quando si trova all’interno c’è interazione con le grafiche 3D, mediante il tracciamento con BlackTrax; c’è poi un doppio pod che si muove continuamente; in ogni pezzo l’artista si trova inserito in un contesto diverso. A tutto questo, aggiungi laser, scintille, confetti… Mi piace molto questo concetto nuovo, mutuato dal mondo dei DJ internazionali, in cui un artista si esibisce e il palazzetto canta insieme a lui. Per uno spettacolo italiano è qualcosa di innovativo.
“La produzione è di Vivo Concerti, mentre noi, come Lemonandpepper, organizziamo e coordiniamo il progetto. Ci muoviamo in una quarantina di persone e sei bilici.”
Davide Linzi - Fonico FoH
“Visto il tipo di show, all’inizio pensavo di aver poco da fare; poi mi sono dovuto ricredere! La scelta è interessante, soprattutto da parte dell’artista che si ritrova da solo sul palco a interfacciarsi con il pubblico. Tecnicamente, ho un mixer più grande di quelle che sono le esigenze, un Avid S6L: gestisco sei stem stereo e una voce processata direttamente da Pro Tools con l’effettistica dell’album. La mia parte è incentrata sul dare a tutto questo l’impatto di un concerto tradizionale. L’unico momento impegnativo è quando Federico viene a cantare tre brani sulla piattaforma in mezzo alla sala, proprio davanti alla regia – anche se di solito è posizionata dietro anche al FoH. Mentre il pubblico si concentra su quello che accade sugli schermi, lui appare alle spalle.
“Il player è posizionato comunque vicino alla regia di palco, da dove parte anche il timecode. Io devo livellare, accompagnare certe cose, amalgamare: le sequenze arrivano dal disco nuovo, realizzato da Canova, ma tante arrivano dai dischi più vecchi. Canova ha lavorato tanto per darmi stem equilibrati, poi io lavoro di fino: in studio si è man mano riarrangiato e riequilibrato tutto, poi io ho cercato di dare un impatto efficace. Per la voce, per esempio, il novanta per cento dell’effettistica viene da Pro Tools, con la distorsione della voce, l’autotune, eccetera, tutto processato in tempo reale; a questo punto io aggiungo riverberi e delay in base alla venue o per mettere degli accenti particolari. Anche per questo in regia ho giusto un distressor sulla voce e un paio di EQ dinamici McDSP, per controllare le sorgenti e verificare eventuali differenze tra palazzetto e palazzetto”.
Non manchi di schermi, comunque, in questa regia.
Mi piace essere hi-tec! Sto sperimentando con l’Avid questa nuova applicazione per ipad che riporta le function key del banco in remoto sull’ipad. Può tornare comodo per armare plug-in che non tengo in centro alla console, avviare la registrazione su Pro Tools, eccetera.
Sul palco che microfoni usa l’artista?
In questo tour stiamo usando gli Shure Axient Digital con la capsula sE V7, che mi piace molto. Ho fatto questa scelta perché la passerella, pur non proprio davanti all’impianto, richiedeva un microfono molto stretto, con qualità alta. Poi dal ricevitore Shure entro in un pre-amp Teknosign per andare direttamente nelle Apollo, bypassando la conversione del banco; anche lo switch per il microfono spare è in analogico, a partire dal pre, sempre con uno switch di Teknosign e un pedalino Radial per passare da main a spare, in modo che noi mandiamo il segnale dritto alle schede. Poi, naturalmente, prendo sulla console anche direttamente un canale dall’Axient come ulteriore spare. Quindi la voce arriva alle Apollo, viene processata, ritorna al mio banco, e da qui splitto MADI verso il Midas PRO2 utilizzato per la gestione dell’ascolto.
Per quanto riguarda l’impianto?
È un d&b Serie J, con finali d&b D80; il processore in sala è Outline Newton, che abbiamo finalmente importato anche in Mister X. Sono contento che il Made in Italy venga sfruttato a dovere, se pensiamo a Outline e Teknosign.
Da sx: Francesco Gottardo, operatore sequenze e Maurizio “Mao” Marcolini, fonico di palco.
Maurizio “Mao” Marcolini - Fonico di palco
“Ricopro una duplice figura: sono fonico di palco e backliner. Dato che Federico è da solo, posso tranquillamente curare i suoi ascolti e, se necessario, intervenire se c’è qualche problema. Poi mi muovo io se serve l’asta microfonica, o cose del genere.
“Il momento più delicato è sicuramente il passaggio al palco B: c’è un sistema di spare con microfono e in-ear, dato che siamo lontani. Ho un selettore Radial con doppio ingresso e doppia uscita, per commutare i due microfoni all’interno di Pro Tools, dove sono processati ed effettati come nel disco.”
Cosa puoi dirmi per quanto riguarda il monitoraggio?
