Ravenna by night

Lo scorso mese di gennaio abbiamo fatto un giro per Ravenna per dare un’occhiata all’humus musicale della città, forse non troppo rinomata negli ambienti della movida modaiola o della musica di tendenza, ma certamente piuttosto ben dotata nel campo della musica colta, dalla classica al jazz, di cui abbiamo spesso parlato nelle nostre pagine. Non mancano però nella zona diversi live club dalla programmazione piuttosto vivace.

 
L’interno del Mariani Lifestyle

di Alfio Morelli

Abbiamo iniziato il nostro tour fermandoci al Mariani Lifestyle, alias Osteria Passatelli 1962, un locale multifunzionale ricavato da un vecchio cinema. È diviso in due sale principali: la prima è uno spazio organizzato come bar per incontrare amici o fare l’aperitivo di inizio serata, mentre la seconda è un vero ristorante, con tavoli e cucina a vista, nonché un palco su cui trovano spazio gli artisti per le loro performance, cantanti o attori che siano. Noi siamo capitati in una serata in cui era in programma uno spettacolo dal titolo “Omaggio alle Dive del Cinema”, un concerto con immagini e suoni per omaggiare le grandi dive del cinema italiano ed internazionale: Marylin Monroe, Audrey Hepburn, Gina Lollobrigida, Sophia Loren... Ad allietarci con performance dal vivo sul palco c’erano Nicoletta Fabbri (voce), Gabriele Zanchini (pianoforte), Stefano Travaglini (contrabbasso) e Stefano Paolini (batteria). Siamo riusciti a trovare un tavolo per due, anche se la sala era piena ed il locale già quasi tutto prenotato. L’ambiente è molto gradevole ed il servizio all’altezza. La serata è trascorsa in modo molto piacevole, gustando tra un filmato e l’altro un buon piatto di tortellini in brodo. La dotazione tecnica del locale è sicuramente di livello, con impianto audio line-array RCF e mixer PreSonus gestito da un fonico che, dalla sala, gestiva sia il mix che il cambio scena luci.

La sera successiva ci siamo recati al Bronson, locale diametralmente opposto al Mariani. Bronson Produzioni si occupa della gestione di spazi e dell’organizzazione di eventi. Predilige il folk, l’indie, il rock’n’roll, l’electro, il post-punk e l’underground nelle sue varie forme, l’arte e i percorsi controcorrente. Nel pomeriggio abbiamo assistito al soundcheck di Black Snake Moan: one man band, chitarra e batteria, con un repertorio di musica “spiritual psychedelic folk blues”, lì in tour anche per promuovere il suo ultimo disco. Bravo, ma forse se mettesse più attenzione al settaggio tecnico potrebbe ottenere maggiori risultati. Nella stessa sera si sono esibiti i New Candys, gruppo veneziano con già qualche successo ed una tournée imminente in Australia. Il gruppo propone un rock psichedelico e sembra possedere già un suo seguito di estimatori.

Nel pomeriggio abbiamo incontrato Enrico Martinelli, responsabile della comunicazione e dell’organizzazione degli eventi. Ci spiega che il Bronson nasce nel 2003, come locale per eventi live. La proprietà è di quattro soci e, visto il successo del locale, nascono negli anni successivi altri locali come Hana-Bi, stabilimento balneare a Marina di Ravenna, in cui di giorno si prende il sole ma che al, calar del sole, si trasforma in spazio per la musica. Di successo in successo si apre anche un bar a Ravenna centro, il Fargo, spazio per incontrarsi ed ogni tanto, giusto per non perdere il vizio, assistere a qualche piccolo concerto. È aperto da poche settimane anche il Bronson Caffè, luogo in cui incontrarsi prima di entrare nel locale vero e proprio. Bronson Produzioni non si occupa solo di gestire dei locali, ma produce anche eventi, fra cui, in estate, sulla spiaggia, il Beaches Brew Festival, un festival che raggruppa fino a diecimila persone. Il Trasmission Festival è invece un festival che si svolge nella stagione invernale, a base di musica sperimentale d’avanguardia, quest’anno arrivato alla sua decima edizione. Mentre a dicembre si tiene l’ormai famoso Passatelli in Bronson, una due giorni in cui il palco è dedicato al panorama musicale italiano indipendente.

 
I New Candys al Bronson

Che tipo di pubblico frequenta il Bronson?
Sicuramente è un pubblico variegato, secondo il programma proposto. Nelle serate in cui ci sono gruppi live, il pubblico può andare dai trentenni ai cinquantenni, mentre nella stessa serata, finite le performance live, quel pubblico se ne va per far posto ai più giovani che cercano musica registrata ballabile. Poi nelle feste a tema si possono trovare dai giovanissimi sedicenni ai maturi quarantenni.

