Sul set con Shure ADX5D
Raramente ci siamo spinti nel mondo cinematografico, invadendo i set di ripresa con le loro tecnologie e i loro personaggi. Oggi conosciamo e parliamo con Antonio Barba, fonico di presa diretta.
Cominciamo con il farci spiegare da Antonio chi è un fonico di presa diretta.
Il lavoro della presa diretta, sia che si lavori per il cinema sia per la televisione, è quello di portare il più possibile i suoni e rumori dell’ambiente reale all’interno del girato. Quando andiamo al cinema o guardiamo la televisione usiamo più sensi contemporaneamente, la vista principalmente ma anche l’udito, che fa da intelaiatura a tutta la scena. Parlando di audio, principalmente sono i dialoghi che prevalgono su tutto, che devono poi essere supportati dai rumori di contorno, che possono raccontare molto di più del dialogo stesso: la pioggia, il vento, il fruscio delle foglie, la chiusura di una porta ecc. Provate a pensare al capolavoro della Gioconda su uno sfondo piatto, avrebbe avuto lo stesso risultato? Il lavoro del regista, coadiuvato da tutta la sua squadra, è trasportare lo spettatore all'interno della scena. Per farlo è necessario portare la scena intorno allo spettatore. Il fonico di presa diretta è un tassello di questo mosaico.
Preferisci lavorare con il microfono sul boom (asta) o con i levalier?
Diciamo che bisogna lavorare con entrambe le tipologie di microfoni perché hanno delle peculiarità diverse. Le scene e le riprese vengono fatte sia in campo largo che in campo stretto, dove in campo stretto va benissimo il levalier, nascosto addosso all’attore, che ti da un suono – io lo definisco da telegiornale – presente ma piatto. Mentre con il microfono sull’asta riesci a registrare un suono con molta più aria e ambiente. Poi questi due suoni vengono messi assieme in post produzione.
Mi hai parlato di un nuovo prodotto che hai scoperto recentemente. Di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando di un ricevitore per radio microfono, di cui mi ha parlato Maurizio Argentieri, un maestro.Maurizio è un fonico che lavorava solo con microfoni a filo, di radiomicrofoni non ne voleva sentir parlare. Sicuramente il cavo è una soluzione molto affidabile e performante, ma a volte complica la vita sul set. Un giorno, parlando, mi confessa di aver provato un nuovo prodotto, lo Shure ADX5D. Un sistema eccezionale, per il quale stava prendendo in seria considerazione l'idea di abbandonare il cavo e passare alla trasmissione via radio. Questa notizia mi ha acceso una lampadina: se Maurizio sta valutando questo cambiamento, sicuramente questo sistema può essere interessante anche per il mio lavoro. Cosi mi sono interessato, l’ho voluto provare e alla fine l’ho acquistato.
Come lo usi e che tipo di problematiche ti ha risolto?
Il prodotto mi ha dato subito la sensazione di una tecnologia innovativa che durerà nel tempo, per mia natura cerco sempre prodotti con tecnologie mature e durature, in modo di fare durare l’investimento il più a lungo possibile. Poi ha le due peculiarità fondamentali per un sistema radio, la stabilità della trasmissione e la qualità del suono, che mi hanno stupito. Dal lato pratico, il sistema sul set risolve anche altri problemi non indifferenti. Se prima il microfonista che maneggiava il boom doveva avere una o più persone che lo aiutavano a gestire il cavo nei vari movimenti di scena, in modo che il cavo non capitasse mai all’interno dell’inquadratura, con questo sistema, eliminando il cavo, il microfonista lavora da solo.
Su che produzione hai usato il sistema?
Ho usato questo prodotto durante le riprese del film “Una gran voglia di vivere” con Fabio Volo e con la regia di Michela Andreozzi, prodotto da Paco Cinematografica. Potrete vedere e sentire il mio lavoro nel 2023, data di uscita del film nelle sale cinematografiche, cosi potrete scegliere se criticarlo o apprezzarlo.
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