Il sistema è Shure PSM 1000; le cuffie sono Earfonik a cinque vie, con il calco rifatto di recente. Io ho le stesse cuffie per controllare la situazione. Senza la pressione della band posso lavorare sicuramente da solo; l’unica cosa che può dare pensieri è tutto questo LED che induce un po’ di interferenze ma, fortunatamente, in una banda in cui non vado a trasmettere. Abbiamo previsto anche lo spazio per qualche ulteriore sistema in-ear, nel caso di ospiti. L’unica cosa un po’ diversa dal solito è il sistema Axient Digital, che non dà problemi di nessun tipo e dà la possibilità di droppare dei marker in giro per il palazzetto, che poi il sistema Shure Workbench riesce a vedere fisicamente, registrando se ci sono perdite e la qualità della ricezioni. Comunque le antenne sono tutte in vista, quindi la trasmissione è eccellente.
Francesco Gottardo - Operatore sequenze
“Io gestisco le sequenze per conto di Fonjka. Ho due macbook a disposizione, un main e un backup: da Pro Tools, seleziono il brano da mandare durante lo show, e con il mio play mando audio, video e luci, dato che tutto è pilotato dal time-code. Mando alcuni brani uno dopo l’altro, mentre per altri aspetto il ‘go’ dell’artista; ho infatti uno schermo dove posso vedere se Federico beve, parla col pubblico, eccetera; nei momenti in cui la stanza è buia, abbiamo installato un pulsante: se Federico lo preme io so di dover aspettare un secondo segnale prima di partire. Insomma l’intesa che ho trovato con Federico è comoda e impossibile da fraintendere.
“Su Pro Tools ho due sessioni identiche, in cui c’è tutto: gli stem, le automazioni e gli effetti sulla voce, eccetera. Se poi in corso d’opera l’artista vuole cambiare qualche riverbero o qualche distorsione, lo possiamo fare da qui.”
Ai lati i due intervistati: Andrea Arlotti, lighting operator e Filippo Scortichini, laser/special effects programmer e operator.
Andrea Arlotti - Lighting operator
“Buona parte dello show si basa su video ed effetti, ma le luci hanno una discreta percentuale di riempimento. Il design delle luci è di Jacopo Ricci. Il parco luci vede molte macchine standard: Claypaky Mythos come beam e spot; A.leda K20 come wash; SGM Q-7 come strobo e blinder; come particolarità, sui pod che scendono in alcuni momenti dello show sono montate delle barre LED DTS Katana e dei Robe Pointe per effettistica e special. Questo il quadro generale: sono circa duecento pezzi; tutte le americane sono a una certa altezza e quindi si limitano a fare da contorno al video; la programmazione lavora molto sul pubblico e nelle fasi con i pod. Le americane sono sei, sono le BAT Truss portate da Mister X, già cablate e con i proiettori dentro. I due pod si muovono separatamente, uno dentro l’altro, per formare vari disegni ed effetti, a partire dai blinder per illuminare il pubblico; si possono mettere diritti, trasversali, eccetera: in alcuni casi sono molto efficaci.
“Per quanto riguarda il palco B, dietro al pubblico, usiamo molto dei Cromlech Jarag per illuminare dal basso l’artista, oltre ai seguipersona che aiutano nelle riprese.”
Per quanto riguarda le superfici di controllo?
Abbiamo due MA, una main e una di backup. Lavoriamo con Art-Net, con MA NPU per amplificare i parametri di lavoro delle console. Le luci non sono legate al sistema BlackTrax, ma naturalmente sono allineate al time-code. Io dunque, oltre a montaggi e puntamenti, ho il compito di richiamare le song e gestire poi i seguipersona.
Filippo Scortichini - Laser/special effects programmer e operator
“Sono supervisore degli effetti speciali del tour per la ditta Super FX, di cui sono anche CEO. Abbiamo diverse macchine, dal fuoco alle scintille, ai Double Shot – ovvero dei cannoni per coriandoli e stelle filanti inventati da noi, che arrivano a 40 m di altezza. E poi ancora macchine del fumo basso, per la parte scenografica del palco, e getti di CO2. Noi qui ci occupiamo solo degli effetti speciali e dei laser ad alta potenza. I service si appoggiano a noi per l’effettistica, dato che servono patentini particolari. Per le fiamme, ad esempio, serve un patentino da pirotecnico e un’assicurazione dedicata fatta a Londra, perché in Italia non esiste.”
Come gestite le fiamme?
I lanciatori di fiamme vengono gestiti via DMX con un banco MA 2. Tutto è gestito da MA 2, tranne gli spari di coriandoli e stelle filanti, per i quali usiamo un protocollo radio con centraline pirotecniche Galaxis. Nei protocolli DMX sono importanti gli armamenti: abbiamo sotto il banco la parte apposita, dove tutte le macchine vengono armate e disarmate soltanto nel momento in cui dobbiamo proiettare fiamme o scintille. Per le scintille non usiamo effetti pirotecnici ma le scintille fredde Sparkular. Le fiamme invece sono a gas propano: ogni macchina è alimentata da due bombole interne.