Come mai una capienza di sole 5/600 persone?
Forse oggi sono poche, ma quindici anni fa, quando è stato aperto il locale, potevano sembrare tante. Negli anni abbiamo aperto collaborazioni anche esterne, quindi quando abbiamo l’evento da migliaia di persone ci spostiamo in altri siti più appropriati o addirittura facciamo le serate in collaborazione con altri locali. Inizialmente è stato anche un rischio aprire questo locale a Ravenna, piuttosto fuori dalla linea ideale della musica Milano-Bologna-Rimini. Dopo diversi anni di gavetta e sperimentazioni, ci siamo costruiti una nostra credibilità, sia per il pubblico che per le produzioni, tanto che è diventato quasi d’obbligo inserire il Bronson nel calendario di certi artisti. Giusto per non farci mancare niente, Chris (Christopher Angiolini, direttore di Bronson Produzioni – ndr) ha pensato bene di creare un’etichetta discografica, perché con certi artisti il rapporto di lavoro si trasforma in rapporto d’amicizia, fino alla loro richiesta di produrre qualche pezzo; così ogni tanto succede che produciamo dei 7” (CD). Finito il soundcheck, facciamo una chiacchierata anche con Alberto Bimbi, la figura tecnica del locale, che per la serata fa anche il fonico dei due gruppi. Alberto si occupa di tutta la parte tecnica sia delle produzioni interne al Bronson sia di quelle esterne, nonché delle varie collaborazioni.

Il materiale montato al Bronson è vostro?
No, da quest’anno abbiamo aperto una collaborazione con un service di Ravenna, Audio Elite, che nasce dalla fusione di due vecchi service di Ravenna. Loro ci seguono tutto l’anno nella parte invernale con il materiale montato qua e poi nella parte estiva, con i festival che facciamo in giro. Abbiamo un PA residente ed una fornitura di luci standard che, all’occorrenza, viene ampliata o aggiornata; in alcuni casi ci forniscono anche degli altri tecnici a supporto.

Attualmente qual è la dotazione tecnica del locale?
Il PA principale è formato da due cluster di tre diffusori ognuno dell’italiana RCF, modello TTL33-A; a terra, di fronte al palco, abbiamo abbinato sei sub JBL modello PRX 718, controllati da un processore Electro Voice DC-One. Il tutto è controllato in rete, tramite il sistema RD Net di RCF. Siamo riusciti ad avere un settaggio ottimo, ne sono molto soddisfatto. In regia audio lavoro su un Midas >M32, più che sufficiente per le nostre esigenze.
Abbiamo posizionato e settato i sub JBL in configurazione cardioide, quattro verso il pubblico e due contrapposti. Questo settaggio l’ho voluto ripetere dopo l’esperienza che mi ha fatto fare Mario Di Cola. L’impianto che avevamo prima era Proel, con dei sub da 21”, e a tarare tutto il sistema era venuto proprio Mario; mi aveva fatto notare e scoprire il sistema dei sub a cardioide, configurazione che ha risolto tanti problemi, sia a me in regia sia ai gruppi che si esibiscono sul palco. Purtroppo quando esco da qui e seguo un gruppo che si esibisce in qualche locale tradizionale, rimpiango il mio impianto del Bronson. Il monitoraggio è tutto JBL, collegato ai finali Crown con il loro settaggio dedicato.

Quando arrivano delle produzioni complete come fate, il marchio RCF viene accettato?
Assolutamente sì, il marketing dell’RCF in questi ultimi anni ha lavorato molto bene, promuovendo il marchio e facendolo entrare ed accettare anche nei rider internazionali. Mi è successo una volta che una mezza produzione ha voluto usare i propri mixer, sia in FoH che sul palco, ma non c’è stato nessun tipo di problema: abbiamo tolto il nostro Midas e abbiamo collegato il loro, visto che abbiamo anche un collegamento analogico tra palco e sala; verso il PA invece non c’è mai stata alcuna obbiezione. Può succedere che qualche fonico preferisca un settaggio diverso, in quel caso lavoriamo esclusivamente sul processore EV, perché i settaggi RCF sono off-limits.

Le produzioni che passano al Bronson, viaggiano tutte con il loro fonico?
Praticamente quasi tutte hanno un loro fonico di fiducia, tranne alcuni casi sporadici, vedi per caso gli Helmet, gruppo statunitense abbastanza popolare, che mi hanno mandato la scheda tecnica comunicandomi che gli dovevo fare da fonico: sarebbero arrivati solo con gli strumenti al seguito. È stato un momento difficile, invece sono arrivati molto tranquilli, hanno fatto quello che dovevano e sapevano fare, ed io al mixer ho dovuto solo alzare i cursori e tutto è andato benissimo: l’arte non è acqua.
Insomma Ravenna si è mostrata più vivace di quanto credessimo... e certamente ci sarebbe ancora da visitare qualche altro locale... magari alla prossima.

CLICCA QUI PER ACCEDERE ALLA GALLERIA FOTOGRAFICA

Vuoi vedere altre foto e rimanere aggiornato sugli ultimi concerti? CLICCA QUI!

vuoi restare sempre aggiornato sulle novità di settore? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Clicca qui per accedere alla galleria fotografica
(10 Foto)