Robe Robin DLX
Il primo spot motorizzato a LED ad alta potenza.
di Douglas Cole
Dall’introduzione dei primi wash a LED con lente unica, in realtà solo pochi anni fa, la corsa per aggiudicarsi il podio di primo costruttore di un prodotto innovativo per questa categoria di spot motorizzati – di media o alta potenza – non è ancora finita. Sembra essere la casa ceca Robe la prima ad affermarsi con successo sul mercato con il primo vero spot a LED: il Robin DLX.
Le sorgenti LED (abbiamo coperto questo punto ad nauseam in articoli precedenti) grazie alla loro miscelazione dei colori additiva, presentano effettivamente il loro massimo vantaggio di efficienza nei ruoli di wash, cyc o effetti in controluce, dove sono importanti colori molto saturi – difficili da ottenere con miscelazione sottrattiva CMY e che, per questo, rendono poco efficaci i proiettori tradizionali.
Anche se è probabile che non vedremo i proiettori a LED in grado di competere nelle classi del 575 W, 700 W o 1200/1500 W nel futuro immediato per quanto riguarda la luce bianca, le sorgenti LED RGBW di recente sviluppo sono già in grado di erogare colori saturi con intensità che rivaleggia o supera quella della classe più alta di potenza.
Il nuovo Robin DLX è un testamobile con un elenco notevole di qualità. Si tratta di uno spot motorizzato che, a parte la sorgente, incorpora tutte le features che ci si può aspettare da un prodotto simile: zoom, due ruote di gobo, iris lineare, prisma, effetto frost variabile e focus motorizzato. Come gli altri prodotti Robe Robin, il DLX incorpora uno schermo touchscreen QVGA per la programmazione a bordo, con una batteria che permette l’impostazione dei parametri anche in assenza della corrente di rete.
Colore
DLX offre miscelazione di colori in modalità RGBW o in emulazione CMY. La modalità RGBW permette il controllo di colore ad 8 o a 16 bit. Include un controllo CTC (costanza della temperatura di colore) e la riproduzione dei bianchi è preprogrammata con temperature di colore a 2700 K, 3200 K, 4200 K, 5600 K e 8000 K.
Interessante è l’effetto “tungsteno”, funzione aggiuntiva che si può scegliere quando si usano le temperature colore 2700 K e 3200 K. Con quest’opzione attivata, il proiettore aggiunge intelligentemente componenti di rosso in modo inversamente proporzionale al livello del dimmer, facendo ritardare gli effetti di dimming per simulare anche il tempo di riscaldamento dei filamenti. Oltre alla miscelazione in CMY o RGBW, il proiettore offre una ruota colori virtuale: un singolo canale che offre 237 colori ordinati in modo da attraversare tutto lo spettro. È presente, infine, un effetto arcobaleno a velocità variabile.
Gli argomenti contro le sorgenti LED, generalmente, si basano sulla loro resa poco piacevole dei toni di carnagione umana, dovuta alle bande molto ristrette di spettro che producono le singole componenti R, G e B. Magari grazie alla possibilità che ha di generare tonalità di bianchi calibrati, Robin DLX, invece, già gode di molto successo anche in applicazioni dove questo aspetto è critico, come quelle teatrali e televisive.
Effetti
Lo zoom apre da 10° a 45° e il proiettore prevede la programmazione del focus automatico per un fascio aperto o per una o l’altra ruota di gobo, da 4 a 20 metri per passi di due metri.
Oltre all’apertura progressiva, che si può controllare a 8 bit o a 16 bit, l’iris offre effetti di pulsazione variabile che arrivano fino a tre aperture e chiusure al secondo.
Il prisma del Robin DLX è a tre facce da 11°, può ruotare in entrambi sensi ed è programmabile con 16 macro per combinazioni gobo/prisma. Il filtro frost variabile incorporato offre anch’esso effetti di pulsazione.
Essendo un proiettore a LED, gli effetti shutter/strobe/dimming vengono effettuati, ovviamente, in modo completamente elettronico dal controllo del driver delle sorgenti LED. L’effetto strobo può arrivare fino a 20 lampeggi al secondo.
