Mirko Casadei
L’altra faccia dell’entertainment
di Alfio Morelli
Alla ricerca di nuove tendenze
Il nostro percorso prosegue con la famiglia forse più rappresentativa nel mondo della musica da ballo: i Casadei.
La storia comincia nel dopoguerra, con Secondo Casadei, (1906 – 1971), lo “Strauss della Romagna”, autore di quella “Romagna mia” che è ancora il brano più suonato nelle balere di mezza Italia e non solo. E negli anni Settanta arriva il boom del liscio: quando Secondo viene a mancare, questo genere viene inventato e portato avanti con grande capacità dal nipote Raul Casadei. I ritmi ed i suoni vengono rinnovati e gli italiani impazziscono per quel nuovo sound. “Ciao Mare” diventa un brano simbolo di una generazione e del suo modo di divertirsi e fare festa, e Raul diventa un personaggio pubblico che gode di grande popolarità. Ma arriva il momento di un ulteriore passaggio del testimone: negli anni Novanta al comando dell’orchestra arriva la terza generazione, impersonata da Mirko Casadei, che porta ad un ulteriore rinnovamento del sound e del repertorio: riuscirà a riportare agli antichi splendori la musica romagnola?
Siamo andati a trovare Raul e Mirko Casadei nella loro casa di Gatteo Mare, dove siamo stati accolti con la consueta cordialità romagnola. C’è anche Carolina, sorella di Mirko. Ripercorriamo quarant’anni di storia del ballo italiano, anche per inquadrare meglio il momento attuale, non certo uno dei più fiorenti.
Ci facciamo raccontare da Raul quelle prime esperienze insieme allo zio, quando tutto era da inventare, gli spiriti genuini, la gente aveva voglia di divertirsi. “Noi giravamo l’Italia cercando di creare questo clima di festa – racconta Raul con molta umiltà –. Mio zio era già a suo modo un progressista, perché aveva portato nella musica popolare il violino che duettava con la fisarmonica. Io all’epoca facevo il maestro di scuola e suonavo nell’orchestra Casadei solo nei fine settimana. Poi purtroppo, nel ’71, mio zio venne a mancare ed io dovetti prendere in mano la sua attività, quindi l’orchestra. Cercai di portare alcune innovazioni ed alcune nuove sonorità.
La parola “liscio” nacque una sera alle Rotonde di Garlasco, quando in una serata particolare, con la presenza della stampa milanese, presentando il nostro nuovo pezzo, “Ciao Mare”, mi uscì la frase “vai col liscio”. Rosanna Manni di Sorrisi e Canzoni TV alcuni giorni dopo uscì con la copertina “In Italia è scoppiato il liscio”; possiamo dire che dal quel momento iniziò l’epoca del liscio. Pensa che mio zio, scomparso un anno prima, la parola liscio non l’ha mai sentita!
“Il successo di quella musica era sicuramente dovuto all’ambiente di festa che si riusciva a creare nelle nostre serate. Dietro quel successo nacquero diverse orchestre che facevano lo stesso genere, ricordo solo qualche mio collega di successo, come l’Orchestra Borghesi e Castellina Pasi. Nacquero anche le grandi balere, la Ca’ del Liscio, il Tris, lo Studio Zeta e tantissime altre. Questo durò fino agli anni Novanta, quando cominciai a sentire un’esigenza di rinnovamento. Stava succedendo un fatto strano: il pubblico amante del ballo classico non accettava di mischiarsi con i giovani che avevano voglia di rinnovamento. Così, dall’inizio degli anni Novanta, cominciai a proporre delle contaminazioni. Rimane storica l’estate del ‘98 a Riccione, in Piazza Roma, quando per un mese invitai una serie di nomi internazionali che, oltre a proporre il loro repertorio, accettarono di duettare con noi. Gloria Gaynor, Tito Puente, Les Tambours du Bronx e moltissimi altri. Qualche anno dopo abbiamo ripetuto l’esperimento in un famoso locale di Rimini, “Rimini Rimini”, portando Gipsy Kings, Deodato, Gotan Project, Kid Creole and the Coconuts, di nuovo Gloria Gaynor e tanti altri. L’interpretazione in chiave blues di “Romagna mia” eseguita da Gloria Gaynor rimane indimenticabile! Ma qui siamo nella nuova era, quindi è giusto che il racconto lo prosegua mio figlio Mirko, perché questa è la sua storia.
