Loredana Bertè - Bandabertè 1974-2014 Tour...

Devo confessare che questo articolo è nato per un mio egoistico desiderio, del quale non sono pentito...

di Alfio Morelliloredana berte a senigallia

Devo confessare che questo articolo è nato per un mio egoistico desiderio, del quale non sono pentito. Tutto cominciò nella primavera del 1980 quando, come responsabile del glorioso service “I Professionisti”, venni incaricato dalla mitica agenzia Ballandi di Bologna di fornire e seguire il tour estivo della Bertè in giro per l’Italia. Per me era la prima esperienza su un tour di importanza nazionale e, come un piccolo pesciolino, mi gettai “in alto mare”: una prova ineguagliabile che mi formò, con qualche escoriazione, per il resto della mia vita professionale. E, come avviene per il primo amore, che non si scorda mai, il ricordo di questa prima, ineguagliabile esperienza mi ha spinto fino a Senigallia per un viaggio alla riscoperta delle origini.
Naturalmente – e per fortuna – tutto è cambiato: nel tour dell’Ottanta avevamo più potenza sul monitoraggio del palco che sul PA: l’impianto era un glorioso Cerwin Vega con una potenza totale di 3000 W, con il quale ci siamo permessi di fare… lo stadio di Grosseto (sic! E non vi racconto in che modo!) mentre in sala avevamo un Midas Pro40 come quello dell’ultimo tour degli AC/DC. Insomma, visti con gli occhi di oggi, sembravamo proprio l’Armata Brancaleone… E pensare che all’epoca ci consideravano anche un service vero ai massimi livelli! Poi, però, ci hanno sgamato!

Oggi, invece, Loredana si presenta con una produzione più che dignitosa, anzi oserei dire molto ben concepita ed ottimizzata in termini di poca spesa e molta resa. Con vero stupore, confermo che anche la data di Senigallia era sold out, con un pubblico un po’ datato ma molto contento e partecipe. Ottima la scelta di ripercorrere, tramite dei filmati, la lunga e travagliata carriera artistica di Loredana, anche per me un bel revival che mi ha fatto ripensare a quando ero un giovane ragazzo di belle speranze con tutti i capelli in testa. Cancellando i ricordi, sono dovuto rientrare nel personaggio e cominciare a fare il mio lavoro, rompendo le scatole a coloro che lavorano veramente rubando al loro meritato riposo qualche momento.

Nicholas Noselli – Fonico di sala

“La produzione – ci spiega Nicholas – è stata pensata in un modo molto snello in realtà, anche perché, all’inizio, non si pensava che il tour riscuotesse un tale successo. Abbiamo un line-array Martin, pilotato da un mixer digitale DiGiCo SD9 di cui uso circa 36 canali. Protagonista ovviamente è la voce di Loredana, ma anche della corista Aida Cooper la quale, a metà concerto, canta un’intera canzone, “Dillo alla Luna”, un pezzo scritto da Mia Martini”.

Quanto è lunga questa tournée?

Per ora è un work in progress; abbiamo una ventina di date in calendario, quasi tutte sold out. Il tour sta andando molto bene e per questo continuiamo ad aggiungere date, anche per la tranche estiva.

Di che impianto si tratta?

L’impianto è un Martin V8LM, composto da otto sistemi e tre sub per lato, anche se per alcune esigenze usiamo un minimo di sei sub e fino a 10-12 teste. Ho scelto la DiGiCo SD9 sia per motivi di praticità che di qualità, inoltre con il virtual soundcheck ho delle opportunità incredibili, potendo evitare di far fare il soundcheck a Loredana. In questo tour il valore aggiunto ai mixer DiGiCo è il nostro fonico di palco Federico Bianchi perché è un Product Specialist della DiGiCo, quindi riesce a risolvere al volo qualsiasi problema si presenti.

Stai usando delle sequenze?

Abbiamo solo una sequenza mono in due pezzi di batteria, su cui suona il batterista, ma sono due cose molto easy. Per il resto io ho sei canali di tastiere, due stereo e due mono, più due spare. Però è tutto completamente suonato, anche perché la band sa suonare molto bene.

Mentre Loredana ha fatto richieste particolari?

Direi di no, l’unica richiesta di Loredana è un tipo di suono rock, anche a costo di avere dei volumi forti, quindi è categorica per lei la scelta del microfono SM58.

