Fano Jazz By The Sea 2014

Nonostante le gravi difficoltà finanziarie e l’incertezza del momento, Fano Jazz By The Sea si è ripresentato al suo pubblico questa estate con la XXII edizione di un festival che si è riconfermato uno dei principali appuntamenti jazzistici nazionali. Cofondatore e partecipe di Marche Jazz Network, il festival è associato a Europe Jazz Network, importante circuito dei festival jazz europei.

di Mike Clark

Quest’anno i concerti si sono svolti alla Corte Malatestiana, principale sede del festival, al Teatro della Fortuna, al Pala J del Porto di Fano – Marina dei Cesari e sul palco allestito nei prati sul bordo dei boschi alla Golena del Furlo.
Con un lato occidentale formato dalle antiche case dei Malatesta, fatte costruire o riadattate da Galeotto I dopo la sua nomina a Vicario pontificio (1357), la Corte Malatestiana, a Fano, è stata al centro della vita politica, artistica e culturale della città per oltre un secolo, e successivamente pontefici e sovrani vi trovarono ospitalità; dal 1954 è sede durante l’estate di rappresentazioni liriche e di prosa, di concerti e balletti.
Con l’abile direzione artistica di Adriano Pedini, è stato proposto un ampio spettro di generi, fra rimandi alla gloriosa tradizione del jazz e stili che gettano un ponte fra sonorità molto diverse.
Oltre ad un duo d’eccezione formato da Paolo Fresu e da Daniele Di Bonaventura, il programma comprendeva la fusione di jazz, folk e pop del quintetto della cantante israeliana Irit Dekel, la band del trombonista Fred Wesley, uomo di punta della musica funk e già assiduo partner di James Brown, il bassista Richard Bona, artefice di una coinvolgente fusione fra jazz e Africa, e il trombettista torinese Fabrizio Bosso in coppia con il pianista Julian Mazzariello. Il progetto Silence del pianista Danilo Rea, il violoncellista Paolo Damiani e lo specialista in alchimie elettroniche Martux_m ha proposto una commistione fra sonorità acustiche e tecnologiche.
Il programma prevedeva anche dei concerti-aperitivo nei locali della città e la proiezione del film 365 Paolo Fresu – Il tempo di un viaggio e, al termine dei concerti alla Corte Malatestiana, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini ha offerto al pubblico una degustazione (molto gradita) di vini DOP.
Ma la serata che mi ha portato a Fano (che per motivi di maltempo si è svolta nello splendido Teatro) era un doppio appuntamento con i Log2, apprezzata band pesarese, e con Oblivion Express, il gruppo di un’autentica leggenda dell’organo Hammond: Brian Auger. Per me il concerto di Auger ha avuto un significato molto particolare, perché mi ha dato la possibilità di abbracciare un vecchio amico e “compagno di mille avventure”, il cantante del gruppo Alex Ligertwood. Alex ed io siamo arrivati al Piper di Roma nel 1968 (lui come chitarrista con una band scozzese, i Senate, ed io come road manager). A distanza di 46 anni, molti si ricordano ancora di questo gruppo molto talentuoso e Alex in seguito è stato la voce solista di Santana per circa dieci anni fra il 1979 e il 1994. Ha anche cantato con il gruppo di Jeff Beck, con Brian Auger’s Oblivion Express già negli anni ‘70, con Spyro Gyra e con la band francese Troc di André Ceccarelli e Janick Top. Il suo talento vocale si è mostrato anche con John Cipollina & friends, David Sancious, Dixie Dregs, Jeff Lorber e molti altri. Ligertwood ha anche registrato con El Chinano, un leggendario gruppo di Latin Rock.
Fra gli altri membri dei Senate, anche il batterista Robbie McIntosh ha suonato con Auger, per poi essere uno dei fondatori del gruppo soul/pop Average White Band. Il trombettista, Tony Mimms, produttore discografico e direttore d’orchestra oltre che musicista, è diventato un noto arrangiatore, con artisti come Fabrizio De André, Claudio Baglioni, Mia Martini, Ivan Graziani, Mina, Adriano Celentano, Renato Zero e molti altri. Dopo avere lasciato i Senate, il tastierista Mike Fraser è entrato a fare parte dei Primitives con Robbie e poi, oltre a lavorare come session man, ha suonato con i Cast, un gruppo in cui militavano Walter Calloni e Dino D’Autorio. Con Dougie Meakin ha formato un paio di gruppi per registrare le sigle italiane per alcune serie di cartoni animanti giapponesi di grande successo, come Candy Candy. Rientrato in Italia da un periodo negli Stati Uniti, si è stabilito a Ostia e continua a suonare e comporre, collaborando con Ennio Morricone, Vasco Rossi, Renato Zero e Roberto Vecchioni. Appeso il suo basso al chiodo, Bill Irving si è concentrato sugli aspetti tecnici, diventando un apprezzato PA man con alcuni dei più noti service inglesi.
Il gruppo scozzese, insomma, è stato una vera fucina di talenti, come lo sono state le varie formazioni di Auger, a partire dai primi anni Sessanta. Nei ranghi delle sue band hanno militato alcuni dei nomi più prestigiosi del blues, rock e jazz: Rick Laird, Rod Stewart, Clive Thacker, Dave Ambrose, Julie Driscoll, Jim Mullen, Steve Ferrone, Lenny White, Paul Jackson e Mike Clark (il batterista) per citarne alcuni.
Dopo avere scambiato con Alex alcuni ricordi sui nostri viaggi in giro per l’Europa (in nove dentro un furgone con tutta la strumentazione – PA compreso!) ed ascoltato qualche aneddoto di Auger sulla vita notturna particolarmente “movimentata” di Glasgow negli anni ‘60 e ‘70, mi sono informato sulle tecnologie utilizzate per una manifestazione come quella di Fano.

