Laura Pausini - Inedito World Tour

Laura vola sul tetto del mondo. Un nuovo tour con una produzione strabiliante. Arruolati i guru dello show design internazionale. Centocinquanta date in tutto il mondo. Uno spettacolo da far invidia alle più grandi pop star mondiali.

di Giancarlo Messina

Chiudendo il servizio sul precedente tour di Laura, dopo aver tessuto le lodi della bella produzione, scrivevamo testualmente: “La nostra curiosità, ed un po’ anche la nostra fissazione, sarebbe quella di vedere uno show in cui tutto questo ben di dio di materiali e queste grandissime professionalità, compresa quella della protagonista, fossero diretti da un regista vero e proprio, un art director di altissimo livello internazionale, con l’obiettivo di trasformare il concerto in un vero grande show musicale sulla strada già percorsa dalla grandi pop star internazionali, quali Laura Pausini è”.
Ci pare un inaspettato gancio per cominciare a descrivere questo nuovo tour, perché – ovviamente per pura coincidenza – siamo stati davvero accontentati. Ed anche di più. Infatti Laura, coadiuvata dal nuovo management, Riccardo Benini, ha scelto non solo di affidarsi ad un creative director di grande spessore internazionale, ma anche di chiamare a sé alcuni fra i più prestigiosi professionisti del mondo. Ma andiamo con calma.
Partiamo da Stufish, lo studio di Mark Fisher, di cui penso sia sufficiente citare alcuni credit: U2, Pink Floyd, The Rolling Stones, AC/DC... devo continuare? Vabbe’: aggiungiamoci le cerimonie per le Olimpiadi di Pechino e il lavoruccio per i Mondiali di calcio in Sud Africa che non mi erano sembrati malvagi!
E le luci a chi le facciamo fare? C’è un certo Patrick Woodroffe che, si dice in giro, sia piuttosto bravino. Che lavori ha fatto? Michael Jackson, Rolling Stones, Simply Red, The Police, AC/DC, Elton John... vabbe’... lo prendiamo.
Ah... dimenticavamo il regista, ovviamente, eravamo partiti da lì. Ci sarebbe Marco Balich: certo è abituato a produzioni piuttosto sesquipedali, cerimonie olimpiche, grandi eventi internazionali, e pare sia ufficialmente in ballo per le Olimpiadi di Rio 2016... ok, prendiamo pure lui!
Scherzi a parte, come avrete capito ci troviamo di fronte ad un “dream team” davvero esaltante.
Ovviamente il resto non poteva essere da meno, ed infatti tutte le aziende coinvolte sono di grande spessore, a cominciare dalle italianissime Agorà, Limelite ed Event Management, fino al responsabile audio per l’artista, Marco Monforte, che ha certo messo in campo tutta la propria professionalità per prendere le scelte giuste ed assicurare un risultato perfetto, l’unico confacente alle attese.

Potete quindi immaginare quanto fossimo curiosi di vedere l’anteprima a porte chiuse di questo mega tour mondiale, spettacolo tenutosi a Rimini in dicembre ed al quale eravamo stati invitati. E se i dettagli tecnici ve li racconteremo tramite la viva voce dei protagonisti, a noi compete un parere sullo show.
L’aggettivo che ci viene per primo in mente è “barocco”, ma non, ovviamente, con la connotazione negativa per cui questa parola può diventare sinonimo di “kitsch”, inelegante o sopra le righe. Bensì nell’accezione migliore, quella che si ricollega alla ricerca di emozione e di meraviglia, di movimento e di gioco, elementi che caratterizzano una parte della migliore arte italiana. Visto che non siamo su una rivista letteraria ci fermiamo qui, ma è bello notare come davvero l’eone barocco di cui parla Eugenio d’Ors riaffiori nelle occasioni e nei periodi più imprevedibili. E questo palco, con le sue linee spezzate e mosse, col tempietto rovesciato al centro della scena, con i suoi microfoni luccicanti, con i vestiti fatti di luce ne è certamente un evidente esempio. Come non vedere nelle proiezioni realizzate in 3D mapping la stessa divertita ricerca di stupore di un trompe-l’oeil, magari quella magia con cui Borromini allunga prospetticamente il corridoio di Palazzo Spada? E se le colonne rovesciate tracciano la profondità del palco in maniera aggressiva, gli ovali e i semicerchi disegnati da Fisher hanno lo stesso senso di movimento di una cupola barocca. E poi il colore, che coi suoi chiaroscuri dipinge il movimento stesso e utilizza il bianco della scenografia come se si trattasse di stucchi, per poi dare libero sfogo alla fantasia coloristica.
A tutto ciò aggiungete i ballerini fluorescenti, il volo dell’artista, la luna gigante, le danze in verticale inseguendo le scale di Escher, i tanti cambi d’abito, l’apparizione di Laura fra il fumo, grazie ad una botola nascosta, l’inatteso set techno del “DJ” Zucchetti e perfino una “video-chitarra” che ingloba immagini in movimento; e poi la voglia di giocare, che porta ad esempio in scena i backliner in veste di inaspettati chitarristi! Ci tornano in mente i versi di Giambattista Marino: “È del poeta il fin la meraviglia... chi non sa far stupir, vada alla striglia!”.
Insomma uno spettacolo che si nutre di lusso, di fantasia, di ori e di luce, di teatro e di festa, pur riuscendo a fermarsi un attimo prima di varcare la soglia del cattivo gusto.

Le componenti tecniche sono a dir poco impeccabili: proiezioni, riprese live e luci interagiscono nel migliore dei modi con la bellissima scenografia, creando emozioni e sensazioni visive sempre nuove e mai monotone. L’audio è semplicemente quello che deve essere: robusto, potente ma anche in grado di valorizzare tutti i suoni del mix, e non solo la voce che rimane comunque sempre impeccabile, intelligibile e presente. Più in generale abbiamo notato una sonorità molto più aggressiva di quella che si potrebbe associare ad una cantante latina, una strada che Laura ha deciso di seguire da un bel po’ di tempo. Si sente il grande lavoro di preproduzione, sia nell’intelligenza degli scenografi, che finalmente hanno messo i cluster del PA dove non interferiscono con la postazione principale della cantante, sia nelle scelte tecniche, come quella di usare valanghe di preamplificatori esterni sui canali più importanti.
Chi guarda e ascolta questo concerto, che è un vero e proprio show, certamente può godere di uno spettacolo internazionale di altissimo valore, e se sul palco ci fossero Madonna o Celine Dion potrebbero essere fiere di una tale produzione.
Insomma un grande passo in avanti: certamente pochi artisti italiani hanno le potenzialità per una produzione ed un calendario del genere, ma non possiamo che fare un plauso a Laura ed al suo team per la scelta di buttare il cuore oltre l’ostacolo e mirare alla qualità assoluta.

Le Video Interviste:

Marco Astartita

Backliner

fabrizio pausini

Brocca

monforte

Fantozzi

Balich

Belli

Ghini

 

Contatti:

Service Video: Event Management

Service Audio Luci: Agorà

Fonico FoH: Marco Monforte

Responsabile Gente Music: Fabrizio Pausini

 

 

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