Mauro Sposito - Tour manager
Una serata di musica e cultura con The Beatbox e lo show "Magical Mistery Story - The Beatles live again".
The Beatbox non è solo una band tributo ai Beatles, è un vero e proprio viaggio musicale attraverso l’epopea del leggendario quartetto di Liverpool. Nel Teatro delle Muse di Ancona, abbiamo assistito allo show narrato da Carlo Massarini e curato dalla tribute band più famosa dei Fab Four. Una bella serata che ci siamo fatti raccontare dai professionisti coinvolti.
Mauro, ci racconti come è nata l’idea di questo format?
Forse i più non sanno che io e Alfio Vitanza abbiamo fatto parte dello storico gruppo dei New Trolls. L’idea nacque durante una tournée della band, tredici anni fa, quando eravamo alloggiati in un grande albergo di Città del Messico: accadde che durante un day off, nel teatro dell’albergo era stata organizzata una serata con una cover band dei Beatles; lo spettacolo fu così entusiasmante che ci ripromettemmo di ripeterlo una volta a casa. All’inizio l’idea fu presa in maniera abbastanza goliardica, ma poi ebbe un tale riscontro che dovemmo fare le cose sul serio. Così è nato il gruppo The Beatbox, con una vera e propria agenzia alle spalle, Bubba Music, e un calendario che si sviluppa continuamente in tutta Italia.
Poi avete introdotto la figura di Carlo Massarini.
Il concerto è composto da cinque momenti, ognuno dei quali racconta un periodo preciso dei Beatles. Durante gli intermezzi, con sipario chiuso, il gruppo ne approfitta per cambiarsi di abito e riprendere fiato; e intanto Carlo racconta al pubblico la storia dei ragazzi di Liverpool. Per un po’ avevamo introdotto uno schermo con dei contenuti multimediali, ma ci siamo resi conto che la storia del gruppo andava raccontata dal vivo, spiegando i significati di alcune canzoni, rendendo il racconto più coinvolgente e portando al pubblico un arricchimento.
Da quante persone è composta la squadra di produzione?
Tutta la squadra è composta da 15 persone, ovvero i quattro del gruppo, il tastierista Claudio Airo, Carlo, la produzione e i ragazzi del service. Dal punto di vista musicale è stato importante aggiungere le tastiere, senza le quali non è possibile replicare alcune epoche del gruppo: i Beatles a un certo punto smisero di fare concerti dal vivo e si dedicarono solo al lavoro in studio, sperimentando nuove tecniche, nuovi strumenti e nuovi suoni, che noi possiamo aggiungere grazie a Claudio, che è un vero e proprio polistrumentista.