I laser invece?
Per i laser in Italia la normativa è ancora larga, per questo ci basiamo molto sulle regole usate all’estero. Noi usiamo dei laser RGB Kvant da 12 W, ma nel nostro parco macchine arriviamo fino a 35 W: serve molta attenzione per usarli. C’è tutto un lavoro di aree di protezione da mettere a punto, soprattutto bisogna stare attenti alle telecamere.
Nicholas Di Fonzo - D3 programming e operator
“Il cubo sul palco permette all’artista di interagire con le grafiche: in alcuni brani viene seguito passo passo dal BlackTrax. I dati vengono inviati al D3 che, mediante degli effetti costruiti con il software Notch, interagisce con l’artista. Gli effetti sono caricati nel D3, che manda poi i video sugli schermi. Abbiamo due server, uno main e uno spare; usiamo tredici uscite DVI, in HD.
“Io in questo tour svolgo la funzione di operatore, così ho dovuto mettermi in mezzo tra chi produceva gli effetti Notch e chi produceva i contributi, e naturalmente con il service video in cui lavoro. In base a quello che i creativi volevano fare, ho dovuto trovare man mano la soluzione tecnica per la realizzazione: non ho creato gli effetti, ma mi sono occupato di far sì che funzionassero tecnicamente. Poi mi occupo della messa in onda dello show, dove è tutto sincronizzato.
Qui con cosa lavori?
Una MA 3 come main e una scorta. Tutti i contributi vengono gestiti da MA. Ci sono poi le telecamere che gestiamo sempre dal D3, il quale viene poi triggerato dalla MA.
Fabrizio Moggio - Operatore BlackTrax
“Io e Marco di Febo abbiamo portato da BOTW anche in questo tour il sistema di tracking in real-time BlackTrax. Abbiamo settato l’impianto per un’interazione attiva con il video, gestito dal mediaserver D3: quando l’artista indossa i tracking point viene tracciato dalle camere a infrarosso, e può interagire con i filmati che seguono i suoi movimenti; possiamo seguirlo sull’asse X e sull’asse Y.
“Dalle richieste ricevute, abbiamo lavorato per coprire tutta l’area del cubo: abbiamo posizionato nove telecamere, tre ai lati e tre dietro, coprendo 80 m2 nonostante la difficoltà dei pod in movimento. Negli abiti di ogni sera sono stati inseriti i sensori tramite i quali l’artista interagisce con i video del mediaserver: una volta impostato e calibrato l’impianto, durante lo spettacolo devo solo controllare che non ci siano disturbi o problemi.
“Stiamo introducendo pian piano questo sistema in Italia: già ne avevamo parlato in occasione del tour di Ghali e Vasco, e naturalmente lo rivedrete ancora da Vasco quest’estate. Ci crediamo molto e i risultati sono sempre entusiasmanti.”
Mirco Lenaz - Responsabile tecnico per STS Communication
“Facciamo parte della squadra video: abbiamo realizzato e portato in tour per la prima volta un LEDwall con il 75% di trasparenza e un passo 3.9 mm, una macchina outdoor molto affidabile e molto innovativa. Abbiamo creato un cubo di Crystal LED da 208 m2; con tre facce, di cui la frontale misura 80 m2 e funziona da sipario da aprire con le automazioni; i laterali sono ciascuno 64 m2 rivolti verso il pubblico; il backwall è un Acronn di passo 8.9 mm che chiude il cubo.
“Tutto questo viene gestito graficamente dal D3, che fa la messa in onda, gestisce il Notch e prende le coordinate da BlackTrax. Abbiamo creato il progetto sulle richieste dei grafici della produzione.
“Nella squadra siamo undici persone. Per quanto riguarda le camere abbiamo due telecamere brandeggiate, una dall’alto sui pod delle luci e una dal basso; poi una microcam montata dietro il ‘sipario’ LED; un’altra camera fissa sul palco B con un effetto montato a lente; infine un’ottica lunga 99x e due wide, una sottopalco e una FoH.”
Parlaci di questo LEDwall: perché è nuovo?
I video trasparenti esistono già, ma qui si parla di un IP65, un outdoor: di norma non sono strutture adatte all’aperto, perché non sono abbastanza portanti; stiamo lavorando dunque a fornire una struttura arrampicabile dietro, da usare liberamente questa estate. Quest’anno abbiamo investito in molti LED outdoor dell’azienda VisionLED; con STS abbiamo preso tre LEDwall nuovi, rivisti i progetti, ripersonalizzati in base alle nostre esigenze. Ora possiamo arrivare a circa 2.000 m2 outdoor, in cui contiamo sia il Crystal che abbiamo qui oggi, sia il nuovo arrampicabile con il suo frame autoportante. Vedrete molti di questi schermi nei prossimi tour!
