MAGMA
Installazione multimediale museale a Follonica...
di Mike Clark
Nel 2007, il comune di Follonica ha indetto un concorso di idee con lo scopo di trasformare una collezione di modelli artistici legati alla culla della siderurgia italiana e alla comunità cresciuta intorno allo stabilimento Ilva, in un museo completo e molto originale. Il MAGMA (Museo delle Arti in Ghisa nella MAremma) è stato creato all’interno dell’edificio più antico della città, lo storico Forno San Ferdinando: una scatola magica, dove, dopo quasi vent’anni di accurati restauri dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Siena e Grosseto, i muri secolari convivono con le ultime tecnologie multimediali.
Oltre a due laboratori didattici ed un centro di documentazione; nei suoi 1.430 metri quadri di superficie espositiva, il MAGMA ospita attualmente tre sezioni tematiche (l’Arte, la Storia e la Produzione) e ben quindici sale espositive. Il capogruppo dell’ATI che ha vinto la gara d’appalto indetta per la realizzazione del museo è stato Asteria Multimedia Srl di Trento, responsabile per l’allestimento museale e per i sistemi di comunicazione visiva al suo interno.
Sul percorso, che si snoda sui tre piani del Forno, Asteria, con i suoi allestimenti multimediali e le installazioni interattive, ha dato vita a sculture, diorami, scenografie e videointerviste, raccontando una trama di sensazioni ed emozioni che permette ai visitatori di conoscere divertendosi.
Sono stati adottati tre approcci per la realizzazione degli oltre 200 minuti di contenuto video prodotti da Asteria per le installazioni multimediali: in alcuni casi sono stati ripresi materiali esistenti (immagini d’archivio, documenti, video) migliorandoli per adattarli all’ambiente. Un esempio è “La Sala dei Fantasmi”, nella quale su tre tulle vengono proiettati documenti e foto storiche che raccontano la storia di Follonica a partire dall’Ottocento fino ai giorni nostri, riadattando le fotografie allo spazio di proiezione.
Per altri exhibit, i materiali disponibili sono stati arricchiti con nuove produzioni video. Ad esempio, i modelli tridimensionali virtuali della Chiesa di San Leopoldo e del suo campanile sono stati realizzati utilizzando sia immagini d’archivio che nuove foto ed animazioni in computer grafica 3D: attraverso un software che ripropone immagini sensibili contenenti schizzi di dettagli o gruppi di elementi decorativi, il visitatore può esplorare l’antico edificio storico, ricollocando l’elemento artistico selezionato nel suo ambito architettonico, ingrandendo i singoli elementi decorativi in ghisa.
L’ultimo approccio è stato la realizzazione di contenuti video e multimediali ex novo. Punta di diamante in questo caso è la “leggera” installazione artistica nello spazio originalmente dedicato all’altoforno, composta da lamelle metalliche appese dall’alto che ricreano con rumori evocativi in modo quasi poetico il momento della fusione. Con animazioni 3D e computer grafica, Asteria ha ricreato l’elemento centrale della fonderia in maniera emozionale e coinvolgente.
In basso, lamelle rosse alludono all’accensione; quelle centrali richiamano il minerale, ed infine le lamelle trasparenti a simboleggiare il fumo. Nella sala si diffonde l’inconfondibile rumore del forno fusorio (ricreato digitalmente negli studi di Asteria) e la scultura diventa improvvisamente incandescente. Il rombo aumenta e l’incandescenza si fa via via più luminosa, fino a diventare luce bianca.
Sulle quattro pareti del forno appaiono delle ombre di uomini intenti alla fusione (su ognuna dei muri laterali, un paio di proiettori Epson EB‑435W da 3.000 ANSI lumen e su ognuna degli altri un EB‑G5650W). All’improvviso, sulla parete frontale, inizia a scendere una colata bianca di ferro rovente e i muri cominciano a riempirsi di materiale incandescente. La colata bianca riempie l’intero spazio e inizia a raffreddarsi, diventando prima rossa, poi sempre più scura. Cominciano a formarsi delle crepe e crollano dei pezzi di materiale, liberando alla vista ciò che è nato dalla forgiatura: la città di Follonica con i suoi manufatti in ghisa.
Per quanto riguarda la scelta delle apparecchiature impiegate per soddisfare le esigenze del cliente, Roberto Cena, responsabile contenuti multimediali di Asteria, spiega che le informazioni riportate in fase di gara erano generali, legate più al contesto dell’allestimento che alle tecnologie necessarie, quindi il team creativo ha risposto, utilizzando in forma nuova i dispositivi tecnologici già testati e utilizzati nei precedenti allestimenti della società trentina, che comprendono musei prestigiosi come il MART di Rovereto, il MUSE di Trento ed il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
Nello specifico, la decisione di utilizzare i trenta lettori multimediali BrightSign è stata sicuramente dettata da un’assodata conoscenza ed impiego sul campo dei prodotti, come dichiara Cena: “I lettori BrightSign hanno numerose caratteristiche favorevoli per un contesto come il MAGMA, un allestimento che richiedeva una tecnologia in grado di controllare numerosi supporti multimediali. Hanno una perfetta riproduzione di file video e audio senza l’impiego di computer o tradizionali lettori DVD; sono privi di parti meccaniche che leggono i file memorizzati su schede tipo SD. Sono facilmente aggiornabili, senza particolari competenze e, collegati direttamente a monitor o videoproiettori, consentono la riproduzione diretta di file video in qualità HD, immagini ad alta risoluzione in formato .bmp o .jpg e suono ad alta fedeltà”.
