Il fonico di Samuele Bersani
Finito il soundcheck, riusciamo a scambiare quattro chiacchiere anche con Roberto Rosu, fonico di Samuele Bersani. Roberto, assieme al fonico di palco Massimo “Big Aus” Casagrande, al light designer Luigi Calabro e al backliner Francesco Riversi, fanno parte della produzione in tour di Samuele Bersani
“Vi vedo molto affiatati, da qaunto tempo questo gruppo lavora assieme?”
“Questo gruppo si era composto già prima del Covid-19. Avevamo programmato di iniziare il tour gia dal 2019, ma poi l’arrivo della pandemia ci ha costretti a rimandare per ben due stagioni. Comunque in questi due anni qualche spettacolo lo abbiamo fatto comunque, per poi partine quest’inverno con una prima tranche teatrale, che prevedevano anche delle proiezioni video, che devo dire che nella teatrale avevano una bella resa, sottolineando con delle belle immagini, i testi poetici di Samuele. Mentre in questo tour estivo, viaggiamo solo con regie, monitoraggio, e backline.”
“Che tipo di setup stai utilizzando in questo tour?”
“Porto con me un Digico SD8 e un Lexicon 300. Essendo abituato a lavorare principalmente in studio, preferisco portare con me attrezzature he conosco molto bene e sono sicuro che funzionano benissimo anche in live. Per le altre necessità di effettistica e dinamica mi affido alla libreria interna del Digico SD8.”
“Nelle varie date, che tipo di attrezzatura hai trovato ?”
“Ne ho trovati di tutte le specie: impianti audio di qualità che suonavano bene e altri che suonavano meno bene. Tutto sommato, però, il livello medio è stato fin’ ora sempre a un buon livello. Avendo sempre lavorato negli studi di registrazione ho ancora molto da imparare nei contesti live. Ad ogni nuova data cerco di, lavorando a fianco a fianco con il tecnico residente, cerco di carpire sempre nuovi segreti o nuovi trucchi, ogni data è un arricchimento continuo. Penso che un fonico con un’esperienza da studio parta già da delle basi solide per affrontare un evento live, vanno solo affinate con un po’ di esperienza e sicurezza. In studio hai tempo di correggere eventuali errori, mentre durante un concerto live è buona la prima. Faccio riferimento a fonici come Finetti, Foffo e Biancani che hanno sicuramente una marcia in più.”