Biagio Damiano - Operatore luci
Abbiamo assistito alla data anconetana di Queen at the opera, lo show rock-sinfonico basato sulle musiche dei Queen.
Abbiamo assistito alla data anconetana di Queen at the opera, lo show rock-sinfonico basato sulle musiche dei Queen. Ascoltiamo dalle voci dei protagonisti la nascita e il successo di questo show così inusuale.
Biagio, come è stato pensato il disegno luci dello spettacolo?
Come prima cosa, ci tengo a precisare che il disegno luci è stato fatto a quattro mani da me e Angelo Tauro, con il quale ci alterniamo nelle varie date. Sia durante la programmazione, sia in tour abbiamo usato una console MA Wing, una piccola consolle molto pratica e performante che si adatta perfettamente al nostro spettacolo. Abbiamo impostato il lavoro su un nodo art-net, sul quale usiamo due universi per le nostre esigenze e un terzo universo per i fari del teatro, in quelle location dove sono disponibili altri fari residenti.
Per quanto riguarda i proiettori, sulle due americane sono montati prevalentemente dei Robe LEDWash 600, che usiamo per illuminare e colorare il palco, e due luci spot Luma in prima americana, che usiamo per evidenziare i soli dei musicisti o qualche momento particolare degli artisti. Sempre in prima americana, una batteria di DWE a LED con delle strobo RGB Sagitter. Per il controluce, in seconda americana abbiamo montato altri LEDWash 600 e sei Robe Pointe, che ci permettono di fare dei giochi con i fasci luminosi in aria.
In qualche momento del concerto ti sei rifatto a qualche scena originale dei Queen?
Non scherziamo, sarebbe blasfemia. Anche volendo, non sarebbe possibile: quella era un’epoca dove tutto era alogeno, e generalmente si usavano delle gabbie di PAR con i quali creavano degli spettacoli irripetibili. L’unica cosa in cui ci è concesso scimiottare gli originali, è quando loro seguivano con le luci il colpo del rullante: su alcuni pezzi anche noi usiamo lo stesso metodo.