I lettori – al MAGMA sono installati sia i modelli HD120 sia gli HD1020 – non hanno parti meccaniche in movimento, quindi sono molto robusti e non soggetti a usura. Con solo una di queste unità e un touch-screen, si può costruire una stazione multimediale interattiva completa, molto compatta e di grandi prestazioni ed, inoltre, è possibile sincronizzare più riproduttori, ottenendo proiezioni immersive di grande impatto visivo. Ultime fra le caratteristiche da non sottovalutare, il loro consumo energetico modesto e il fatto che non necessitano di manutenzione.
Cena continua: “Per quanto riguarda i videoproiettori Epson (quattordici in tutto), ci hanno permesso di ottenere risultati molto positivi, grazie in particolare alla loro ottima qualità dei colori (molto luminosi e vivaci) e la loro tecnologia 3LCD”.
Questi e gli altri dispositivi sono stati integrati ad hardware progettati e costruiti appositamente per il MAGMA, con l’obiettivo di programmare il controllo e la sincronizzazione di tutto l’hardware presente e di rendere interattivi dei semplici oggetti fisici attraverso l’intervento umano. Il secondo aspetto può essere compreso con l’esempio dell’exhibit pensato per conoscere i minerali dell’Isola d’Elba: quando il visitatore sfiora con mano il nome di un minerale, il monitor propone la corrispondente scheda di approfondimento, ed una luce localizzata illumina il minerale in mostra. Un altro esempio si ha con le essenze del carbone, con un’installazione interattiva che propone all’utente un semplice gioco a combinazione: l’esatta associazione tra un’essenza di legno e la corrispondente foglia fa apparire sullo schermo una scheda che riporta il tipo di legno, la diffusione, la qualità e il potere calorifico del carbone con esso ottenuto.
Oltre che dall’impiego di sensori di prossimità, l’interattività di alcune area del museo è garantita dall’utilizzo della tecnologia RFID che permette il riconoscimento di tag di identificazione a radio frequenze e, tramite un centralina di gestione e colloquio con i lettori BrightSign, avvia i filmati quando il visitatori compie una determinata azione (ad esempio, girando una clessidra nella sezione dedicata agli Etruschi, appoggiando dei faldoni d’archivio su una vecchia scrivania nella zona Storie di Lavoranti, etc.).
Fra gli altri punti particolarmente d’effetto, nella sezione dedicata alla Ghisa nel Mondo, è stato ricreato l’interno di una vecchia carrozza ferroviaria Centoporte, dai cui finestrini (sostituiti da grandi monitor) il visitatore/passeggero vede il paesaggio attraversato dal treno. Oppure il pannello interattivo con il Fusion Game, che permette a tutti di cimentarsi con la fusione del ferro, calibrando direttamente il caricamento del forno per ottenere una ghisa perfetta.
La riproduzione della grande ruota idraulica in legno, costruita nel 1818 dalla falegnameria di Sebastiano Gelli, consente di evocare l’imponente meccanismo che azionava la macchina soffiante del Forno San Ferdinando. Le proiezioni di miriadi di riflessi luminosi ricreano la suggestione dell’acqua corrente.
Infine, le video-testimonianze degli ex lavoratori dello stabilimento di Follonica, cui è possibile sottoporre domande diverse per costruire una personale intervista sugli ultimi anni delle fonderie.
Esempi dove le scelte e le azioni dell’individuo sono fortemente legate al percorso formativo post-visita: una modalità di approccio nuova dove l’interattività concorre per creare conoscenza in modo semplice e divertente.
Al termine del percorso di visita, da una suggestiva nicchia emergono dal buio i volti e le voci di alcuni rappresentanti dell’ultima generazione di lavoratori alle Fonderie di Follonica – la loro testimonianza è vivida e consegna al MAGMA la forza della memoria e la sacralità del lavoro eseguito con le nude mani.
L’impianto di diffusione audio sull’intero percorso e della Apart, e comprende un totale di diciotto diffusori amplificati a due vie SDQ5P, sei subwoofer attivi SUBA165 e dodici diffusori full-range ultra-compatti MASK2, pilotati da finali di potenza custom BF.
Il sistema di accensione/spegnimento degli apparati hardware di tutto il museo è gestito via radio tramite centralina di trasmissione, ripetitori di segnale e ricevitori.
“MAGMA rientra nei cosiddetti ‘musei digitalizzati’ – conclude Cena –; una caratteristica che dà la possibilità non solo di recuperare e dare vita a reperti e materiali storici ed iconografici, ma anche di comunicare emozioni ai diversi target di utenti, che vivono una visita più coinvolgente, grazie a queste nuove modalità immersive che toccano l’identità e la storia dell’individuo. Quindi riesce anche ad ampliare la rete dei potenziali visitatori, intrecciando con loro nuove e più forti relazioni che vanno ben oltre la semplice ‘giornata al museo’”.
Il museo oggi si offre come un laboratorio, un luogo dove dialogare con il passato attraverso un linguaggio contemporaneo, fatto di confronto e partecipazione attiva e, a conferma del successo dei risultati ottenuti dal lavoro svolto dal team della Asteria, al MAGMA è stato assegnato recentemente il Premio “Business Meets Art”, riservato alle aziende che hanno sviluppato progetti in sinergia con partner culturali o artistici di particolare rilievo.
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