Display LED - prima parte
Un’introduzione ai maxischermi componibili
di Vittorio Dalerci
Questo è il primo articolo – un’introduzione – di una serie strutturata come un abbecedàrio del mondo degli schermi LED. Partiremo dalle informazioni più basilari per arrivare alle nozioni più complesse su questa tecnologia che ormai ci circonda e con la quale parecchi tecnici di altri reparti, oltre a chi organizza e gestisce le produzioni moderne, devono sempre di più fare i conti.
Cominciamo quindi a parlare di schermi LED.
Se ne vedono molti in giro: in ambito sportivo, negli spettacoli dal vivo, negli studi televisivi… ma gli schermi in commercio sono tutti uguali?
La risposta, ovviamente, è negativa. Ma per orientarci in maniera efficace in un vero labirinto di sigle e prodotti, serve dotarsi di un semplice punto di partenza, che paradossalmente è quello della destinazione finale: la progettazione e la scelta di un display professionale partono infatti dal fine, cioè dall’uso che ne verrà fatto.
Possiamo dunque dividere le applicazioni, e quindi gli schermi LED, in quattro categorie che ben descrivono il tutto:
- applicazioni indoor, per installazione fissa oppure rental;
- applicazioni outdoor, per installazione fissa oppure rental.
Esaminiamo la prima grande differenza: schermi per applicazioni indoor e outdoor.
Tra loro si differenziano principalmente per il grado di protezione dagli agenti ambientali esterni (pioggia, umidità, polvere, salsedine, eccetera), definito da normative precise con vari gradi di protezione IP. In genere uno schermo outdoor è bene che abbia una protezione IP65 fronte/retro; a volte può bastare la protezione anteriore IP65 e posteriore IP54 se una parte del display è meno esposta.
Altra differenza sostanziale tra schermi pensati per l’indoor o per l’outdoor è il livello massimo di luminosità raggiungibile dal display LED: per un’applicazione indoor in genere è al massimo 1.100 nit - 1.200 nit, mentre per gli schermi outdoor dev’essere almeno 4.500 nit - 5.000 nit.
Per impianti outdoor sportivi fissi, come ad esempio gli stadi, sono richieste luminosità anche maggiori, sui 7.500 nit - 8.000 nit.
Un’ultima considerazione sui cabinet: per le applicazioni outdoor è bene che siano in alluminio, in acciaio inox o in metallo con trattamento antiossidante.
Veniamo ora alle differenze tra schermi LED per applicazioni fisse o per applicazioni rental.
Ai cabinet degli schermi per impianti fissi, indoor ed outdoor, non si richiedono particolari accorgimenti meccanici, ma robustezza, leggerezza e resistenza negli anni.
Cambia completamente la storia per le applicazioni indoor e outdoor rental, dove diventa prevalente l’aspetto del montaggio-smontaggio e del continuo prelevare e riporre in magazzino.
Le meccaniche rental più affermate sono ormai tutte composte da cabinet robusti 50 cm x 50 cm con profondità da 5 cm a 9 cm, e con peso di 8,5 kg - 9 kg per modulo (34 kg/m2 circa).
Sono prevalentemente cabinet in alluminio pressofuso, formati da una scocca monoblocco ricavata da uno stampo. Questo rende molto preciso l’accostamento e l’allineamento dei cabinet l’uno con l’altro, con tolleranze dell’ordine del decimo di millimetro. In questo modo, è possibile comporre schermi anche di notevoli dimensioni.
I fast lock, cioè gli elementi con i quali possiamo rapidamente combinare i cabinet tra loro, sono in genere quattro: due fast lock superiori e due fast lock laterali. Alcuni costruttori preferiscono utilizzare un solo fast lock laterale, anche se questo in genere rende più complicato l’allineamento dei cabinet: due cabinet collegati tra loro con un solo punto di aggancio possono tendere infatti a ruotare uno rispetto all’altro, cosa impossibile con due fast lock per lato.
Fast lock singolo | Fast lock doppio |
Per il rental stage – che in genere è outdoor – spesso si preferiscono cabinet da 50 cm x 100 cm (base per altezza), che rendono ancora più veloce l’installazione. Una considerazione pratica: con due cabinet si può realizzare 1 m2 di schermo; se per montare 1 m2 ci vogliono due minuti, in 40 minuti si possono montare 20 m2. Spesso nelle situazioni stage, però, i tempi sono necessariamente ancora più stretti: sono stati gestiti schermi con oltre 540 m2 di superficie totale!
Nei prossimi numeri della rivista inizieremo ad approfondire l’argomento toccando i seguenti punti:
- - Vari tipi di mattonelle LED: trasparenti, mesh, flex magnetici, “creativi”.
- - Vari altri materiali di costruzione dei cabinet: Magnesium Alloys.
- - Varie tipologie di lampade LED: DIP, SMD, MICROLED, COB, with GOB.
- - Gestione dei contenuti e delle risoluzioni dei display LED.
- - Certificazioni nazionali ed internazionali.
- - Controllo e gestione degli schermi LED:
- Receiving (Novastar, Colorlight, Brompton, Linsn)
- Sending
- Videoscaler (RGBLINK, Novastar, Listenvideo, etc.)
- Mediaserver.
Le puntate seguenti: