Ennio Prase - Mister OK
La storia dei due fratelli Prase e di tante sfide affrontate con successo. Andiamo a Noventa di Piave, per incontrare Ennio e per conoscere meglio la storia di Prase Media Technologies.
di Alfio Morelli
Anche questo racconto parte da lontano. Ennio Prase ha iniziato il suo percorso imprenditoriale nei lontani anni Settanta, introdotto e accompagnato dal fratello Alberto. Un percorso che ho seguito a distanza, ma che ho sempre pensato fosse uno dei più interessanti del mercato italiano. E anche in questo numero avrei voluto dedicargli qualche pagina in più, dato che Ennio è un fiume in piena che non si riesce ad arginare, una volta saliti sul treno dei ricordi. Ma alla fine, eccoci qui: lo spunto lo prendiamo dalla decisione di Alberto di allentare gli impegni lavorativi e di fare un passo “di lato”. La scelta di Alberto di dedicarsi ai propri interessi dopo tanti anni è più che legittima e porta con sé una serie di cambiamenti inevitabili. La chiacchierata è lunga, e devo tralasciare qualche passaggio, anche se di enorme interesse. Ennio è una persona con una simpatia, umanità e disponibilità immensa, a cui si accompagna una grande cultura. Parlare con lui significa far crescere ogni volta il proprio bagaglio personale. E per non sbagliare nessuna data e nessun ruolo, mi faccio fissare un appuntamento direttamente nella sede principale a Noventa di Piave per incontrare l’Amministratore Delegato e ripercorrere insieme la storia dei fratelli Prase.
Ennio, incominciamo da capo.
La storia inizia alla metà degli anni Settanta, da Alberto, che è già un grande appassionato di audio. Dopo un percorso di studi in elettronica, segue un’interessantissima proposta da parte di un’azienda elettronica, Milani Elektro, che aveva la sede a pochi chilometri da casa nostra. Per inciso, Milani Elekro era un’azienda leader nell’Europa degli anni Ottanta: costruiva apparecchiature Hi-Fi con il proprio marchio, oltre a giradischi e componenti elettronici marcati Thorens e Lenco. Comunque, Alberto entra a far parte di questa azienda come responsabile di produzione, come primo impiego. Poi, come spesso accade, gli anni passano e il ruolo da dipendente incomincia ad andargli stretto. Così, insieme a un socio, decide di buttare il cuore oltre l’ostacolo, abbandona il posto fisso e apre un negozio di Radio, TV ed Hi-Fi, ma soprattutto di installazioni AV. Devo aggiungere che tra me e Alberto ci sono dieci anni di meno: per i primi anni di attività è stato lui il faro e l’apripista di tutte le iniziative che abbiamo sviluppato assieme. Io in quel periodo alternavo il mio percorso tra lavoro e studio negli States. È stato un periodo che mi ha restituito tanta conoscenza sulla materia e, ovviamente, una palestra quotidiana per la lingua. Tutto diventa poi fondamentale per il percorso professionale. Comunque, finito il pendolarismo, è subito chiaro che io debba entrare a far parte dell’azienda con mio fratello. Anche se trattavamo Hi-Fi, TV e quant’altro, la nostra missione è quella di diventare installatori di tecnologia evoluta. Cominciamo con le prime installazioni nel mondo dell’intrattenimento, in particolare discoteche o impianti audio-video di alto livello nelle più belle ville del Veneto. Si cominciano a installare i primi video proiettori, e siamo tra i primi a importare direttamente dal Belgio i proiettori tritubo della Barco, naturalmente con il benestare della filiale italiana. E contestualmente a questi impegni cominciamo anche a installare luci e a progettare unità di controllo per le luci. In quel percorso entriamo in contatto con tutte le ditte italiane di spessore – come Coemar, Claypaky, SGM, eccetera – e nasce anche un rapporto bellissimo, sia professionale sia personale, con l’Outline di Giorgio Biffi e del compianto Guido Noselli. Siamo anche rivenditori dei prodotti professionali Klipsch. Alla fine, nel ‘93 io e mio fratello Alberto decidiamo di dar vita a Prase Engineering, partendo come system integrator ma con la velleità di diventare un giorno dei distributori a valore aggiunto.
Ricordo male, o è proprio in questi anni che iniziate a distribuire il marchio Community?
Ricordi benissimo, ed è una storia che merita di essere raccontata. In quel periodo ci viene affidata una grossa e importante commessa per installare una gran quantità di diffusori audio Community. Proprio nel bel mezzo di questo lavoro ci arriva la notizia che l’importatore del marchio sta chiudendo, improvvisamente e senza preavviso. Allora ci disperiamo un poco, dato che è uno tra i lavori più di prestigio che abbiamo tra le mani, e con un cliente importante. A quel punto, dato che non siamo disposti a fare brutta figura non mantenendo gli impegni presi, contattiamo direttamente la ditta americana. Gli spieghiamo la situazione, loro capiscono il problema e ci mandano un loro uomo che gestisce tutta la distribuzione Europea. Il materiale che serve a noi non è disponibile in Europa, quindi bisogna importarlo direttamente dall’America. Dopo una lunga trattativa, conquistiamo la fiducia degli americani, che decidono di spedirci il materiale per poter finire la nostra installazione. E visto che il materiale non è sufficiente per riempire un container, occorre procedere con delle spedizioni condivise. Caso vuole che una di queste spedizioni va persa, e puoi immaginare in che stato d’animo ci troviamo a quel punto. Bisogna dare atto agli americani di Community, che con lungimiranza ci supportano, ci danno grandissima fiducia e ci rispediscono gratuitamente il materiale che è andato perso. Visto che il mercato italiano è rimasto senza punti di riferimento per il marchio, decidiamo di acquistare dal vecchio distributore tutto lo stock dei ricambi, un supporto fondamentale. Questo gesto viene apprezzato tantissimo dagli americani e, dopo una lunghissima trattativa, decidono di affidarci la distribuzione per il territorio nazionale. Poi nel tempo i rapporti con le persone sono diventati più confidenziali e amichevoli, e Community è un marchio che rimarrà stampato nei nostri cuori. Da li è iniziata poi la collaborazione con Biamp, MC2 Audio e tutto il resto.
