Hans Zimmer - LIVE EUROPE TOUR 2023
Il compositore di colonne sonore più famoso al mondo torna in Italia con due date.
di Alfio Morelli
Il 3 maggio, all’Unipol Arena di Bologna, ha fatto tappa l’attesissimo tour di un grande nome dei nostri tempi: Hans Zimmer, la mente che ha lavorato alle colonne sonore di qualcosa come cinquecento progetti e centocinquanta pellicole hollywoodiane.
Si tratta di alcuni dei film che hanno segnato la storia del cinema e della più recente industria americana, pellicole che hanno prodotto incassi al botteghino per circa ventotto miliardi di dollari. Hans Zimmer è un artista con un curriculum senza pari nel mondo, e per rendersene conto basta citare qualche titolo, richiamando i temi più famosi di Rain Man, Il Re Leone, Il Gladiatore, Pirati dei Caraibi, e ancora Dune, Batman, L’Ultimo Samurai, e diversi altri successi internazionali.
Oltre a essere un compositore prolifico, Hans Zimmer è tastierista, produttore, vincitore di Oscar e Grammy, e infine capo del dipartimento musicale dello studio cinematografico DreamWorks. In effetti, mancava solo la dimensione live per vedere questo artista in tutte le sue sfaccettature: era naturale aspettarsi uno spettacolo interessante, e in effetti non siamo rimasti delusi.
Non sempre assistiamo a show di livello internazionale, e così curati e coinvolgenti da tutti i punti di vista. Purtroppo, questa volta non siamo potuti entrare nel palazzetto con i nostri attrezzi di lavoro, con le macchine fotografiche e i registratori, e dovrete perciò fidarvi delle nostre parole e delle interviste che abbiamo raccolto, in un secondo momento, tra alcuni dei professionisti coinvolti nel progetto. Siamo riusciti a farci raccontare qualche retroscena almeno per quanto riguarda l’aspetto sonoro.
La produzione tecnica è stata di alto livello, con un lato visual veramente imponente. L’inizio del concerto è stato caratterizzato da uno schermo LED che copriva tutto il palco, e nascondeva l’orchestra alle sue spalle. Lori Cotler, accompagnata da un solo percussionista, ha inaugurato il concerto con il brano “House Atreides”, dalla colonna sonora – premio Oscar 2022 – del film Dune di Denis Villeneuve. Poi, con l’incedere della musica, lo schermo si è movimentato verso l’alto fino a prendere il posto di una cornice, che ha accompagnato il concerto con i dettagli dei musicisti e immagini che richiamavano concettualmente i film. Sono seguiti i temi di Inception, Wonder Woman e Man of Steel, e si sono passati il testimone solisti di grande livello come il chitarrista Guthrie Govan e la violoncellista Tina Guo.
Il climax non si è mai arrestato fino ai grandi cavalli di battaglia del compositore tedesco, ovvero i medley del Gladiatore e dei Pirati dei Caraibi, tra i più amati del pubblico, che hanno impegnato praticamente tutti i musicisti sul palco. Per finire, l’iconico brano “Time” da Inception di Christopher Nolan. A fornire imponenza sonora ci ha pensato l’Odessa Orchestra & Friends, con le varie coriste, il corpo di ballo e qualche special guest. Si parla di almeno una quarantina di performer. Alle loro spalle, un LEDwall a coprire tutto lo sfondo.
Come PA c’era l’ormai onnipresente K1 della L-Acoustics, e per quanto riguarda le luci una quantità industriale di proiettori Robe, perlopiù collocati su sei americane mobili. L’impatto del lato visual ci ha ricordato l’adrenalina di un rock tour come quello dei Måneskin, che abbiamo approfondito nell’ultimo numero di Sound&Lite.
In definitiva, lo spettacolo si è mosso tra mille generi e mille contaminazioni musicali, che non solo attraversano gli anni di una lunghissima carriera, ma che uniscono generi diversi: c’era l’epicità del nostro Morricone, c’erano le grandi percussioni dei trailer Hollywoodiani, c’era l’elettronica in tutte le sue forme. E ovviamente, i temi musicali che hanno accompagnato i capolavori cinematografici degli ultimi trent’anni.
Perfino nel pubblico, è stato possibile apprezzare la massima varietà: nel palazzetto dello sport si andava dagli abiti da sera con tanto di papillon fino all’ultimo modello di sneakers.
Insomma, una vera esperienza totale, che proveremo a farvi rivivere tramite le foto e i retroscena forniti dai fonici coinvolti nella produzione. Un ringraziamento a Maurizio, che ci ha prestato il suo inglese quasi perfetto per fare qualche domanda a Colin Pink, fonico di Hans Zimmer dal 2014.
Maurizio Gennari - Fonico di palco
Maurizio, aiutaci a capire cosa si muove dietro a una produzione così imponente.
Come puoi immaginare si tratta di uno spettacolo molto impegnativo. Tutto è agganciato al timecode, e non potrebbe essere diversamente con tutta questa gente sul palco: parliamo di oltre venti orchestrali, la band di Hans Zimmer, i performer e gli special guest.
Stai usando una gran bella console.
Qui in regia uso un mixer DiGiCo SD7 Quantum, col quale gestisco oltre venti linee di monitoraggio. Tutti gli artisti ascoltano tramite in-ear, tranne la cantante Lisa Gerrard, che durante il suo pezzo si trova meglio con un monitor a terra. Per implementare le potenzialità della console ho scelto di usare una scheda KLANG con il suo Immersive In-Ear Mixing: in questo modo ho fornito più spazialità a tutto il monitoraggio, e sia io sia l’orchestra ci siamo davvero trovati molto bene. Lo consiglio a tutti i colleghi.
Colin Pink - Fonico di sala
Non è il primo tour di Hans Zimmer che segui, giusto?
Decisamente no. Questo tour poi è una ripresa del tour del 2022, che ha visto alcuni cambiamenti a livello dei musicisti.
Qual è il tuo setup?
Nella regia di sala uso anch’io una Digico SD7 Quantum. Divido i molti canali in gruppi, come drums, la band, eccetera, su cui poi utilizzo un TC Electronic Mastering 6000 per il trattamento finale. Lo stesso per trattare le voci, su cui uso due Rupert Neve Portico. Come il fonico di palco, anch’io ho introdotto KLANG come processore effetti, per ottenere così una certa spazialità nella resa di alcuni segnali provenienti dal playback.
E per quanto riguarda l’impianto, è un K1?
Esatto, stiamo usando un L-Acoustics K1 insieme ai sub KS28 e a otto in-fill L-Acoustics A10, che sono controllati separatamente. Su questi infatti porto un sistema TiMax, che restituisce un’immagine spaziale più coerente: ogni strumento acustico è allineato ai vari front-fill per restituire a ogni posto del parterre un’immagine precisa di quello che vede accadere sul palco.
Hailey Featherstone, operatrice luci dello studio di illuminazione e visual design Lightswitch.