Sanremo 2016 – le novità del Festival della Canzone Italiana
Al di là di ciò che tutti quanti già sanno circa il successo di ascolti ottenuto dalla 66° edizione del Festival di Sanremo, abbiamo voluto velocemente raccontarvi delle più evidenti novità concernenti l’allestimento scenografico, delle tecnologie adottate e della novità assoluta rappresentata dal ritorno del Dopo Festival.
La scenografia
Ideata e progettata dallo staff di Riccardo Bocchini, la scenografia parte dall’idea di rappresentare un fiore, raccontato in maniera subliminale ma sempre ben presente nelle numerose grafiche proiettate sugli enormi schermi LED che sono parte predominante della scenografia stessa. L’altro elemento fondamentale è rappresentato dalla scala che, come tradizione, non può mancare sul palcoscenico del Festival di Sanremo; l’idea della scala che si apre a soffietto è mutuata dal bicchierino telescopico, che i lettori più “datati” ricorderanno bene, molto in voga nel secolo scorso. Da questo spunto e grazie ad una motorizzazione basata su una serie di pantografi, nasce la scala di questa edizione, realizzata da un’azienda veneta leader nel settore delle macchine teatrali, che per la prima volta si è cimentata in un lavoro per la TV, con un ottimo risultato.
La scala che porta in platea è coronata da due balconate che contribuiscono ad accentuarne la fuga prospettica e, assieme ai due sovrastanti elementi sospesi, contribuisce ad esaltare la sensazione di ampiezza. La combinazione di tutti questi elementi collabora nel suscitare nello spettatore una sensazione di grande profondità, notevolmente superiore a quanto sia in realtà.
Molti degli elementi scenici – tra cui le sponde che circondano i palchi dell’orchestra, e i due elementi che li sovrastano, assieme alle colonne che li sostengono – sono una creazione artistica dallo scultore Davide Dall’Osso, che ha utilizzato una particolare lavorazione in policarbonato sciolto. A ricordare ciò nell’atrio del teatro sono presenti due sue sculture che rappresentano delle danzatrici, realizzate con la stessa tecnica, raffiguranti lo spirito misterioso del flamenco, il Duende tanto caro a Federico García Lorca. Il pavimento del palcoscenico è illuminato da una serie di elementi ProLights Halupix rappresentanti una grande freccia che crea un tratto di continuità tra la scala del fondo e la discesa in platea.
Le luci
Il progetto luci, realizzato da Marco Lucarelli, si avvale di pannelli LED di varie tipologie che, ricoprendo capillarmente tutte le porzioni sceniche disponibili, consentono infinite possibilità cromatiche, mettendo contemporaneamente a disposizione dell’equipe grafica un unico enorme schermo per la proiezione di contributi ed immagini. L’idea chiave in questa edizione era il ritorno del bianco in prima serata: obiettivo raggiunto; ma aspetto più interessante è la natura camaleontica della scena la quale rende possibile una serie di trasformazioni davvero illimitate.
Per quanto riguarda i corpi illuminanti, vi è una predominanza di proiettori beam, utilizzati spessissimo in tonalità bianche o molto chiare ed opportunamente raggruppati e direzionati in modo da ottenere muri, fasci geometrici o lame di luce dall’effetto molto nuovo (a questo proposito parlano le immagini). La fornitura luci esterna è stata assicurata dalla AMG International di Alex Vinciguerra che ha messo a disposizione circa 300 proiettori fra Clay Paky, Robe e DTS, oltre al materiale per la distribuzione.
L’audio
Il progetto audio utilizzato per il Festival di Sanremo è, da molti anni, un punto fermo e fortemente consolidato. Tuttavia questo non esclude un continuo affinamento e l’inserimento di piccole ma importanti migliorie che ne implementano costantemente la qualità. Quest’anno, ancor più che l’anno scorso, abbiamo avuto modo di apprezzare il netto salto di qualità nell’ascolto in teatro, e l’altissimo livello raggiunto nella produzione della regia audio per la messa in onda del programma, sia in stereofonia sia in 5.1 sul canale 501 RAI HD. Anche la piccola lacuna della scarsa qualità di ascolto, rilevata l’anno scorso in sala stampa, è stata risolta, forse grazie al cambio d’impianto utilizzato o ad un più accurato allineamento. Abbiamo il forte sospetto che entrambi questi elementi abbiano giocato a favore dell’ottimo risultato.
