Fabrizia Ianiro

Erede di Aldo Ianiro, personaggio principe nel mondo dell'illuminazione professionale...

di Alfio Morelli


Su questo numero ci occupiamo di un personaggio al femminile. Si tratta dell'erede di Aldo Ianiro, personaggio principe nel mondo dell'illuminazione professionale.
La incontriamo nel suo ufficio di Roma, dove ha sede l'omonima azienda di famiglia.


Fabrizia ha mosso i primi passi nella ditta già durante gli ultimi anni universitari, prima in modo saltuario, occupandosi di contabilità, poi cominciando ad accompagnare il padre ad alcune fiere di settore in Italia ed all'estero.
“Finita l'università - ci racconta - mi resi conto che l'ambiente mi piaceva e che a mio padre avrebbe fatto molto piacere, e sarebbe servita, la mia presenza accanto a lui. Così iniziai a lavorare a tempo pieno nella nostra ditta, allora una piccola azienda al centro di Roma che si occupava prevalentemente di rivendita di materiale professionale per fotografi e per il mondo del cinema. Oltre alla nostra produzione, trattavamo anche materiale di altre aziende, soprattutto della Spotlight, con la quale abbiamo avuto sempre ottimi rapporti di lavoro e di reciproca stima.


“Entrata a far parte dell'azienda, visto che a scuola avevo imparato anche qualche lingua, iniziai subito ad occuparmi dei rapporti con l'estero ed anche a creare una rete vendita. Girando per le fiere straniere, notai che stavano nascendo nuovi mercati, fra cui quello del video professionale, prima in mano a grandi gruppi come RAI, BBC, CNN. Inoltre si stava sviluppando la TV outdoor: sempre più si attrezzavano troupe per realizzare produzioni in esterno, dalle news ai documentari; insomma la televisione lasciava lo studio ed aveva quindi esigenze diverse. Fortunatamente un nostro proiettore, che oggi, dopo varie evoluzioni, si chiama “Lilliput”, divenne un must, e addirittura in alcuni mercati divenne proprio uno standard. Cercai quindi di cavalcare l'onda di questi nuovi mercati e cominciai a cercare nuovi rivenditori inseriti in quelle realtà e, pian piano, sostituii i distributori di materiale fotografico con quelli video. Questa intuizione portò ottimi risultati e con essi cominciò a crescere la stima nel mio operato”.


Ma la Ianiro era destinata a crescere ulteriormente. “Infatti - continua Fabrizia - una svolta importante arrivò nel '92, quando vennero a lavorare con noi Arcadio Di Stasio e Roberto Melis, due professionisti che ci portarono ad un importante incremento di fatturato nel settore delle installazioni teatrali e degli studi televisivi. Grazie a questa crescita riuscimmo a dare un'immagine diversa dell'azienda, immagine che iniziammo a curare maggiormente, partecipando alle fiere più importanti e pianificando alcune campagne pubblicitarie.


“Nel 2003, sempre grazie a Roberto ed Arcadio, iniziammo la distribuzione dei prodotti High End, con la quale ottenemmo un'ulteriore quota di popolarità nel mercato dello spettacolo ed in quello televisivo, anche se io continuavo a seguire prevalentemente il settore video. Fiera dopo fiera, iniziai ad accorgermi che anche in questo campo stavano nascendo una serie di ditte produttrici di accessori molto interessanti, dai cavalletti alle ottiche agli accessori per le telecamere. Così, considerata la nostra struttura commerciale, cominciai a valutare diverse opzioni per importare e distribuire alcuni di questi prodotti. Iniziammo con la distribuzione delle ottiche Fujinon, poi seguita dalla distribuzione europea del marchio Libec e, a seguire, tutti gli altri marchi che oggi completano il nostro catalogo”.

Come ti trovi a lavorare in questo mondo prevalentemente maschile?
Se devo essere sincera molto bene! Ho cercato di sviluppare solo le cose positive, anche se devo riconoscere che in questo mondo di cose negative ne devo affrontare parecchie: ma non mi mettono paura, anzi mi stimolano. Sicuramente ottenere un appuntamento o farsi ricevere è più facile per una donna, rispetto al mio concorrente uomo, però quando si parla di prezzi siamo tutti sullo stesso piano e non ci sono più favoritismi, devi combattere con le tue forze.


Il tuo sogno nel cassetto?
Ti sembrerò un po' stacanovista, ma ti assicuro che non è così: il mio sogno è di continuare a lavorare il più a lungo possibile, con lo stesso impegno e soddisfazione di adesso.

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