Voi restituite l’idea di un’azienda con una visione più avanzata rispetto allo standard attuale del mercato.
Da dove deriva questa mentalità? Non siamo né dei geni né degli strateghi. Ci siamo fatti le nostre esperienze e poi abbiamo agito di conseguenza: quando eravamo installatori, soffrivamo molto il modo di fare che proponeva il mercato, e così abbiamo sempre cercato delle formule diverse che dessero agli integratori tutta la soddisfazione che meritavano, e questa formula è in auge ancora oggi.
Come entrate nel mondo Shure e, di conseguenza, del live?
Anche Shure arriva in modo quasi naturale. Noi siamo distributori di DIS, un marchio di gamma alta nel settore conferenze, dove operiamo con un discreto successo. Shure decide di acquisirlo, perché è sua intenzione allargare il mercato anche nell’ambito dell’installazione. Gli americani vedono in noi un’azienda proiettata proprio in quel settore, i pianeti si allineano, e iniziamo la distribuzione del catalogo Shure. Poi da cosa nasce cosa e ci siamo concentrati nel Go To Market, creando una nuova divisone nel mercato live sound. Naturalmente nei piani era compreso anche l’affiancamento di altri marchi che entrassero a far parte della nostra offerta: Lap.Gruppen, Midas, Turbosound eccetera.
Poi c’è stato un altro passaggio molto importante per Prase: il video.
Proprio così, nel mercato delle installazioni le grosse commesse vengono fatte prevalentemente da un unico interlocutore, quindi o fai parte di una cordata o diventi il capo commessa e cerchi di gestire in proprio tutto il progetto, ottimizzando al massimo le risorse. Così, abbiamo fatto una bella analisi e abbiamo individuato dei marchi del mondo video che facessero al nostro caso, arricchendo il catalogo di A/V e abbracciando sempre di più il mercato dei System Integrator.
Poi arrivano gli inglesi di Midwich.
Anche questa è una storia che merita un racconto. Siamo negli anni 2017 e 2018, e Prase è ormai in grado di fare delle acquisizioni. Valutiamo perciò alcune aziende e alcuni marchi, e caso vuole che incrociamo dei colleghi di Midwich che io già conoscevo, anche loro in giro per mercati a fare acquisizioni. Come spesso succede tra persone lungimiranti, ci sediamo a un tavolo e cominciamo a chiacchierare. Per semplificare, diciamo che la discussione è durata un anno. Ora il gruppo comprende oltre trenta aziende, tutte simili a noi, presenti nei mercati europei, Medio Oriente, ed APAC (area Asia e Pacifico). Operiamo anche oltre oceano, tramite due grandi aziende di distribuzione A/V: la Starin e la SF Marketing, che serve specificamente il Canada. Il piano è espandersi anche nel mercato dell’Europa dell’Est con altre acquisizioni.
Sbaglio, o quando parli di Midwich parli in prima persona?
Non sbagli. Oltre ad essere il rappresentante legale della ditta Prase, sono anche un investitore del gruppo Midwich, e faccio parte del gruppo di decision maker a vari livelli.
È a questo punto che Alberto decide di tornare ai suoi hobby?
È stato un percorso difficile, ma solo in questo ultimo periodo mio fratello ha pensato fosse opportuno diminuire i suoi impegni in Prase, per dedicare più tempo alla sua vita privata. In accordo con il management di Midwich, gli abbiamo dato l’incarico di KAM (key account manager), cioè colui che può gestire i clienti più importanti. Alberto ha l’esperienza e il carisma per gestire trattative ad alto livello, rimanendo una figura di spicco per Prase. E così cambia anche il mio ruolo in azienda: oltre a essere amministratore delegato, in questi ultimi anni continuo a ricoprire la figura di BDM – Business Development Manager, cioè colui che valuta e organizza nuove strategie, analizza nuovi mercati e stima nuove acquisizioni. Oltre naturalmente a supportare, quando ne hanno bisogno, i ragazzi che fanno parte della famiglia Prase, di cui sono orgogliosissimo.
Quali saranno le prossime mosse di Prase?
Per rimanere generici, stiamo guardando con molto interesse al mercato del broadcast, che in questo ultimo periodo ha fatto un’evoluzione tecnologica incredibile. E ancora, stiamo seguendo il mondo lighting. Nel futuro prossimo non mancherà qualche acquisizione a livello nazionale, ma al momento non posso dirti di più.