Rockin’1000 – That’s Live 2018

Il 21 luglio scorso si è nuovamente riunita a Firenze la band più grande del mondo

 di Alfio Morelli

a GiuseppeLuigiDiPace 0349Il 21 luglio si è nuovamente riunita a Firenze la band più grande del mondo: il progetto Rockin’1000, idea pazzesca partorita da Fabio Zaffagnini nel 2015, che quest’anno ha portato allo Stadio Franchi più di millecinquecento musicisti impegnati in venti brani selezionati per l’evento.
A domare i musicisti ha spiccato la new entry, il maestro Beppe Vessicchio, mentre a progettare e gestire la parte audio il solito e instancabile Francesco “Cecco” Penolazzi.

Raccontare un evento del genere, o trasmettere anche solo minimamente le emozioni  provate durante la giornata, è difficile: il primo approccio è stato nel pomeriggio, durante le prove del coro, momento in cui oltre 300 voci, riprese con oltre 100 microfoni, escono dai cluster distribuiti sul prato, capaci di emettere una pressione sonora di oltre 130 dB. Se a questa scarica di adrenalina si aggiunge una band di milleduecento musicisti, è come moltiplicare per dieci quelle che sono le sensazioni di un canonico concerto del proprio artista preferito.

That’s Live – Rockin’1000 nasce dal celebre tentativo di Zaffagnini di portare i Foo Fighters a esibirsi a Cesena nell’estate del 2015, occasione in cui i mille fan che suonarono Learn to fly divennero virali su Youtube e ricevettero la pronta risposta di Dave Grohl (con annesso il tormentone “chebellissimo”).
La cosa piacque talmente tanto da ripetere l’esperienza negli anni successivi, sempre con mille musicisti, impegnati però in un vero e proprio “concerto” con una scaletta di canzoni famose.
L’organizzazione parte un anno prima dello show con la ricerca dei musicisti, che devono mandare un curriculum e una breve demo di ciò che sono in grado di fare. Una volta selezionati, devono seguire via web le clinic gestite dai cosiddetti “guru”, ovvero i tutor che per ogni strumento scrivono la partitura, tengono le lezioni on-line, e che infine verificano l’esecuzione di ogni musicista. Portata a termine questa trafila, tutti si trovano qualche giorno prima dello spettacolo per le prove di ogni sezione e, come dei veri professionisti, anche la prova generale, tutto naturalmente a proprie spese. Visto l’entusiasmo generale, è molto probabile che buona parte dei partecipanti sarebbe anche disposta a pagare qualcosa pur di partecipare ad un evento così ben organizzato.
In questa quarta edizione, i musicisti provengono da circa trenta paesi nel mondo: dagli Stati Uniti alla Russia, dal Brasile al Messico. L’evento è finanziato grazie a numerosi sponsor, sia istituzionali sia tecnici: oltre alla società ACF Fiorentina, che mette a disposizione la struttura, i main sponsor sono Assicurazioni Generali, Nastro Azzurro, Sammontana e Amadori, mentre i partner tecnici sono Powersoft, Outline, Yamaha, DTS, Silent System, AMG, Amek & Vanis, TD Rent, Fumasoli, Alto Stage Management e molti altri. Un momento sentito, per noi del settore, è stato quando Fabio Zaffagnini ha ringraziato gli sponsor e tutti coloro che lavorano gratuitamente all’evento, nonché mandato un saluto speciale a Toni Soddu, recentemente scomparso, figura centrale nelle edizioni passate.

Arriviamo allo stadio della Fiorentina e cerchiamo di incontrare i protagonisti di questa giornata, per farci raccontare le soluzioni tecniche adottate per la riuscita dell’evento.
In testa a tutti, Francesco “Cecco” Penolazzi che, insieme al fonico Luca Stefani, e Cisko Ridolfi di Rockin’1000, gestisce tecnicamente l’evento.

 
Da sx: Cecco Penolazzi, responsabile del progetto tecnico, e il fonico Luca Stefani.

