Di-Erre
Il mercato dei terzisti si evolve
di Alfio Morelli
Dietro a tanti bei prodotti di marchi prestigiosi, spesso si nascondono aziende che li progettano e li costruiscono per conto terzi. La riminese Di-Erre è una di queste.
Il marchio Di‑Erre non è altro che l’unione dei cognomi dei titolari: D’Andrea e Rinaldini, questo denota subito che fin dall’inizio di questa avventura non si è guardato tanto alla forma quanto alla sostanza. Queste due persone arrivano da due percorsi completamente diversi. Rinaldini, da sempre nel settore dello spettacolo, come tecnico in un grande negozio di strumenti musicali ha proseguito nel mercato dei service, per poi iniziare l’avventura nella produzione e montaggio di circuiti elettronici insieme al padre di Marco D’Andrea, socio attuale. Marco, invece, era un impiegato in banca non realizzato, forse proprio perché a casa si mangiava pane ed integrati; così quando il padre manifesta la volontà di andare in pensione, lascia l’impiego in banca e fonda con Giuseppe Rinaldini, nel 1996, la Di‑Erre.
Nata come piccola realtà, con qualche dipendente, nel tempo si è evoluta, fino diventare un’azienda con una struttura di 1700 m2, ubicata a San Clemente in provincia di Rimini, ed una ventina di dipendenti. Marco ci spiega che la loro iniziale fortuna è stato l’incontro con Gabriele Giorgi di SGM, il quale ha dato loro fiducia, incaricandoli del montaggio di alcuni componenti dei propri prodotti. Un rapporto consolidatosi nel tempo, fino ad arrivare alla produzione dell’80% dei prodotti a marchio SGM; collaborazione poi proseguita sia con il passaggio del marchio ad RCF sia con l’attuale gestione di Peter Johannsen.
Ma la Di‑Erre non si muove solo nel mercato delle luci: lavora in modo diversificato anche per aziende impegnate in altri mercati, come una ditta che costruisce macchine per la lavorazione del legno o una seconda che costruisce macchine per la distribuzione e la spillatura di bevande. Consistente è anche il mercato dell’audio, anche perché non dimentichiamo che negli anni ’70-’80 questa zona era considerata come oggi la cinese Guangdong: in ogni casa si montavano schede elettroniche per diverse aziende, prima fra tutte quella dei Galanti, che fossero circuiti per mixer, amplificatori o tastiere.
“Pensiamo di avere ottimi rapporti con tutti – ci spiega Marco – perché la nostra politica ci porta a lavorare con un solo cliente per volta in ogni settore merceologico. La nostra forza è anche nella possibilità di accettare commissioni di pochi pezzi in tempi stretti. Questa estate, ad esempio, un marchio aveva assoluto bisogno di montare 200 pezzi di un prodotto nel mese di agosto. Io, il mio socio ed alcuni dei nostri ragazzi, invece di andare al mare, abbiamo passato le ferie a lavorare. Questa nostra flessibilità ci ha fatto vincere contro i cinesi una commessa di 1.800 pezzi al mese. In questi ultimi anni abbiamo anche creato un ufficio R&D a supporto dei nostri clienti, i quali, sempre più spesso, arrivano da noi con un progetto solo abbozzato che poi noi sviluppiamo e portiamo sulla linea di montaggio, consegnando il prodotto finito.
“Avendo maturato la convinzione di possedere ormai una certa esperienza, in questo ultimo periodo abbiamo sviluppato un nostro prodotto. Grazie all’insistenza di Franco Natali di Red Lighting ed al supporto di Aldo Visentin, noto lighting designer, abbiamo iniziato a produrre Easy 112E, un controller luci da 2048 canali e quattro universi DMX. Con questo nuovo prodotto abbiamo intenzione di iniziare la creazione di un catalogo di prodotti finiti che metteremo a disposizione della nostra clientela, proponendo diverse formule commerciali: distribuzione in esclusiva del prodotto con il nostro marchio, distribuzione in esclusiva con il proprio marchio o personalizzazione del prodotto. In nessun caso però vogliamo entrare direttamente nel mercato della distribuzione creando una nostra rete commerciale, perché questo non fa parte del nostro DNA”.
Qual è il vostro mercato di riferimento?
Non abbiamo mercati di riferimento, la nostra attività varia con il periodo, anche se è prevalentemente concentrata nella produzione di schede elettroniche o nel montaggio di parti meccaniche. In primavera guardiamo più al mercato del beverage, mentre in altri momenti dell’anno ci rivolgiamo maggiormente al mercato dello spettacolo. Certamente la nostra passione è da sempre quella per le luci, e ci riconosciamo una bella esperienza nel mercato dei LED, infatti è da ben 12 anni che sviluppiamo e montiamo prodotti con questa tecnologia, cominciando dal “Palco” di SGM, un modello che ha fatto epoca e che è ancora in produzione. Certamente da allora sono stati fatti passi da gigante nella tecnologia a LED.
Nel vostro settore come vivete la concorrenza dei cinesi?
Bisogna capire bene cosa si vuole da un progetto e dallo sviluppo di un prodotto. Se si è alla ricerca assoluta del prezzo più basso, accettando tutti i compromessi del caso, ammetto che i cinesi riescono ancora a dare le risposte migliori. Ma se il cliente ha l’esigenza di avere un progetto originale, con delle caratteristiche e delle soluzioni indispensabili per il mercato professionale, nonché tutte le garanzie del caso, non può rivolgersi ai cinesi. Inoltre, ai clienti noi garantiamo anche un’assistenza ed una fornitura di pezzi di ricambio e l’assistenza post vendita. Quindi il cliente deve avere le idee chiare e fare delle scelte a priori.
Per il futuro che scenario prevedete?
Penso che la forbice si stia allargando sempre di più: o si acquista il prodotto usa-e-getta su internet, al prezzo più basso, o si sceglie il prodotto di qualità, magari accettando di pagarlo anche due o tre volte tanto. Penso che di questo concetto abbiamo una dimostrazione lampante con Clay Paky, divenuta ormai marchio di riferimento mondiale: l’azienda lombarda propone prodotti meravigliosi che fanno tendenza sul mercato, sicuramente non al prezzo delle copie cinesi, e mi risulta che vada a gonfie vele.
Questo per noi è un insegnamento prezioso e siamo proiettati proprio in quella direzione.
contatti: DI ERRE