Tenax
Corre l’anno 1981, l’epoca delle radio libere: a Firenze soffia il vento della new wave, del dark e del punk...
È nei primi anni ‘80 che un gruppo di amici imprenditori decide di percorre una nuova strada ed aprire la prima discoteca di tendenza di Firenze.
Il successo non è immediato, ma la tenacia e la convinzione dei giovani proprietari li porta a perseverare fino a far diventare il Tenax un punto d’incontro di artisti, attori, stilisti, personaggi pubblici e politici. Alla consolle del locale si alternano Frank Alabastro, Enrico Tagliaferri, Larry, Leo Daddi, DJ dallo stile personalissimo e destinati ad entrare nella storia del nightlife. Il Tenax diventa sempre più ambìto e di moda, fino a diventare una delle discoteche più famose d’Italia.
Sono gli anni dei mercoledì Ultra, degli allestimenti Blade Runner, delle serate China Town, mentre sul palco salgono Tears For Fears, Tuxedo Moon, Human League, D.A.F., Litfiba, Frankie Goes To Hollywood. L’allora Ministro Gianni De Michelis segnala ampiamente il Tenax nella sua guida delle migliori discoteche. Tra le migliaia di persone che affollano il locale, folte schiere di VIP: Vittorio Gassman, Dalila Di Lazzaro, David Byrne, Roberto Benigni, Ilona Staller, Amanda Lear.
Nella seconda metà degli anni ‘80 il cambio di rotta: il locale apre i battenti alle nuove generazioni e a nuove fasce di pubblico, con concerti di gruppi come Spandau Ballet, Visage, Bauhaus, Psychedelic Furs, New Order, Sisters of Mercy, insomma il gotha musicale di allora. Dopo qualche anno di incertezza, nel 1995 il Tenax viene acquistato dalla società “Nozze di Figaro” e rinasce a nuova vita: grazie a una programmazione ricca di eventi live e ospiti internazionali, lo spazio fiorentino conquista di nuovo i nottambuli. In sei stagioni targate “Nozze di Figaro”, il palco del Tenax ospita oltre quattrocento eventi live, con artisti come Gary Barlow, Everything But The Girl, Shaggy, Paul Weller, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Spooky, Tricky, Patty Pravo, Ben Harper, Morcheeba, Fun Lovin’ Criminals…
I gusti dei giovani cambiano ancora, e siamo arrivati al Terzo Millennio: i nuovi artisti sono i DJ. Il Tenax cambia ancora rotta; arrivano i profeti dell’house, DJ/produttori/compositori come Ashley Beedle, Little Louie Vega, François Kevorkian, Dimitri From Paris, Ralf, Alex Neri. La cornice stavolta si chiama Nobody’s Perfect, ed è l’appuntamento del sabato, un rendez-vous all’insegna dell’house (quella buona) con ospiti provenienti da ogni angolo del globo. Ogni settimana c’è un DJ diverso: dagli States, dall’Inghilterra, da Parigi, da Rotterdam.
Se dai benpensanti la discoteca è considerata la casa del diavolo, questa casa ha anche una parte nobile. Il Tenax, infatti, organizza da anni una raccolta fondi per l’attività dei medici volontari dell’ospedale di Wamba, in Kenya, al confine con il Sudan. In questa struttura vanno ad operare gratuitamente (come tanti medici da tutto il mondo) anche i chirurghi fiorentini Roberto Santoro e Aimo Frittelli che promuovono la serata di solidarietà, per conto della Onlus di riferimento, la Wamba Athena.
Abbiamo incontrato negli uffici di Firenze Alessandro Coragli, uno dei soci di Nozze di Figaro.
“Diventa sempre più difficile la gestione di queste attività – ci dice Alessandro – tra la gestione dell’ordine pubblico, il cachet dei DJ, le richieste tecniche, le esigenze della clientela o si ha una struttura sempre informata su tutto o si rischia di essere eliminati dalle preferenze del pubblico. Oggi la nostra clientela è molto informata e molto esigente, i ragazzi sono abituati a girare per l’Europa, a frequentare locali di Berlino, Londra, Barcellona, Ibiza, i festival che si tengono in tutta Europa con la partecipazione di centinaia di migliaia di spettatori, dove alla consolle si alternano i più importanti DJ del mondo. Insomma: o si riesce a stare al passo con i tempi o si rischia di avere il locale vuoto”.
Riesci a spiegarti come mai alcuni DJ hanno dei cachet così alti, pari o superiori a molti artisti rock internazionali?