Francesco “Cecco” Penolazzi – Responsabile audio

Innanzitutto, perché tu e Luca siete qui e cosa avete dovuto fare per far funzionare il tutto?
Sono stato trascinato da Fabio in questo strampalato progetto fin dalla prima edizione ed io, che amo tutto quanto è innovativo ed originale, ho accettato subito la sfida. Fin dal principio, anche se fisicamente non presente nella prima edizione per i suoi vari impegni in giro per il mondo, ho coinvolto il mio amico e collega Luca Stefani. Come sempre il nostro compito, una volta definito il progetto, è quello di cercare tutto il materiale adatto. La cosa più faticosa è quella di far capire alle aziende che è un progetto no profit, che raccoglie anche fondi per beneficenza, ed il budget a disposizione è molto limitato. Per fortuna, dopo anni che lavoro in questo settore dispongo di tanta attrezzatura (dai cavi ai microfoni, etc etc) , ma riesco anche a coinvolgere tanti amici e colleghi che mi supportano. Ad esempio, quando ho contattato Powersoft, l’azienda ha accettato con entusiasmo, facendo anche di più, coinvolgendo anche la Outline. Poi è stata la volta diYamaha che ci ha fornito i mixer con relativi accessori per la ripresa audio, e addirittura sono anche riuscito convincere  la  DTS Lighting, azienda italiana leader nel settore luci, a realizzare un metronomo luminoso pilotato dal Maestro. Questo solo per citarne alcuni di coloro i quali hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, ma tanti altri mi hanno dato in uso i loro strumenti personali.

Come mai una figura come la tua, che ha fatto tanti concerti in Italia e all’estero, e poi Sanremo, e progetti originali, si è fatta coinvolgere?
Perché è qualcosa che esula completamente dallo spettacolo tradizionale. Ti trovi a lavorare per musicisti che hanno tanta voglia di suonare, stare insieme e fare casino. Solo pochi di questi hanno suonato davanti a migliaia di spettatori paganti ed in uno stadio vero! Vedi i musicisti arrivare sorridenti, carichi di energia come per scalare una montagna, e questo è coinvolgente e fa passare la stanchezza, anche se i turni di prove cominciano alle 8 del mattino e terminano alla sera tardi. Niente deve essere lasciato al caso, inclusa la squadra di colleghi, i migliori nelle rispettive mansioni, ad iniziare da Laura Becchio, realizzatrice del cablaggio, Alfonso Barbiero, radio specialist e responsabile del cablaggio, e Mirco Mazzoni al metronomo luminoso.

Tecnicamente cosa hai dovuto inventare?
Non ci sono invenzioni da creare ma bisogna mettere in gioco tutta l’esperienza tecnica ed organizzativa per trovare soluzioni mirate allo scopo contenendo i costi.

Dall’esperienza della prima edizione diamo a tutti la possibilità di avere un ascolto via radio diviso per sezione, inserendo un mixer di palco sempre controllato dalla regia, che gestisce i segnali da inviare alle sezioni, compresi tutti i messaggi di sevizio, ecc. ecc.

Grazie al metronomo luminoso riusciamo a dare anche un riferimento per chi dovesse subire un problema negli ascolti durante l’esibizione. Ogni IEM è stato scelto per la massima comodità ed efficienza: per esempio le chitarre ed i bassi non hanno bodypack ma delle cuffie/ricevitori radio amplificate, forniteci da LEM International di Torino che le ha inventate e prodotte. Invece per gli altri 800 musicisti usiamo IEM Sennheiser della serie 2000 provenienti dall’inglese DeltaSound. Disponiamo di più di 2000 cuffie.

Un grande sforzo è stato fatto nella ripresa microfonica, adatta sia all’amplificazione sia alla registrazione da studio con oltre 200 microfoni (alcuni per la ripresa degli strumenti e del coro in campo ravvicinato, altri panoramici, altri per gli Stereo Jecklin Disk), aste, D.I. box, tutti i cablaggi per la ripresa audio, oltre alle le stage box sparse per il campo. Pochi sono i modelli usati: Shure, Schoeps, Sanken, BSS. 

Infine altro problema non marginale è stato quello di dare una sola presa elettrica ad ogni musicista, come da regolamento, escluse le batterie e le voci, ovviamente: CME ha fornito il materiale e le persone per una corretta distribuzione elettrica, per far funzionare ogni strumento in tutta sicurezza. Qualche musicista poco tecnico ci ha fatto saltare alcuni differenziali, un problema risolto brillantemente. Per dare la misura delle potenze elettriche in gioco, consideriamo che un amplificatore medio assorbe circa 120W, qui c’erano oltre 400 amplificatori per le sole chitarre!

