Franco Battiato Live 2014 - Joe Patti’s Experimental Group Tour
Il Maestro torna a stupire con un disco e una tournée nei teatri a base di musica elettronica sperimentale.
Avevamo sentito solo vagamente della pubblicazione di un nuovo disco di Battiato a settembre dell’anno scorso che, prima o poi, avremmo sicuramente trovato il modo di ascoltare. Poi, viste le numerose cose da completare prima (il numero di novembre di S&L, per esempio) e anche a causa della mancanza dei soliti promemoria sotto forma di costante passaggio dei nuovi brani di questo artista su Radio Capital, quest’impegno musicale è temporaneamente passato di mente. È tornato subito alla memoria quando abbiamo ricevuto una segnalazione per la nostra rubrica “Chi c’è in Tour” da Paolo Boscolo, di Imput Studio. Nel nostro solito modulo, alcune informazioni sembravano un po’ criptiche o, almeno, insolite: nel campo “mixer di sala”, Paolo ha scritto “Midas M32 dal palco” e nel campo “mixer monitor” ha scritto “Behringer X32 da Pinaxa sul palco”. Ricontrollando gli altri campi, risultava, comunque, Pino “Pinaxa” Pischetola nel ruolo di fonico di sala.
Due domande sono sorte spontaneamente e immediatamente: “Cosa fa Pino sul palco?” , e “Ma... chi c’è in sala?”. Intrigante.
Internet alla mano, la risposta della prima domanda si è delineata quando abbiamo trovato la copertina del disco nuovo sulla quale, sotto il titolo, è scritto “Battiato/Pinaxa”. È stata una bella sorpresa trovare il soprannome di Pino sulla copertina, anziché sepolto nelle note interne...
Abbiamo deciso in quel momento che questo non fosse un concerto da perdere – anche solo per avere la risposta alla seconda domanda – e ci siamo messi in contatto con International Music & Arts per trovare una tappa del tour che riuscissimo ad intercettare.
E quella data è stata il primo novembre al nuovo teatro La Fenice, a Senigallia.
Essendoci abituati a trovare negli ultimi tour di Battiato un palco con pedane, una band e una sezione di archi, entrare in teatro a vedere solo tre postazioni sul palco è già di per sé sconcertante, ma cercare una regia in sala e trovare solo un Chamsys lo è ancora di più. Ci sono delle prove musicali in corso che già accennano ad una serata di interessante eclettismo.
Delle tre postazioni sul palco, la prima ospita un pianoforte a gran coda affiancato da un paio di tastiere master keyboard. La postazione dell’artista è dotata di un microfono Shure Beta 58, un bel sintetizzatore analogico (non modulare) Grp con una tastiera controller, e un moderno synth analog-modelling con tastiera incorporata. La terza è una postazione senza gli ovvii strumenti musicali: sembrerebbe più al suo posto in uno studio mobile (a parte forse per il Roland Space Echo, che pochi porterebbero oggigiorno su un’applicazione mobile) che sul palco. Inoltre, questa postazione con superfici di controllo da DAW e due visibili schermate di Pro Tools, un iPAD, mixer a rack e quant’altro, anziché avere il monitoraggio in cuffia o auricolari, è dotata di ben due moduli d&b Q1 (come l’impianto main) a terra puntati al seggiolino.
Nicola Rossoni, Direttore di produzione
Ad accoglierci è Nicola Rossoni, da tanti anni tour manager/direttore di produzione di Battiato, per conto di International Music.
“Sul palco c’è un trio – spiega Nicola – con Franco alla voce, nonché ai sintetizzatori e al pianoforte, a cui si alterna insieme al maestro Carlo Guaitoli, che suona anche delle tastiere, e poi Pino Pinaxa Pischetola, sul palco per la prima volta, in veste di ingegnere del suono, a seguire sequenze, suoni e balance.
“Il service è Imput Studio che ha comprato apposta un mixer Midas M32 per il monitoraggio.
“Pino fa il mix – continua Nicola – e lo dà alla sala dove Patrizio Simonini, con un PC ed un iPad, segue la diffusione. Il segnale di controllo arriva tramite un cavo di rete, ma anche wi-fi, perché gestiamo solo le tracce stereo master. Luca Casadei ha creato e segue il disegno luci; in tutto abbiamo una crew di cinque persone, compreso il camionista, elettricista, dimmerista, tuttofare Mario Marchetto, che aiuta anche a montare le luci. Qui a Senigallia abbiamo deciso di appoggiare l’impianto audio per guadagnare tre metri in avanti ed avvicinare il trio al pubblico.
“Per le luci frontali usiamo dei sagomatori nostri, poi abbiamo dei proiettori a pioggia, soprattutto per assicurare luce ai leggii delle tastiere, mentre per i controluce abbiamo nove Martin Mac Aura; ci sono anche dei pannelli Halupix con cui si può fare pixel mapping, usati soprattutto come elementi scenografici, anche se Casadei li adopera con molta eleganza, senza mai eccedere.
“Facciamo dodici date in meno di un mese – conclude Nicola – e il tour è prodotto e distribuito da International Music”.
Pino Pischetola – Sound engineer
Finite le prove musicali, riusciamo ad avere qualche minuto con l’uomo il cui ruolo qui ancora ci lascia un po’ perplessi, Pino “Pinaxa” Pischetola.
Spiega Pino: “Facciamo una premessa: tutto è nato perché all’inizio dell’anno Franco ha partecipato ad un festival di musica elettronica a Roma; per l’occasione abbiamo lavorato per arrangiare questo programma, andando a ripescare i suoi mondi sperimentali. Dopo questo concerto sarebbe stato un peccato non utilizzare più il prodotto, così è nata l’idea di creare un progetto discografico ad hoc, piuttosto sperimentale. È nato quindi un nuovo disco che proponiamo in questi concerti, insomma uno spettacolo strano. Così mi sono dovuto inventare un nuovo set-up live per rendere possibile una performance simile al concerto di Roma, integrata con le varie modifiche apportate al disco, anche per poter aggiungere altri brani ‘normali’ al concerto.