Giuseppe Notaro – operatore luci

“Si tratta di una produzione molto leggera – spiega Giuseppe –. L’esigenza principale era quella di un visual che ripercorresse i quarant’anni della carriera della Bertè, quindi abbiamo rivolto quasi tutte le risorse sui video, indispensabili per poter proiettare la storia o i momenti salienti della carriera di Loredana. Abbiamo voluto integrare due sorgenti diverse: un videoproiettore su uno schermo centrale, dove vengono proiettate le immagini principali, e quattro led wall verticali, usati per integrare le immagini oppure come scenografia, con delle immagini digitali, per dare maggior corposità e luce al palcoscenico. Dovevamo quindi creare dei sostegni per il ledwall: la soluzione è stata trovata impiegando quattro torri di tre metri e utilizzando delle americane con una base. Poi abbiamo completato il disegno luci con dei beam e degli Infinity della Coemar, ai quali sono stati aggiunti dei tubolari con dei Robin LED600 e dei Blinder. Questo è tutto materiale di produzione che ci portiamo dietro mentre, dov’è possibile, chiediamo sul posto una serie di incandescenze, in genere dei sagomatori, che solitamente posizioniamo in alto in modo da illuminare l’artista e la band.

Di solito girate con la produzione completa?

Solitamente sì. Questa sera le luci sul graticcio sono del teatro, mentre il floor è tutto nostro.

crew bertè

Tu dalla regia gestisci sia luci sia video?

Esatto, le immagini sono caricate sul media server Arcaos che gestisco in regia con la console luci Chamsis MagicQ60.

Quante persone siete in tour?

Siamo in cinque: i due fonici, io al mixer luci, il proprietario del service che si occupa del P.A. e un tecnico che mi dà una mano nel montaggio delle luci e del video.

Quindi un tipo di show basato totalmente sui video?

Il video la fa certo da padrone, riempie il palco, poi, nei momenti in cui non vengono proiettati filmati, usiamo le luci tutte in controluce per un disegno molto rock. Il videoproiettore è un Sanyo 18.000 ANSI lumen, mentre i LED sono pannelli semitrasparenti Infi-LED con un passo di 10 mm.

Lo show luci è tutto programmato?

Abbiamo caricato tutto lo show su delle memorie pre-registrate in fase di allestimento a Montecatini: Loredana è molto precisa, ha seguito personalmente tutte le sequenze, non vuole improvvisazioni.

Federico Bianchi – Fonico di palco.

“Anche sul palco – ci dice Federico – usiamo un DiGiCo. Sul palco ci sono cinque musicisti, la corista e Loredana; gli ascolti sono abbastanza semplici: abbiamo un misto di in ear monitor e monitor tradizionali: c’è chi usa solo l’in ear, chi solo floor e chi entrambi. Loredana usa sia gli in ear sia due monitor LE 2100 della Martin, oltre a due side che abbiamo formato con un W8 compact a tre vie abbinato ad un sub per parte, su cui mandiamo tutto il programma in modo da dare un ascolto diffuso sul palco.

“Per il monitoraggio personale – continua Federico – ho tre linee radio più tre linee a filo, mentre per il bassista e la corista uso due LE 1200 sempre della Martin, tutto comunque abbastanza pulito. Loredana sul palco vuole molto volume ma non le piace la confusione.

Io ricordo una Loredana alla vecchia maniera, molto rock’n’roll...

È ancora molto rock’n’roll ma, nel tempo, si è anche raffinata. Io sono con lei da quest’anno, quindi non posso dire di aver assistito alle varie fasi di questo passaggio, ma di certo lo sta completando.

Come radio cosa usi?

Abbiamo cinque sistemi Shure PSM900: uno lo tengo come spare, mentre i tre musicisti hanno dei preamplificatori da cuffia o dei loro mixerini e vanno in cuffia via filo. A livello di microfonatura è tutto abbastanza standard: SM57 sulle chitarre, SM58 sulle voci, la batteria Beta 51, Loredana un vecchio SM58 e guai a cambiarglielo. Abbiamo messo due trigger sui timpani della batteria per controllare i gate dato che sono accordati molto bassi, anzi: l’ultimo timpano ha le misure di una cassa. Sul DiGiCo usiamo 30-32 canali, 12 mandate ausiliarie, alcune stereo alcune mono.

Come sei collegato con la sala?

Abbiamo un DigiRack con collegamento MADI standard, piccolo, leggero e sicuro.

Angelo Catoni – titolare del service Emporio On Stage

“Come P.A. abbiamo un Martin W8 LMD – racconta Angelo – controllato da un processore XTA e pilotato con finali Lab.gruppen. In teatro usiamo prevalentemente la configurazione da 8-10, dipende dalla dimensione dell’ambiente, e, per fortuna, fino ad ora siamo sempre riusciti ad appenderlo”.

Viaggiate sempre con la vostra produzione?

Abbiamo fatto una data a Roma con la mezza produzione al Parco della Musica perché c’era già un bell’impianto montato, quindi abbiamo utilizzato quello. Normalmente giriamo con tutto.

Quanto ci mettete ad allestire il concerto?

La mattina arriviamo generalmente alle nove e per la pausa pranzo abbiamo montato tutto; dopo pranzo ci dedichiamo alle tarature e al soundcheck: tutto sommato una produzione abbastanza snella.

 

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