Circa la configurazione del sistema nel suo complesso, ricordiamo l’utilizzo di una già ben collaudata e sicura matrice, situata in una sala segnali, per il routing degli oltre 1.500 segnali audio in/out, tra main e ridondanza, provenienti dal teatro, smistati su 24 linee MADI-64 verso i vari mixer digitali. Come l’anno precedente, un mixer Studer Vista X serve la regia musicale, mentre per la diffusione in sala troviamo un sistema Meyer M’elodie di proprietà Rai, come tutto il resto delle apparecchiature audio utilizzate. Il risultato finale, a nostro avviso, è di pregevole qualità. Il sistema è composto da due cluster di nove elementi per lato in platea, con un rinforzo di un delay da tre elementi per lato sotto il tetto della galleria. I sub-woofer sono montati in modalità cardioide e danno un grosso contributo al miglioramento della qualità generale. In galleria troviamo un sistema JBL VT-4886 passivo, due cluster da otto elementi, con un rinforzo centrale di VRX932 amplificato. Per gli ascolti sul palco troviamo dei side composti da tre elementi L-Acoustics KIVA per ogni lato, oltre a tre spie Outline SM112, sia incastonate nel pavimento, sia ai lati; infine dei piccoli diffusori per gli ascolti del parlato in zone particolarmente critiche. Per gli ascolti dell’orchestra c’è il collaudato sistema misto Aviom A-16 più Roland M48. I mixer di sala sono tre: Uno Studer Vista 5 ed un DiGiCo SD9 per la diffusione musicale, un Soundcraft Vi6 per i lavalier, gli head-set ed i microfoni a mano. Come mixer di palco è presente uno Studer Vista 8, come ormai da molti anni. In regia musicale, oltre al già menzionato Vista X, c’è un Vista 5 per il mix di archi, fiati e coro. Per il surround, il sistema è articolato con un microfono custom RAI a 32 capsule, gestito da un software progettato dal centro ricerche RAI di Torino in collaborazione con l’Università di Parma, un microfono 5.1 multi-capsula DPA 5100, oltre ad una serie di microfoni posizionati strategicamente in teatro per una ripresa ambiente più accurata. La regia 5.1, residente su un mezzo mobile posto all’esterno del teatro, in prossimità del pullman regia TV, si avvale di un mixer DiGiCo D5. La messa in onda stereo del programma è invece gestita dal mixer Stagetec Aurus dell’OB-Van Esterna Roma 4.
Villa Ormond
Lo spazio di Villa Ormond è un’eredità della produzione di “Sanremo Giovani”, programma andato in onda nel novembre scorso per la selezione delle nuove proposte che oggi sono in gara al Festival. Individuato su proposta del Comune di Sanremo, questo spazio, abitualmente adibito a palestra polivalente per pallacanestro, pallavolo ed altre attività, si è dimostrato molto versatile ed ideale anche per essere utilizzato per le produzioni collaterali al Festival di Sanremo, consentendo a RAI di realizzare, con l’inserimento di piccoli elementi scenografici aggiuntivi, sia il set per il pomeridiano La vita in diretta, sia il set per il notturno Dopo Festival.
Le luci
L’impianto luci di quest’anno è molto più tecnologico rispetto al passato; i nuovi proiettori a tecnologia LED consentono una maggiore versatilità, riducendo nello stesso tempo il consumo energetico. Vista la presenza delle nuove scenografie che prevedono schermi LED, è stata necessaria la ricerca di un compromesso tra quanto proiettato dalla grafica sulle superfici dello studio e l’esigenza di illuminare i soggetti in scena per favorire le riprese TV. Grazie alla grande professionalità di chi collabora alle due produzioni, il risultato è stato di ottima qualità.
Nel Dopo Festival ha prevalso la scelta illuminotecnica di seguire la linea artistica presente nel Festival, quindi con un abbondante uso di fasci luminosi e di effetti molto affascinanti. In entrambe le produzioni, Massimo Liberati, direttore della fotografia, è stato alla costante ricerca di un giusto compromesso tra la luce bianca e gli effetti cromatici, tendendo a “bagnare” il meno possibile con gli effetti cromatici quello che viene mandato in grafica. Per ottenere ciò, occorre sagomare con molta cura l’illuminazione primaria, giocando poi con effetti cromatici per dare la giusta profondità ai soggetti in campo. Nel caso del Dopo Festival c’è stato comunque un po’ più di spazio per l’improvvisazione, sia per il tipo di trasmissione, che ha delle dinamiche più vivaci, sia per il fatto che gli interventi musicali “Live” all’interno del programma richiedevano un’illuminazione più dinamica.
