Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana

Il concerto della più celebre orchestra di musica popolare italiana nel mondo.

di Alfio Morelli

Presentare Renzo Arbore ai nostri lettori è del tutto superfluo: dai programmi radiofonici storici fino ai grandi successi televisivi come L’Altra Domenica, Quelli della Notte e Indietro Tutta, ha creato un modo intelligente ironico e garbato di fare televisione, e può considerarsi un vero maestro. Come rivista di settore, non possiamo poi non ricordare il suo DOC, il miglior programma musicale che, a nostro avviso, sia mai andato in onda sulla televisione italiana, in grado di offrire al pubblico esibizioni live di artisti del calibro di James Brown, Dizzie Gillespie, Miles Davis, Solomon Burke, Rufus Thomas, i Manhattan Transfer e Chet Baker.

Ma Arbore è anche un importante ambasciatore della musica popolare italiana in tutto il mondo, che gira in lungo e in largo con la sua Orchestra, suonando nelle venue più prestigiose.

L’8 dicembre siamo quindi andati ad Ancona, al Teatro delle Muse, per dare un’occhiata ad uno dei concerti della sua orchestra, per capire sia l’organizzazione tecnica sia la tipologia di produzione.

Cominciamo da una chiacchierata con Adriano Fabi, responsabile del management di Renzo Arbore.

Com’è strutturata l’agenzia di Arbore?

La struttura è composta dalla Gazebo Giallo, che si occupa del management di Arbore, di cui io sono amministratore, e dalla Galileo Galilei Production di Roma che si occupa di produzione e di booking sul territorio nazionale.

Quando fate gli spettacoli all’estero a chi vi appoggiate?

È sempre la Galileo Galilei che si occupa dei contatti con gli organizzatori stranieri, i quali si occupano di tutta la produzione dello spettacolo in loco. Noi ci limitiamo a fornire un rider tecnico e alcune persone fondamentali: fonico, operatore luci, backliner; al resto pensano tutto loro.

Dal suo punto di vista, Renzo Arbore è più un personaggio televisivo o un musicista? O altro?

È difficile dare una connotazione precisa a Renzo, diciamo che principalmente è una persona a cui piace la musica in quanto spettacolo; lui fa quello che gli piace, e sembra che il pubblico, o dal vivo o in tv, lo segua. Sicuramente non è un artista legato alla produzione discografica, il disco semmai è una conseguenza di tutto il resto. Anche quando si esibisce nei suoi spettacoli, oltre a suonare gli piace tantissimo il dialogo con il pubblico, dal quale a volte nascono simpatici siparietti.

In questi ultimi anni si sta dedicando anche molto al web, perché è sempre molto attento alle nuove tendenze. Ha creato da tempo un canale on line (renzoarborechannel.tv) su cui pubblica molti spezzoni delle sue trasmissioni, ma anche quello che trova di divertente sul web.

Quali sono i programmi futuri di Arbore? 

Sicuramente continuare con gli spettacoli dal vivo, ma si sta già iniziando ad abbozzare una trasmissione televisiva di respiro internazionale. Per il momento è però un pour parler, perché questi progetti internazionali hanno una lunga gestazione.

L’audio

Approfondiamo l’aspetto audio con il fonico storico di Arbore, Fabio Citterio.

Puoi spiegarci come hai organizzato il tuo lavoro in questo tour?

Ho un modo di lavorare molto personale, che spesso non segue lo standard dei miei colleghi. Mi piace arrivare al mattino, durante il montaggio delle attrezzature, proprio per seguire passo passo l’installazione, non per organizzarla, ovviamente, ma perché ogni venue ha una propria caratteristica e spesso in fase di montaggio ci sono delle piccole scelte da fare. In quel momento io ci sono, e se i ragazzi hanno bisogno di confrontarsi possiamo discutere; in questo modo sono sempre al corrente di ciò che è stato fatto e sono preparato al risultato. Per il sound check, da sempre con i componenti del gruppo abbiamo adottato questo metodo: visto che io sono presente già dalla mattina, con calma, uno alla volta, ogni musicista si prende il proprio spazio per sistemare la propria postazione e lo strumento. Naturalmente usando questo metodo il tempo del sound check si allunga, ma è un tempo dedicato all’ottimizzazione che poi ritrovo durante la serata. Attorno alle 18, arriva l’artista e si fa un’oretta di sound-check vero e proprio, poi si va a mangiare.

Vedo che hai cambiato il tuo amato PM1D con un SSL L500?

In effetti dopo oltre dieci anni di onorata carriera ho messo in pensione il PM1D, non perché non fosse più all’altezza, anzi, ma perché volevo provare nuove sensazioni. Il tutto nasce durante un concerto di Peter Gabriel, che ero a vedere con mio figlio, dove ho visto per la prima volta un SSL. Ho cominciato ad informarmi tramite Giovanni Blasi, il guru italiano di SSL, e dopo un’approfondita analisi del prodotto mi sono convinto che poteva essere il prodotto giusto per noi. Così ho parlato con il service che ha preso contatti con Mods Art, partner commerciale del marchio, e da giugno sono arrivati due mixer, uno in sala e uno sul palco, completi di tutta la rete in fibra per il collegamento. Come sul PM1D, anche con SSL mi sono portato dietro i miei tre Avalon esterni, che uso sulle tre voci principali. Ormai con queste apparecchiature siamo tutt’uno, le conosco talmente bene che non riesco più a separarmene.

Mentre sul palco usi qualcosa di particolare?

Assolutamente no! Tutto assolutamente standard, con prodotti comunissimi. Ti spiego anche perché: appena arrivato, un po’ anche per fare il figo, cominciai a chiedere dei prodotti esoterici, che comunque mi vennero forniti; ma poi, trovato il giusto equilibrio, sin dalle prime date all’estero non riuscii mai a mettere insieme lo stesso set up, complicandomi non poco la vita. Così tornai sui miei passi e rividi la mia lista dei microfoni, usando dei modelli sempre al top di gamma – Shure, Sennheiser, AKG ecc. – ma facilmente reperibili in qualsiasi parte del mondo. Usando questo metodo ho trovato poi il mio equilibrio ed il mio suono, affrontando le trasferte con molta più tranquillità e certezza del risultato. Per il PA, il service ci fornisce un impianto Meyer, un sistema M’elodie, adatto alla venue piccole e medie, mentre per le situazioni più grandi o all’aperto montano un sistema MICA.

Michele Recchia è invece uno dei titolari di Top Service, che da oltre sette anni segue Renzo Arbore e la sua Orchestra Italiana. 

“Siamo un service di Salerno – ci spiega – che nel settore live, oltre ad Arbore, segue anche Edoardo Bennato, ma ci occupiamo tanto anche di convention e presentazioni. Non so se dipende dalla professionalità o dalla simpatia, ma con i nostri artisti cerchiamo di instaurare un rapporto duraturo. Oltre che nelle date italiane, con una tournée estiva di oltre venti date e diversi back-to-back, seguiamo Arbore anche all’estero, fornendo il backline e i tecnici, oppure solo con i tecnici. In Italia il set-up prevede PA Meyer, mixer SSL, luci Vari*Lite e Clay Paky.

“Abbiamo scelto materiale di prima qualità – aggiunge – perché ci piace avere e lavorare con materiale al top, ma anche in accordo con la produzione. Scegliendo questo materiale riusciamo a replicare anche all’estero lo stesso spettacolo, con gli stessi suoni e le stesse scenografie luminose”.

Le luci

Con Paco Toscano, lighting designer e operatore luci, parliamo infine delle peculiarità del disegno luci. 

“Il compito delle luci è quello di sottolineare sul palco il calore e la poesia creati dalle canzoni napoletane – ci spiega –. Il lavoro iniziale è stato fatto a quattro mani, insieme ad Adriano Fabi, direttore artistico. La scenografia luminosa e visiva ha tre dimensioni: una prima è creata dalle pedane su cui trovano parte la maggior parte dei musicisti, il cui frontale è illuminato tramite delle barre led, poste dietro un materiale semitrasparente che si colora in maniera uniforme; la seconda dimensione è lo schermo LED, sul quale vengono mandati, a inizio spettacolo, filmati di vari show tenuti nelle location più prestigiose a livello mondiale (come America, Russia, Giappone, Australia ecc. per sottolineare il valore internazionale della canzone napoletana ed il calore con cui viene accolta nei vari paesi) mentre durante lo spettacolo proiettiamo grafiche o filmati inerenti al brano in esecuzione; un terzo livello è il soffitto, su cui ci sono tre americane sulle quali sono appesi sia gli spot che i wash.

“Eravamo orientati ad usare i VL5 – continua Paco – un faro insuperabile; ma ci hanno fatto provare questo modello più recente, VLX, per giunta a LED. Ci è subito piaciuto, sia per la potenza che per la ricchezza del colore, quindi ne abbiamo acquistati diversi e qui ne usiamo venti. Inoltre, come ti avranno detto già i miei colleghi, si tratta di materiale facilmente reperibile anche all’estero. In regia abbiamo scelto una WholeHog 3 ed un mediaserver Arkaos”.

Lo show

E finalmente il concerto. La musica è selezionata fra i migliori brani del repertorio popolare napoletano e italiano, interpretata da bravissimi musicisti e cantanti. Questo già basterebbe a garantire il gradimento del pubblico, ma se aggiungiamo un audio perfetto, per definizione e qualità, ed una scenografia semplice ma avvolgente, si può certamente parlare di... alto gradimento! 

a-IMG 1484

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLA GALLERIA FOTOGRAFICA
gall icon

 

Vuoi vedere altre foto e rimanere aggiornato sugli ultimi concerti? CLICCA QUI!

vuoi restare sempre aggiornato sulle novità di settore? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Clicca qui per accedere alla galleria fotografica
(21 Foto)