Il pensatore
La mattina ho le visioni...
di Alfio Morelli
Lo sapeva anche Dante Alighieri che “presso al mattin del ver si sogna”! Infatti quei pochi istanti che precedono il risveglio, quello stato intermedio fra il sonno e la veglia è, secondo gli antichi, il momento delle visioni orfiche e delle premonizioni. Ma se gli eroi classici sognavano dei ed eroi, io, più prosaicamente, sogno di service, casse e proiettori!
Così l'altra mattina, mentre qualche striscia di luce fioca già entrava nella camera, mi è apparso, fra la nebbia del sonno, il futuro del nostro mercato, quello degli spettacoli dal vivo. Un sogno nebuloso ma al tempo stesso chiarissimo... certo piuttosto influenzato dagli ultimi eventi economici.
Il nostro settore sta certo conoscendo una certa crisi, che rimane tuttavia meno drammatica rispetto a quella vissuta in altri campi, come quello dell'edilizia o delle automobili.
Il fenomeno che si sta invece verificando in linea con ciò che accade nel mondo è la concentrazione del mercato in poche aziende: Live Nation e F&P Group (a loro volta acquisite da altre multinazionali) si spartiscono il grosso del mercato italiano del live, seguite da D’Alessandro&Galli e Barley Arts; agli altri rimane ormai ben poco.
Stesso trend nel mercato dei service. Se pensiamo di distinguere la qualità dei servizi offerti dalle aziende nostrane attribuendo delle stelle, in stile alberghiero, senza dubbio la struttura “a cinque stelle” per eccellenza è l'abruzzese Agorà, unico service in Italia che possa vantare, allo stesso tempo, un enorme magazzino con tecnologie di altissimo livello, collaboratori di prim’ordine ed un'organizzazione aziendale molto ben strutturata. Non a caso parliamo dell'azienda che si è aggiudicata la fornitura per l'audio e la distribuzione del segnale broadcast per le Olimpiadi invernali di Sochi, un importantissimo evento di livello planetario, che le ha consentito anche di implementare ulteriormente il già ricco magazzino. È insomma innegabile che Agorà sia l’unico service italiano in grado di competere a certi livelli in ambito internazionale.
Credo quindi che questa azienda sia ormai pronta a mutare definitivamente la propria pelle: affrontare i mercati internazionali impone inevitabilmente di adattarsi ad uno standard più elevato rispetto a quello dei mercati interni, cosa che coinvolge le tecnologie ma soprattutto le strategie di organizzazione aziendale. Una ristrutturazione interna necessariamente comporterà un aumento dei costi di gestione e la necessità di alzare il tiro, con la conseguente difficoltà a servire le produzioni low budget. Così, secondo la mia visione mattutina piuttosto onirica – che vi prego di considerare tale – si apriranno nuovi scenari. Altri service nazionali si organizzeranno per conquistare la fetta di mercato che Agorà lascerà libera; oppure la stessa Agorà stringerà delle alleanze con service più piccoli in modo da coprire, tramite loro, quella fetta di mercato alla quale dovrà rinunciare in modo diretto.
Non dimentichiamo poi che parliamo di un'azienda che dispone di un magazzino pazzesco per quantità e qualità dei materiali: più di mille cabinet di diffusori tra L-Acoustics, Meyer e altri, oltre cento mixer tra cui Midas, Digico e SSL, per non parlare di luci e di tutto il resto. Insomma Agorà potrebbe trasformarsi in parte in un rental, da cui altri service potrebbero attingere per rifornirsi delle tecnologie necessarie ad aggiudicarsi alcuni lavori.
Ma accadrà anche che, in uno scenario composto da una ventina di service “a quattro stelle”, alcuni di questi si rafforzeranno, si assoceranno, si alleeranno o si fonderanno per contrastare la concorrenza e affrontare con più forze il mercato futuro. Ma il mio sogno riguardava anche il settore commerciale della distribuzione, per cui varrà, cosa che si sta già verificando, un analogo fenomeno: la creazione di grandi gruppi che continuamente comprano o vendono merci e aziende – si pensi alla Harman o al gruppo Bosch –.
Così questi grossi gruppi internazionali cercheranno di accentrare il più possibile su un unico distributore i loro marchi, sia per una migliore economia, sia per una migliore gestione aziendale. Non a caso in questi ultimi periodi abbiamo assistito a molti cambi di distribuzione: Shure passata da Sisme a Prase (e non sicuramente per demerito della Sisme); la nascita di Linear Sound per la distribuzione del marchio Meyer e la conseguente vendita della Grisby alla Eko; il marchio Genelec passato da Leading Technologies a Midi Ware; Turbosound che, dopo la vendita di Proel al gruppo Music Group, viene ora distribuito dalla Exhibo e così via per altri marchi.
Cosa un po’ diversa avviene nel mercato delle luci, ma solo perché i marchi di maggior successo sono italiani: Clay Paky, DTS, Griven... se non acquisiti da grandi gruppi rimarranno delle società singole. La mia visione onirica prevede inoltre che il marchio di luci Martin Professional, entrato a far parte del gruppo Harman, passerà presto come distribuzione alla famiglia Leading Technologies, mentre la SGM, dopo un breve passaggio all’interno della RCF, è già stata acquistata da Peter Johansen, colui che, nei lontani anni Novanta, fondò la stessa Martin Professional.
E poi c'è il lavoro dei tecnici: ma proprio quando vedevo nel torpore dell'alba una regolamentazione del lavoro, un obbligo di formazione e maggiori garanzie... mia moglie mi ha definitivamente svegliato e tutto è svanito!
Nella letteratura classica i sogni del mattino erano sempre veritieri... staremo un po' a vedere se gli antichi avevano ragione. E voi? Che sogno avete fatto?