Il rischio da rumore per i lavoratori nelle grandi manifestazioni musicali - sesta ed ultima parte
Esperienze di misura e metodologia di valutazione ai sensi del D.Lgs. 81/08.
di Carlo Carbone e Salvatore Curcuruto
Gruppo di lavoro: Delio Atzori, Rinaldo Betti, Luca De Rinaldis, Enrico Lanciotti, Maria Logorelli, Giuseppe Marsico, Enrico Mazzocchi, Rosalba Silvaggio.
Valutazioni e strategie per il contenimento
Influenza della fisica dei luoghi
Le caratteristiche fisiche dei luoghi partecipano in maniera importante alla diffusione del suono e alla sua percezione. Mentre per gli aspetti di isolamento dei setti edili tale considerazione risulta più intuitiva, di diversa e più complessa natura sono le influenze delle caratteristiche del luogo in cui si svolge l’attività, per sua funzione privo di separazioni fisiche.
La relazione che lega l’influenza del campo riverberante nella definizione del livello percepito in un dato punto in ambiente confinato, in relazione alla potenza di emissione della sorgente, è stata studiata da Hopkins e Stryker e trova riscontro sperimentale nell’individuazione dell’incremento del livello di pressione sonora (in dB) in relazione al valore di RT60 dell’ambiente, come schematizzato nella figura 17.
Figura 17: La legge di Hopkins-Stryker: incremento di livello sonoro in funzione della distanza dalla sorgente, per diversi valori del tempo di riverberazione.
In ambienti chiusi, infatti, l’energia associata al campo riverberante rappresenta il contributo principale al livello di pressione in un dato punto, senza in questo contesto voler indagare sugli aspetti di qualità e intelligibilità del segnale.
La sovrapposizione del segnale diretto con le diverse riflessioni, che si sommano al primo con un ritardo dovuto alla maggiore distanza percorsa, può generare fenomeni di perdita della nitidezza. Questo aspetto è importante perché nella valutazione dell’esposizione dei lavoratori si dovrà tener conto anche delle caratteristiche fisiche dei luoghi. È indubbio, infatti, che un primo obiettivo possa essere quello di intervenire nella correzione dell’acustica ambientale dei luoghi, ottenendo un duplice risultato: incrementare l’intelligibilità del segnale e ridurre l’esposizione per tutti i lavoratori.
Aspetti di valutazione sui livelli e sulle strategie di contenimento legate alla specifica professione
Durante lo spettacolo dal vivo i diversi ruoli sono molto differenziati nonché caratterizzati in maniera specifica. Alcuni di questi ruoli mal si conciliano con un principio di salvaguardia, in quanto estraneo alle mansioni stesse oppure addirittura controproducente. Dalle indagini strumentali condotte, i soggetti più esposti, con riferimento all’elenco riportato nel primo articolo di questa serie, risultano senza dubbio i musicisti e il personale della sicurezza sottopalco.
Già dalla trattazione di questi due esempi si può facilmente dedurre che non può sussistere una strategia unica, bensì occorre impostare una modellazione di iniziative che non possono prescindere dalla specificità del ruolo e dal tipo lavoro che viene svolto, appunto, nel caso specifico.
Non tratteremo, nell’esemplificazione, degli aspetti legati alla produzione della musica e della sua gestione, casi in cui può risultare riduttivo o addirittura inapplicabile il criterio di silenziamento dei livelli durante le prove e durante lo spettacolo.
Ci concentreremo, quindi, sulla specifica funzione della categoria di lavoratori preposta ad occuparsi della sicurezza dello spettatore. In particolare, si delineano differenze funzionali tra coloro delegati all’intervento rapido, il cui lavoro si svolge a ridosso delle barriere di protezione del palco, e coloro che si occupano degli spettatori stessi, a seconda che essi siano impegnati nel mantenimento dell’ordine, gestione, conduzione, o nell’accompagnamento dello spettatore.
Il lavoro dei primi si articola nell’intervento spesso indotto dalla percezione di frazioni di frasi o interventi vocali, riconoscibili in fase di post elaborazione delle misure acustiche nei temporanei abbassamenti nella dinamica del livello acustico generale di durata pari a pochi decimi di secondo, specie nelle famiglie di frequenze tipiche del suono della voce. È in queste occasioni, infatti, che il suono percepito viene interpretato come un suono di soccorso e quindi si attiva l’azione di recupero della persona.
Figura 18: Esempio di riconoscimento degli interventi vocali dell’operatore sotto palco grazie all’innalzamento dei livelli nelle frequenze tipiche del parlato.
