WELLA – Collection Show 2017
Uno sguardo alla grande kermesse organizzata a febbraio dalla celebre casa di cosmetici all’Unipol Arena di Bologna.
di Alfio Morelli
A volte per capire quanto sia piccola la nicchia di mercato del settore prettamente musicale, economicamente parlando, basta fare un giro presso eventi organizzati da altri settori commerciali. È il caso della convention Wella di Bologna, dove siamo andati per curiosare un po’ e soprattutto per osservarne l’organizzazione tecnica, perché quello degli eventi aziendali rimane sempre un mercato estremamente interessante per le aziende fornitrici di servizi del nostro settore.
Parliamo chiaramente di uno dei più celebri marchi nel campo della cosmesi, poiché Wella è una azienda tedesca fondata nel 1880 e che nel 2013 è stata acquisita per la modica cifra di 6,5 miliardi di euro dal colosso americano Procter & Gamble, aziendina a gestione familiare che conta circa 127.000 dipendenti ed un fatturato di quasi 80 miliardi di dollari.
Per capire meglio i numeri di un evento come questo, che riguarda poi solo l’Italia, abbiamo fatto una chiacchierata con Fabio Treccani, direttore di produzione della kermesse. Fabio ha lavorato in passato all’interno di Wella, occupandosi proprio della gestione degli eventi aziendali; adesso continua a lavorare da esterno per il marchio tedesco con l’agenzia Eleven di Roma.
“Il nostro obiettivo è quello di capire esattamente la richiesta del cliente e soddisfarla creando il progetto e la squadra giusta – ci spiega Fabio –. La parte artistica deve essere studiata e progettata nei dettagli, in questo caso scegliendo sia gli artisti sia i parrucchieri e gli stilisti; ovviamente va anche organizzata la parte logistica dell’ospitalità dei clienti, i loro spostamenti, l’alloggio e il cibo. E parliamo di numeri ragguardevoli, basti pensare che quest’anno abbiamo utilizzato a Bologna ben 25 alberghi: 2200 camere solo per gli ospiti e oltre 300 camere per lo staff, prenotate e bloccate già a luglio. Nel backstage sono girate 350 persone al giorno e 140 modelle. La cena servita ieri sera ha visto ai tavoli ben 3800 persone.
“Wella ci teneva a dare una forte connotazione moda all’evento – continua Fabio – quindi volevano una passerella classica, mentre noi abbiamo spinto per un format più televisivo, anche perché chi vede lo show a casa in streaming lo gusta di più, come in TV. Quindi è uno show molto vario: abbiamo 20 account di agenzia più 50 tour leader, un evento molto grosso, e per di più, in contemporanea, avevamo altre due convention a Bologna, sempre per il gruppo Wella, in due hotel diversi. Infatti le aziende cercano di concentrare tutto in un unico evento: contattare clienti nuovi per presentare il prodotto e far firmare i contratti; così servono luoghi diversi per presentare prodotti diversi e con diverse strategie di marketing.
“La difficoltà più rilevante nell’organizzare e gestire un evento del genere è data soprattutto dai tempi di produzione – ci spiega Fabio – perché solo a novembre abbiamo saputo nei dettagli tutto il programma e il panorama delle iniziative. Per fortuna ho un partner tecnico molto valido e capace di seguire questi ritmi.
D’altra parte la nostra bravura è forse proprio quella di saper lavorare con questi ritmi frenetici che peraltro, se fosse per noi, preferiremmo fossero più distesi. L’unico modo per sopravvivere è l’esperienza e soprattutto il clima di empatia e reciproca collaborazione fra gli addetti ai lavori, indispensabile per ottenere la serenità necessaria a sostenere lo stress di ritmi così serrati”.
Ringraziato Fabio, approfondiamo l’aspetto squisitamente tecnico con Luca Domenicucci dell’azienda marchigiana Sound D-Light, che ha fornito e gestito audio, luci e video per la kermesse.
Luca Domenicucci – Sound D-Light
“Per quanto riguarda l’audio – ci spiega Luca – abbiamo installato tutto materiale L‑Acoustics: due cluster principali di KARA con laterali KIVA, oltre ad un delay di KARA per le tribune centrali. Le gradinate laterali in fondo sono invece coperte da altri due cluster di KIVA, secondo il disegno di Diego Camilletti. Abbiamo diversi radiomicrofoni e vari contributi video, oltre agli special dei cantanti che hanno generosi contributi in sequenza. Usiamo mixer Yamaha a cui si aggiunge la console del DJ.
“La messa in onda delle basi audio è molto complessa – prosegue – infatti usiamo una jingle machine in cui è stato necessario creare tantissime pagine, perché ogni momento dello show ed ogni stilista devono ovviamente avere la propria musica. Non a caso le prove sono state davvero molto lunghe ed impegnative.
“Per quanto riguarda le luci – aggiunge – abbiamo installato 45 Robe BMFL, una novantina fra Clay Paky Sharpy e Robe Robin Pointe e 50 Robe Robin 600, tutto pilotato da console MA Lighting con relativo spare e due MA NPU (Network Processing Unit di MA Lighting, – ndr) per la distribuzione del DMX. A ciò si aggiungono due seguipersona Robert Juliat. Il disegno luci è di Made (Marco De Nardi – ndr) che è anche il direttore della fotografia per le riprese video.
“La fornitura video non è indifferente – ci dice Luca – ; usiamo un ledwall centrale che fa da sfondo alle uscite delle modelle, due schermi con base di 12 metri per la scenografia, con dei videoproiettori Barco 30.000, a cui si aggiungono tre schermi centrali con base di 6 metri e relativi proiettori Barco 14.000. Abbiamo anche dovuto creare una distribuzione video per le varie sale VIP, backstage, ristorante, gobbo sul palco, tutti i monitor di servizio richiesti per gli addetti ai lavori. Curiamo anche la parte delle riprese dal vivo, realizzate con 6 telecamere, due con ottica lunga (una 60x e una 85x), due telecamere radio a spalla per il palco, una terza macchina per il salottino ed un’altra radio nel backstage per i collegamenti con la sala. Le telecamere radio in sala sono complete di telemetria, perché chiaramente la colorimetria è fondamentale per visualizzare bene il colore dei capelli, che qui è la cosa più importante. Il mix video è suddiviso in tre parti: quella che va alla grafica, che poi fa la reale messa in onda sugli schermi, quella per lo streaming e un terzo program che va solo in registrazione. La regia video è di Cristina Redini, che ha curato anche i contributi video, mentre tutti gli operatori sono nostri. La messa in onda della grafica è fatta tramite un Barco Serie E2, mentre i contributi sono gestiti da due Christie Pandoras Box, main e spare. C’è stata anche un’esibizione di ballerini-acrobati che ha richiesto due motori con velocità variabile.
“Il materiale che utilizziamo è quasi tutto di nostra proprietà – precisa Luca –: si tratta di un lavoro piuttosto impegnativo, che richiede più o meno 27 tecnici; basti pensare che solo per l’intercom abbiamo steso 14 cuffie radio e 32 cuffie via cavo!”.
Lo show che abbiamo visto noi domenica 5 febbraio è stato molto affascinante, non considerando ovviamente l’aspetto prettamente tecnico delle acconciature che purtroppo... da parecchi anni non ci riguarda più!
Non è facile spettacolarizzare e coinvolgere emotivamente il pubblico in una kermesse del genere, specie nei momenti più tecnici, cioè quelli delle acconciature, cosa che è invece riuscita agli organizzatori anche grazie ad un allestimento altamente professionale sotto ogni punto di vista.
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