Quindi Mirko tu sei la terza generazione di Casadei, quale strada hai scelto per innovare la tua orchestra?
Io cerco di reinterpretare in chiave moderna la storia della mia famiglia e della Romagna. Il mio modello, come idea, sono i Gipsy Kings, anche se il paragone è un po’ presuntuoso, che hanno utilizzato le canzoni della loro tradizione gitana e le hanno riproposte in chiave moderna, cambiando la musicalità ed i ritmi. È proprio quello che cerco di fare da qualche anno. Penso che occorrano nuove idee, perché anche i locali da ballo sono rimasti un po’ fermi su se stessi, ma anche la discoteca sta segnando il passo. Credo insomma che le nuove generazioni stiano cercando qualcosa di diverso, non più il liscio tradizionale, non più la discoteca ma un nuovo ambiente, un nuovo modo di socializzare, di incontrarsi, magari anche in ambienti più attuali.
Dando un’occhiata sul tuo sito, noto che stai prestando molta attenzione ai mercati esteri...
Qualche sera fa eravamo a Londra, in un bel locale: la locandina riportava che qualche sera dopo si sarebbe esibito Bob Geldof! Durante la serata il pubblico è letteralmente esploso: anche se non conoscevano i nostri pezzi, tutti si sono lasciati coinvolgere dall’aria di festa della nostra musica. Oltre a Londra abbiamo fatto delle serate anche in Brasile, Argentina, Canada, Kazakistan, Ungheria ed altri paesi, perché in quest’ultimo periodo all’estero sta rinascendo la voglia di musica romagnola.
Mentre in Italia è un discorso chiuso?
Assolutamente no. Quando ci presentiamo nelle piazze importanti mi accorgo che tanti giovani stanno ritornando a ballare e divertirsi, in un modo e con uno spirito diverso, hanno di nuovo voglia di nuovo di divertirsi in modo genuino. Forse è l’inizio di una nuova era.
Parlando un po’ anche di tecnologia, come sei organizzato tecnicamente con la tua orchestra?
In certi periodi abbiamo fatto tendenza per la tecnologia da noi utilizzata, oggi abbiamo scelto di essere maggiormente attenti alla sostanza della musica che suoniamo sul palco, senza comunque tralasciare la parte tecnica. La situazione classica prevede di portare con noi al seguito la nostra dotazione tecnica, composta di PA Meyer e luci Clay Paky; ma con sempre più frequenza scegliamo di appoggiarci in tour a dei service locali che ci forniscono il materiale necessario.
Hai un sogno nel cassetto?
Ne ho ben due: una trasmissione televisiva sulla musica romagnola ed un locale in cui la gente ritorni a divertirsi.
Sulla via del ritorno, mentre attraverso la Romagna, metto su un “best of” di liscio per creare un po’ d’atmosfera e ripenso al pomeriggio passato in compagnia della famiglia Casadei ed alle chiacchiere fatte. È vero: la musica solare di Casadei è stata sicuramente un mezzo di comunicazione molto potente per la Riviera romagnola, musica che ha nel suo DNA il divertimento, la spensieratezza e la positività della vita, e rispecchia appunto la terra in cui è nata. Il boom del turismo, e tutta la sua enorme economia, si può dire che sia andato a braccetto con la grande diffusione di questa musica, che ne è stata immagine e colonna sonora.
Si può quindi davvero dire che la musica popolare debba essere considerata dai nostri politici meno nobile e degna di sostegno di altre forme di musica ritenute più colte?
contatti: MIRKO CASADEI