Titan Music di San Marino era il service ufficiale del festival, e il responsabile audio, Andrea Balducci (anche fonico FoH “resident”), mi ha descritto nel dettaglio i vari sistemi messi in campo: “Al Teatro della Fortuna, il PA Meyer Sound era composto da quattro UPA‑1P, due subwoofer 650‑P e due UPJ come front-fill, con un processore Meyer Sound LD1 e un equalizzatore Meyer Sound CP10. Nella regia di sala, dove per il concerto di Auger ho assistito il suo fonico (ed autista) Ekki Czerwinski, c’era una console Soundcraft MH3‑48 e EQ Klark‑Teknik DN360. Per quanto riguarda gli effetti, c’erano Lexicon PCM91, PCM90, PCM81, Yamaha SPX 990, SPX 2000, sei compressori/limitatori dbx 160A, due compressori/limitatori/de-esser BSS DPR‑402, quattro compressori/gate dbx 166 e due processori di sistema Electro-Voice Dx38”.
La regia di palco, per la sera del concerto di Brian Auger e dei Log2, gestita dal fonico Francesco Penolazzi, (un viso noto negli ambienti televisivi per aver lavorato alla trasmissione “Crozza nel Paese delle Meraviglie”, oltre ad aver seguito i tour di De Gregori, Ligabue, Fiorello, Arbore, Baglioni e Vasco Rossi), era dotata di una console Soundcraft SM20‑48, dodici canali di EQ Klark‑Teknik DN360, due processori multi-effetto Yamaha SPX 2000 e 48 canali di splitter Klark‑Teknik DN1248. Sul palco dodici monitor VERSE Audio M15 con woofer da 15 pollici al neodimio, bobina da 3” in rame e tweeter coassiale, driver a compressione con bobina in alluminio e diaframma al titanio. Alex utilizzava anche un suo personale sistema IEM Sennheiser ew300 con auricolari custom della Ultimate Ears.
“Anche alla Corte Malatestiana – ci dice Balducci – c’è un set-up Meyer, con quattro MSL4, due CQ1 e quattro sub 650‑P, oltre a un paio di UPJ come front-fill. La console è una Soundcraft MH3‑48, con EQ Klark‑Teknik DN360. Effetti ed outboard comprendono Lexicon PCM91, PCM90, PCM80, Yamaha SPX 2000, sei compressori dbx 160A e tre compressori BSS dpr402, oltre a due processori Electro-Voice DX‑38. Per il monitoraggio è utilizzata una console Soundcraft MH2, con sei canali di EQ Apex e sei monitor JBL 212”.
Alla Gola del Furlo, il sistema main di marca Nexo era invece composto da sedici Geo S1210, due Geo S1230 e otto sub RS15, con quattro Meyer Sound UPJ come front-fill. Nella postazione FoH, una console Yamaha LS9‑32 con due schede AES96 da 16 canali, quattro preamplificatori/convertitori Yamaha AD8HR e, anche qui, due processori Electro‑Voice DX‑38. Il monitoraggio, controllato da una console Soundcraft Si Expression3, consisteva in sette VERSE Audio M15.