“Per comodità – continua Pino – la mia posizione è stata scelta vicino a Franco, per interagire continuamente con facilità. Il concerto ha molte performance live, ma anche campioni lanciati in tempo reale, oltre al pianoforte acustico. Visto che a Franco non piace il concetto di improvvisazione, c’è stato tutto un lavoro di stesura dei brani in scaletta. Così ad ogni brano io assegno a Franco il suono che lui ha scelto; grazie al mixer Behringer X32 riesco a controllare in tempo reale, con un iPad, il mixaggio di tutte le sorgenti che poi va in sala a Pat Simonini il quale esegue una specie di masterizzazione in tempo reale della dinamica e dell’EQ del mio mix.
“Il segnale va anche al fonico di palco, che usa una console Midas M32”.
Cosa usi per fare questa produzione audio in tempo reale?
I miei strumenti sul palco sono un PC da me assemblato, collegato in AES50 all’X32, ed il software di Pro Tools, con tutti i virtual instrument di varie marche. Uso anche loop registrati in tempo reale, cioè durante il concerto, uno Space Echo storico, un controller machine per i campioni che aggiungo io; inoltre ho un MacBook Pro che gestisce il remote del mixer ma anche i testi del gobbo, prendendo il time code dal Pro Tools principale; infine ho un iPad con il software di remote del mixer.
Come si sta sul palco?
Si sta bene, ma per il mio carattere non fa differenza; dopo Lorenzo negli stadi, con 50.000 persone, per uno abituato a stare in studio il battesimo del fuoco è già fatto.
Sul palco ci divertiamo come bambini, ma dal punto di vista tecnico questo concerto è più difficile di quello all’Arena di Verona con l’orchestra, perché c’è una complicazione tecnica molto elevata che davvero mi impegna tantissimo.
Luca Casadei – Lighting designer
Infine, per quel che attiene agli aspetti visivi del concerto, raggiungiamo in sala Luca Casadei, lighting designer ed operatore.
“Per quanto riguarda il concerto – ci dice Luca – i primi 40 minuti sono di musica sperimentale, molto elettronica, poi facciamo i brani più classici.
“Ci voleva qualcosa di leggero ma che potesse caratterizzare il set. Così abbiamo optato per 24 matrici Halupix ProLights montate in nove frame, quattro appesi e cinque a terra, che fanno solo luce bianca, ma danno la possibilità di avere qualche effetto, soprattutto durante il set di musica elettronica, senza abusarne, ovviamente, sia perché siamo in teatro sia per adeguarci al genere musicale. Poi abbiamo 21 Mac Aura per i particolari, i puntamenti sui musicisti ed i colori, a cui si aggiungono quattro sagomatori. È una cosa semplice ma efficace che montiamo tutto per l’ora di pranzo, così nel pomeriggio curiamo particolari e rifiniture. Il materiale è tutto di Imput Studio ed è, come sempre, in condizioni perfette.
“Per il controllo, lavoro con una CamSys MagicQ MQ 70, quattro universi DMX; per il segnale basta un collegamento su Veam da otto canali; non uso neanche ArtNet perché dal wing ho già quattro uscite fisiche. Anzi, cedo graziosamente due linee su questo al controllo audio... una volta era il lighting che chiedeva linee sullo snake dell’audio per il DMX!
“Uso gli effetti grafici del pixel mapping della macchina, tutto molto easy, con un disegno messo su in un giorno”.
Il concerto
Speriamo che chi era presente a questo concerto avesse ascoltato il disco prima, o fosse veramente preparato per un Battiato al massimo del fantasioso e dell’esoterico, perché a capo della scaletta c’erano 45 minuti di materiale di Joe Patti’s Experimental Group di cui Florian Fricke e anche Karlheinz Stockhausen sarebbero andati fieri, anche se spesso alcuni loop ritmici servivano a “modernizzare” un po’ il genere. A seguire c’erano delicati arrangiamenti di alcuni brani più poetici. Solo per i bis sono comparse delle più accessibili “hit”, ma sempre con arrangiamenti necessariamente nudi per accomodare la strumentazione disponibile senza dover ricorrere ad un indegno “Battiato in karaoke” (scelta molto rispettabile e lodevole). Insomma, il concerto è risultato certamente molto gradevole per gli appassionati di Elektronische Musik o del Battiato dei primi anni ‘70, ma diciamo che sarebbe stata una scelta molto azzardata per un primo appuntamento con una ragazza conosciuta in discoteca.
Nel teatro, l’audio era ottimo. Il pubblico seduto e silenzioso certamente riduce l’esigenza di pressione sonora elevata e rende più efficace la vasta dinamica possibile con i suoni sintetizzati. Sicuramente a rendere almeno un poco più facile l’immenso compito di Pino e del suo assistente Patrizio in sala era la presenza di tre soli microfoni sul palco insieme al monitoraggio di Pino e al pianoforte come uniche sorgenti acustiche.
Le luci si adattavano perfettamente allo spirito minimalista ma, dalla prima comparsa degli Halupix, l’atmosfera è diventata sempre più psichedelica. Creativo anche l’utilizzo di Luca, in mancanza di un fondale o ciclorama, delle matrici di Halupix, anche come scenografia da illuminare. Dal punto di vista visuale, questo concerto è veramente un ottimo esempio di molta ed ottima resa ottenuta con una esigua quantità di materiale.
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