Per questi lavoratori appare di dubbia utilità, quindi, il ricorso a DPI (dispositivi di protezione individuale – ndr) poiché la riduzione richiesta per garantire il rispetto del livello di esposizione si attesta tra 35 e 39 dB, livello di attenuazione che vanificherebbe la funzione lavorativa stessa, incentrata proprio nella percezione dei suoni deboli in mezzo a livelli elevati. Si tratterebbe, pertanto, di un caso tipico per ricorrere all’utilizzo della deroga ex-art. 197 del D.lgs 81/08:
... Il datore di lavoro può richiedere deroghe all’uso dei dispositivi di protezione individuale e al rispetto del valore limite di esposizione, quando, per la natura del lavoro, l’utilizzazione di tali dispositivi potrebbe comportare rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori maggiori rispetto a quanto accadrebbe senza la loro utilizzazione.
La dicitura sembra non contemplare, però, il ricorso alla deroga per motivi di pubblica sicurezza e, quindi, diviene essenziale la redazione di una documentazione corretta alla base della richiesta, valutandone attentamente le misure compensative e di controllo sanitario, compresa la riduzione della durata dell’attività lavorativa complessiva.
Tale ipotesi appare comunque legata esclusivamente a chi svolge il proprio lavoro in aree a forte pressione sonora, quali quelle a ridosso della linea di demarcazione del palco.Un’indicazione di carattere generale relativa agli impianti di diffusione che interessa questa categoria di lavoratori emerge dall’analisi dei livelli misurati in campo. Appare essenziale, infatti, adottare linee di emissione del suono poste ad una distanza non inferiore a 1,5 o 2 m dalla posizione del lavoratore. Questo accorgimento appare interessare non tanto i diffusori legati alla riproduzione delle basse frequenze (sub-woofer) ma piuttosto quelli delegati alla ricomposizione, per le prime file, delle frequenze medie e alte (frontfill), spesso reputate nelle misure come quelle sorgenti che contribuiscono in maniera prevalente all’elevato livello sonoro LAeq sotto il palco.
Diversamente, chi svolge un ruolo di vigilanza e accompagnamento del pubblico può ricorrere all’uso dei DPI con una contenuta e non essenziale diminuzione di funzionalità lavorativa. Inoltre, possono ricorrere ad un frequente turn-over occupando, quindi, aree in cui la pressione si attesta al di sotto di 87 dB(A).
Conclusioni
Le risultanze dello studio, contenute e illustrate nel presente rapporto, consentono di fornire una valida base conoscitiva, di riferimento nella costruzione di un processo di valutazione del rischio per i lavoratori di un settore atipico e complesso come quello delle grandi manifestazioni musicali, un settore in cui non c’è ancora una ricchezza di informazioni tale da supportare analisi di rischio con riferimento a dati di letteratura, possibilità opportunamente richiamata dalla norma stessa.
I dati acquisiti durante lo studio, funzionali a caratterizzare l’esposizione delle diverse tipologie di lavoratori durante manifestazioni di una certa importanza, sia per numerosità del pubblico, sia per generi musicali prodotti, all’aperto o al chiuso, sono tali da rappresentare appunto una stima espositiva del lavoratore che può essere utilizzata per analogia in altre situazioni assimilabili, così da suggerire la scelta dell’azione protettiva migliore già in fase di programmazione.
Come descritto, lo studio è stato articolato in un’analisi su più ambienti e tipologie di spettacolo, che ha confermato proprio che la tipologia acustica degli spettacoli dal vivo presenta livelli di pressione con un’ampia variabilità.
Dallo studio è emerso che esistono problematiche legate all’esposizione per alcune specifiche mansioni (in particolare, gli addetti alla sicurezza posizionati sotto palco, gli operatori al mixer e gli addetti sul palco), che non sembrano ancora gestibili con le attuali indicazioni normative e interpretative poiché il superamento del limite , anche su base settimanale, si raggiunge, ove non utilizzati DPI, anche con un solo concerto a settimana. Viste le funzioni svolte dai lavoratori addetti alla sicurezza in posizione sotto palco, per la gestione di queste situazioni, si ritiene realistico un ricorso all’applicazione della deroga, supportando il lavoratore, come misura compensativa, con la compilazione di un libretto personale in cui si riporti la propria storia lavorativa e sanitaria.
Analogo percorso potrebbe essere intrapreso per i lavoratori impegnati nella conduzione e gestione dell’impianto elettroacustico, i quali, seppur non legati ad un criterio di sicurezza, devono comunque rispondere alla necessità di percepire perfettamente la musica in quanto essenziale per la corretta fruibilità dello spettacolo.
Per gli altri lavoratori, insistenti nell’area dove si svolge lo spettacolo e distribuiti in tutto lo spazio occupato dal pubblico con funzione anche di controllo (ma non specificatamente di sicurezza), la valutazione si differenzia in relazione ai livelli acustici di diffusione a cui sono esposti, lasciando per essi, come duplice scelta del datore di lavoro, il ricorso all’utilizzo di supporti protettivi o una valutazione positiva su base settimanale, laddove conforme comunque ai limiti e al dettato normativo.
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