Robin DLX include due ruote gobo, uno con gobo statici e l’altro con gobo rotanti. La prima di queste due ruote ha nove gobo statici in metallo (più l’open), con funzioni di gobo shake, rotazione della ruota in entrambi sensi e selezione a caso o controllata dalla musica. La ruota di gobo rotanti contiene sette gobo di vetro dicroico (sempre più l’open) e offre le stesse funzioni della prima, oltre ai gobo rotanti. La rotazione di questi gobo è a velocità variabile in entrambi sensi ed è indicizzata con precisione fino a 16 bit. Tutti i gobo sono intercambiabili e utilizzano il sistema Robe “Slot&Lock” per la loro rapida sostituzione.
Controllo
Per l’interfaccia dati, Robin DLX dispone di ingressi e uscite DMX su XLR3 ed XLR5, offre tre modalità operative DMX che richiedono 35, 25 o 23 canali ed è compatibile con la comunicazione a due vie RDM. È inoltre predisposto per un’interfaccia wireless opzionale CRMX di Lumen Radio. Dispone anche di una porta RJ45 per la connessione in rete, compatibile con protocolli ArtNet, MA‑Net e MA‑Net2. Offre anche una modalità stand-alone con tre programmi configurabili fino a 100 step. Il software include un’utile funzione di autodiagnosi dei guasti.
Caratteristiche fisiche
La testa è lunga 480 mm e l’altezza massima del proiettore è di 690 mm. Offre movimento pan attraverso 540° e tilt 270°. Pesa solo 20,8 kg.
Incorpora un alimentatore switching auto-ranging da 100÷250 V AC a 50/60 Hz, con connettore PowerCon. Assorbe una potenza massima (con tutti i componenti RGBW al massimo) di 550 W (con un singolo colore massimo).
Il rendimento
Confrontare il rendimento di un proiettore a LED con uno a scarica è un esercizio potenzialmente ingannevole. Nella guerra dei numeri, tutti i costruttori pubblicano i dati fotometrici dei proiettori a scarica concentrandosi sul flusso luminoso del proiettore o la luminanza che fornisce con la luce bianca non filtrata o, al massimo, con un filtro di diffusione frost inserito. Mettere i numeri di un proiettore a LED con tutti i componenti al massimo in confronto a queste misure, ancora non è un paragone proponibile. I dati, invece, che raramente vengono pubblicati per un proiettore a scarica (che sarebbero pure utili) sono quelli relativi al rendimento a colori: con questi si potrebbe fare un confronto in condizioni più eque. I 5600 lx di luminanza, ad esempio, che Robin DLX riesce a produrre a 5 m, su un campo di diametro 90 cm con lo zoom a 10° e tutti gli elementi al massimo (a 550 W di potenza), non sono sicuramente paragonabili con i 16.000÷18.000 lx di un tipico proiettore 575 W a scarica con una lente simile alla stessa distanza. Un proiettore a scarica che deve proiettare un fascio di blu profondo, invece, deve inserire due filtri pieni (magenta e ciano) e, mentre continua ad assorbire gli stessi 575 W, la luminanza che eroga tipicamente scende a 1/100 o meno di quella erogata con la luce bianca. Nel caso del DLX, al contrario, la produzione di un blu primario richiede molta meno potenza elettrica (come sopra, massimo 215 W) e riesce ad erogare 410 lux nello stesso campo da 90 cm di diametro.
In questo caso estremo, la luminanza erogata dal proiettore LED può arrivare anche a tre o quattro volte quella del proiettore tradizionale, pur assorbendo meno della metà della potenza. Lo stesso è vero, in vari gradi, per tutti i colori molto carichi, in particolare i blu ed i viola carichi, i verdi carichi ed i rossi profondi.
Robin DLX è un proiettore che può essere sfruttato in diversi campi applicativi: dai live al teatro, in televisione e non solo. Aggiungendo a questo la nota lunghezza della vita operativa delle sorgenti LED, i suoi colori saturi, le diverse proiezioni di gobo che possono essere create e la capacità di illuminare anche le persone sempre mantenendo una buona resa, i vantaggi appaiono considerevoli e rendono il Robin DLX un prodotto realmente competitivo.
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