Da dove sei partito per prendere ispirazione?
Visto che non sono proprio giovanissimo, ho riaperto i miei vecchi libri ricordandomi di un progetto affascinante, il “Wall of Sound” proposto dai Grateful Dead nei primi anni Settanta: da quell’idea è partito il progetto. In pratica per non perdere il grande muro di suono proveniente dalla band, prima ho cercato di distribuire i musicisti sul “palco” e poi ho distribuito i segnali ripresi con matrici su ogni cluster di GTO con mixaggi diversi: per esempio il coro è ripreso da oltre 100 microfoni dinamici, spalmato sui 10 cluster in modo tale da rimanere uniforme e grande.

Come si mixa una band di millecinquecento musicisti?
Sembra banale, ma principalmente bisogna ascoltare il suono che proviene dal “palco” (100 m x 80 m) e da lì cominciamo a rinforzare quello che non ha la potenza per stare al passo con gli strumenti amplificati e le batterie collocandoli nelle loro posizioni. Cercando di dare allo spettatore, anche quello fuori asse, un’idea di provenienza del suono più realistica possibile.

Non si può pretendere la pulizia sonora di una band di cinque elementi, ma comunque il risultato finale è sicuramente coinvolgente.

 
Thiago Terra

Thiago Terra – Referente di Powersoft

“Io collaboro con Powersoft da poco: la mia figura all’interno dell’azienda è Application Engineer, ovvero colui che gira per il mondo a spiegare le tecnologie che vendiamo. Sono qua perché in occasione di questo evento abbiamo fornito tutta la parte di potenza, con dei prodotti della Serie X che pilotano il sistema audio Outline, oltre a due nuovi prodotti con i quali stiamo finendo la sperimentazione e che a settembre presenteremo ufficialmente – si tratta di una nuova serie di amplificatori T604, con performance di alto livello – e la nuova versione di Armonia Plus, evoluzione del nostro software di controllo”.

 
Giulio Gandini

Giulio Gandini – PA man Outline

“Sono stato incaricato – spiega Giulio – di seguire questo lavoro, un po’ fuori dagli schemi, all’interno di un progetto a tre mani: siamo io, Francesco ‘Cecco’ Penolazzi come supervisore, e Vincent ‘Vinnie’ Perreux.
“Su esperienza degli anni passati, Cecco ci ha consigliato di mettere i cluster a terra, date anche le poche alternative. Ci ha chiesto di avere la possibilità di gestire i gruppi di musicisti separatamente, per cercare di convogliare ogni sezione prevalentemente in un cluster e avere così la massima percezione della provenienza di un suono. Abbiamo un fronte sonoro di un centinaio di metri, una copertura di oltre 180° e una distanza di una trentina di metri dalle prime file del pubblico: abbiamo dunque optato per distribuire dieci cluster di GTO, con quattro al centro in corrispondenza delle batterie e dei bassi (il sistema grande con i 15”, formato da cinque GTO ogni cluster), e lateralmente tre cluster per parte (sei GTO C-12, il sistema con il 12”). Il tutto è supportato, per la parte bassa dello spettro audio, da ventiquattro sub: Outline Lab 21 in abbinamento a GTO e DBS a GTO C-12. Tutto il nostro sistema è collegato agli ampli Powersoft Serie X, settati tramite il software Armonia Plus: il segnale esce dagli stage box via Dante e va al Newton, utilizzato in questo caso come matrice DSP; dal rack Newton lo distribuiamo, sempre in Dante, a tutti i finali che pilotano le diverse vie del sistema. Abbiamo anche previsto un collegamento analogico spare, che usiamo per ogni evenienza. Sul palco abbiamo disposto sei monitor wedge della serie Vegas 12, ma vedo che ne hanno utilizzati solo due, mentre in giro, in mezzo ai musicisti, abbiamo posizionato su dei supporti altri sei Vegas 15”.

Che richieste hai avuto per lo sviluppo del progetto?
Il nostro committente, in questo caso Cecco, ci ha chiesto di consegnargli un sistema il più possibile neutro e allineato in un unico fronte, e che lasciasse a lui ed a Luca Stefani tutte le possibilità di gestire i segnali e poterli indirizzare sui vari cluster.