L’audio
L’impianto audio dello studio di villa Ormond, appaltato alla società Calvini di Arma di Taggia, storico fornitore Rai per il Festival di Sanremo, consiste in tre postazioni Digidesign Venue D-Show a 96 canali per il mixaggio: sala, monitor e musicale; le tre consolle sono collegate, tra loro e con la regia RAI, in digitale via MADI. L’impianto di diffusione è un V8LM Martin Audio, composto da sei cluster di quattro elementi ognuno con sei down fill V8LMD, altri quattro sub S18 coprono la prima parte di platea, mentre diversi piccoli diffusori disposti omogeneamente all’interno dello studio riproducono il parlato. Per il monitoraggio musicale sul palco, sono utilizzati dei diffusori LE1200, con finali di potenza Lab.gruppen e processori XTA.
Illuminotecnica
La società Calvini ha anche fornito tutti i corpi illuminanti: circa 200 unità motorizzate suddivise tra Robe Robin Pointe, Robin 600 LEDWash, Clay Paky Alpha Profile 1200, SGM Victory e una cinquantina di sagomatori ETC di vari modelli, oltre ad un centinaio di corpi illuminanti ETC ed Arri da 300, 650, 1000 e 2000 W. Ovviamente anche tutte le strutture metalliche e i motori di sollevamento sono parte della fornitura.
Personale e aziende
San Remo 2016 | |
Realizzazione | CPTV RAI Roma |
Coord. organizzativo | Sandro Paris |
Direttore artistico | Carlo Conti |
Autori | Carlo Conti |
Irene Sabatini | |
Emanuele Giovannini | |
Leopoldo Siano | |
Riccardo Cassini | |
Martino Clericetti | |
Giona Peduzzi | |
Mario D’Amico | |
Ludovico Gallifa | |
Capo progetto | Gabriella Schiavo |
Direzione musicale | Pinuccio Pirazzoli |
Scenografia | Riccardo Bocchini |
Aiuto scenografi | Francesca Toscano |
Gabriella Palazzo | |
Roberto Tommasello | |
Flavia Bocchini | |
Ainur Ramadan | |
Progetto grafico | William DI Paolo |
Grafica interattiva | Massimo Ghiani |
Claudio Leggieri | |
Gian Maria Tesauro | |
Tecnici mediaserver | Maurizio Ranaldi |
Fabio Roberti | |
Costumi | Donato Citro |
Direttore della fotografia | Marco Lucarelli |
Tecnici luci | Adriano Barbanzolo |
Enzo Luatri | |
Mauro Lucarelli | |
Progetto audio | Mauro Severoni |
Tecnici audio | Stefano Benedetti |
Mauro Negro | |
Silvano D’Alessandro | |
Fabio Spadoni | |
Emanuele Moscardi | |
Emanuele Minghetti | |
Alessandro Pistoni | |
Marcello Sommaripa | |
Emanuele Di Cavo | |
Daniele Di Vita | |
Regia | Maurizio Pagnussat |
Aiuto regista | Carlo Aloisi |
Assistenti alla regia | Marco Santaniello |
Stefania Testa | |
Tecnici video | Francesco Borsella |
Andrea Macedonio | |
Claudio Flocco | |
Mixer video | Arianna Damiani |
Tecnico RVM | Paolo Salvo |
La Vita in diretta e Dopofestival | |
Regia La vita in diretta | Giuseppe Bucolo |
Regia Dopofestival | Fabrizio Guttuso Alaimo |
Assistente alla regia | Laura Stoppoloni |
Scenografia | Riccardo Bocchini |
Direttore della fotografia | Massimo Liberati |
Direttore di produzione | Giancarlo Milano |
Ideazione grafica | Giovanni Stellitano |
Coordinamento tecnico | Claudio Gianna |
Organizzazione | Donato Corti |
Consulente musicale | Marco Diano |
Per Calvini S.A.S. | |
Coordinamento generale | Franco Calvini |
Tecnici audio | Emanuele Bastiani |
Domenico Maio | |
Marcello Manzo | |
Alberto Montanaro | |
Jupiter Ndiaye | |
Stefano Di Luca | |
Tecnici luci | Andrea Iezzi |
Alessandro Carrino | |
Giuseppe Sala | |
Giacomo Bassano | |
Michele Calvini |
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