Il Pensatore...
…dei concerti e delle pene…
di Alfio Morelli
In questi ultimi tempi il mondo del live è spesso balzato agli onori della cronaca, ma non per meriti artistici, bensì per aspetti legati alla produzione ed alla organizzazione degli eventi. Ultimo argomento caldo, la nuova legge sul biglietto nominale, accolta in modo tutt’altro che entusiastico da Assomusica e dalle agenzie di produzione.
Noi italiani, si sa, siamo un popolo di esperti: la Nazionale di calcio può contare su milioni di commissari tecnici e ogni edizione dell’America's Cup vede migliaia di lupi di mare dare consigli su quando cazzare la randa o quanto stringere la bolina mentre in politica, ovviamente, siamo tutti potenziali Presidenti del Consiglio; quindi anche noi ci sentiamo in diritto di dire la nostra sull’argomento.
Che il secondary ticketing sia un modo per gonfiare i prezzi, fare più soldi – spesso, come dimostrato, avvallato o addirittura imposto dai management degli artisti – è palese: d’altra parte che così tanti acquirenti cambino idea mettendo in vendita sui vari siti migliaia di biglietti regolarmente acquistati è una favola a cui è difficile credere. Ciò non toglie che il biglietto nominale sia sicuramente una complicazione non da poco anche per gli stessi acquirenti e un costo ulteriore che, ovviamente, ricadrà sul pubblico.
Ed è proprio questo il punto fondamentale: il pubblico. L’industria dei concerti in questi ultimi anni, quando molti altri mercati soffrivano, con gli operai messi in cassa integrazione, ha sempre fatto registrare un andamento positivo e in forte crescita. E questo ovviamente è stato un bene per tutta la filiera legata a questo settore, noi compresi. Bisogna non rovinare quanto c’è di buono… ma questa estate qualche scricchiolio si è già iniziato a sentire.
A nostro avviso, primo punto, non si deve saturare eccessivamente il mercato con proposte di ogni genere, perché, alla fine, gli amanti dei concerti sceglieranno solo alcuni eventi per cui spendere i propri soldi; in secondo luogo tutti gli attori della filiera dovrebbero accordarsi quantomeno per far passare sui media messaggi positivi, ma, al momento, avviene il contrario; terzo punto: bisogna trasformare la necessità in virtù, quindi approfittare della inevitabile apertura anticipata dei cancelli per il controllo dei biglietti nominali, per offrire al pubblico qualcosa che lo renda felice di arrivare tre o quattro ore prima: gadget, incontri esclusivi con i musicisti, concerti o dj set di apertura... insomma riuscire a coccolare un’utenza che, a nostro avviso, va sempre trattata coi guanti. Magari togliendo alcune usanze assodate ma del tutto scorrette: perché in prevendita un biglietto deve costare di più? Semmai dovrebbe costare di meno, visto che assicura certezze e denari con largo anticipo. Molti produttori evocano il cosiddetto “biglietto dinamico”, cioè un biglietto il cui costo, raggiunto un certo numero di vendite, aumenta o diminuisce in base alla richiesta. Quindi il biglietto per un concerto con mezza platea vuota potrebbe essere venduto a 10 o 5 euro (sempre meglio che regalare migliaia di biglietti omaggio), mentre quello richiestissimo potrebbe (magari fissando per legge dei tetti massimi) raddoppiare o triplicare il proprio prezzo: in pratica quello che è avvenuto fin adesso col secondary ticketing, ma questa volta legalmente e con regolari tassazioni. Insomma, un sistema molto simile alla politica di vendita dei biglietti aerei: un certo numero di biglietti sono venduti con largo anticipo ad un prezzo base fino al raggiungimento del budget minimo prefissato, poi il costo varia in base alla richiesta.
E poi la parolina magica: professionalità, soprattutto nella gestione di eventi avversi, perché finché tutto fila liscio son tutti bravi.
In questa stagione appena trascorsa, giusto per portare qualche esempio, abbiamo assistito ad un paio di episodi piuttosto esplicativi all’Arena della Regina di Cattolica, nota venue all’aperto in cui in tutte le stagioni estive si vedono passare alcuni dei migliori tour del momento.
In occasione del concerto di Mark Knopfler, promosso dall’agenzia D’Alessandro e Galli e organizzato dal promoter E-Events, ci sono state moltissime lamentele fra il pubblico: l’abbondante pioggia, caduta fino qualche ora dall’inizio dello spettacolo, ha ritardato l’allestimento e di conseguenza anche l’apertura dei cancelli; ma ha anche cancellato tutte le indicazioni della numerazione delle sedute, cosicché la prima mezz’ora del concerto, anch’esso cominciato in ritardo, è trascorsa tra litigi e ricerche del proprio posto, mentre non pochi, muniti di biglietto, erano ancora in fila fuori dalla piazza ad ascoltare lo show per cui avevano pagato.
Qualche sera dopo ecco il concerto di Fiorella Mannoia, agenzia F&P e promoter Pulp Concerti. Ancora acqua, questa volta incessante dal mattino e per tutto lo show; la produzione decide di montare: lo spettacolo si farà comunque. I cancelli si aprono e il pubblico, onore a Fiorella che comunque darà il meglio di sé, entra lo stesso, ma con diverse centinaia di ombrelli! Crediamo sia inutile raccontare l’umore di coloro che avevano pagato per un biglietto nelle prime file, aspettando di gustarsi un bel concerto, e si ritrovano con tutte le numerazioni saltate, il proprio posto invaso ed una barriera di ombrelli aperti davanti che ostruisce la visuale del palco. Tutto questo senza che nessuno chieda scusa od offra una caramella per il disservizio.
Se nel primo caso, con Mark Knopfler, la data era difficilmente recuperabile, perché all’interno di un tour internazionale, quella di Fiorella, che ha praticamente un calendario aperto tutto l’anno, era forse facilmente rimandabile a miglior data.
Cosa penseranno queste persone inferocite al prossimo concerto? Compreranno ancora un biglietto? O diranno “chi me lo fa fare?”.
Il mondo del Live sta tenendo in piedi quasi tutto il settore musicale: facciamo sì che la magia del momento unico e irripetibile, della condivisione con gli altri fan, rimanga nei sogni degli appassionati e non svanisca per pressapochismo o avidità.