I cachet sono lievitati grazie a questi grossi festival in giro per il mondo, perché in questi casi i DJ chiedevano molto e gli organizzatori accettavano pur di avere certi nomi; ma un conto è fare i calcoli su un festival che strappa centinaia di migliaia di biglietti, un conto è fare i conti con discoteche che hanno una capienza di tremila persone circa. Al di là di tutto, siamo noi gestori di discoteche i maggiori responsabili di tutto ciò: penso che solo in Italia i DJ chiedano tali cifre, e questo dipende sempre dal fatto che la nostra categoria non è capace di fare sistema, anzi: ci contendiamo gli artisti a suon di zeri, quindi sono brave le agenzie che ne approfittano. Noi, visto che non abbiamo la pistola alla testa nella scelta dei DJ, cerchiamo di fare una nostra politica e andare alla ricerca di nomi emergenti, cercando di proporre sempre nuove tendenze ed essere continuamente all’avanguardia, sia con la musica sia con i personaggi. Inesorabilmente succede anche a noi di ospitare qualche volta dei nomi famosi, ma diventa sempre più difficile, perché oltre ai soldi che dobbiamo sborsare direttamente ci impongono delle richieste tecniche a volte insostenibili e ai limiti dell’assurdo. L’ultima tendenza sono i monitoraggi, con richieste di sistemi che valgono da soli più dell’impianto residente della discoteca! E siamo anche fortunati, perché in alcuni locali impongono anche l’impianto audio principale, che il gestore è costretto ad affittare appositamente. Sotto questo punto di vista noi siamo stati molto oculati nella scelta dell’impianto audio, perché siamo da sempre clienti di Valerio Cherubini che ci monta impianti Loud Professional, ben accettati anche dai DJ stranieri che ormai conoscono la qualità del prodotto.
Quali saranno i programmi futuri del Tenax?
Anche noi abbiamo ceduto ai grandi eventi, che ripeteremo anche nel nuovo anno. Fra le tante iniziative, il 27 giugno scorso il Tenax ha proposto XL DAY, da mezzogiorno a mezzanotte, nel Parco delle Cascine: abbiamo montato un palco ricco di effetti scenici, luci e schermi LED, sul quale si è esibita una grande quantità di DJ tra emergenti e nomi internazionali. Un evento molto impegnativo ma ricco di soddisfazioni, che abbiamo riconfermato per il prossimo anno, cercando sempre di migliorarlo ulteriormente.
Marco Mannini si occupa invece dell’aspetto artistico del locale.
In questi ultimi anni anche la discoteca si è dovuta allineare alle richieste tecniche dei DJ internazionali: voi come vi siete organizzati in proposito?
Da parte nostra c’è stata sempre molta attenzione alla parte tecnica, sia per quanto riguarda la parte audio sia per la parte luci, molto probabilmente perché il nostro percorso passa da molti eventi live che ci hanno lasciato un background importante nel campo tecnico. Nel locale è stato fatto anche uno studio ed un intervento acustico.
Attualmente abbiamo installato un impianto audio della Loud di Roma, un sistema molto efficace, composto da otto sistemi medioalti serie VH e 16 sub a terra posti davanti alla consolle, sempre della stessa serie. Grazie a questo sistema riusciamo a soddisfare la maggior parte delle richieste dei DJ internazionali, mentre non sempre riusciamo ad accontentarli sui monitoraggi. Infatti, in quest’ultimo periodo abbiamo sempre più richieste di monitoraggi ben precisi – L-Acoustics, per esempio – che dobbiamo affittare dai pochi service che ne sono provvisti e sobbarcarci ulteriori spese.
Per quanto riguarda le luci, abbiamo un impianto formato da fari alogeni tradizionali e diversi testamobile Robe, oltre a dei nuovi fari a LED che abbiamo aggiunto in questo ultimo periodo. Strobo e macchine del fumo, naturalmente, non possono mancare. Il tutto è pilotato da un mixer luci Avolites.
Quali sono le richieste più frequenti che arrivano dalle produzioni dei DJ?
Oltre al monitoraggio, che frequentemente ci impongono, ci chiedono a volte degli schermi LED, quasi sempre effetti di CO2 e stelle filanti. Questo succede se si ospitano DJ di fama internazionale, mentre nella media riusciamo a sopperire alle richieste con quello che abbiamo o poco più. Cerchiamo sempre più di crearci un nostro percorso, stando sempre attenti alle nuove proposte e alle nuove idee, cercando di proporre al nostro pubblico le novità musicali e le nuove tendenze per quanto riguarda la moda.
Il Tenax rimane comunque un bel locale: ha una struttura trapezoidale su due livelli, con una serie di balconate lungo tutto il perimetro esterno, un arredamento abbastanza minimal, che viene poi arricchito da addobbi personalizzati in base alla serata. Lungo tutto il perimetro, nella parte superiore, grazie ad alcuni schermi mobili, si possono proiettare delle immagini per personalizzare o arricchire ulteriormente il tema della serata.
Il locale ha conservato nella parte di fronte alla consolle del DJ anche un palco attrezzato pronto per ogni evento live, usato in serate disco come ulteriore pista rialzata.
Sapevamo già della popolarità e del successo che il Tenax ha nell’ambiente, ma con questa visita e con la conoscenza della direzione, abbiamo rafforzato la convinzione e capito anche come tutto ciò non sia casuale.
Uno dei quattro cluster Loud Professional |
La sezione dei sub sotto la regia |
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