Karma Auger (figlio di Brian e batterista dell’Espresso per l’Oblio) ha spiegato nel dettaglio il backline utilizzato dalla band: “Come tastiere, Brian suona un Hammond C3 del 1956 in un cabinet custom con gambe pieghevoli, progettato e costruito da Keyboard Specialties (Florida, USA) e una tastiera Korg M3. Insieme a due casse prototipo MARK Audio, utilizza un rack composto da un mixer Allen&Heath 14‑4‑2, un riverbero Lexicon LXP‑1, un preamplificatore Aphex 207 per l’organo, un modulo Korg X5DR e un pedale Chorus TC Electronics”. Il Bassista Les King (un musicista che ha colpito sia il pubblico sia gli addetti ai lavori a Fano per il suo talento e l’instancabile potenza) e il chitarrista Yarone Levy usano entrambi amplificatori e casse MarkBass: il primo una Little Mark Tube 800 Head con 2 x 10” con bass port frontale (Standard 102HF) e un cabinet 4 x 10” con bass port posteriore (Standard 104HR), il secondo una DVMark Little 40 L6 Head con un C112 Small Cab. Per la sua fedele Fender Stratocaster, invece, Alex ha a sua disposizione un Frank Gambale Combo 112.
“Nel nostro minibus – conclude Karma – oltre a strumenti e backline, ci portiamo dietro anche una dotazione completa di microfoni Audix: OM7 per tutte le voci, le due chitarre sono microfonate da un OM5 per Yarone e un OM2 per Alex e, per la mia batteria Drum Workshop “Spider Pine” (dotata di un pedale doppio per mancini), utilizzo un set composto di D6 (cassa), i5 (rullante), Micro-D (tom) e SCX25 (overhead). I nostri cavi sono tutti rigorosamente Klotz”.

Log2 è una storica formazione pesarese che all’inizio degli anni ‘70 portò nei locali delle Marche e della Romagna il progressive rock di Emerson Lake and Palmer, il jazz, blues e rock del grande organista inglese Brian Auger e le sonorità acide e sperimentali dei Traffic. Eugenio Giordani alle tastiere insegna musica elettronica al conservatorio di Pesaro. Anche il polistrumentista Riccardo Marongiu (che occupa lo sgabello di batterista con il gruppo) è insegnante di musica e i suoi progetti musicali spaziano dal jazz al rock all’etno e a varie sperimentazioni. Giorgio Lugli al basso ha suonato con musicisti del calibro di Chet Baker, Tony Scott e Giulio Capiozzo. Uno dei fondatori dei Log, Claudio Cardelli (alla chitarra), ha dato vita nel 1996 ai Rangzen, la band più “internazionale” della riviera romagnola, con concerti in Inghilterra, Svizzera, India, USA. Anche Giancarlo Del Vecchio (voce solista) ha militato sia nei Log sia nei Rangzen (come tastierista). La musica dei Log2 è legata alle sonorità di uno degli “strumenti mito” del secolo passato, l’organo Hammond.

Il concerto di Fano è stato veramente un momento magico, per Auger che ha dichiarato, in italiano: “Per noi è un vero onore potere suonare in un luogo così straordinario”, riferendosi  al teatro, un vero gioiello, e per il pubblico che ha riempito il teatro, accogliendo Oblivion Express con una meritata standing ovation.
Magico anche per me e per i Log2, a giudicare dalle loro espressioni raggianti quando si sono uniti a Brian Auger e i suoi per una jam session che ha chiuso la serata!

 

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