 
Claudio Tappi

Claudio Tappi – Lighting designer

“Come ogni spettacolo rock – ci dice Claudio – abbiamo cercato un sistema di illuminazione che vestisse questo spettacolo al meglio.

Quali sono le difficoltà che hai incontrato per illuminare un concerto del genere?
In questa occasione ho una duplice funzione, quella di lighting designer per la parte rock dello spettacolo, e quella di direttore della fotografia per la parte riprese video. Quindi da una parte devo creare delle situazioni molto movimentate con degli effetti, mentre dall’altra devo mantenere una luce più omogenea possibile: in questi casi si cerca di trovare un compromesso tra i due estremi. Per quanto riguarda le riprese, mi avvalgo di alcuni palloni luminosi che galleggiano al di sopra dei musicisti, per poter ottenere quel minimo di luminosità necessaria al video. Più difficoltosa è invece la parte effetti, per cui ho dovuto dividere il backstage in tre parti. Dedicata al gruppo è la parte frontale, dove ho appeso due americane al di sotto della copertura della gradinata coperta, perché sulla struttura della copertura non è possibile appendere niente, per una questione di pesi; ho quindi usato dei fari molto potenti – High End Sola, DTS Evo e Robe Robin – perché per arrivare a illuminare la scena devono percorrere oltre cinquanta metri. In secondo luogo, una serie di altri fari in mezzo ai musicisti, alcuni su due americane basse ai fianchi del gruppo, altri sparsi tra le persone e ancora sulla passerella del palco del maestro, tutto per colorare la scena. Infine una terza zona ricavata dalle gradinate di fronte al pubblico, dove ho cercato un’attrezzatura che potesse creare degli effetti in aria senza infastidire il pubblico, colpendolo con i raggi luminosi: abbiamo avuto un bel supporto da DTS che, tramite il service AMG di Roma, ci ha fornito tutto l’impianto luci.

 
Da sx: Amek Ferrari e Vanis Dondi

Sandro “Amek” Ferrari e Vanis Dondi

“Noi siamo stati coinvolti già dalla prima edizione – spiegano – quando a Cesena è stato fatto il primo evento per invitare i Foo Fighters. Il progetto ci ha talmente coinvolto che abbiamo continuato a seguirli anche negli eventi seguenti. Inizialmente avevamo usato il White Mobile, poi abbandonato per limitare i costi: questo è un genere di lavoro dove il budget è inesistente, si fa per amicizia e perché il progetto è coinvolgente. Il nostro compito è registrare tutto in multi-traccia, per poi utilizzare il materiale per dei mix in post-produzione. Ora non c’è ancora uno scopo preciso, ma nelle altre edizioni hanno usato queste registrazioni per i video su Youtube, per i demo promozionali, o anche per il CD; comunque è materiale che serve per archivio storico”.

Come fate a registrare Rockin’1000?
Siamo collegati direttamente al Madi Converter, dal quale ricaviamo, tramite uscite Dante del mixer, due flussi MADI da 128 canali: questi vengono registrati direttamente su hard disk senza nessuna manipolazione, in modo da ottenere un prodotto neutro, dato che le eventuali correzioni vengono fatte in post-produzione. Per registrare utilizziamo un computer portatile, più altri due in parallelo come backup. Naturalmente, disponendo solo di 128 canali, ci vengono inviati dei pre-mix: per i 300 coristi, ad esempio, abbiamo utilizzato in totale 24 tracce, 12 per la sezione femminile e 12 per quella maschile. Oltre ai microfoni usati per la ripresa, abbiamo piazzato anche dei nostri microfoni per riprendere l’ambiente e il pubblico. 

 
Da sx: Marco Giovannetti e Alessandro Arturi

Alessandro Arturi e Marco Giovannetti – Yamaha

“Noi siamo presenti come sponsor tecnici Yamaha perché crediamo in questo progetto unico, ed abbiamo messo a disposizione per l’occasione tutta la regia audio per la ripresa. Abbiamo portato due PM10 (la nuova console digitale Yamaha) dedicate alle riprese audio, un QL5 dedicato al monitoraggio e un QL1 per il maestro che controlla tutti i servizi. Abbiamo creato una rete con le schede ottiche  TWINLANe per gestire i segnali che arrivano dai diversi stage box sparsi nel campo di gioco, e che portiamo ai DSP dei mixer. Naturalmente poi reindirizziamo anche tutti i segnali della regia verso i Newton Outline, da dove poi vanno ai vari finali Powersoft; in aggiunta abbiamo creato una sotto rete Dante per interconnettere alcuni mixer e la postazione di registrazione ”.