Gianluca Contaldi - Automazioni
“Io fornisco le automazioni Kinesys come Rigmeup, una ditta che da tre anni si occupa di automazioni, progettazione e realizzazioni custom. Qui abbiamo montato otto motori a velocità variabile; 24 m di binario Litec D.S.T., una truss customizzata con carrelli che aprono e chiudono il sipario; invece gli otto motori muovono i due pod da circa 1,3 tonnellate sia sull’asse X sia sull’asse Y, così da renderli in grado di compiere una serie di movimenti guidati dal sistema Vector Kinesys.”
Oggi cosa fate di preciso?
Di norma troviamo i motori posizionati già in quota; quindi noi montiamo il binario, ci occupiamo del pre-rigging, eccetera. Siamo in tre persone: io, Tommaso Davolio, con cui mi alterno al banco, e Daniele Giuliano che segue la parte elettrica. Siamo legati al time-code al quale sono linkate tutte le cue, anche se non sono mandate direttamente: si può fare, ma per una questione di sicurezza preferiamo mandare le memorie per le masse sospese separatamente. Una persona controlla e segue direttamente i tempi di stand-by e Go della Cue per dare il tempo, oltre a controllare dalla sala cosa succede, un’altra sta alla console e al programma e una terza sta sul palco a vedere che non ci siamo problemi. Addirittura abbiamo un sistema di lettura del carico su tutto quello che si muove, che possiamo monitorare dalla regia, dal backstage o da qualunque cellulare nell’area connesso alla nostra rete. Inoltre il sistema è ridondante e in presenza di qualunque anomalia si ferma automaticamente.
Management | Newtopia |
Produzione esecutiva e booking | Vivo Concerti |
Organizzazione della produzione | Lemonandpepper |
Service audio e luci | Mister X |
Service video | STS Communication |
Effetti speciali | Super Fx |
Palco e generatori | Italstage |
3d content animators | 23Dc Ltd |
K1Labs – Darrion Granieri | |
Akral – Teun Van Der Zalm | |
Gestione sequenze | Fonika |
Automazioni | Rig Me Up |
Crediti creativi | |
Produzione musicale | Michele Canova |
Show direction | Lorenzo De Pascalis |
Jacopo Ricci | |
Video & Notch design | Marco Martignone |
Iamdepa | |
Lighting design & programming | Jacopo Ricci |
Notch programming | Marco Martignone |
D3 programming | Nicholas Di Fonzo |
Laser/SFX programming | Filippo Scortichini |
Automation design | Jacopo Ricci |
Iamdepa | |
Automation programming | Gianluca Contaldi |
Tommaso Davolio | |
Personale in tour | |
Artist assistants | Luca Mocchetti |
Sergio Mocchetti | |
Produzione | Giorgio Ioan |
Fabio Michelotti | |
Matteo Xerri | |
Lucia Carraro | |
Matteo Cariddi | |
Tour manager | Romina Carotti |
Assistente tour manager | Mattia Flaki |
Head rigger | Francesco Bana |
Allestimento camerini | Caterina Candido |
Audio | |
Fonico di sala | Davide Linzi |
Fonico di palco | Maurizio Marcolini |
Tecnici audio | Mattia Zantedeschi |
Simone Cherubini | |
Responsabile sequenze | Andrea Debernardi |
Operatore sequenze | Francesco Gottardo |
Luci | |
Operatore luci | Andrea Arlotti |
Responsabile luci | Luca Casadei |
Tecnici luci | George Marincov |
Marco Farneti | |
Manuel Gamberini | |
Video | |
Responsabile di progetto | Giovanni Vecchi |
Responsabile tecnico | Mirco Lenaz |
D3 media player operator | Nicholas Di Fonzo |
Mixer video | Natale Giampà |
Tecnico software | Paolo Fasone |
Tecnico video | Paolo Pellegrinetti |
Tecnico videocamere remotate | Daniele Saretti |
Tecnico controllo camere | Vincenzo Cannone |
Tecnico LED | Andrea Palamara |
Cameraman | Marco Guarise |
Alessandro Antonelli | |
Paolo Pellegrineschi | |
Gianluca Contaldi | |
Tommaso Davolio | |
Daniele Giuliano | |
Fabio Milleret | |
Blacktrax | Fabrizio Moggio |
Marco Di Febo | |
Effetti speciali | Filippo Scortichini |
Maurizio Arena | |
Edoardo Rodella | |
Marco Botturi | |
Generatori | Francesco Gagliardi |
Allestitori palcoscenico | Marjan Florescu |
Alexandru Apetroaie |