Sistemi integrati
Quante volte avete sentito questa espressione, dite la verità? Quante volte vi siete chiesti cosa esattamente volesse dire?
Quante volte avete sentito questa espressione, dite la verità? Quante volte vi siete chiesti cosa esattamente volesse dire?
Non preoccupatevi, non siete voi i soli, è assolutamente normale che abbiate la percezione che una delle espressioni più usate e abusate non voglia dire nulla, o meglio, non voglia dire nulla di certo ed univocamente individuato.
Mi spiego meglio: alcune espressioni diventano di uso comune in maniera così rapida e universalmente condivisa spesso a causa di una strana commistione di sintesi e di enigmaticità contenuta nell’espressione stessa. Il fatto che si utilizzi spesso senza sapere esattamente cosa voglia dire una espressione è indice di come tutti si sentano autorizzati a metterla ovunque senza problemi, proprio perché non ha un significato così vincolante e chiaro da renderla troppo specifica.
È difficile che un’espressione o forma gergale del genere abbia un significato chiaro, altrimenti non riuscireste a metterla dappertutto, appunto.
Ora, dopo la consueta introduzione destabilizzante per i più, passiamo a definire l’oggetto di questo articolo.
Quello che per me è un sistema integrato, limitatamente alle poche righe di questo pezzo, relegate tra l’altro nel fondo maleodorante di Sound & Lite, è un sistema che permetta di avere il controllo e la condivisione di apparati audio/video e luci all’interno di un’installazione audio/video/luci. In breve, con un’altra espressione trita e ritrita: multimediale in genere, cioè la possibilità di avere integrati nello stesso sistema sia il brutale trasporto dei segnali tali e quali (e fin qui nulla di particolare) che il controllo degli apparati che gestiscono questi segnali, dal livello più basso di una matrice a quello più alto della interfaccia di presentazione all’utente finale. Mi permetto di far notare come inizi ad essere l’ora di smettere di pensare a queste cose come appannaggio esclusivo dei sistemi per installazione fissa, ed iniziare pensare che anche il live, o ad esempio il live televisivo o teatrale, possano beneficiare di una gestione un po’ più accorta delle risorse.
Insomma, ormai avete capito che mi riferisco alla possibilità di non avere più, ad esempio, un mixer di palco ed uno di sala gestiti come due regni indipendenti e totalmente scorrelati, ma come due superfici di comando appartenenti ad uno stesso sistema. Analogamente si possono gestire i sistemi di controllo degli ausiliari, delle luci, motorizzazioni e movimenti di scena vari.
Fin qui tutto tranquillo, direte voi, esiste già tutto, ed infatti il fatto stesso che alcuni importanti marchi operanti nell’audio digitale, ad esempio, ci si siano concentrati fa riflettere sull’utilità delle soluzioni di questo genere.
Però io, come di consueto, volevo trascinarvi verso qualcosa di ancora più delirante e profondamente integrato, cioè verso l’integrazione e la interoperabilità indipendente dal fornitore, cioè l’estensione del concetto di controllo ed interoperabilità sulle macchine tramite strumenti di controllo e gestione che siano indipendenti dal produttore dell’hardware. Insomma una cosa che già si fa da anni nel mondo dell’automazione industriale tramite i protocolli standard e quindi aperti.
Un’ulteriore apertura verso il mondo esterno che non racchiuda più l’integrazione all’interno di un recinto chiuso e limitato agli apparati di un certo fornitore.
Semplice, direte voi, e come è possibile? e soprattutto: quali sono i vantaggi? Cerchiamo di vederli insieme.
I vantaggi della possibilità di avere il controllo remoto e la diagnostica delle macchine installate su un’unica piattaforma sono parecchi, ad esempio pensate alla situazione tipica di un grande concerto in cui ci siano apparati distribuiti in zone difficilmente raggiungibili quando il luogo è gremito di gente: non sarebbe comodo sapere sempre se le macchine stanno funzionando correttamente e magari anche poterle telecontrollare?
Sì, certo, e alcuni di voi sanno che esistono sistemi più o meno evoluti che collegano in “rete” le varie macchine; bene, perché non allargare la interoperabilità a macchine di diversi fornitori? Ad esempio su una rete standard, oppure su una rete standard per il singolo fornitore o noleggiatore: non è una cosa difficile con i moduli di interfaccia opportuni.
Pensate anche al caso di un’installazione in cui si noleggino degli apparati e si abbia un contratto di assistenza per N serate: non sarebbe bello sapere, magari da remoto, cosa sta succedendo sul posto?
Ad esempio via SMS? Bene, guardate la Figura 1: sapete cos’è?
È un modulo che permette di inviare e ricevere comandi (ingressi/uscite digitali e analogiche) via SMS e, udite udite, ha un localizzatore GPS… non sarebbe male sapere dove sono alcuni nostri oggetti, o no?
Se vi dico che costa molto, molto, molto meno di un SM58 ci credete? Ovviamente esiste anche senza GPS e costa ancora meno, costa quasi di più la scatola in cui metterlo.
Pensate ad un noleggiatore di gruppi elettrogeni: non credete che avere alcune segnalazioni potrebbe essere utile? E magari anche qualche rilevazione di posizione, non si sa mai.
Bene, passiamo al caso successivo: che ne direste di inserire nella vostra rete dedicata all’audio digitale un sistema per controllare una piccola matrice periferica, che serve magari una sala lontana, e di avere sulla stessa superficie di controllo, ad esempio touch screen con interfaccia grafica (anche realizzata in Flash o altro, basta generare delle macro o degli hyperlink opportuni…) il controllo dei volumi e anche le luci di servizio?
Ecco allora, sempre con una spesa minore rispetto all’amato microfono (non me ne voglia la Shure), potete comperare un modulo che vi converte seriali ed ingressi su Ethernet, gestito tranquillamente con lo stesso sistema di prima: eccolo in figura 2.
Se poi siete amanti delle realizzazioni industriali, sì perché già immagino le obiezioni, potete tranquillamente standardizzare una serie di moduli tipo quelli in figura 3 che vi consentono di controllare qualsiasi apparato con ingressi ed uscite analogiche, digitali o seriali anche su un’americana o sotto l’acqua.
Pensate al controllo di motori remoti, paranchi, videoproiettori, switch di qualsiasi tipo e genere, allarmi e simili.
Tenete presente che a me personalmente è successo di avere esigenze del genere in convention ed eventi che fossero già appena difformi dal classico concerto standard, pensate all’uso teatrale o negli allestimenti fieristici di grandi dimensioni. Dispositivi a basso costo e controllabili, con interfacce personalizzabili, tramite i normali software di uso comune.
Analoghe soluzioni potrebbero essere sistemi di videosorveglianza o semplice trasferimento di audio/video, anche di servizio, tramite un piccolo video server, come quello in figura 4 ad esempio, che possa comunicare sulla stessa rete dell’audio o dei controlli del sistema: un unico cavo, compatibile con le reti esistenti e con i computer, e la possibilità di veicolare tutti i controlli che si desiderano.
Buona integrazione: lasciate correre la fantasia e vedrete che troverete un sacco di applicazioni utili.