In conclusione, Rockin’1000 si riconferma come un evento eccezionale e molto coinvolgente, a cui assistere almeno una volta nella vita. Ne abbiamo parlato talmente bene, che è tempo di trovare anche qualche neo, sempre in maniera costruttiva e senza che gli interessati se ne abbiano a male.
Per quanto riguarda l’illuminazione, mi rendo conto di quanto sia difficile in situazioni del genere ottenere degli effetti convincenti e insieme illuminare senza che le luci arrivino direttamente in faccia al pubblico, ma da questo punto di vista servirebbe maggior impegno.
Per quanto riguarda l’audio, niente da dire sulla qualità del suono, sempre notevole, ma si dovrebbe trovare il modo di sistemare i diffusori in modo che non vadano a coprire fisicamente i musicisti, molti dei quali rimangono nascosti dietro le casse.
Dettagli che ovviamente non snaturano l’ottimo effetto finale, ma che propongono nuovi traguardi da raggiungere nell’ottica di futuri eventi internazionali.

Nomi e numeri

Nomi

Direttore Generale Fabio Zaffagnini
Direttore Artistico eventi speciali Anita Rivaroli
Produttore Esecutivo Claudia Spadoni
Responsabile Comunicazione Martina Pieri
Media Relations e PR Manager Mariagrazia Canu
Sound Manager Cisko Ridolfi
   
Maestro Peppe Vessicchio
Conduzione dello show Nikki e Federico Russo di Radio DEEJAY
Ospite internazionale Courtney Love
Partecipanti noti Cesareo, Saturnino, Alteria, Giacomo Voli, Nikki
Partner Istituzionali Only The Brave Foundation e ACF Fiorentina.
Rock Village Partner Comune di Firenze e Estate Fiorentina
Charity Partner Comunità di San Patrignano
Top Partner Generali Italia
Main Media Partner Radio DEEJAY
Media Partner Onstage Magazine e La Nazione
Partner Nastro Azzurro, Sammontana e Amadori
Destination Partner Destination Florence
   
Partner Tecnici Powersoft, Outline, Yamaha Pro Audio,
  The Student Hotel, Anbima, Dophix,
  SilentSystem, Human Company, Le Nozze di Figaro,
  Audiosales, AMG, Flixbus,
  Airstar, Amek&Vanis, Kick Agency,
  Joint Rent, FoH Production, T&D Rent,
  Alto Stage Management, Octavius Corporation, Lindale,
  Cometa Group, DTS, Maestranze Artistiche, Fumasoli e I Gigli
   
Network Arezzo Wave, Ravenna Festival, Home Festival,
  Powersoft, Outline, Yamaha Pro Audio,
  Volks’n’Roll, Celtica, Hard Rock Cafe Firenze,
  Powersoft, Outline, Yamaha Pro Audio,
  ContestaRockHair e Metallized.

Numeri

13000 presenze tra pubblico e addetti ai lavori 
1454 musicisti provenienti da oltre 30 paesi
100 giornalisti accreditati 
500 persone al lavoro
900 ospiti
50 partner
20 brani in scaletta
10 Music guru 
282 batterie
297 bassi
401 chitarre
305 voci
64 fiati (sassofoni, trombe e tromboni)
50 tastiere
55 percussioni
1 Metronomo luminoso a LED
1600 Ricevitori in-ear monitor con 1600 cuffie
1 km Fibra ottica 
385 Microfoni
16 Mix diversi
380.000 W Totale potenza d’amplificazione
22 Palloni illuminati
400 Proiettori motorizzati
2 Seguipersone
2 Consolle luci (main e backup)
80 Diffusori audio
128 Canali di amplificazione
10 Cluster di diffusori
6 Cluster di sub
700 Metri di cavi di potenza
>125.000 Passi camminati dai tecnici audio
184 piani saliti dai tecnici audio 

 

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